giovedì 18 giugno 2009

Il mito delle liberalizzazioni

Ci hanno fatto credere che le liberalizzazioni avrebbero fatto diminuire i costi di quei servizi che venivano offerti dallo Stato perché la concorrenza avrebbe portato ad una diminuzione dei costi per gli utenti. Prendiamo come esempio la telefonia. E' evidente che gli attuali gestori privati debbono ricavare un profitto sia dalla rete fissa che da quella mobile. Lo Stato ha soltanto dimostrato di essere del tutto inefficiente liberalizzando la telefonia. Se,infatti, avesse saputo gestire la telefonia con criteri aziendali, senza trasformare l'azienda di Stato nel solito carrozzone politico, i costi sarebbero stati inferiori perché, trattandosi di un servizio pubblico, non sarebbe stato necessario ricavarne un profitto. Detratto il profitto dei gestori privati e facendo pagare le bollette in relazione ai soli costi della manutenzione della rete e agli stipendi dei dipendenti, oggi pagheremmo molto meno. Anche perché al monopolio statale si è sostituito l'oligopolio dei privati, che ha tradotto la liberalizzazione in una farsa. Questo è il risultato di uno Stato disonesto che non vuole ammettere la sua totale incapacità, per corruzione politica, nel gestire un servizio pubblico senza trasformarlo in strumento di potere dei partiti. Così è avvenuto anche per l'Alitalia, portata al fallimento dalla scriteriata volontà dei partiti di utilizzare le aziende statali come uffici di collocamento dei loro protetti. E si vuole continuare con il mito delle liberalizzazioni, mentre l'unica liberalizzazione sarebbe dovuta consistere nel liberarci di una classe politica corrotta. Ma come?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo stato ha costituito queste società con soldi dei cittadini, negli anni le ha sostenute con soldi dei cittadini e infine le ha rivendute ai cittadini sotto forma di società per azioni.

Quante volte abbiamo pagato queste aziende???

Anonimo ha detto...

Quante volte abbiamo pagato la Fiat? Almeno cinque volte