lunedì 19 aprile 2010

NON BASTANO LE FIRME CONTRO LA CACCIA

Oltre alle firme si passi alle minacce e alle azioni concrete. Quella gentaccia dei parlamentari che è favorevole alla caccia se ne frega della raccolta delle firme e delle manifestazioni di fronte a Montecitorio contro il disegno di legge scellerato che estende il periodo della caccia demandando alle regioni la facoltà di legiferare. Bisogna togliere la poltrona a chi crede di dover avvantaggiarsi del voto dei cacciatori sicura di non perdere quello dei contrari alla caccia.

In Commissione è passata la legge (e rischia di passare anche nell'aula della Camera) la legge che estende il periodo della caccia lasciando discrezionalità alle regioni. Nonostante la Prestigiacomo (in particolare) e la Martini avessero promesso che alla Camera non sarebbe passato l'emendamento del Senato. Sto dicendo da molto tempo che bisogna istituzionalizzare il partito dei non votanti. Far scendere il numero degli eletti in proporzione al numero dei non votanti, anche fatta salva una soglia fisiologica del 20% di non votanti. Sotto l'80% il numero degli eletti dovrebbe scendere proporzionalmente. Quanta gente non andrebbe a votare con la soddisfazione di togliere la poltrona a molti. Non vi sarebbe più l'arroganza della politica, di tutti coloro che, una volta eletti, sono liberi da ogni vincolo di mandato con l'elettore (come purtroppo prevede questa Costituzione). Bisogna arrivare ad una forma di democrazia alla Rousseau, che era contrario ad una forma rappresentatitiva e non diretta della volontà popolare. Questa volontà è nella stragrande maggioranza contraria alla caccia. Non è più tollerabile che gli interessi economici che girano intorno alle fabbriche di armi e alle armerie possano continuare a prevalere su questa maggioranza. Bisognerebbe anche riformare la Costituzione perché questa preveda anche un referendum propositivo, e non più soltanto abrogativo, di una legge, senza passare più per le pastoie del parlamento volute dall'art. 71 della Costituzione. In subordine, in attesa di una tale riforma, è necessaria una legge di iniziativa popolare (prevista dallo stesso art. 71 della Costituzione con la raccolta di 50.000 firme)per abolire la caccia. Allora si riconoscerebbero chiaramente i parlamentari veramente contrari alla caccia.E tutti gli altri getterebbero la maschera. Ma sapendo che i voti che prenderebbero dai cacciatori sarebbero di molto inferiori rispetto a quelli che perderebbero da parte dei contrari alla caccia.Anche indipendentemente da tutto ciò i contrari alla caccia dovrebbero negare il voto ad ogni candidato che non si dichiarasse contrario alla caccia.BASTA CON QUESTA MINORANZA IN ESTINZIONE che continua a comandare come una potente lobby. Si hanno le armi del voto per farla scomparire. Bisogna che tutte le associazioni animalistiche si facciano portatrici di questa potente arma contro le armi della genia dei cacciatori.

Nessun commento: