venerdì 23 luglio 2010

KOSOVO INDIPENDENTE? ALLORA ANCHE L'ALTO ADIGE PER LO STESSO MOTIVO

Mi son preso la briga di controllare in un libro di storia il mutamento dei confini geografici dei vari Stati della pensisola balcanica. Il Kosovo risulta essere la culla storica del regno di Serbia cristiano-ortodosso, in cui una minoranza di albanesi, divenuti islamici per essersi convertiti senza dignità e da antieuropei all'islamismo dopo l'occupazione turca a iniziare dal XV secolo, è divenuta maggioranza sia a causa dell'immigrazione in Kosovo sia a causa della prolificità degli islamici. Se basta il fatto che una popolazione sia maggioranza in un territorio per richiedere l'indipendenza allora anche gli austriaci dell'Alto Adige (in realtà Sud Tirolo) avrebbero il diritto all'indipendenza, magari per poi riunirsi al'Austria. Tanto più che l'Italia ha incluso l'Alto Adige solo perché vincitrice nella prima guerra mondiale. Non si possono usare due pesi e due misure. Questo dovrebbe sapere anche il governaccio italiano che ha riconosciuto l'indipendenza del Kosovo. Lo stesso discorso vale per altre regioni (la Catalogna e i Paesi Baschi in Spagna, la Scozia in Gran Bretagna, la Prussia orientale, che dovrebbe tornare alla Germania, mentre è divisa tra Polonia e Russia (in cui si trova una città come Konisberg, in cui nacque il filosofo Kant, che fu sempre tedesca, sin dalla nascita del regno di Prussia. E all'Italia dovrebbe essere restituita quasi tutta l'Istria e la Dalmazia, che fu sempre terra veneta con la città di Ragusa, poi ribattezzata in slavo Dubrovnik.



Lo afferma la Corte di giustizia dell'Onu nel parere consultivo pronunciato all'Aja.

L'indipendenza del Kosovo
«non viola diritto internazionale»

Legittima la proclamazione decisa il 17 febbraio del 2008

Lo afferma la Corte di giustizia dell'Onu nel parere consultivo pronunciato all'Aja.

L'indipendenza del Kosovo
«non viola diritto internazionale»

Legittima la proclamazione decisa il 17 febbraio del 2008

MILANO - La proclamazione dell'indipendenza del Kosovo non è un atto contrario al diritto internazionale. Lo ha affermato la Corte di giustizia dell'Onu nel parere consultivo pronunciato oggi all'Aja. La Corte era stata chiamata dall'Assemblea generale dell'Onu a decidere se la dichiarazione di indipendenza pronunciata il 17 febbraio del 2008 sia «in armonia» con il diritto internazionale. Il pronunciamento dell'Aja è destinato ad avere profonde implicazioni sia sul piano del rapporto tra i movimenti separatisti diffusi nel mondo e i governi dei rispettivi Paesi sia sul negoziato di ingresso nell'Ue di Belgrado e di Pristina.
Questo verdetto è stato seguito con particolare ansia a Kosovska Mitrovica, la città del nord divisa in due dal fiume Ibar in un settore serbo e uno albanese, che è per questo il simbolo della contrapposizione fra le due comunità etniche del Kosovo. Nella parte nord, quella abitata dai serbi, la polizia ha rafforzato la sua presenza, appoggiata da pattuglie della missione europea Eulex e uomini della Kfor.

LE REAZIONI - Dopo il verdetto della Corte di giustizia internazionale, il governo di Pristina si è subito fatto avanti: «Ci aspettiamo che la Serbia venga verso di noi per discussioni - ha commentato il ministro degli Esteri del Kosovo, Skender Hyseni -. Le discussioni devono però avvenire entro Stati sovrani». «Non riconosceremo mai» la proclamazione «unilaterale» di indipendenza del Kosovo, ha però ribattuto il ministro degli Esteri serbo, Vuk Jeremic. «Ci spetta una dura lotta, certo una lotta con i mezzi politici. Ma noi ci siamo già abituati», ha aggiunto. La Serbia ha sempre rifiutato di riconoscere lo status indipendente del Kosovo. Dopo il verdetto odierno, invece, il kosovaro Hyseni ha detto di aspettarsi che anche i cinque paesi europei che non lo hanno ancora fatto (Spagna, Romania, Grecia, Slovacchia e Cipro), riconoscano ora l'indipendenza del Kosovo.

LA CLINTON: «TUTTI LO RICONOSCANO» - Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha esortato tutti i Paesi, inclusa la Serbia, a riconoscere il Kosovo dopo il «decisivo» pronunciamento con cui la Corte Internazionale di giustizia ha dichiarato legale l'indipendenza dell'ex provincia serba a maggioranza albanese. Sia il Dipartimento di Stato che la Casa Bianca hanno invitato Belgrado e Pristina a lavorare «insieme» per risolvere i problemi comuni. Gli Stati Uniti hanno sollecitato i Paesi europei a mostrarsi «uniti» nel sostegno alla decisione dell'Aja. «La Corte ha affermato con forza che la dichiarazione di indipendenza è legale», ha sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato Philip Crowley. Belgrado però insiste che i giochi non sono conclusi, perchè «la questione è politica» ed ora «la parola passa all'Assemblea generale dell'Onu», in settembre.

Redazione online
22 luglio 2010(ultima modifica: 23 luglio 2010)

Nessun commento: