giovedì 17 marzo 2011

NON NE POSSO PIU' DELLA RETORICA E DELLA FALSITA' DELL'ITALIA UNITA . CON UN NAPOLITANO EX COMUNISTA CHE AVEVA COME PATRIA L'UNIONE SOVIETICA

Sapete chi è Napolitano, che oggi fa il patriota e si erge da camaleonte a difesa di un'Italia unita? Era colui che nel 1956 con tutto il vertice del P.C.I. difese la soppressione nel sangue (con 20.000 morti) della rivolta ungherese dicendo che "i carri armati sovietici hanno portato la pace in Ungheria". Sapete chi è questo camaleonte eletto con soli 543 voti da un parlamento con una maggioranza fasulla risultante da 24.000 voti contestati alla Camera nel 2006? Era uno che sapeva dell'esistenza delle foibe istriane, con migliaia di italiani istriani uccisi nelle foibe. E tacque sempre perché per i comunisti italiani nel 1945 era più importante favorire l'ingresso delle armate jugoslave di Tito perché occupassero l'Istria e difesero al Trattato di pace di Parigi la cessione dell'Istria ai comunisti jugoslavi. E giunsero persino ad uccidere quei partigiani non comunisti che cercavano di contrastare l'ingresso dei comunisti jugoslavi in Istria. CHE NE DICE IL CAMALEONTE NAPOLITANO? Questo camaleonte, che nel 1956 aveva 32 anni e faceva già parte della direzione nazionale del P.C.I., si porta dietro un marchio di infamia che nessuno potrà mai levargli. Ed oggi fa il patriota. INCREDIBILE. Ma è il migliore presidente che si meritano gli italiani, popolo di camaleonti, a cui non gliene importava alcunché dell'unità d'Italia, che fu imposta dal Regno Piemontese per espandersi nel resto d'Italia. L'Unità fu sentita solo da pochi intellettuali (come Gioberti, Mazzini e Cattaneo). Il Risorgimento non fu una guerra di popolo ma una guerra progettata dai Savoia. E senza la politica di Cavour (al servizio dei Savoia e non dell'Italia) non vi sarebbe stata l'espansione del Regno sardo piemontese nel resto d'Italia. I referendum con cui si volle dare una farsa di adesione del popolo al fatto compiuto dell'annessione degli altri Stati o Staterelli italiani fu fatto dando il diritto di voto soltanto a chi aveva un determinato censo (e che per questo sapeva leggere e scrivere), cioè a quelle classi assai minoritarie che avevano capito che si sarebberro potute arricchire maggiormente a danno dei poveri, soprattuto del sud. Infatti poté votare soltanto il 2% della popolazione (naturalmente con l'esclusione dal voto delle donne). Ripeto: SOLO IL 2% della popolazione maschile. E lo chiamarono referendum. Già! Perché la popolazione (specialmente nel sud) era per il 78% analfabeta. Dunque non poté votare nemmeno tutto il 22% che sapeva leggere e scrivere.
Ma torniamo a NAPOLITANO, il camaleonte che ben rappresenta un popolo di camaleonti corsi sempre in soccorso dei vincitori, anche stranieri. Nel 1940 gli italiani erano ancora quasi tutti fascisti. E molti dei futuri comunisti erano stati convinti fascisti, alcuni di essi partecipanti ai littoriali della cultura.Potrei completare il post facendo un lungo elenco. E che dire della cosiddetta Resistenza come guerra di liberazione e di popolo? Ebbene, risulta che solo 10.000 italiani parteciparono attivamente come partigiani alla guerriglia (non guerra) contro i nazisti. Partigiani (soprattutto comunisti) che combinarono solo guai, causando atti terroristici e provocando le rappresaglie naziste (vedi Fosse Ardeatine e Marzabotto). Unità d'Italia? Ma per piacere. Oggi è unita solo dalla mafia, dalla camorra e dalla 'ndragheta. Dai faccendieri e dalla finanza delle banche, associazioni a delinquere legalizzate.
P.S. Quando il camaleonte Napolitano (che cosa non si fa per cambiare colore della pelle e rimanere al potere!) fu eletto capo dello Stato, la mattina dell'elezione mi precipitai alla posta per inviargli in Senato una raccomandata A.R. in cui gli avevo scritto: "Lei con soli 543 voti MI RAPPRESENTA UN CAZZO! SI CONSIDERI AL MASSIMO PRESIDENTE DI META' DEGLI ITALIANI". E gli ricordai tutto il suo passato, con riferimento a ciò che precedentemente ho scritto, rimarcando che la sua frase "i carri armati sovietici hanno portato la pace in Ungheria" (testuale) era un marchio di infamia che gli sarebbe rimasto per sempre addosso. E come premio gli hanno dato il Quirinale. Disse giustamente Indro Montanelli: "Un popolo che dimentica il suo passato non ha un futuro".

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