lunedì 19 settembre 2011

PAZZIA DELL'INSEMINAZIONE ARTIFICIALE PER DIVENIRE MADRI DOPO LA MENOPAUSA. LA LEGGE DEVE PROIBIRLO

Vi è da domandarsi se sia più pazza questa donna pseudo medico o siano più pazzi i medici che si sono prestati a questa pazzia. La legge dovrebbe proibire simili pazzie. Ecco a che cosa possa portare l'egoismo femminile. La donna vuole un figlio perché non si sente realizzata se non riempie quel maledetto utero (spesso causa di cancro) almeno una volta nella vita. E poi questa pazza ha il coraggio di dire che ringrazia Dio per averle fatto questo dono. Solo una deficiente totale poteva dire una simile stronzata (non senso linguistico). Ammesso che Dio esista e sia il creatore della natura, questa ha posto dei limiti NATURALI alla fecondità della donna, come per quella di tutte le femmine. Andare contro questi limiti significa andare contro natura. Nessuno ha chiesto di nascere. E dunque non esiste il "dono della vita" (massima stronzata linguistica) perché manca il ricevente. E' forse il ricevente uno dei 200 o 300 milioni di spermatozoi che corrono verso l'ovulo? E questa pazza crede di aver fatto un dono di vita a quelle due povere disgraziate che ha fatto nascere già con gravi patologie con la complicità della legge, che permette simili pazzie.
Non basta. Leggete l'articolo e saprete di tutte le malattie di cui soffre questa pazza e che certamente trasmetterà alle due povere disgraziate, che, quando avranno 10 anni, avranno una madre nonna di 67, e quando ne avranno 20 avranno una madre nonna di 77 anni, ammesso che sia ancora viva. Che succederà quando questa pazza di madre dovesse lasciare orfane le figlie ancora bambine o ancora giovanissime? E chi può essere certo che il padre (quasi certamente più anziano della madre) possa sopperire da solo ad esse in avanzata età? Questo è il risultato dell'egoismo femminile. Un tempo si diceva che i figli salvavano il matrimonio. Se forse è stato vero in passato (pur restando un matrimonio di facciata) oggi sono proprio i figli la causa principale della fine del matrimonio. La donna, soprattutto se emancipatasi economicamente, sente di non avere più bisogno del marito o del compagno, che considera solo uno stallone, servitole a suo uso e consumo. Il marito o compagno passa in secondo piano di fronte ai figli, di cui si appropria come se fossero solo suoi, e non per metà geneticamente, perché convinta di averli fatti solo lei in nove mesi di gravidanza.
Se questa pazza, pazzo anche il marito (che razza di medico anch'egli) , voleva ad ogni costo un figlio perché non si è fatta ingravidare prima artificialmente? L'articolo non dice se lo sperma sia del marito o di un altro. Se fosse di un altro la cosa sarebbe ancora più grave. Infatti le due povere disgraziate non saprebbero mai chi sia il loro vero padre. E sarebbe per esse uno choc quando venissero a sapere la verità. Altrimenti dovranno vivere sotto la copertura di una menzogna tremenda. E' ora che la legge proibisca assolutamente l'inseminazione eterologa con donatori anonimi. Questo va contro l'interesse del nascituro, che non potrà mai avere un'anamnesi medica per sapere quali malattie genetiche possa avere ereditato, in modo da prevenirle in tempo. Medici pazzi e politica ancora più pazza perché permette simili pazzie per accontentare l'egoismo innaturale di una coppia di pazzi.
Non si nasce dall'amore. Si nasce per sbaglio o per egoismo dei genitori, che vogliono figli per darsi uno scopo nella vita creandosi delle responsabilità ed avere così l'illusione di servire a qualcuno, mentre servono solo a se stessi per rimuovere il non senso della vita. Ma questo gli imbecilli non possono capirlo.

Medico mamma a 57 anni
nascono due gemelline

"Ho coronato il sogno della mia vita, dico grazie a Dio". Ma si è trattato di un parto complicato. L'evento all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno

Ringrazia Dio subito dopo il parto: per una mamma salernitana aver dato alla luce due gemelline è stata una gioia davvero grande. Per il parto, complicato da suoi problemi fisici, per le condizioni critiche delle bambine durante la gestazione e soprattutto per la sua età, 57 anni.

Il lieto evento, verificatosi all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno, vede protagonista una donna medico, Silvana Sofia, sposata con un collega e cade proprio nei giorni in cui si arroventa la polemica sui genitori troppo in là con gli anni rispetto al tradizionale modello di padre e madre.

"Ho coronato il sogno della mia vita - spiega piena di gioia, incurante di tutto il resto - lottando con mio marito per avere un figlio e alla fine ce l'abbiamo fatta. In questi giorni bellissimi che hanno completamente cambiato la nostra vita, ringraziamo il Signore per questo splendido dono e siamo certi che ci darà la forza per seguire le nostre bambine".

Alle sue figlie ha dato il nome di Karola Pia, che pesa 2 chili ed è in ottime condizioni, e Adriana Cristina, di 1 chilo e 360 grammi, che ha ancora bisogno di assistenza respiratoria.

La donna ha dovuto superare durante la gravidanza i problemi provocatigli da ipertensione, diabete e dalla presenza di un grosso fibroma, dalla dimensioni di un'arancia. Ma gli ostacoli non sono finiti qui perchè dopo la trentesima settimana di gestazione è sopraggiunta un'altra grave patologia a carico delle bimbe. Le due placente si erano fuse con una trasfusione di sangue da una gemellina all'altra e di conseguenza una crescita maggiore in una delle due ed un grave difetto di crescita nell'altra.

Il medico mamma è stato seguito dalla sezione 'Gravidanza a rischio' diretta da Raffaele Petta e dal suo staff formato dai medici Mario Polichetti, Carlo De Rosa e Carmela Pugliese.

Petta ha operato con De Rosa la signora a 34 settimane di gestazione in anestesia locale eseguita da Gianluca Apetino.

L'intervento è stato complesso perchè la placenta era molto aderente e vi sono state difficoltà a staccarla anche per la presenza del voluminoso mioma. "Considerata l'età avanzata della signora - ha detto Raffaele Petta - si tratta di un evento straordinario che ha pochissimi riscontri. L'eccezionalità della gravidanza ha richiesto, infatti, particolare assistenza, ma alla fine tutto è andato per il meglio".

Silvana Sofia rivolge un pensiero grato alle strutture che l'hanno seguita, in particolare "all'equipe della 'Gravidanza a rischio' e della Terapia Intensiva Neonatale. Gli operatori di queste strutture non hanno nulla da invidiare ad altre strutture anzi forse hanno oltre alla altissima professionalità, tanta umanità. Un ultimo ringraziamento al direttore generale Attilio Bianchi ed al direttore sanitario, Virginia Scafarto che hanno fortemente voluto che a Salerno venisse istituita una struttura di 'Gravidanza a rischio' specializzata nel controllare le gravidanze molto difficili e ci hanno evitato viaggi della speranza".

(18 settembre 2011)

Da La Repubblica

1 commento:

Massimo ha detto...

Notizie come questa mi lasciano schifato. Un egoismo orrendo mascherato da "amore per la vita", insensato.
Come la cantante Gianna Nannini, madre a 54 anni che sulla coprtina di Vanity Fair fa scrivere a caratteri cubitali "Dio è femmina". A queste befane è andato l'utero di traverso. E intanto del principale problema del nostro tempo, quello demografico, nessuno parla mai.
Grazie per il post.