venerdì 27 gennaio 2012

GIORNO DELLA MEMORIA COME POSIZIONE DI RENDITA: GLI EBREI CREDENTI SI LAVINO PRIMA I PANNI SPORCHI DELL'ANTICO TESTAMENTO LIBRO DA PROTONAZISTI

Distinguo gli ebrei non credenti da quelli delle sinagoghe che considerano storia sacra i racconti degli olocausti commessi dagli antichi ebrei con lo sterminio di intere popolazioni autoctone della Palestina. Si vergognino di quelle loro storie (pur romanzate) prima di pretendere che si abbia memoria del loro asserito olocausto. Debbono smetterla di ritenersi l'ombelico del mondo e della storia, quasi che questa non fosse costellata da stragi. Vi sono stati più morti (si dice 40 milioni) nei gulag sovietici di Stalin, ma di essi non si celebra la memoria perché la storia viene scritta dai vincitori. A furia di sentire sempre la solita campana, con la pretesa assurda che si introduca anche in Italia (come, per ricostruirsi una verginità storica, in Francia, in Germania e in Austria) il reato di negazionismo perseguitando i negazionisti si alimenta almeno il sospetto che si voglia nascondere la verità. Questa potrà essere conosciuta solo quando ai negazionisti sarà permesso di confrontarsi liberamente con le tesi ufficiali che i mass media propagandano. La persecuzione dei negazionisti sta avendo l'effetto contrario perché il negazionismo si sta espandendo trasversalmente e non vi sarà legge liberticida che lo possa arrestare. Non è negando la libertà di pensiero che si favorisce una certa causa. Questa, anzi, diventa perdente. NON SI PUO' PORTARE LA STORIA IN TRIBUNALE PER RENDERLA UFFICIALE. Non posso addentrarmi in questa sede nei particolari che fanno nascere seri dubbi sulla verità ufficiale. Avete mai sentito un dibattito pubblico alla TV tra affermazionisti e negazionisti? Mai. Eppure, sulla base delle mie letture debbo riconoscere che vi sono troppe contraddizioni nei racconti dei sopravvissuti. Mai hanno spiegato come abbiano fatto a sopravvivere per almeno due anni nei lager nazisti e non siano finiti nelle camere a gas. Io sarò costretto a rimanere un dubitazionista sino a quando non verranno discussi i libri, per esempio, dei negazionisti Robert Faurisson e Paul Rassinier (internato in un lager nazista, reso invalido per le torture subite e medaglia d'argento della Resistenza francese). Se ne vuole parlare pubblicamente una buona volta perché il 27 gennaio non possa essere considerato una comoda posizione di rendita e gli ebrei non possano più ritenersi le sole vittime della storia? CHE SI LAVINO I PANNI SPORCHI DELL'ANTICO TESTAMENTO PRIMA DI PRETENDERE CHE GLI ALTRI SI LAVINO I LORO.
Se è stato accertato in base ai registri anagrafici che la popolazione ebraica in Europa prima della guerra era di sei mlioni e che la metà fece in tempo a lasciare i territori invasi dai nazisti rifugiandosi in Russia,negli Stati Uniti e in Paesei europei non toccati dalla guerra come è possibile che ne siano morti sei milioni nei lager nazisti e tre milioni nella sola Auschwiz? I conti non tornano. La cifra di sei milioni fu affacciata al Tribunale dei vincitori di Norimberga sotto la pressione della lobby ebraica per avere un risarcimento maggiore dalla Germania per ogni ebreo morto. Il numero di 6 milioni è una grossa falsità storica , che non ne esclude altre. Cattivo sangue non mente. Inoltre il rappresentante della comunità ebraica mondiale Chaim Weizmann nel 1939 dichiarò guerra alla Germania come se fose un capo di Stato o di governo. Conseguentemente i tedeschi furono costretti a ritenere gli ebrei nemici della Germania internandoli in campi di concentramento. La stessa cosa fecero il Canada e gli Stati Uniti quando internarono in campi di concentramento i giapponesi che vivevano in Canada e negli Stati Uniti allo scoppio della guerra tra Stati Uniti e Giappone. Come si spiega il fatto che il noto cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal sia stato internato in un lager austriaco (Mathausen) riconosciuto da tutti non essere un campo di sterminio (giacché i campi definiti di sterminio si trovavano solo in Polonia) e sopravvisse sino alla fine della guerra? Come si spiega che la famiglia Frank sia stata trasportata ad Auschwiz nel settembre del 1944 e lì sia morta di tifo (non in camera a gas) la madre mentre sopravvisse il padre sino all'arrivo dei sovietici mentre le figlie furono trasferite nel novembre del 1944 nel campo di Bergen Belsen (ai confini con il Belgio) dove le sorelle morirono di tifo tra gennaio e febbraio del 1945 a distanza di un mese l'una dall'altra? Eppure erano tutti e quattro in condizioni fisiche tali da non poter lavorare, mentre si è sempre detto che quelli che erano in condizioni di lavorare venivano inviati nelle fabbriche adiacenti e gli altri venivano eliminati in camere a gas. Non basta.Si è detto sempre che i nazisti impiegassero come gas asfissiante lo ZyclonB. Ma questo è risultato essere un disinfettante non un gas. Si è raccontato dai "testimoni" che i nazisti guardassero dalle finestre per assicurarsi che nelle camre a gas fossero tutti morti e che vi entrassero subito dopo per raccoglierne i cadaveri.Il che è impossibile perché sarebbero rimasti asfissiati anch'essi. E' certo che la morte di milioni di internati nei Lager fu causata dalla fame e dalle malattie perché gli alleati, futuri vincitori, bombordavano strade e ferrovie impedendo l'arrivo di cibarie nei campi. I quattro volumi della Croce Rossa internazionale che ispezionava i campi nazisti rimangono tuttora segretati per paura che si diffonda la notizia che da questi volumi non risulta l'esistenza delle camere a gas, mentre la stessa Croce Rossa condannava i bombardamenti degli inglesi e degli americani che impedivano l'arrivo di rifornimenti nei lager. Troppe falsità e troppe contraddizioni
sono evidenti nei racconti dell'asserito olocausto.
Quanti hanno letto i racconti delle stragi tremende commesse dagli antichi ebrei? Eppure quelli delle sinagoghe se ne vantano. Se essi, i peggiori razzisti, fossero finiti male nei lager nazisti non vi sarebbe da commuoversi della loro fine. Leggete ora di quale loro storia essi con spudoratezza siano capaci di vantarsi.

GODETEVI ORA GLI OLOCAUSTI BIBLICI LEGGENDO QUANTO SEGUE

La storia, oltre a molti racconti biblici, se pur romanzati, ci dice che furono proprio gli antichi ebrei a promuovere degli olocausti nei confronti delle popolazioni che abitavano già in Palestina prima del loro arrivo (XIII secolo). A tale cultura della violenza appartiene anche l’antico popolo ebraico. Nel libro dei Numeri (IV libro del Pentateuco, cioè della Torah) si dice che, avanzando dal mar Rosso verso la regione di Canaan, al di qua del fiume Giordano, “Israele fece voto a Jahweh e Jahweh porse ascolto alla voce di Israele e gli diede nelle mani i Cananei; e Israele votò allo sterminio i Cananei e le loro città” (21, 3). Con la scusa che era stata rifiutata da Sikhon, re degli Amorei, una richiesta di passaggio, gli Ebrei si impadronirono del regno di Sikhon, cacciandone tutti gli abitanti. Successivamente si rivolsero contro Og, re di Basan: “Gli Israeliti batterono lui, coi suoi figlioli e con tutto il suo popolo, in guisa che non gli rimase più anima viva” (21, 21-35). Questi due ultimi fatti sono riportati anche in Deuteronomio (2, 31-36; 2, 1-7) con tinte ancor più crude: “ Jahweh mi disse: <>. Allora Sikhon uscì contro a noi con tutta la sua gente, per darci battaglia a Iahats. E Jahweh, l’Iddio nostro, ce lo diede nelle mani, e noi ponemmo in rotta lui, i suoi figlioli e tutta la sua gente. E in quel tempo prendemmo tutte le sue città e votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini; non vi lasciammo anima viva. Ma riserbammo come nostra preda il bestiame e le spoglie delle città che avevamo prese…Così Jahweh, il nostro Dio, diede in poter nostro anche Og, re di Basan, con tutta la sua gente; e noi lo battemmo in guisa che non gli restò anima viva. Gli prendemmo in quel tempo tutte le sue città; non ci fu città che noi non prendessimo loro: sessanta città, tutta la contrada d’Argob, il regno di Og in Basan…Noi le votammo allo sterminio, come avevamo fatto di Sikhon, re di Heshbon; votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini. Ma riserbammo come nostra preda tutto il bestiame e le spoglie delle città”.

Poiché nel paese di Median molti ebrei, con donne di quella località, avevano offerto sacrifici agli dei locali, Jahweh ordinò a Mosè di fare impiccare tutti gli ebrei colpevoli di idolatria (24.000), e, volendo anche punire la popolazione locale per vendicare “i figlioli di Israele” che si erano lasciati corrompere da essa, ordinò a Mosè di attuare la vendetta. Pertanto “i figlioli di Israele” uccisero tutti i maschi, “presero prigioniere le donne di Madian e i loro fanciulli e predarono tutto il bestiame, tutti i loro greggi e ogni loro bene; e appiccarono il fuoco a tutte le città che quelli abitavano, e a tutti i loro accampamenti, e presero tutte le spoglie e tutta la preda: gente e bestiame; e menarono i prigionieri, la preda e le spoglie a Mosè…E Mosè si adirò contro i comandanti dell’esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra, dicendo loro: <>” (Numeri, 31, 9-18). Naturalmente la purificazione consisteva nell’uccidere un certo numero di uomini e di animali, da offrire in olocausto a Jahweh. In che proporzione? “Uno per 500, di uomini, buoi, asini e pecore”. La metà da dare al “sacerdote” Eleazaro, “come prelievo per Jahweh”. L’altra metà per “i figli di Israele (31, 29). La metà delle pecore per i figli di Israele fu di 337.500, di cui 675 in tributo (cioè in olocausto) per Jahweh; la metà dei buoi fu di 36.000, di cui 72 in tributo per Jahweh; la metà degli asini 30.500, di cui 31 in tributo per Jahweh; la metà degli uomini fu di 16. 000, di cui 32 in tributo (!) per Jahweh. In fondo Jahweh si accontentava di poco, in proporzione. Ma non voleva rinunciare al sacrificio umano. ??Questo è l'Antico Testamento!

Sappia il lettore che questa parte del libro dei Numeri risente della redazione ultima, quella sacerdotale,1 che arriva all’epoca successiva all’esilio (cioè successiva al 538 a. C.). Ciò significa che tra gli Ebrei vigeva ancora la ritualità del sacrificio umano, non soltanto degli animali. Cattivi maestri dell’asserito olocausto ad opera dei nazisti. Infatti furono peggio dei nazisti.

E per purificarsi la coscienza portarono “<>…Gli uomini dell’esercito si tennero il bottino che ognuno aveva fatto per conto suo” (ibid., 31, 50-53).

In preparazione del passaggio del fiume Giordano, per entrare nel paese di Canaan, la “terra promessa”, Jahweh dice a Mosè, il grande macellatore di uomini bovini, (e) di ovini e di uomini, asserito fondatore della religione ebraica: “Caccerete d’innanzi a voi gli abitanti del paese, distruggerete le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di getto e demolirete tutti i loro alti luoghi. Prenderete possesso del paese, e in esso vi stabilirete, perché io vi ho dato la terra in eredità” (ibid., 33, 52-54).

E nel Deuteronomio, quinto ed ultimo libro del Pentateuco (o Torah), sacro a tre religioni (!), si legge: “Sterminerai dunque tutti i popoli che Jahweh, l’Iddio tuo, sta per dare in tuo potere; l’occhio tuo non abbia pietà; e non servire agli dèi loro…Il tuo Dio, Jahweh, darà queste nazioni in tuo potere e le metterà interamente in rotta finché siano distrutte. Ti darà nelle mani i loro re, e tu farai scomparire i loro nomi di sotto ai cieli; nessuno potrà starti a fronte finché tu le abbia distrutte. Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dei; non agognerai e non prenderai per te l’argento che è su quelle, onde tu non abbia ad esserne preso perché sono un’abominazione per Jahweh” (7, 16-25). “Quando ti avvicinerai ad una città per attaccarla, le offrirai prima la pace…Ma se essa non vuole la pace, allora l’assedierai; e quando Jahweh, il tuo Dio, te l’avrà data nelle mani, ne metterai a fil di spada tutti i maschi; ma le donne, i bambini, il bestiame e tutto ciò che sarà nella città, tutto quanto il suo bottino, te li prenderai come tua preda; e mangerai il bottino dei tuoi nemici, che Jahweh, l’Iddio tuo, ti avrà dato. Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te, e che non sono città di queste nazioni. Nelle città di questi popoli che Jahweh, il tuo Dio, ti dà come eredità, non conserverai in vita nulla che respiri; ma voterai a completo sterminio gli Hittei, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Hivvei e i Gebusei…affinché essi non vi insegnino a imitare tutte le abominazioni che fanno per i loro dèi, e voi non pecchiate contro Jahweh, che è il vostro Dio” (20, 10-18).

Il libro di Giosuè, successivo al Deuteronomio, si apre con la descrizione da parte di Jahweh dei confini della “terra promessa”. Egli si rivolge a Giosuè, che, figlio di Nun, ministro di Mosè, era stato nominato suo successore, essendo già morto, prima di Mosè, suo fratello Aaronne: “Mosè, mio servo è morto; or dunque levati, passa questo Giordano, tu con tutto questo popolo, per entrare nel paese che io do ai figlioli d’Israele. Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, io ve lo do, come ho detto a Mosè, dal deserto, e dal Libano che vedi là, sino al gran fiume Eufrate, tutto il paese degli Hittei sino al mare grande, verso occidente”. Nella descrizione della presa di Gerico si legge: “Il popolo (ebraico) salì nella città… e votò allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada uomini, donne, fanciulli e vecchi, e buoi e pecore e asini.. Allora Giosuè fece questo giuramento: <>. Jahweh fu con Giosuè, e la fama di lui si sparse per tutto il paese” (ibid., 4, 20-27). Nella descrizione della presa di Ai si legge: “Quando Israele (dopo un’imboscata) ebbe finito d’uccidere tutti gli abitanti di Ai nella campagna, nel deserto dove quelli l’avevano seguito e tutti furon caduti sotto i colpi della spada finché non ne rimase più, tutto Israele tornò verso Ai e la mise a fil di spada. Tutti quelli che caddero in quel giorno, fra uomini e donne, furon 12.000: vale a dire tutta le gente di Ai. Israele prese per sé soltanto il bestiame e il bottino di quella città, secondo l’ordine che aveva dato Jahweh. Giosuè arse dunque Ai e la ridusse in perpetuo in un mucchio di rovine, com’è oggi. Quanto al re d’Ai, l’appiccò a un albero, e ve lo lasciò fino a sera; ma al tramonto del sole Giosuè ordinò che il cadavere fosse calato dall’albero; e lo gettarono all’ingresso della porta della città, e gli ammassarono sopra un gran mucchio di pietre, che rimane anche al di d’oggi” (ibid., 7, 24 sgg.).

Gli abitanti delle zone circostanti, udita notizia di ciò che era capitato, per salvarsi la vita chiesero intimoriti un’alleanza con Giosuè dicendo che provenivano da paesi lontani, in modo da dare agli ebrei la convinzione che non sarebbero stati costretti a vivere in vicinanza con essi. Quando Giosuè seppe che erano dei vicini si ritenne ingannato e li maledisse: “Or dunque siete maledetti, e non cesserete mai d’esser schiavi, spaccalegna ed acquaioli per la casa del mio Dio” (ibid., 9, 23). Bontà sua! Il re di Gerusalemme, a questo punto, chiese l’alleanza di altri cinque re per far fronte comune nella difesa contro Giosuè.

Ma anche questa volta gli Ebrei furono rassicurati dal loro Jahweh della vittoria, e, come gli dèi pagani, che parteggiavano per schiere avverse, il dio ebraico si mise a far piovere pietre contro l’esercito della coalizione dei cinque re, uccidendo più uomini lui di quanti ne uccisero gli Ebrei (Giosuè, 10, 11). E quello stesso ridicolo dio, che, apparendo più ridicolo degli dèi pagani, faceva piovere le pietre, ordinò al sole di fermarsi perché gli Ebrei potessero avere una giornata di sole più lunga a disposizione per portare a termine lo sterminio! I cinque re, che si erano rifugiati in una spelonca, furono prima calpestati sul collo ad uno ad uno, poi impiccati a cinque alberi e rigettati nella spelonca, che fu richiusa con grosse pietre. Non contento di ciò “Giosuè prese Makkeda e fece passare a fil di spada la città e il suo re; li votò allo sterminio con tutte le persone che vi si trovavano; non ne lasciò scampare una, e trattò il re di Makkeda come aveva trattato il re di Gerico”. Poi attaccò Libna. “E Jahweh diede anche quella col suo re nelle mani d’Israele, e Giosuè la mise a fil di spada con tutte le persone che vi si trovavano; non ne lasciò scampare una, e trattò il re d’essa come aveva trattato il re di Gerico” (ibid., 10, 30). La stessa sorte toccò alle città di Lakis, di Eglon, di Hebron e di Debir. Giosuè “non lasciò scampare alcuno, ma votò allo sterminio tutto ciò che aveva vita, come Jahweh, l’Iddio d’Israele, aveva comandato…perché Jahweh, l’Iddio d’Israele, combatteva per Israele” (ibid., 10, 40).

Si formò allora un’altra più potente coalizione contro Giosuè. Ma il solito Jaweh disse a Giosuè: “Non li temere, io farò che siano tutti uccisi di fronte a Israele; tu taglierai i garretti ai loro cavalli e darai fuoco ai loro carri”. E così fece Giosuè dopo averli battuti. “Jahweh faceva sì che il loro cuore si ostinasse a dar battaglia ad Israele, onde Israele li votasse allo sterminio senza che ci fosse pietà per loro, e li distruggesse come Jahweh aveva comandato a Mosè…Giosuè li votò allo sterminio con le loro città…prese tutto il paese, esattamente come Jahweh aveva detto a Mosè e lo diede in eredità a Israele, tribù per tribù, secondo la parte che toccava a ciascuna. E il paese ebbe requie dalla guerra” (ibid., 11, 6-23).

Come non vedere nelle modalità di invasione, di occupazione di regioni già abitate da altri popoli (per di più pacifici) e del loro sterminio, giustificate dagli Ebrei come realizzazione della promessa fatta ad essi dal loro dio a danno di altre popolazioni, da sterminare perché gente “abominevole”, e perciò inferiore, perché non adorante il dio degli ebrei – per cui, d’altra parte, non aveva senso il proselitismo verso i non ebrei - la stessa giustificazione che i nazisti apportarono a favore di se stessi rivendicando una “spazio vitale” a est a danno di popolazioni inferiori perché non ariane?

Nessun popolo, tranne quello ebraico, ha mai preteso, fanaticamente, di abitare su una terra data in eredità da una divinità. A differenza degli Ebrei, i nazisti non pretesero che le terre dello “spazio vitale” da conquistare fossero state assegnate in eredità da qualche divinità. Ma i metodi di conquista non furono peggiori di quelli narrati nel testo biblico.

Vi sarebbe da commentare: perché arrivare, con odio efferato, sino a godere, nel racconto, dello strazio di popolazioni che avevano soltanto il torto di avere difeso il loro paese? Si può vedere in questi passi - che certamente amplificano romanzescamente eventi storici per alimentare maggiormente l’orgoglio nazionale ebraico di quei tempi - un sadico compiacimento del narratore, che espone la “soluzione finale” di tipo nazista che gli stessi ebrei credenti nell’antichità inventarono applicandola su intere popolazioni per impossessarsi dei loro territori. Forse nemmeno le orde di Gengis Kahn arrivarono all’efferatezza degli episodi descritti dal narratore biblico.

Ma, anche se tali narrazioni sono state amplificate, come possono gli ebrei credenti pretendere che ci si commuova per il loro asserito olocausto ad opera del nazismo se essi dimostrano di non saper o voler condannare i metodi peggiori descritti in testi che essi ritengono tuttora sacri? Essi non hanno oggi alcun diritto di richiedere commozione per il loro asserito olocausto se non sono disposti a vergognarsi di quei testi che continuano a ritenere sacri, attribuendo persino al loro dio una volontà stragistica volta ad attuare il disegno della “terra promessa” per il “popolo eletto”.

E i maggiori li attuarono tremendamente proprio tra se stessi, per esempio con la guerra tra lo Stato di Israele (con capitale Samaria a nord) e lo Stato di Giuda (con capitale Gerusalemme) a sud.


Il grande filosofo, ebreo ateo, Spinoza, nel suo Trattato teologico-politico, dove (nel cap. 18), riferendosi alle guerre tra il regno di Israele (a nord) e quello di Giuda (con capitale Gerusalemme) in cui l’unico regno si era diviso dopo re Salomone, scrive: “In un solo combattimento furono trucidati dai Giudei 500 mila Israeliti, e in altro combattimento gli Israeliti uccisero moltissimi Giudei, fecero prigioniero il Re stesso, demolirono le mura di Gerusalemme e spogliarono completamente il Tempio; carichi della ingente preda, sazi di sangue fraterno, ricevuti gli ostaggi e abbandonato il Re nel suo regno, quasi devastato, deposero alfine le armi; ma non tanto per le promesse dei vinti Giudei, quanto perché fatti sicuri della loro impossibilità di nuocere. Non passarono però molti anni che i Giudei, ristorate le loro forze, riaccesero la lotta e assalirono gli Israeliti. Ma anche questa volta vincitori furono gli Israeliti, i quali, dopo avere ucciso 120 mila Giudei, condussero in prigionia donne e fanciulli in numero di 200 mila, portando seco un altro innumerevole bottino. Fino a che, stremati da queste e da quelle altre guerre intestine che troviamo narrate nelle storie, furono alla fine preda dei loro nemici.” Data la popolazione di allora si può dire che vi fu un vero olocausto di Ebrei per guerre tra Ebrei stessi. Abbiamo detto questo perché pensiamo che, se gli Ebrei non si fossero odiati e massacrati tra loro, rendendosi deboli di fronte al nemico esterno, come dice Spinoza, forse sarebbero riusciti a conservare il loro Stato in Palestina.

1 Bernardo G. Boschi, Introduzione-Versione-Note ai Numeri, op. cit. pp. 227 sgg.




1 commento:

Sergio ha detto...

Sono cresciuto con suore e preti, e come tutti i cattolici italioti non ho mai letto la bibbia (solo a spizzichi: vangeli, Cantico dei cantici, Ecclesiaste, Lettera ai Romani e poco altro). Per cui leggo con vero sgomento e sdegno i passaggi del V. T. riportati qui. E mi chiedo come sia possibile leggerli - e far finta di niente ("contestualizzare" si dice oggi).
Penso a Silvia Giacomoni, moglie di Giorgio Bocca, che ha "riscritto" tutto il vecchio testamento per renderlo leggibile e appetibile a un lettore odierno, e mi chiedo: ma cosa pensava questa donna moderna, moglie di un ateo, nel leggere e "tradurre" questi passaggi esemplari? O forse li saltava perché "scomodi", scandalosi? Ricordiamoci che la Chiesa proibiva una volta la lettura della bibbia - perché i poveri di spirito, le sue pecorelle, potevano appunto inorridire nel leggere certe cose - e magari perdere la fede!
Ma i nostri Soloni - Cacciari Testadicazzo, Marcello Pera(cottaro), ieri ateo oggi papista, e ahimè anche il caro Eco - che vorrebbero rendere obbligatoria per tutti la lettura della bibbia, fonte di cultura, di sapienza e saggezza - cosa pensano nel leggere questi brani? Non ci fanno caso? Contestualizzano pure loro? Li saltano? E si masturbano poi con quello schifo che è la Lettera ai Romani, esaltata da non so quanti esegeti?