sabato 28 luglio 2012

IL PARANOICO ODIFREDDI

Ho lasciato nel blog di Odifreddi (quotidiano La Repubblica.it) il seguente commento al post

@jk6nr.
ma non ha capito ancora che per Odifreddi in Italia i musulmani non esistono anche se disgraziatamente sono un milione e mezzo e tra un po' diverranno padroni anche a causa dei miopi (anzi, ciechi) come Odifreddi e dei disonesti di una ormai falsa sinistra della società multiculturale e multirazziale? Quando Odifreddi venne a Cagliari per una conferenza riuscii a dirglielo in due minuti ma fui democraticamente interrotto dalla moderatrice e organizzatrice, a cui evidentemente non garbava che attaccassi il suo ospite. Odifreddi mi diede la stessa stupida risposta che ha dato a lei. Praticamente i musulmani non esistono. Ha detto che lui vive in un Paese cristiano e perciò si è astenuto dal considerare gli islamici nel suo libro "Perche non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici" (privo di bibliografia!). Gli consegnai a mano il mio libro di 800 pagine "Scontro tra culture e metacultura scientifica etc.". Gli lessi la dedica "Al prof. Odifreddi perché mi trovi un senso della vita" ed egli mi disse: no, non dica così. Evidentemente lui, da illogico, ne ha trovato uno nel suo non senso della vita. L'attacco al cristianesimo è per lui ormai un pallino fisso, è un paranoico. Sta evidentemente aspettando che i musulmani aumentino di numero perché si facciano un loro partito. E intanto aumentano le macellerie islamiche. Gli ho inviato a Cuneo il mio "Addio a Dio" (in cui, da agnostico, dopo un'introduzione filosofica di 40 pagine, portando come esempi della mia tesi soprattutto, in ordine di esposizione, Wittgenstein, Kant e Hume, faccio finta di credere in un dialogo in sogno con la trinità per trarre da una nuova lettura di tutti i passi più importanti delle Epistole di Paolo e dei Vangeli la tesi che di fronte a Dio avranno maggiori meriti i non credenti che rispettino la "legge naturale iscritta nei loro cuori", come scrive Paolo nella Lettera ai Romani, privando così dall'interno il cristianesimo, come ogni religione del proselitismo, del suo significato salvifico, ed evitando in tal modo il solito attacco esterno, oggi maramaldesco, al cristianesimo, contro cui si spara, come continua a sparare Odifreddi, come se si sparasse contro la croce rossa) ma evidentemente Odifreddi se ne frega. Lui è della setta fanatica dell'UAAR, la setta ridicola dello sbattezzo. Io non sono credente e sono stato battezzato. E beh? Chi se ne frega. Non per questo vado a farmi sbattezzare.   
@a bangladesh. Lei vuol daread intendere che la sua personale esperienza possa valere come esempio per tutti i Paese musulmani. Come se non esistessero l'Egitto (fratelli musulmani partito di maggioranza), la Libia (dove si vuole imporre la Shari'a), l'Iraq del post Saddam Hussein (che era un laico e proteggeva anche i cristiani, che ora da un milione e mezzo sono diventati 200.000 che vivono nascosti, mentre gli altri sono fuggiti - avrebbero dovuto impiccare il criminale Bush), La Siria (dove i rivoltosi vorrebbero cancellare lo Stato laico di Assad (veda l'articolo di Alberto Negri del Ilsole24ore riportato nel mio blog), lo Stato teocratico dell'Arabia Saudita, la Nigeria (dove le chiese cristiane vengono assaltate), etc., etc. Ma lei ha mai letto il Corano? Non sopporto coloro che parlano o scrivono di Islam moderato e pacifico. Vada a leggersi il mio florilegio del Corano nel mio blog (post del 20 ottobre 2009) prima di dire che Maometto era un moderato. Era un allucinato o un impostore che, essendo analfabeta, si portava dietro uno scriba a cui dettava le sue farneticazioni dicendo che gli venivanodettate daAllah tramite l'arcangelo Gabriele. E la moglie prediletta, tra le altre, aveva 13 anni. Anche pedofilo. Dal mio florilegio capirà che il Corano è un libro che è di istigazione continua alla violenza sino alla giustificazione dell'omicidio di massa per gli infedeli, anche se poi  le invasioni arabe e turche portarono ad un compromesso: chi non si fosse convertito era costretto ad essere considerato straniero e a pagare una tassa per mancata conversione. Mentre il cristianesimo sino all'imperatore Costantino si è espanso per conversione spontanea dal paganesimo al cristianesimo (anche se poi i cristiani da vittime sono diventati carnefici, ma antievangelici, come antievangelica è tutta la storia dei papi nella sua collusione con il potere temporale)  l'islamismo si è espanso subito con la forza delle armi. E gli islamici, è vero, riconoscono Gesù come profeta (ma non figlio di Dio), e riconoscono persino la sua nascita verginale e i suoi miracoli, ma poi aggiungono illogicamente che l'ultimo e maggiote profeta è Maometto, anche se non gli viene attribuito alcun miracolo. Sta scritto nella Sura V che Allah, nella sua onnipotenza, avrebbe potuto scegliersi come profeta anche una pietra. Più pazzo di cosi! 
E ora, per terminare il mio testo (VERGOGNATEVI! IL DIRITTO NATURALE CONDANNATO ANCHE IN CASSAZIONE. AL LETTORE IL QUARTO GRADO DEL GIUDIZIO)  torno a "La questione ebraica" di Bruno Bauer e di Marx. Bauer, al contrario di Marx,  aveva capito bene che gli ebrei non potevano chiedere per sé dei privilegi in una Prussia cristiana e che la soluzione consisteva nel privare ogni religione di qualsiasi privilegio in uno Stato veramente laico. Marx, ebreo, al contrario, ingenuamente, scrisse, contro Bauer, che la soluzione consisteva nell'abolire la proprietà privata perché in tal modo si sarebbe privato il giudeo del suo unico vero Dio che è il danaro. Marx non seppe distinguere tra ebrei credenti e non credenti. Bauer aveva scritto che gli ebrei, in quanto credenti, si isolano dalla società e pretendono privilegi in quanto credenti, vivendo così come stranieri costruendosi una loro nazionalità dentro lo Stato nazionale. Marx non ha capito Bauer perché ha sottovalutato l'aspetto teologico e ha dato importanza solo a quello economico credendo che, abolendo la proprietà privata, si sarebbe abolita anche ogni religione, essendo l'ebraismo e il cristianesimo, per lui, accomunati dall'egoismo del danaro nella società atomistica di individui dediti solo al traffico. Proprio non ne indovinò storicamente una.       

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