venerdì 6 luglio 2012

VI SONO PIU' MATTI TRA I GIUDICI CHE FUORI DEI PALAZZI DI "GIUSTIZIA".

Ho sempre scritto che i giudici debbono essere sottoposti ad un'Alta Corte di giustizia (non formata da giudici) e aggiungo che dovrebbero essere sottoposti a visita psichiatrica quando facciano sentenze palesemente aberranti. Leggete queste ultime.

LA SENTENZA

Sparò ai ladri che lo stavano derubando Imprenditore condannato a risarcirli

Vicentino ferì due criminali. Dovrà versare 120mila euro. La difesa: «Quando li ho visti con le spranghe in mano ho avuto paura e ho sparato»

SCHIO (Vicenza)—Sparò ai due nomadi che si erano introdotti nel suo deposito di ferri vecchi per rubare: il giudice lo condanna a rifondere loro 120mila euro, sospendendo la pena di un anno di reclusione. Eppure Ermes Mattielli era convinto di aver agito in quel contesto per legittima difesa. Una convinzione sbagliata, almeno secondo l’accusa: l’imprenditore non si sarebbe trovato affatto in uno stato di pericolo tale da giustificare la scarica di proiettili contro gli intrusi. «Ero disperato: avevo già subito una ventina di furti in tre anni. Quando me li sono visti venire contro armati di spranghe di ferro ha aperto il fuoco. Ho avuto paura, ero preso dal panico. Così ho premuto il grilletto » è sempre stata la versione del 57enne di Arsiero, che abita a poche decine di metri dal punto di raccolta del materiale da riutilizzo. Era la sera del 13 giugno 2006, le 22.50 circa. Era scattato l’allarme a casa, e Mattielli si era precipitato nel suo deposito di ferri vecchi per capire cosa stesse accadendo. Alla vista dei due sconosciuti che avevano già ammucchiato dei cavi in rame e che stavano brandendo delle spranghe intimandogli «Vattene di qui, o è peggio per te», ha impugnato la sua pistola e non ha smesso di sparare fino a quando non sono finiti i proiettili. Quindici i colpi che sono andati a segno.
A distanza di sei anni, il 57enne è stato processato in tribunale a Schio per lesioni colpose ed esercizio putativo del diritto di legittima difesa. Il pubblico ministero Alessandro Severi aveva chiesto per lui dieci mesi, il giudice gli ha inferto un anno di reclusione, pena sospesa, condizionata al pagamento della provvisionale ai due nomadi che rimasero feriti in modo serio quella sera dell’estate del 2006. In particolare 100mila euro Blu Helt, 33 anni, accampato a Malo, colpito da sei proiettili alle spalle e alle braccia, e i restanti 20mila euro al suo complice, Cris Caris, di 30 anni, domiciliato a Piovene Rocchette, che all’epoca dei fatti fu raggiunto da nove colpi che gli hanno trafitto l’addome, gli arti e una guancia. I due, volti noti alle forze dell’ordine, sono stati già condannati per il tentato furto: quattro mesi di reclusione ciascuno.
Assistiti dall´avvocato Andrea Massalin di Schio, avevano chiesto i danni all´imputato. Il giudice ha stabilito che Ermes Mattielli dovrà liquidare loro una provvisionale di 120mila euro complessiva, anche se per l’esatta quantificazione è tutto rimandato alla sede civile. Una sentenza indigesta per il legale del 57enne di Arsiero, l’avvocato Maurizio Zuccollo di Thiene, che aveva chiesto l’assoluzione e che ora fa sapere che ricorrerà in Appello. «Non c’è stato alcun eccesso di legittima difesa putativa da parte del mio assistito». Dal fronte opposto si discono sicuri che «si è trattato di tentato omicidio, l’ho sempre sostenuto e continuo a sostenerlo - dice l’avvocato dei due nomadi, Andrea Massalin - non c’erano gli estremi per la legittima difesa, Ermes Mattielli non era in pericolo di vita. Ha pensato di esserlo, ma non era così. È partito da casa armato e ha fatto fuoco sui due, e solo per poco non li ha uccisi».
Benedetta Centin


Natascia, “a causa di un farmaco picchia il ragazzo e finisce in manicomio”

Lapresse
CHIETI – Arrestata per stalking e maltrattamenti dopo aver dato uno schiaffo al ragazzo. Trasferita in carcere e poi in un manicomio criminale. Tutto causato da un farmaco per il Parkinson. E’ la storia di Natascia Berarducci, infermiera dell’Asl di Chieti, “una delle più brave”, dicono i colleghi. La sua storia, riportata dal Corriere della Sera, ha dell’incredibile. Affetta da un Parkinson precoce, che se non curato bene rende difficile ogni movimento, le viene prescritto un medicinale a base di pramipexolo che lei inizia a prendere dal 2005. Ma nel 2007, dopo tre richiami dall’Enea (Ente Europeo del farmaco) la casa farmaceutica che lo produce è indotta a descrivere di alcuni effetti collaterali devastanti che interessano una piccola percentuale di pazienti (3-4%) intaccando in loro tutti quelli che sono i sensori dell’appagamento e della felicità.
Nessuno provvede a informare i pazienti che hanno preso quel farmaco dal 2005 al 2007 dei possibili rischi: shopping compulsivo, gioco d’azzardo compulsivo, ipersessualità e iperbulimia. Natascia rientra in quel 3-4% secondo Flavia Valtosta, farmacologa del San Raffaele di Milano. Si sveglia la notte per mangiare e per giocare al gratta e vinci on line. Arriva a perdere circa 40mila euro, diventa bulimica e aggressiva. Il compagno con cui programmava le nozze non capisce o finge di non capire cosa succede. La denuncia per maltrattamenti arriva in seguito a uno schiaffo di troppo: lui l’accusa di stalking, danneggiamento e lesioni.
“Erano lesioni reciproche ma per la giustizia Natascia diventa una stalker da condannare. I giudici ignorano che la colpa principale di questi comportamenti violenti è un effetto collaterale del farmaco che lei prendeva” dice al Corriere della Sera il suo avvocato, Danielle Mastrangelo. Natascia viene sottoposta a 35 consulenze psichiatriche in 90 giorni, 7 perizie per pericolosità, di cui tre ordinate dal tribunale. Pur risultando tutte a suo favore (e benché incensurata), i giudici le rifiutano la sospensione della pena o gli arresti domiciliari. Cambia tre carceri in tre mesi. Per 23 giorni viene tenuta in isolamento dai parenti. Natascia viene poi trasferita in un Opg, ossia un manicomio criminale.
Solo dopo 106 giorni di carcere i periti del tribunale di Sorveglianza accertano l’incompatibilità con il regime carcerario e la scarcerano. Tuttavia i giudici la condannano anche in Cassazione per stalking