domenica 23 settembre 2012

OCCORRE UNA VISITA PSICHIATRICA PER MOLTI "GIUDICI": CASTA ARROGANTE PADRONA E NON SERVITRICE DELLA GIUSTIZIA

Se si fosse diffamato (ma nel caso in questione non esisteva nemmeno la diffamazione trattandosi di una notizia fondata su un involontario errore materiale) di un cittadino qualsiasi non vi sarebbe stata una condanna simile (a 14 mesi di carcere e SENZA CONDIZIONALE, che normalmente scatta per una condanna inferiore a due anni). Ma per questa furibonda casta la legge non è eguale per tutti. Il Tribunale condanna Sallusti ad una ammenda per un articolo nemmeno scritto da lui e la Corte dei Pazzi (storica congiura dei Pazzi a Firenze) riforma la sentenza scrivendo che il reato può essere reiterato. Come può essere reiterato un reato di asserita diffamazione se l'articolo non ha avuto nemmeno un prosieguo? Qui siamo veramente alla follia. E' bene che questa casta di arroganti sia sottoposta ad un'Alta Corte di  giustizia non formata da giudici togati ma da una giuria popolare (come negli Stati Uniti) perché certi giudici la paghino cara (anche economicamente) quando facciano sentenze palesemente aberranti.  Anche nel civile. Non è la prima volta che tratto questo argomento. La giustizia è in mano ai potenti. Però debbo riconoscere che Sallusti dirige un giornale che è di Berlusconi, cioè di uno che nulla ha fatto per riformare la giustizia. Anzi, si è fatto delle leggi ad personam. Ed essendo amico e protettore del presidente della Cassazione CARBONE, che ha fatto? Ha fatto pressioni su di lui in modo che aggiustasse in Cassazione il processo riguardante il lodo Mondadori nella disputa tra lui e De Benedetti (gruppo Espresso). Così la pratica fu tolta al magistrato della sezione tributaria ENRICO ALTIERI e fu avocata a sé da Carbone. Chi di spada ferisce di spada perisce. Ecco il risultato di una mancata riforma della giustizia e dell'ordinamento giudiziario, che permette a questa casta privilegiata di fare ancora carriera per sola anzianità senza alcun controllo di merito. Dal momento in cui mettono piede dentro i palazzacci possono anche smettere di aprire un libro di diritto e andare avanti per ignoranza o per pazzia. Berlusconi disse che i giudici dovrebbero essere sottoposti a visita psichiatrica dopo certe sentenze. VERO. Ma che ha fatto lui perché questa farsa di giustizia ridotta ad una lotteria cessasse di esistere? NULLA.  Ecco allora i risultati. Alfano, quand'era ministro della giustizia, aveva fatto un disegno di legge che prevedeva l'istituzione di una Alta Corte di giustizia formata per la maggioranza da giuristi ed avvocati di chiara fama e da una minoranza di magistrati a cui un cittadino potesse rivolgersi per porre sotto processo quei giudici che avessero fatto sentenze palesemente aberranti. Poi lo stesso Berlusconi preferì che Alfano diventasse segretario del suo partito e lasciasse il ministero della giustizia. Ora non si sa che fine abbia fatto questo disegno di legge. IL SUO AMICO SALLUSTI STA PAGANDO LE SPESE DI QUESTA MANCATA RIFORMA. 
E oggi Berlusconi ha la faccia tosta di difendere la Polverini consigliandole di resistere invece di dimettersi come la buffona (complice dei ladroni della Regione Lazio) aveva promesso di fare. Hanno la poltrona incollata al culo con colla da falegname.   


Per i giudici Sallusti è un "pericolo sociale"

La motivazione assurda fa il processo alle intenzioni: commetterà ulteriori episodi criminosi. Niente sconti perché la presunta vittima è un collega magistrato. E così rischia 14 mesi di galera


MilanoAlessandro Sallusti è pericoloso. Se il direttore del Giornale venisse lasciato in circolazione potrebbe commettere altri reati.
Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti
Per questo, per impedirgli di continuare a diffamare il prossimo, l'unica soluzione è chiuderlo in carcere. È questo il ragionamento in base al quale la Corte d'appello di Milano ha stabilito che Sallusti deve finire in galera. Quattordici mesi, senza condizionale. Solo la decisione della Cassazione, fissata per mercoledì prossimo, separa ormai Sallusti da una cella.La sentenza che candida il giornalista alla galera è stringata. Sette pagine firmate dal giudice Pierangelo Guerriero per dare ragione ad altri due giudici: il suo collega Giuseppe Cocilovo, in servizio a Torino, che si era sentito diffamato da un corsivo di Libero (diretto allora da Sallusti) in cui il suo nome nemmeno compariva; e il sostituto procuratore generale Lucilla Tontodonati, che aveva fatto ricorso contro la sentenza di primo grado, che aveva condannato Sallusti ad appena cinquemila euro di ammenda.
La procura generale milanese fa appello, invocando per Sallusti la pena detentiva. E la Corte d'appello le dà ragione. Anche se negli atti non c'è nulla che dica che il corsivo firmato “Dreyfus” sia stato scritto da Sallusti, scatta la condanna: e non per «omesso controllo», ma proprio come supposto autore dell'articolo. Articolo polemico, duro, in cui si contestava la decisione del tribunale di Torino di autorizzare una tredicenne ad abortire: e la ragazzina, come aveva scritto il giorno prima La Stampa, era poi finita in manicomio.«Con riferimento alla posizione di Sallusti - scrive la Corte d'appello - va riaffermata non solo la natura diffamatoria dell'articolo a firma Dreyfus, ma anche la falsità della ricostruzione dei fatti». Secondo la querela, a decidere di abortire sarebbe stata la ragazzina, e il giudice si sarebbe limitato a ratificarne la decisione: in questo consisterebbe la falsità. «E - aggiunge la sentenza - gli altri organi di stampa si erano affrettati a correggersi ben prima dell'uscita degli articoli» di Libero. La difesa di Sallusti ha sottolineato la incongruità di questo passaggio: il primo articolo della Stampa sul caso della ragazzina è del 17 febbraio 2007, il corsivo di Dreyfus è del 18, il giorno successivo. Quando sarebbe avvenuta la rettifica?La sentenza risolve sinteticamente un altro tema importante del processo, e cioè il fatto che l'articolo incriminato non porti la firma di Sallusti, e che Sallusti non ne sia l'autore: il direttore viene condannato «per avere, in qualità di direttore responsabile del quotidiano Libero e quindi da intendersi autore dell'articolo redazionale a firma Dreyfus, offeso la reputazione di Cocilovo Giuseppe». Per la Corte d'appello è del tutto irrilevante che il giudice Cocilovo non venga mai citato nell'articolo, neanche velatamente: «il suo nome era stato indicato in precedenza in varie sedi, cosicché era facile leggendo gli articoli di cui è processo ricollegare alla sua persona il giudice indicato in maniera anonima negli stessi». D'altronde al corsivo firmato Dreyfus viene attribuita anche la colpa delle «minacce ricevute dalla parte civile nei giorni seguenti alla pubblicazione degli articoli (...) proprio quest'ultima circostanza evidenzia in maniera incontrovertibile la facile riconoscibilità del giudice di cui si parla negli articoli, anche se non ne è esplicitamente indicato il nome».La severità della sentenza viene motivata anche col fatto che la presunta vittima è un magistrato: «La soglia di lesività si presenta molto elevata ove si consideri che la parte civile svolgeva all'epoca dei fatti la funzione di giudice tutelare, figura professionalmente volta alla tutela degli interessi dei soggetti deboli».Infine la questione cruciale, che rende questa sentenza diversa da ogni altra in materia di reati a mezzo stampa: la decisione di negare a Sallusti le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena, ordinando (Cassazione permettendo) la sua carcerazione. «Le attenuanti vanno concesse in presenza di elementi positivi quali la giovane età, una condotta processuale improntata a particolare lealtà o qualunque altra condizione personale o sociale meritevole di attenzione. Nel caso di specie non si ravvisa alcuna circostanza che possa essere in tal modo valutata (...) Pena equa sembra alla Corte per Sallusti quella di anni uno e mesi due di reclusione e di euro 5mila di multa alla luce dei criteri di cui all'articolo 133 c.p. (quello che fa riferimento della “capacità a delinquere del colpevole”, ndr) avuto riguardo alla gravità dei fatti nonché alla personalità dell'appellante, non incensurato come risulta dal certificato penale». La condizionale viene negata perché sostanzialmente i giudici lo considerano socialmente pericoloso: «Per Sallusti non è possibile formulare una prognosi favorevole e ritenere che egli si asterrà dal commettere in futuro ulteriori episodi criminosi avuto riguardo alle numerose condanne da lui già riportate per reati della stessa specie».

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Commenti
Luigi Farinelli
Sab, 22/09/2012 - 08:48
Un altro indizio di quanto la parola "democrazia" sia ormai solo un termine vuoto e superato. Superato dal Governo ombra dei veri poteri, quelli veramente "forti" legati fra loro da scellerati patti massonici a livello nazionale e internazionale, tutti tesi a creare l'"uomo nuovo" e la "Repubblica Universale" in piena costruzione presso le grandi agenzie internazionali. Per arrivare a questo "luminoso obiettivo" non possono trovare posto voci dissenzienti, politiche non omologate, giornalisti non politicamente corretti e giudici imparziali. La "frutta" della democrazia l'abbiamo ormai superata: ormai si è arrivati a un punto tale di arroganza del Vero Potere che non si fa più neanche lo sforzo di celare le manovre più losche. E' ovvio: le tecniche di manipolazione mentale attuate da media e istituzioni ormai asservite è giunto a un punto tale da garantire l'impunità per ogni genere di sopraffazioni e misfatti. E se va male, la benemerita società del mutuo soccorso occulto darà sempre un riparo all'adepto diligente.
Senior
Sab, 22/09/2012 - 08:54
Complimenti e sostegno al direttore Sallusti, per il coraggio dimostrato, nell'aver affrontato il pericolo che si corre in simili situazioni. senior
Zago
Sab, 22/09/2012 - 09:19
Questo è puro accanimento giudiziario. Altri direttori e vicedirettori di quotidiani di sinistra erano da incriminare per quanto espresso quando Berlusconi era Presidente de governo, ma nulla è successo. Ora che il Cavaliere è intenzionato a scendere ancora in campo, ecco che come una bomba ad orologeria si muove la magistratura colpendo un direttore di giornale che dice pane al pane e vino al vino. Che brutta Italia !
scriba
Sab, 22/09/2012 - 09:24
ECCO PERCHE'... I politicanti di ogni ordine e grado si tengono opportunamente e opportunisticamente alla larga dalle riforme vere e serie, e si giovano del fatto che tutto resti com'è, comprese le leggi fasciste contro il diritto di informazione che, guarda caso, non danno fastidio nemmeno ai tanti comunisti che a parole latrano di difendere la libertà. La casta sa che in tal modo lo tiene in pugno ed è questo, molto più delle rendite da cause, che interessa ad essa. Una stampa libera non è compatibile con una politica corrotta che ha creato un debito pubblico insanabile e pericolosa per il luna park che gioca alle primarie col candidato unico di nome uolter, che tradisce un patto di maggioranza voluto dagli elettori per un pied a terre, che si fa sponda delle agenzie di rating per andare al potere. Sallusti libero da fastidio ed è perciò pericoloso e punendone uno se ne addomesticano mille, con il codazzo ignorante e demente che continua ad applaudire dimostrando di meritarsi la casta politica che lo sfrutta e lo frusta di tasse. Se è pericoloso Sallusti siamo in milioni ad essere pericolosi.
Fuchida
Sab, 22/09/2012 - 09:27
3 magistrati con 3 nomen omen. Ma a chi siamo in mano?
Walter68
Sab, 22/09/2012 - 09:31
Ma la legge dovrebbe essere modificata anche per chi ha un blog personale. E' capitato, ad alcuni di ricevere telefonate dalla polizia postale e rischiare penalmente solo perché qualche commentatore del sito aveva scritto "verità scomode" su politici locali e nazionali. I governi italiani hanno da sempre voluto imbavagliare il web, quello di Berlusconi in primis, ma i commenti degli elettori in passato erano per la maggior parte rivolti alla censura della rete. Non possiamo evocare la censura solo quando vengono toccati alcuni e chiedere la libertà di espressione per altri. Detto questo, spero vivamente non accada nulla al direttore di questo quotidiano.
Cassandraprof
Sab, 22/09/2012 - 09:40
SONO ANNI CHE SCRIVO CHE I CLERICAL-FASCISTI-GIACOBINI STANNO TENTANDO DI RITORNARE AL POTERE E UTILIZZANO QUALSIASI MEZZO PER FARLO COMPRESO IL CODICE PENALE CHE E' SOSTANZIALMENTE PER I REATI DI OPINIONE QUELLO FATTO SOTTO IL REGIME FASCISTA DA ROCCO. INOLTRE SANTORO E TUTTI GLI AMICI SUOI POSSONO INDISTURBATI INSULTARE TUTTI QUELLI CHE NON LA PENSANO COME LORO O NON SI ADEGUANO ALLE LORO DIRETTIVE IN PIENO STILE BULGARO.
michele lascaro
Sab, 22/09/2012 - 09:44
Mi fa solo ridere, a crepapelle, la dizione che il nostro Direttore possa "reiterare il reato" Ma questi giudici, come fanno a inventare delle frasi veramente grottesche?
nino47
Sab, 22/09/2012 - 09:49
Eh, caro Sallusti! Chi tocca i fili muore....
Ritratto di Guido Paracchini Pusineri
Guido Paracchin...
Sab, 22/09/2012 - 09:58
Non condivido le idee del Giornale di Sallusti, non mi piace Sallusti per il quale provo un po’ di epidermica antipatia politica ma, se è vero quanto scritto da Vittorio Feltri, il fatto è riprovevole. Verrebbe da obiettare chi la fa l’aspetti ma non è giusto quando c’è in ballo la libertà di un individuo, ma di un individuo in quanto è tale e non perché è giornalista. Lo sdegno per l’indifferenza nei confronti della giustizia malata non merita le prime pagine quando quotidianamente a esserne colpiti sono i piccoli cittadini che, da singoli e sconosciuti, sopportano soprusi e nefandezze ben peggiori, perché? Il dubbio è che, anche questa volta, l’ingiustizia possa essere utilizzata a sproposito solo come argomento dell’avviata (e già stomachevole) campagna elettorale, ma in concreto non importi a nessuno se non al diretto interessato. Paradossalmente quest’ingiustizia rafforzerà l’indifferenza, peggio, il plauso degli oppositori politici. Paradossalmente, l’assenza di comportamenti eticamente “giusti” o comunque giustificati dal senso etico comune, se non quello artificiale della politica e dell'informazione nostrana, ci riempie la vita da decenni e, a mio parere, è quest‘assenza la colpevole del caos che regna ovunque, non delle vecchie leggi o degli oppositori politici. Auguro comunque al Direttore Sallusti di risolvere al meglio il suo personale problema.
uprincipa
Sab, 22/09/2012 - 10:04
E' chiaro che si tratta di un'aberrazione del nostro sistema legislativo che non deve mai limitare e/o punire la libera espressione. Però mi chiedo, dove eravate voi giornalisti, compreso Sallusti, e voi lettori destrorsi quando il precedente governo ha cercato più volte di mettere il bavaglio alla stampa tramite leggine e decreti nascosti? Allora, perchè non avete protestato come lo state facendo adesso che per giunta avete la solidarietà di tutti?
roberto nigra
Sab, 22/09/2012 - 10:05
buongiorno, trovo veramente assurdo ed ingiustificato l'accanimento giudiziario nei confronti del direttore Sallusti, segno evidente di un degadro e policizzazione dello stesso sistema giudiziario,come già da tempo auspicato da più parti, politiche e non, ovviamente dotate di un minimo di obbiettività.
Trovo che queste situazioni, nella loro assurdità, rispecchino appieno la disastrosa situazione del nostro paese nel quale gli organi di controllo non controllano,gli spechi sono all'ordine del giorno ormai in ogni settore della pubblica amministrazione e i giudici perdono tempo prezioso in processi inutili e assurdi come quello che commentiamo, piuttosto che occuparsi di dare un minimo di senso di equità, certezza della pena e rispetto delle regole a milioni di delinquenti che,puntualmente, non vengono condannati dopo aver commesso reati spesso drammaticamente efferati. Mi auguro che dal settore dell'nformazione in primis, ma anche da tutto il momdo politico,istituzionale e soprattutto dalla stessa società civile, in particolare dai cultori della libertà di pensiero,stampa e informazione giungano segnali forti,importanti e significativi riguardo questa vicenda.
Un caloroso saluto e un'in bocca al lupo al mio direttore.
Ritratto di Petrosino 63
Petrosino 63
Sab, 22/09/2012 - 10:06
Una cosa è certa necessita una vera riforma della giustizia ma per farla ci vogliono politici senza macchia cosa improbabile troppa paura della vendetta dei magistrati allora tutto resterà come prima. La possibilità di salvarci dai politici corroti è di non votarli più solo una nuova generazione di politici ci potrà salvare. Salviamo l'Italia
giorgio.peire
Sab, 22/09/2012 - 10:10
ABBIAMO TOCCATO IL FONDO,ORA BASTA E' ORA DI FINIRLA
Francesca Longhi
Sab, 22/09/2012 - 10:12
E' davvero interessante constatare come ogni volta la categoria dei soggetti colpiti da un provvedimento penale si schieri a difesa dei propri interessi: le dinamiche sono sempre le stesse sia che si tratti di ultras che di no tav, di consiglieri regionali, di responsabilità medica.... Personalmente sono per un diritto penale minimo, non sono una forcaiola ne' una giustizialista... Anche se trovo riduttiva la posizione della categoria, che attribuirebbe ai reati commessi a mezzo stampa la mera valenza di reati di opinione dimenticando che non si tratta di ciò che dicono il signor Rossi o Bianchi ma di agiti di poteri molto forti in grado di distruggere, con le proprie opinioni,"spesso rinforzate...", le persone. Ciò detto questa e' una possibilità straordinaria per richiedere congiuntamente un bel rinvio, in modo che non si formi il giudicato, per demandare la questione ad un ufficio di mediazione penale (ce ne sono di ottimi con mediatori estremamente preparati). Li' anche la "vittima magistrato"potra' riflettere sulla valenza della sorte nella determinazione della pena; ci si potra' chiarire con un franco dibattito e recuperare una dimensione umana nella risoluzione dei conflitti. In fondo ne' i magistrati ne' i giornalisti sono semidei. Sarebbe un bel passo per riattribuire al diritto penale la dimensione di extrema ratio che deve rivestire. Che c'entra la grazia che viene dal cielo o dall'alto quando la soluzione e' nelle mani dei protagonisti? Speriamo solo di non essere troppo sotto con i tempi ma credo che il Supremo Collegio sia attento alla necessita' di individuare soluzioni deflative.
killkoms
Sab, 22/09/2012 - 10:13
i nostri magistrati,che lasciano uscire dal carcere mafiosi per la mancata presentazione in tempo utile della motivazione delle sntenze di condanna,condannano a tempo di record un giornalista per un articolo contro un collega,nemmeno nominato!che ce ne facciamo di una magistratura che tutela solo i suoi membri?
gabriellatrasmondi
Sab, 22/09/2012 - 10:21
ALLA FACCIA del BICARBONATO -avrebbe detto un Grande.
A quando un giudicemanicomio?
Non ci sarà mica in vista una tirannia magistata?
Mario-64
Sab, 22/09/2012 - 10:37
I fatti credo si commentino da soli ,semmai mi chiedo cosa abbia impedito a Berlusconi in otto anni di governo con cento parlamentari di maggioranza di fare sta benedetta riforma della giustizia...
Nadia Vouch
Sab, 22/09/2012 - 10:38
La cosa curiosa è che se io mi rivolgo ad un professionista, esempio un medico, o un avvocato, o altri, questi non è tenuto a "garantire il risultato della sua opera", ma solo ad operare con la diligenza del buon padre di famiglia, in relazione alle circostanze. Insomma, è auspicabile vi sia un risultato, ma per esempio un medico non ha l'obbligo di farmi guarire. Così come l'avvocato non ha l'obbligo di non farmi condannare. Un giornalista, se è un professionista, perché dovrebbe essere sottoposto ad un "obbligo di risultato"? Ossia, perché dovrebbe prevedere esattamente, nello svolgimento della sua professione, il risultato finale e definitivo della propria opera? Tanto più che codesta opera d'intelletto è rivolta a una multitudine indifferenziata di persone e tratta, come in questo caso, di un episodio di cronaca e non di un fatto creativo. Tuttalpiù di cattivo gusto il richiamo alla pena di morte. Ma lì, secondo me, si ferma. Poi, se è vero che la responsabilità penale è personale, che si può esercitare anche in concorso (sarebbe un aggravante, giusto?), ma non si può secondo me presumere a priori la colpevolezza sostenendo che in quanto direttore un soggetto e "oggettivamente responsabile". La responsabilità penale dunque è soggettiva o oggettiva? I cittadini hanno necessità di certezze su questa materia, perché essere implicati in procedimenti penali è qualcosa di assai doloroso per chi li subisce e per chi è accanto alla persona accusata (e condannata).
killkoms
Sab, 22/09/2012 - 10:51
@zago,se un giornalista anonimo critica un magistrato,senza nominarlo né proferendo insulti propriamente detti,il suo direttore va in galera!invece se un sinistro insulta pubblicamente il presidente del consiglio,è"critica sociale"e viene assolto!
RoseLyn
Sab, 22/09/2012 - 10:55
Solidarietà alla Libertà di stampa tanto sbandierata in questi giorni. Dio ci liberi dai Magistrati di parte, dai politici del malaffare e da tutti gli incompetenti che siedono sulle sedie della burocrazia italiana, amen.
stefanopiero
Sab, 22/09/2012 - 11:00
Potrebbe farsi difendere da Michele Santoro, lui si che è un esperto in materia e sa come sconfiggere i giudici
bruna.amorosi
Sab, 22/09/2012 - 11:01
PERO' IL CAPO DELLA MAGISTRATURA TACE strano stà sempre a bocca aperta per dire stro....te e quando deve parlare ?
stà zitto vergogna NAPOLITASNO
lunisolare
Sab, 22/09/2012 - 11:06
Introdurranno il reato di "lesa magistratura" in base ad un indizio dietrologico, siamo allla resa dei conti, l'arroganza dei magistrati impone la sua visione della realtà, inoltre ci avviciniamo alle elezioni e si cominciano ad oliare i meccanismi di ingerenza politica pre elettorale. Direttore sei in un congegno mediatico che svanirà come una bolla di sapone è soltanto propaganda.
Ritratto di echowindy
echowindy
Sab, 22/09/2012 - 11:13
Caro Direttore Sallusti, sappia che molti di noi lettori del suo giornale, siamo schierati dalla sua parte. Vedrà che la sentenza della Cassazione, organo compatibile solo con la democrazia, sarà di piena soluzione.
Comunque sia, Lei ha sempre coraggiosamente scritto e sostenuto che in Italia ci sono due pesi due misure nel giudicare fatti di natura politica e opinioni di natura giornalistica. Saluti
giuliana
Sab, 22/09/2012 - 11:15
Tra persone civili, prima di ricorrere a querele e denunce, si utilizza l'arma della parola. Se il giudice si è sentito diffamato, avrebbe dovuto esporre le proprie ragioni tramite stampa in uno spazio che il direttore sarebbe stato felice di concedergli. E' l'ennesima pagina vergognosa di una magistratura pienamente consapevole di costituire una casta con immensi poteri e che utilizza ogni mezzo per ricordarlo a tutti noi.
Labronico-bis
Sab, 22/09/2012 - 11:20
A vivere in Italia c'è da aver paura. Tra Equitalia e questa Giustizia faziosa, i controlli della Guardia di Finanza e le tasse sempre più pesanti si può solo vivere con il timore addosso. Cmq se dovesse verificarsi un arresto del genere mi auguro che la situazioni degeneri, leggo solo rassegnazione e passività nei vostri interventi
ilPavo
Sab, 22/09/2012 - 11:22
Sallusti è uno delle Pussy Riot...
guidode.zolt
Sab, 22/09/2012 - 11:23
Ci vorrebbe ilTest di Rorschach obbligatorio per chiunque abbia in mano il potere di far del male al prossimo, in qualunque modo..
Anita-
Sab, 22/09/2012 - 11:24
Io la penso come "Dreyfus" sul giudice Cocilovo (nomen omen), sostengo Sallusti e sono disposta a fare i miei 14 mesi se necessario, la redazione ha nome e indirizzo miei.

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