lunedì 29 ottobre 2012

HA VINTO IN SICILIA IL PARTITO DEI NON VOTANTI, DIVENUTO PARTITO DI MAGGIORANZA ASSOLUTA, A CUI APPARTENGO DAL 1994

Qualcuno si domanderà a che cosa serva non votare se questa gentaccia poi conserva lo stesso numero di poltrone anche se andasse a votare solo il 10%. Giusto. Ma dovrebbe essere un primo segnale per richiedere la riforma della Costituzione introducendo il referendum propositivo. Con questa riforma sarebbe possibile scavalcare i partiti introducendo una legge che riduca il numero degli eletti (nei Comuni, nelle Regioni - che dovrebbero essere abilite - nelle province - che dovrebbero essere abolite - e nel parlamento) in modo che, fatta salva una soglia fisiologica del 20% di non votanti, sotto l'80% il numero degli eletti diminuisca in proporzione al numero dei non votanti. Così i parassiti della politica, molti dei quali sono senza mestiere, non avrebbero più la sicurezza di conservare la poltrona e non potrebbero più avere la presunzione di rappresentare la volontà del popolo. Sarebbero costretti a prendere atto che questa è una falsa democrazia. Cesserebbe la loro arroganza in parlamento nel fare le leggi presentandole come espressione della volontà della maggioranza del popolo. Ma come riformare la Costituzione se proprio questa (art. 138) prevede che sia il parlamento a riformarla con la maggioranza dei 2/3 oppure con la maggioranza semplice e referendum confermativo? Eppure basterebbe usare l'art. 71 della Costituzione per richiedere con sole 50.000 firme una legge di iniziativa popolare. E per iniziativa popolare si potrebbe richiedere una legge che riduca il numero degli eletti in proporzione al numero dei non votanti. E' vero che poi sarebbe pur sempre il parlamento a doversi esprimere su questa legge. Per cui sembra impossibile uscire da un circolo vizioso. Vi immaginate un parlamento in cui i partiti approvassero la diminuzione degli eletti in proporzione al numero dei non votanti? Sembra impossibile. Però a questo punto finalmente questi parassiti della politica getterebbero la maschera della falsa democrazia e cadrebbero in un maggiore discredito. Non avrebbero più la faccia tosta di rappresentare la volontà popolare e sarebbe l'inizio della loro fine se si opponessero al referendum propositivo.          

Beppe Grillo in uno dei suoi comizi in Sicilia (Reuters)Beppe Grillo in uno dei suoi comizi in Sicilia (Reuters)
PALERMO – Nella caotica partita delle elezioni siciliane c’è già un vincitore certo. E’ il solito partito della disaffezione al voto. Più di un siciliano su due questa volta ha deciso di disertare le urne: il 47,42% dei siciliani infatti si è recato alle urne. A Palermo solo il 46,28% degli elettori. IL NON VOTO - Nel 2008 la percentuale era stata di poco inferiore al 60%. Ma allora si votata anche il lunedì, in abbinata con le politiche per il rinnovo di Camera e Senato. Questa volta invece la chiamata alle urne è stata circoscritta alla sola giornata di domenica.
NOTTE DI ATTESA - La Sicilia è sui generis anche nel dopo-voto. Chiusi i seggi, vengono sigillate le urne mentre lo spoglio comincerà solo lunedì mattina alle 8. A disposizione neanche uno straccio di exit-poll. Su piazza c’è solo qualche dato (di imprecisata attendibilità scientifica) fornito da una emittente locale e relativo alla sola provincia di Palermo. Dato che se preso per buono vede addirittura in vantaggio col 27% Giancarlo Cancelleri, candidato del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
GOVERNATORE SENZA MAGGIORANZA - Al di là di questi numeri da prendere con estrema cautela la partita resta ancora aperta, con due candidati Nello Musumeci (Pdl) e Rosario Crocetta (Pd-Udc) a contendersi la poltrona di governatore, a meno appunto dell’uscita a sorpresa dell’outsider Giancarlo Cancelleri. Una cosa comunque è certa: chiunque di loro avrà la meglio sarà un governatore sotto schiaffo dell’Assemblea Regionale Siciliana. Nel senso che quasi sicuramente non avrà una maggioranza nel parlamento siciliano. La legge elettorale regionale prevede infatti solo uno striminzito premio di maggioranza circoscritto ad 8 seggi del listino del presidente. E visto che nessuno dei candidati viene dato oltre il 30% verosimilmente nessuno avrà a disposizione 46 deputati, quindi il prossimo governatore sarà senza una maggioranza.
RICATTO DEGLI SCONFITTI - E questo apre la strada all’eterno balletto delle alleanze post-elettorali con i partiti usciti sconfitti che potrebbero essere i veri vincitori per l’enorme potere di ricatto che potrebbero esercitare. E’ il caso, per esempio, dell’Mpa del governatore uscente Raffaele Lombardo che in Regione potrebbe uscire dalla porta per rientrare dalla finestra. Stando alle indiscrezione il suo potere di manovra si sarebbe fatto sentire anche in campagna elettorale.
IL VOTO DISGIUNTO - Grazie alla possibilità del cosiddetto “voto disgiunto” sottobanco molti candidati dell’Mpa per governatore avrebbero fatto votare non Miccichè ma Crocetta. Sul quale dopo il voto poter esercitare un condizionamento politico, se non addirittura sostenerlo con una vera e propria alleanza. Del resto che ci sarebbe di nuovo? Per molti versi sarebbe una maggioranza simile a quella che sosteneva l’uscente Raffaele Lombardo.
GLI INQUISITI - Un altro partito sicuramente vincitore è quello degli inquisiti di cui sono infarcite tutte le liste e che in massa torneranno in Assemblea Regionale. In tal senso nessuno dei vecchi partiti ha voluto fare fino in fondo pulizia al proprio interno. E gli inquisiti si sono distribuiti equamente tra tutte le liste che sostengono Musumeci, Crocetta e Miccichè.
SORPRESA GRILLO – E così l’unica vera novità e anche l’unica vera incognita resta legata al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Alcuni sondaggi della vigilia lo davano addirittura primo partito nell’Isola con oltre il 14%. Sarebbe un risultato sorprendente che per certi versi potrebbe aver finito persino per arginare anche il “partito del non voto” che senza la presenza di Grillo poteva raggiungere percentuali ancor più sconfortanti. Comunque la si voglia vedere i partiti tradizionali hanno già di che riflettere sulla loro reale capacità di rappresentanza del popolo siciliano.

2 commenti:

Sergio ha detto...

In Svizzera abbiamo sia il referendum abrogativo che confermativo, ma soprattutto l'iniziativa popolare (credo ciò che lei chiama qui referendum propositivo).
Con l'iniziativa popolare il popolo svizzero può cambiare addirittura la costituzione (anche introducendovi cose opinabili come il divieto della costruzione di minareti).
C'è da dire che questo "modello svizzero" o democrazia diretta è unico al mondo. Immaginare che gli Italiani possano abolire l'Art. 7 della costituzione è fantascientifico (secondo l'attuale costituzione il Vaticano dev'essere consenziente!).

50'000 firme per il referendum propositivo in un paese di oltre 60 milioni di abitanti come l'Italia mi sembrano però decisamente pochi. Per il referendum abrogativo gli Svizzeri (8 milioni) devono raccogliere 50'000 firme, per l'iniziativa popolare 100'000. Come lei sa in Svizzera si vota moltissimo (questo è anche uno dei motivi della bassissima affluenza, a volte non vota nemmeno il 40% degli aventi diritto, affluenze del 60% sono rarissime e da record).
Comunque grazie al referendum e all'iniziativa il popolo tiene sotto scacco governo e parlamento che non possono fare quello che vogliono.
Ma cambiare la costituzione in Italia mi sembra proprio impossibile.

Sergio ha detto...

In Svizzera abbiamo sia il referendum abrogativo che confermativo, ma soprattutto l'iniziativa popolare (credo ciò che lei chiama qui referendum propositivo).
Con l'iniziativa popolare il popolo svizzero può cambiare addirittura la costituzione (anche introducendovi cose opinabili come il divieto della costruzione di minareti).
C'è da dire che questo "modello svizzero" o democrazia diretta è unico al mondo. Immaginare che gli Italiani possano abolire l'Art. 7 della costituzione è fantascientifico (secondo l'attuale costituzione il Vaticano dev'essere consenziente!).

50'000 firme per il referendum propositivo in un paese di oltre 60 milioni di abitanti come l'Italia mi sembrano però decisamente pochi. Per il referendum abrogativo gli Svizzeri (8 milioni) devono raccogliere 50'000 firme, per l'iniziativa popolare 100'000. Come lei sa in Svizzera si vota moltissimo (questo è anche uno dei motivi della bassissima affluenza, a volte non vota nemmeno il 40% degli aventi diritto, affluenze del 60% sono rarissime e da record).
Comunque grazie al referendum e all'iniziativa il popolo tiene sotto scacco governo e parlamento che non possono fare quello che vogliono.
Ma cambiare la costituzione in Italia mi sembra proprio impossibile.