sabato 3 novembre 2012

L'HO SEMPRE PENSATO: LA MONOGAMIA E' UN FATTO SOLO CULTURALE, NON NATURALE. LO CONFERMA UN LIBRO SUI DISAGI DELLA MONOGAMIA

L'autore del libro è Alain de Botton ed è intitolato Come pensare (di più) al sesso. Nel domenicale de Il sole24Ore si trova una recensione di Sasha Carnevali. Ne riporto alcune frasi: "La sua teoria portante è che abbiamo aspettative troppo alte per essere soddisfatte, da cui conseguono la nostra malinconia e senso di disagio. Ad esempio, il matrimonio riuscito, ovvero felicemente monogamo e sessualmente attivo, sarebbe una deleteria invenzione borghese che si ostina a voler far stare in un'unica istituzione amore romantico, famiglia e sesso, quando per migliaia di anni abbiamo giudiziosamente saputo distinguere le tre cose (il troubadour nemmeno immaginava di consumare l'amore con la dama dei suoi sogni; contadini e conti riunivano le forze mettendo su famiglia; tutti sapevano che il buon sesso era un evento straordinario). La monogamia frustra la nostra fisiologica sete di vita al punto che, secondo de Botton, dovremmo onorare i pochi eroi che mantengono fede a questo impegno piuttosto che ostracizzare i tanti che non reggono lo sforzo immane". 

Il disagio della monogamia - Il Sole 24 ORE

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21 ott 2012 – Sarà difficile, per chi passerà in libreria nei prossimi giorni, resistere a un volumetto arancione dal titolo ammiccante Come pensare (di più) al.

In effetti vi è da considerare che chi si sposa sulla base di una iniziale attrazione sessuale ha già sbagliato in partenza. Tanto vale fare la prova di convivenza per sapere se si vada d'accordo su tutto il resto. Una cosa è avere rapporti sessuali vivendo ciascuno in case diverse e non vedendosi tutti i giorni, un'altra è condividere le miserie quotidiane che prendono alla lunga (e alla breve) il sopravvento sull'attrazione sessuale. Non si possono mettere d'accordo sesso e famiglia (con il sopraggiungere dei figli). Anche l'avere a disposizione per "dovere coniugale" la moglie toglie il piacere del sesso che meglio si prova fuori del contesto familiare, che impone una routine che è la tomba del sesso. Non ho mai capito perché gli uomini si sposino. Tranne che abbiano una pensione che non vogliano regalare a questo Stato di merda, che spende e spande nella politica il danaro pubblico.  Stiano poi attenti gli uomini al fatto che donne hanno quasi tutte un terribile istinto di maternità perché hanno l'utero e lo vogliono riempire almeno una volta altrimenti non si sentono realizzate. Ma una volta sentitesi realizzate come donne-madri il partner (marito o non) diventa un sovrappiù di cui possono benissimo fare a meno. Lo dimostra il fatto che l'80% delle separazioni avviene per richiesta delle donne. Infatti le donne, quando sono per vari motivi (compresa la noia dello stesso partner sessuale) stufi della routine quotidiana, preferiscono rompere il matrimonio per sentirsi nuovamente libere. Gli uomini, al contrario, preferiscono salvare il matrimonio e cercarsi il piacere del sesso altrove. Il che prova che matrimonio e sesso debbono essere considerati disgiunti. Ma si sa che nei giovani, come già pensava Aristotele (Etica nicomachea) si può trovare scienza ma non saggezza. Per questo, sposandosi giovani, dimostrano di non essere saggi. Oppure pensano che sia necessario sposarsi giovani per avere figli che non abbiano genitori già anziani alla nascita. Ma anche in questo caso si dimostra che il sesso non deve essere trovato nel matrimonio.               

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