martedì 4 giugno 2013

LA DITTATURA DELLA FALSA DEMOCRAZIA IN ITALIA

Un prete non può nemmeno dire che, nonostante tutto, il fascismo ha avuto dei meriti.


Ho scritto in un mio libro.

Al fascismo – nonostante le disgrazie della guerra di Etiopia, delle leggi razziali e dell’alleanza con il nazismo nel 1940 - si deve riconoscere una legislazione sociale che era all’avanguardia (lodata persino da Churchill). Ricordiamo l’IRI, l’Agip, l’Inps, l’Istituto maternità e infanzia, l’Istituto case popolari, Cinecittà, etc. La Banca Nazionale del Lavoro (BNL) sorse in concorrenza con le banche private, che oggi sono associazioni mafiose legalizzate. Invece di servire oggi come calmiere dei profitti delle altre banche la BNL si è adeguata alla prassi delle altre banche, mentre dovrebbe agire come servizio sociale per mutui a basso tasso di interesse al fine di finanziare, per esempio, l’edilizia economica e far scendere i costi commerciali delle abitazioni, ostacolando la speculazione edilizia.


Di questo si ricordi il rinnegato Gianfranco Fini, che, divenuto presidente della Camera, usa la sua carica come cattedra per seminare ogni giorno perle di “saggezza”, demonizzando tutto ciò in cui prima aveva creduto o aveva fatto finta di credere. Pupillo di Almirante si dichiarava favorevole alla pena di morte e sbandierava un nazionalismo di altri tempi. Per ricostruirsi una verginità è andato a fare il lecchino in Israele e si fa fautore di una società multirazziale. Con l'evidente scopo di dare la scalata alla carica di capo del governo cercando di farsi accettare come foglia di fico della falsa sinistra. Questa banderuola della politica, senza ideali e spregiudicato, ha rinnegato tutto il fascismo, tacendo di ciò che esso fece di positivo nella politica sociale. Tant'è che non riuscirò mai a spiegarmi come possa esistere un'opposizione tra fascismo e socialismo, piuttosto che tra liberismo e comunismo, essendo rimasto sempre Mussolini d'animo socialista nel suo concepire l'economia sotto il controllo del superiore interesse dello Stato. 

Di questo fu cosciente Nicola Bombacci, cofondatore con Antonio Gramsci del partito comunista d'Italia nel 1921 e delegato a Mosca per i funerali di Lenin nel 1924. Egli, al contrario di Gramsci, che lo espulse dal partito per essersi accostato al fascismo, vide nella vecchia anima socialista di Mussolini la possibilità di una collaborazione tra fascismo e comunismo. E quando Mussolini, certamente contro la sua volontà, fu prelevato dai tedeschi dal Gran Sasso, dove era stato confinato dal governo Badoglio, per costituire la R.S.I., ormai reso libero dai legami con quella borghesia che ne aveva agevolato l'ascesa al potere, pensò di attuare quel programma di socializzazione delle imprese che gli era era stato impossibile di attuare prima, nominò come ministro dell'economia Nicola Bombacci, il quale realizzò in poco tempo il programma socialista della partecipazione degli operai alla proprietà delle fabbriche. Bombacci entrava nelle fabbriche chiamando gli operai "compagni" e non "camerati". Ma nemmeno questo servì a salvargli la vita dai fanatici che, manovrati da Milano dal futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, uno che voleva che Mussolini venisse ucciso prima che arrivassero a Milano gli americani, violando l'ordine del governo Badoglio che Mussolini fosse consegnato agli americani, giunsero a Dongo per uccidere Mussolini e la Petacci, e poi molti gerarchi fascisti, includendo in essi anche Bombacci, uomo che fu sempre d'animo mite e moderato e non si macchiò mai di un crimine. 
Non si saprà mai veramente chi abbia ucciso Mussolini. Nel mio libro offro cinque versioni, sulla base di discordanti testimonianze. Ma certamente non è vera la versione ufficiale che fu l'oscuro ragioniere Walter Audisio, noto come colonnello Valerio (si davano da sé i gradi) che giunse a Dongo la sera del 28 aprile, mentre Mussolini e la Petacci furono uccisi la mattina. Mussolini e la Petacci furono uccisi nudi, e poi rivestiti come risultò dalla perizia necroscopica del prof. Cattabeni. Infatti i fori sui corpi erano di numero superiore rispetto al numero dei fori sugli abiti. La Petacci fu prima stuprata e violentata con un bastone di scopa anche nell'ano. Il fanatico massacratore Pertini lodò il film di Carlo Lizzani Mussolini ultimo atto dicendogli che però non era stato Walter Audisio ad uccidere Mussolini. E allora chi fu? domandò Lizzani. Questo non posso dirtelo, rispose quel disonesto di Pertini, che per salvare l'immagine e la memoria dei futuri capi dei partiti socialista e, soprattutto, comunista preferì portarsi nella tomba la verità storica.  
Tutto ciò detto è veramente scandaloso che debba ancora raccontarsi una storia ideologica degli anni 1943-45. Che si nasconda anche il fatto che fu Sandro Pertini, con Bruno Bauer (partito d'Azione) e Giorgio Amendola (partito comunista) ad organizzare il vigliacco attentato terroristico di via Rasella, pur sapendo che vi sarebbe stata una rappresaglia nazista (d'altronde prevista nei trattati internazionali di guerra e posta in essere anche dai vincitori americani, anche se se ne tace).      Ed è scandaloso che un prete l'altro giorno abbia voluto riconoscere qualche merito a Mussolini e sia stato per questo accusato di apologia del fascismo. L'Italia è al 57° posto nel mondo in quanto a libertà di pensiero. Viviamo in un sistema di regime liberticida. Ma il web è il loro nemico peggiore, e qualcuno vorrebbe persino censurarlo quando si dicono verità documentate che siano contrarie a questo sistema liberticida.

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