mercoledì 17 luglio 2013

CHIESA CATTOLICA SUICIDA: LA MOSCHEA DI ROMA FU COSTRUITA CON IL PERMESSO DEL PAPA PAOLO VI E FINANZIATA DALL'ARABIA SAUDITA

Questo papa Francesco ha detto che bisogna dialogare con gli islamici. Vuole affondare il cattolicesimo? Rimane come baluardo del cristianesimo quello ortodosso di Mosca, che, dopo la caduta di Costantinopoli (seconda Roma), dovuta alle scissioni e agli scismi all'interno del cristianesimo, si volle presentare come erede del cristianesimo autodefinendosi "terza Roma". E' incredibile come la storia del cristianesimo sia stata la causa principale delle invasioni islamiche. Ma pare che la storia per i papi non sia affatto maestra di vita. 
Ecco che cosa sono le moschee. Si prenda ad esempio la moschea di Roma, scelleratamente voluta anche dal papa Paolo VI, sperando da illuso che in questo modo i cristiani fossero tollerati nei Paesi slamici. UN CAZZO! Non vi è mai stata reciprocità tra cristianesimo e islamismo negli Stati islamici. Il Corano parla chiaro. E' prevista la pena di morte per chi si converta dall'Islam ad altra religione. Si sappia che gli arabi arrivarono ad un compromesso con i cristiani dei territori da essi invasi. I cristiani dovevano pagare una tassa per mancata conversione. Essi furono sempre considerati cittadini di serie B. Anche quei cristiani che, trovandosi già in Persia, prima dell'invasione araba, offrirono ai musulmani tutte le traduzioni dal greco all'arabo dei testi scientifici e filosofici dell'antica Grecia. Infatti mai gli arabi impararono il greco, rifiutando di impararlo per non contaminarsi con una lingua che non fosse quella del Corano. Perciò si rivolsero ai cristiani nestoriani di Persia, fuggiti dall'Impero bizantino dove erano considerati eretici perché negavano che Maria fosse madre di Gesù nella sua doppia natura umana e divina (affermavano infatti che fosse madre di Gesù solo in quanto uomo e che le due nature fossero distinte e non unite, come aveva sentenziato, invece, il Concilio di Efeso del 431). Era la dottrina di Nestorio, patriarca di Costantinopoli dal 428 al 431. Dunque la cosiddetta fioritura araba (corrispondente al nostro Medievo) fu dovuta unicamente al cristianesimo. I popoli islamici, senza l'Occidente, sarebbero rimasti alla condizione in cui si trovavano quando uscirono dalla loro tana che era stata sin allora l'Arabia. Il termine "tana" è usato dallo storico belga Henri Pirenne nel suo capolavoro intitolato Maometto e Carlomagno. Pirenne, contrariamente alla tradizione storiografica che si insegna ancora nei libri di storia, fa partire il nostro Medievo dall'inizio dell'invasione araba,  che portò, con la conquista di tutta la costa africana, alla chiusura del Mediterraneo e alla fine dei commerci dell'Europa con il Medioriente. Sulla costa africana si erano formati, dopo la fine dell'Impero romano d'Occidente, e prima dell'invasione araba, gli Stati cosiddetti romano-barbarici, che, divenuti cristiani, si vantavano di riconoscersi, almeno nominalmente, come sudditi di Roma. La scomparsa di questi Stati segnò anche la divisione tra Europa ed Africa. L'Europa diventò una fortezza assediata dall'islamismo che portò anche alla fine dei commerci marittimi a causa di un Mediterraneo che da mare nostrum divenne luogo di scorribande saracene anche sulle coste italiane. L'Islam fu dunque già nel nostro Medievo la rovina dell'Europa. Sugli stessi territori invasi dagli arabi si sovrappose poi l'invasione turca a iniziare dal XI secolo. 
Ora alle invasioni armate degli islamici si sta sostituendo una invasione non armata ancora più pericolosa perché sostenuta da una "cultura" che fa di un'Europa imbelle e cosiddetta democratica il terreno di conquista islamica all'interno della stessa Europa. Infatti gli islamici sanno di poter usare contro e dentro l'Occidente una terribile arma, quella della loro prolificità facendo figli dentro l'Europa. "Il ventre delle donne islamiche darà a noi la vittoria" disse l'algerino Boumedienne. E i governi insipienti e scellerati si bendano gli occhi di fronte a questa invasione interna. Le moschee, che dovrebbero essere considerate fuori legge, si espandono di numero come covi di propaganda di quel libro pazzesco che è il Corano. Eccone una dimostrazione. 

 

Alla grande moschea di Roma c´è un imam che invoca la guerra santa

Prediche incendiarie ai musulmani nella diocesi del papa. E non è un caso isolato. Le moschee sono in mano a islamisti radicali

di Sandro Magister               


ROMA - In Vaticano minimizzano: «In fondo sono cose dette in una sola moschea italiana. E a dare eccessivo peso a un fatto locale si corre il rischio di compromettere il dialogo». Così ha commentato l´arcivescovo Michael L. Fitzgerald, presidente della commissione pontificia che si occupa dei rapporti con l´islam.

Ma la moschea è quella di Roma, la diocesi del papa, ed è la più grande d´Europa. Inaugurata nel 1995, fa capo al Centro islamico culturale d´Italia e ha il patrocinio dei governi arabi e in particolare dell´Arabia Saudita. L´imam che ogni venerdì vi pronuncia la predica, la khutba, è stato mandato lì dai teologi dell´università Al Azhar del Cairo, la più autorevole di tutto il mondo islamico. E le cose dette non sono di poco conto. La predica di venerdì 6 giugno 2003 culminava con queste invocazioni, intercalate dagli "amen" dei presenti:

«O Allah, fai trionfare i combattenti islamici in Palestina, in Cecenia e altrove nel mondo! O Allah, distruggi le case dei nemici dell´islam! O Allah, aiutaci ad annientare i nemici dell´islam! O Allah, assicura ovunque la voce della nazione dell´islam!».

Ad ascoltare la predica nella moschea, pronunciata in arabo, c´era Magdi Allam, inviato del quotidiano "la Repubblica", egiziano di nascita e autore di libri importanti sul mondo musulmano. L´indomani, 7 giugno, brani della khutba sono apparsi sulla prima pagina di "la Repubblica", assieme a una dichiarazione dell´imam, interrogato dallo stesso Allam, sui terroristi che si fanno esplodere per uccidere gli ebrei:

«Dal punto di vista islamico non c´è alcun dubbio che le operazioni dei mujahidin contro gli ebrei in Palestina sono legittime. Sono operazioni di martirio e gli autori sono dei martiri dell´islam. Perché tutta la Palestina è un Dar al-Harb, territorio di guerra. Perché tutta la società ebrea occupa illegalmente una terra islamica».

L´imam della moschea di Roma è Abdel-Samie Mahmoud Ibrahim Moussa, 32 anni, egiziano. Non sa l´italiano e parla un arabo con l´inflessione del delta del Nilo. Magdi Allam ha scritto, in un secondo servizio su "la Repubblica" dell´8 giugno:

«Egli è il prodotto genuino di una cultura e di una ideologia che oggi è imperante in seno all´università islamica di Al Azhar, una sorta di Vaticano dell´islam sunnita. Ma non si tratta affatto di un caso isolato. Altri esponenti islamici in Italia, legati ai Fratelli Musulmani e alle correnti di pensiero radicali, hanno espresso comprensione e solidarietà all´imam di Roma. [...] Il problema vero è l´occupazione della maggioranza delle moschee da parte di reti integraliste internazionali. [...] Il precedente imam della grande moschea di Roma, lo sheikh Mahmoud Hammad Sheweita, temette per la propria incolumità fisica quando condannò gli attentati suicidi, mettendosi contro una parte dei fedeli di tendenze radicali. [...] Se oggi la stampa è in grado di rivelare quanto accade all´interno delle moschee, ciò si deve principalmente a una riscossa interna al mondo musulmano italiano. Da più parti c´è insofferenza e disagio per le prediche oltranziste e per il dominio degli integralisti».
              

2 commenti:

Sergio ha detto...

Caro prof. Melis,

la Chiesa non ha alternativa al dialogo con l'islam. Anzi, l'alleanza con l'islam potrà arrestare temporaneamente l'emorragia di credenti e rinviare la fine della Chiesa stessa le cui chiese sono sempre più vuote. L'era moderna non sa che farsene dei dogmi cristiani. La questione del Filioque non interessa veramente più nessuno, nemmeno i teologi. I papi (Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio) continuano a ripetere che la fede illumina la ragione, ma è una cosa da ridere. Il cristianesimo è morto e stramorto e sopravvive a stento, nonostante l'aiuto degli ex comunisti atei di casa nostra (Napolitano, d'Alema, Bertinotti ecc. ) e di certi sedicenti filosofi alla Cacciari o Pera (Pera scriveva feroci articoli anticlericali sulla prima pagina del Corriere dichiarandosi malinconicamente l'ultimo anticlericale d'Italia ma rimase poi folgorato da Ratzinger).

In questa triste situazione alla Chiesa non resta altra scelta che l'alleanza delle fedi, di tutte le religioni, per sopravvivere. Solo che l'islam al contrario del cristianesimo è una religione ancora viva, tanto è vero che taglia la testa agli apostati e ai fedeli di altre religioni. Grazie a questa alleanza la Chiesa crede e spera d'imporre di nuovo il silenzio o almeno di tacitare la critica della religione che per l'islam è blasfemia da punire con la morte. La libertà d'espressione è in serio pericolo e sarà presto conculcata. Basti pensare alle direttive dell'UE in merito alla discriminazione.
È chiaro che alla fine vincerà l'islam, ma intanto la Chiesa potrà ancora vivacchiare e sperare. Chissà, le vie del Signore sono infinite ...

Pietro Melis ha detto...

Il dialogo con altre religioni è solo manifestazione di debolezza. Come ha fatto notare un commentatore del successivo post (ore 18.22), nessun'altra religione cerca il dialogo con altre religioni. Tutto è iniziato con lo sciagurato Concilio Vaticano II con il cosiddetto "papa buono" Giovanni XXIII. E gli altri papi erano cattivi? L'ultimo grande papa è stato Pio XII, un papa di ferro che non avrebbe ammesso un dialogo interreligioso. Ma erano altri tempi, e l'islamismo era ancora dormiente e non vi era ancora il fenomeno dell'immigrazione. Si aggiunga che la caduta del comunismo in Unione Sovietica è stata anch'essa causa dell'espansione di un capitalismo corruttore dell'Occidente perché non ha più avuto argini in quella che era la seconda potenza mondiale (l'Unione Sovietica) a cui è succeduta una Russia anch'essa capitalistica.Nell'Unione Sovietica non vi erano i grandi ricchi ma nessuno era privo di lavoro, per altro obbligatorio. Ora anche in Russia vi sono i grandi ricchi ma anche i grandi poveri abbandonati ai margini della società. L'Unione Sovietica è stata un grande bastione contro l'islamismo. Non è un caso che l'islamismo abbia alzato la cresta in tutto il mondo solo dopo la scomparsa dell'Unione Sovietica. In fondo anche ai papi sarebbe convenuto che l'Unione Sovietica non scomparisse per non avere a che fare con il vero nemico che è l'islamismo, perché il cristianesimo negli Stati comunisti, anche durante Stalin, veniva tollerato nella vita privata e non combattuto.