domenica 4 agosto 2013

LA GRANDE CONFUSIONE: UN PARLAMENTARE NON RIVESTE UN PUBBLICO UFFICIO. DUNQUE NON VI PUO' ESSERE INTERDIZIONE DI UN PARLAMENTARE DA UN PUBBLICO UFFICIO, CHE EGLI NON RIVESTE. STA AL DI SOPRA DEI MAGISTRATI, CHE RIVESTONO PUBBLICI UFFICI

Berlusconi è stato condannato all'interdizione dai pubblici uffici. Ma quali sono i pubblici uffici? Partiamo dall'art. 1 della Costituzione. "la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Ma quali sono i limiti? Sembra che i limiti siano quelli previsti dall'art. 65: "La legge determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di deputato e di senatore". Questa è veramente una Costituzione di MERDA, frutto di un pasticciato compromesso nel 1946 tra democristiani e comunisti. I costituenti  non si sono accorti della profonda contraddizione con l'art. 1. Se si va a vedere che cosa si intenda per "pubblico ufficio" si capisce subito che si intende tutto l'apparato amministrativo dello Stato. Cito:
La funzione amministrativa si distingue da quella legislativa (o, più in generale, normativa) perché quest'ultima si traduce nella creazione di norme generali e astratte, con efficacia erga omnes, laddove l'amministrazione invece provvede tendenzialmente per il caso singolo, mediante norme speciali e concrete, aventi efficacia inter partes. Peraltro, vi sono anche atti della pubblica amministrazione che hanno come destinatari una pluralità indeterminata di soggetti (atti generali); alcuni di questi contengono norme non solo generali ma anche astratte, perché applicabili a una pluralità indeterminata di casi, nel qual caso si tratta di veri e propri atti normativi (regolamenti) e siamo di fronte all'esercizio di funzioni materialmente normative da parte di organi amministrativi, in deroga al principio di separazione dei poteri. La funzione amministrativa si differenzia, invece, dalla funzione giurisdizionale per la particolare posizione di terzietà del giudice che caratterizza quest'ultima.
In virtù del principio di legalità, proprio dello stato di diritto, gli organi della pubblica amministrazione possono esercitare le sole potestà loro conferite dalle norme, tendenzialmente generali e astratte, poste dal potere legislativo e le devono esercitare in conformità a tali norme. Il principio vale anche per gli atti formalmente amministrativi con i quali viene esercitata una funzione materialmente normativa, ossia per i regolamenti, i quali, pertanto, non potranno che essere subordinati alla legge nella gerarchia delle fonti del diritto.
Dunque la funzione legislativa non può essere ricompresa nel pubblico ufficio. E' tutta la burocrazia statale che è compresa nel pubblico ufficio. Ma la burocrazia dipende dal legislativo. Dunque il legislativo non può ricomprendere se stesso nel pubblico ufficio. Il termine "ufficio" compreso nell'art. 65 della Costituzione non può essere inteso come pubblico ufficio. Diversamente il popolo non sarebbe sovrano nell'eleggere i suoi rappresentanti. Per questo fu originariamente introdotta l'immunità parlamentare. Il popolo, se è sovrano, deve poter eleggere chi vuole. Anche un delinquente? Sì, anche se può sembrare paradossale. Vi ricordate il caso di Toni Negri che si trovava in carcere e che poi ne uscì perché fu eletto in parlamento come candidato del partito radicale? Fu poi privato dell'immunità parlamentare e fu costretto a fuggire in Francia. Ma l'immunità parlamentare non può essere tolta se non spogliando il popolo elettore della sua sovranità. Può sembrare inaccettabile tutto ciò ma la logica deve prevalere su qualsiasi altro motivo. Il parlamentare non può essere considerato alla stregua di un dipendente pubblico. Infatti, se lo fosse, dipenderebbe dalla legge. Ma il parlamentare, che fa la legge, compresa la riforma della Costituzione, è al di sopra della legge, e, sino a quando è parlamentare, non può dipendere dalla legge se è egli stesso parte del legislativo, da cui dipendono tutti i pubblici uffici. Le Regioni, le Province e i Comuni, al contrario, sono considerati come organi AMMINISTRATIVI dello Stato perché le leggi regionali sottostanno alle leggi nazionali, da cui dipendono. Perciò nessuna immunità può essere concessa ai consiglieri regionali, provinciali e comunali, che rientrano nell'amministrazione dello Stato. Solo i parlamentari non vi rientrano. 
Prima di portare obiezioni a ciò che ho detto gli ignoranti vadano a leggersi quanto sul concetto di sovranità del popolo hanno scritto illustri pensatori che con la loro filosofia del diritto hanno precisato nell'età moderna che cosa si intenda per sovranità popolare. Vadano a leggersi Hobbes, Spinoza, Locke, Montesquieu, Rousseau. Certo, può dar fastidio che in un parlamento siedano dei delinquenti. Ma non bisogna confondere la morale con il diritto. Il diritto è fondato sulla sovranità popolare. Se in un parlamento siedono dei delinquenti si può rispondere con Aristotele che "ogni popolo ha il governo che si merita" (Politica, VIII). Dunque un popolo che eleggesse in parlamento un delinquente si meriterebbe quel delinquente in parlamento. Egli, una volta eletto, non può dipendere da alcun altro. Solo da quell'elettorato che l'ha eletto e che è sovrano nella sua scelta.    
Ripeto, comunque, che il parlamentare non può essere considerato alla stregua di un pubblico ufficiale. Pubblici ufficiali sono invece i magistrati, perché non rappresentano il popolo, non essendo stati eletti dal popolo, essendo divenuti tali solo per avere superato un concorso, come un qualsiasi dipendente dello Stato. Ma il parlamentare non è un dipendente dello Stato. Esso è lo Stato in quanto si identifica con il potere legislativo dello Stato. 
Piaccia o non, le cose stanno in questo modo. E' dunque paradossale che un giudice, tale per avere vinto un concorso entro l'amministrazione pubblica della giustizia, possa avere un potere superiore a quello di un parlamentare, onesto o disonesto che sia. Un parlamentare disonesto risponderà dei reati da lui commessi ma non può essere privato del suo potere legislativo sino a quando rimarrà parlamentare, cioè rappresentante della volontà popolare, che è sovrana, sino al termine del suo mandato. Per ovviare a certe conclusioni che sembrano paradossali perché in questo modo rimarrebbe in parlamento anche un assassino vi è un solo rimedio. Introdurre nella Costituzione un referendum che permetta a quell'elettorato che lo ha eletto di farlo decadere da parlamentare. Ma nessun altro, nemmeno l'assemblea parlamentare, può togliergli il mandato perché l'assemblea fa da intermediaria della sovranità popolare. Essa la esprime solo indirettamente.  
Hobbes e Spinoza portano un esempio. Supponiamo che un sovrano (che può essere un monarca assoluto oppure una assemblea secondo Hobbes) faccia delle leggi pazze. Che deve fare il popolo? Destituire il sovrano o l'assemblea? No, almeno sino a quando l'assemblea non porta a termine il mandato. L'alternativa è la rivoluzione. Con questa si sostituisce alla precedente legalità una nuova legalità. 
Riassumendo. Berlusconi è stato interdetto dai "pubblici uffici". Quali sono i pubblici uffici? Pubblici uffici sono le amministrazioni pubbliche. Su questo non ci piove. E' forse il parlamento un pubblico ufficio? Manco per sogno. Il legislativo è il fondamento delle norme che regolano la pubblica amministrazione. Dunque il parlamento non può ricomprendersi nella pubblica amministrazione. Il parlamento è sovrano quale rappresentante del popolo che esercita la sovranità nelle forme e nei limiti previsti dalla legge (art. 1 Cost.). Ma i costituenti hanno commesso un bel pasticcio con l'art. 65 che dice che "la legge determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'UFFICIO di deputato e di senatore". Che cosa si intende per "ufficio"? il termine è sbagliato. Quello di deputato e di senatore non è un ufficio se per ufficio si intende un "pubblico ufficio" dal quale Berlusconi è stato interdetto. I deputati e i senatori non rivestono un "pubblico ufficio", perché questo riguarda l'amministrazione pubblica. Dunque Berlusconi non poteva essere interdetto dai pubblici uffici perché il senatore non è un pubblico ufficiale, cioè un dipendente dall'amministrazione pubblica, a cui normalmene si accede con concorso. Pubblici ufficiali sono i magistrati. Può un pubblico ufficiale quale un giudice interdire dai pubblici uffici uno che non appartiene ai pubblici uffici perché non fa parte dell'amministrazione pubblica e che, al contrario, in quanto parlamentare, fonda le norme che regolano i pubblici uffici? impossibile. Questa Costituzione è veramente tutta da riscrivere. 
Berlusconi è stato interdetto da nulla da questi pezzi di merda di magistrati se è stato interdetto dai “pubblici uffici”. Non può essere interdetto da senatore uno che, in quanto senatore, non appartiene ai “pubblici uffici”. Nessuno ha colto questa enorme contraddizione.     
         

2 commenti:

Unknown ha detto...

Sbagliato, la Magistratura è indipendente dal Potere Legislativo,quindi ha potuto interdire Berlusconi.

Unknown ha detto...

D'accordo e non poiché quando si tratta di art66 i parlamentari in deroga all.ART 102 costituzione diventano giudici dunque a mio parere sottoposti all.ART 28 costituzione altrimenti come applicherebbero le sentenze di incostituzionalità delle leggi elettorali...?nel caso del porcellum incostituzionale questi giudici hanno omesso di far decadere i 148 incostituzionali...Dunque sono esenti da responsabilità che poi si estenderebbe allo stato ...ora che il parlamento è sciolto perché non procedono nei loro confronti soprattutto perché la controversia non riguarda una norma dei regolamenti interni alle camere ma bensì ulteriormente una legge dello stato e l.applicabilità di una sentenza che spetta solo alle camere se a livello penale non si procede con l.usurpazione di potere politico