mercoledì 16 ottobre 2013

PENSIONI D'ORO E PENSIONI TARTASSATE. I FARABUTTI DELLA CORTE COSTITUZIONALE CON LA CONNIVENZA DEL GOVERNO.

Ho già spiegato in altro articolo come molti componenti della Corte Costituzionale siano di nomina anticostituzionale. Lo ripeto. Questa Corte dei Miracoli in dicembre dovrà decidere sulla costituzionalità della legge elettorale porcellum, facendo finta che almeno sei dei 15 componenti non siano di nomina anticostituzionale essendo stati eletti (per 1/3) da parlamenti eletti con il porcellum (anticostituzionale) e per 1/3 da un presidente della Repubblica anticostituzionale di riflesso perché nominato da parlamenti eletti con il porcellum. Questa Corte, pur essendo, dunque, anticostituzionale nella sua composizione, ha la pretesa di giudicare ciò che è anticostituzionale. INCREDIBILE MA VERO. E si continuaa tacere.  Risulto l'unico in Italia a far rilevare da mesi questo paradosso. Questa stessa Corte ha dichiarato anticostituzionale un prelievo del 5% dalle pensioni più alte perché ha ritenuto che questo significasse violare i diritti acquisiti, non facendo differenze tra pensioni retributive (che venivano concesse in base allo stipendio dell'ultimo anno) e pensioni contributive (concesse oggi solo in base agli effettivi contributi pagati in tutti gli anni di lavoro). Questi farabutti della Corte, come è stato rilevato anche in qualche trasmissione televisiva, durano in carica nove anni ed eleggono come presidente (che dura in carica tre anni) quello più vicino alla pensione in modo da permettergli di avere una pensione più alta. Ma a parte tutto ciò, come mai in passato la Corte dei Miracoli non ha mai dichiarato anticostituzionali le pensioni retributive considerando la sperequazione tra ciò che essi hanno guadagnato con la pensione che oggi percepiscono e ciò che essi hanno pagato in fatto di contributi? 
In secondo luogo, se non bastasse questo argomento, che varrebbe a tagliare le pensioni retributive, come mai nemmeno questo governo ha trovato una soluzione diversa che non incorrerebbe nell'asserita, quanto infondata, anticostituzionalità del taglio dei diritti acquisiti? Vi è infatti una soluzione semplice che salterebbe questo ostacolo. Lo Stato può sempre aumentare le tasse variando le aliquote riguardanti le tasse. Vi sono pensioni scandalose che arrivano persino a 100.000 euro al MESE (sebbene lordi). Quanto pagano queste pensioni di tasse? Non lo so. Ma supponiamo che paghino anche il 40% di tasse. Ebbene, basterebbe cambiare le aliquote per certi tetti, non solo per le pensioni, ma anche per gli stipendi, portando, per esempio, il 40% almeno al 60%, e questi superparassiti della società non potrebbero più bloccare e congelare le pensioni che superano le 3000 euro lorde. Ma anche questo governaccio non ha il coraggio di toccare i poteri forti. Figuriamoci se avrebbe il coraggio di toccare gli stipendi e le pensioni dei magistrati, soprattutto di quelli che stanno ai vertici della magistratura. E sì, perché aumentando le tasse per tutti gli stipendi che superano un certo tetto ci sarebbe prima di tutto la rivolta dei magistrati. E poiché non si ha il coraggio di tagliare i loro stipendi, e conseguentemente le loro pensioni aumentando le aliquote di tassazione,  non si possono tagliare nemmeno quelli di altre categorie, come quelli dei manager magnaccia di Stato. Ecco come si spiega la vigliaccheria di questo Stato debole con i forti e forte con i deboli. Le caste se ne fregano del congelamento delle loro pensioni, essendo la loro perdita irrisoria, mentre anche quelli che hanno pensioni che superano anche di poco 3000 euro al mese dovranno  essere ritenuti ricchi e ridotti nel tempo allo stato di quasi povertà, perché le loro pensioni rimarranno ferme mentre il costo della vita continuerà ad aumentare.         

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