giovedì 18 settembre 2014

IL VANGELO DI MATTEO NON CONDANNA IL DIVORZIO. GESU' EBBE CINQUE FIGLI DA DUE MOGLI

Non discende certamente da una legge naturale l’indissolubilità del matrimonio, che Ratzinger considera necessaria perché la sua mancanza sarebbe indice di corruzione morale. Come se per riconquistare la sua anima cristiana l’Occidente dovesse abolire il divorzio, mostrando di essere così moralmente superiore al resto del mondo, ma di fatto abolendo la distinzione tra Stato e Chiesa. Tranne che Ratzinger voglia limitarsi soltanto ad un appello alle singole coscienze dei cristiani. Ma anche in questo caso proponiamo al cardinale Ratzinger una rilettura, più attenta, del vangelo di Marco (10, 1-12) confrontandolo con quello di Matteo (19, 9-12), che su quest’argomento è più esteso, in quanto non esclude il divorzio, ma si limita a proporre, invece che imporre, la conservazione del legame matrimoniale come perfezione morale, non a tutti richiesta. Infatti i discepoli avevano obiettato a Gesù: “Se tale è il caso dell’uomo rispetto alla donna non conviene prender moglie”. “Ma Gesù rispose loro: “non tutti son capaci di praticare questa parola, ma quelli soltanto ai quali è dato”. E prosegue con una metafora: “Vi sono degli eunuchi i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi i quali si son fatti eunuchi da sé a cagione del regno dei cieli. Chi è in grado lo faccia”. Dunque Gesù non pretese che tutti si facessero eunuchi da sé, cioè - fuori della metafora - non divorziassero. Disse soltanto che chi si fosse fatto eunuco, cioè non avesse divorziato, avrebbe acquistato un merito maggiore. Il suo concludere con “chi è in grado di farlo lo faccia” non lascia dubbi. Esso significa soltanto: chi è in grado di rinunciare al divorzio non divorzi. Non vi è alcun divieto di divorzio, perché viene solo espressa una preferenza morale. Il divieto del diverzio è un’invenzione della Chiesa cattolica. E si sa quale fosse il contesto storico in cui la frase di Gesù fu pronunciata: gli ebrei talvolta, pur contro la riforma legislativa di Esdra e di Nehemia (V secolo a. C.), che vietava il matrimonio con donne straniere, ripudiavano la moglie, appellandosi alla legge mosaica, ma per risposarsi con una straniera, di altra religione, ed usufruire in tal modo della protezione, politica ed economica, di una grande famiglia straniera. Gesù voleva soltanto frenare una pratica che si stava estendendo. “Nell’ebraismo è infatti la religione della madre a determinare quella dei figli, perché la sua identità è sempre sicura”. 1



D’altra parte, da alcuni rotoli trovati qualche decennio fa in Palestina e portati a New York da un teologo australiano, che li tradusse – e di cui non si è più scritto né parlato, forse per ovvi motivi - risultava che Gesù si era sposato due volte, che la seconda moglie fu Maria Maddalena e che ebbe complessivamente cinque figli. Tutti nipoti di Dio Padre, se Gesù era figlio di Dio? Sarebbe bene che Ratzinger ci desse ulteriore notizia di questi rotoli.
1 J. Alberto Soggin, Introduzione all'Antico Testamento, op. cit., pp. 428-29.

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