lunedì 15 dicembre 2014

ROBERTO BENIGNI: UN SUPER IGNORANTE CHE ENFATIZZA LA BIBBIA COME VERITA' STORICA NON AVENDO ALCUNA CONOSCENZA DELL'ESEGESI BIBLICA, CHE HA DEMOLITO TUTTA LA BIBBIA RIDUCENDOLA A MITOLOGIA E A ROMANZO. OPERAZIONE GRAVEMENTE DISEDUCATIVA E DA BARACCONE DELLA RAI CHE SPERPERA I SOLDI DEI CRETINI CHE PAGANO IL CANONE

Faccio una serie di considerazioni per evidenziare tutta l'ampollosa retorica con cui l'ex comico Benigni (giunto ormai da tempo alla sua eclissi) ha intessuto di banalità e di falsità la sua pietosa esibizione sui dieci comandamenti (essendo giunto per ora solo al terzo). Così  si fanno i soldi, con la complicità dei disonesti della Rai che gli danno importanza, certi che questo furbastro possa riscuotere successo. Ma lo può riscuotere solo presso i gonzi che si divertono da ignoranti ascoltando le sue scempiaggini. Io mi sono fatto un mazzo studiando i testi dei maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento, ed esponendo i loro risultati nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica. E questo ignorante si fa i soldi senza aver fatto alcuna fatica. Invidia? No! Solo disprezzo. 
Si dice il Genesi e non la Genesi perché è un termine che si riferisce al libro primo della Bibbia. Ma trascuriamo questo errore (in cui cadono persino i preti). Aggiungo che il Genesi, pur essendo il primo libro della Bibbia, in realtà, per quanto riguarda la descrizione della creazione del mondo, risulta essere stato aggiunto per ultimo. Infatti gli ebrei si accorsero tardi, quando passarono dal paganesimo (o politeismo) al monoteismo, che il loro dio Jahweh non poteva non essere anche creatore. Che razza di dio unico sarebbe diventato se non fosse divenuto anche creatore? Ma notare la contraddizione: pur essendo divenuto dio unico rimase sempre dio del solo popolo ebraico. Il popolo eletto. Un dio prototipo del razzismo.  
1)Tutto il discorso da facilone e da guitto di Benigni su Mosè è stato un'esaltazione di questo lurido e sanguinario personaggio.
2) Benigni ha detto che gli ebrei che si trovavano in Egitto erano un milione. Ma allora non ha letto bene nemmeno l'Esodo, in cui si dice che erano 600.000. Si badi poi che nel Genesi si dice che l'ingresso degli ebrei in Egitto avvenne con Giacobbe e con i suoi 70 familiari. Dopo 400 anni (ma in altro passo si dice che gli anni fossero 430) gli ebrei della fuga dall'Egitto erano diventati ben 600.000. Cosa impossibile anche se i 70 e i loro discendenti non avessero fatto altro che copulare continuamente tra loro, e all'inizio con vari incesti tra i 70 della famiglia di Giacobbe (figli e nipoti).  
Inoltre, poiché Abramo viene normalmente riferito agli anni 1800, anche supponendo che Isacco e Giacobbe fossero divenuti centenari come Abramo (che ebbe a 100 anni dalla moglie Sara, novantenne, il figlio Isacco), con Giacobbe si scenderebbe agli anni 1500 per datare l'ingresso in Egitto di Giacobbe. E a condizione che anche Isacco avesse avuto il figlio Giacobbe a 100 anni e che Giacobbe fosse entrato in Egitto all'età di 100 anni. Il che è assolutamente escluso dallo stesso racconto biblico. Pertanto come data dell'ingresso di Giacobbe e dei suoi 70 familiari in Egitto si può stabilire al massimo una data riferentesi agli anni 1400. Ma anche partendo dagli anni 1400 i conti non tornano se Mosè, nato in Egitto, viene posto normalmente nel XIII secolo (perciò negli anni 1200) e se, come si dice nell'Esodo, la "schiavitù" in Egitto durò 400 anni. Sottraendo 400 da 1400 si arriverebbe agli anni 1000 come datazione della fuga dall'Egitto. Ma ciò è impossibile perché la prima data storicamente accertabile è quella del regno di Davide (1020-960). E' evidente allora che anche in base al raffronto delle date tutto ciò che nel racconto biblico è riferito ai cosiddetti patriarchi (Abramo, Isacco, Giacobbe) e a Mosè è puramente inventato.      
3) Benigni ha detto che il nome di Dio era talmente ineffabile (al di là di ogni pensiero) che non era nemmeno pronunciabile perché era formato da quattro consonanti (e non ha detto che le consonanti erano JHWH). Ignorante! Nell'antico ebraico scritto non esistevano le consonanti, e le vocali venivano aggiunte nell'ebraico parlato. Dunque il nome Yhwh non faceva affatto eccezione. E' falso che esso non fosse pronunciabile. Che poi il dio ebraico fosse così poco ineffabile è dimostrato da tutti i racconti che lo riguardano, in cui appare sempre come protagonista in terra e non in cielo. Egli è sempre l'ispiratore di tutte le più terribili stragi messe in atto prima su ordine di Mosè e poi su ordine del suo successore Giosuè. Ineffabile sì, ma come stragista. Ma uno stragista anche ridicolo apparendo sempre privo di ragione perché sempre privo di logica. In realtà Jahweh è l'immagine dell'antico popolo ebraico, che, come hanno osservato molti studiosi, non conosceva il principio di non contraddizione. E pensare che questo stragista (dio degli eserciti) è poi diventato il Padre nella trinità cristiana. Ma fu ridotto al silenzio dal Figlio (Logos per influenza del neoplatonismo nel cristianesimo). Stanco di essere ridotto al silenzio Jahweh uscì dalla trinità e si trasformò in Allah aggiungendo disgraziatamente il proselitismo attuato con le invasioni armate. Infatti l'islamismo, come l'ebraismo, nega la trinità. Iniziò la più grande disgrazia della storia. 
4) Quanto agli animali questo ignorante e/o disonesto di Benigni ha detto che il dio ebraico li considerava come creature dotate di anima e che dunque certamente erano destinate anch'esse all'immortalità. FALSO. FALSO. Prima di tutto gli animali sono considerati al servizio dell'uomo, che ne può disporre come vuole, esercitando su di essi il suo dominio (come è documentato nell'orribile discorso di Jahweh (come si vede pronunciabile) a Noè. E Benigni non ha fatto alcun riferimento al Levitico, dove si dà una distinzione tra animali puri (mangiabili) ed animali impuri (non mangiabili). Pertanto non si capisce quale dominio l'uomo possa esercitare sugli animali impuri se essi non debbono essere nemmeno toccati perché altrimenti bisogna sottoporsi ad un processo di purificazione (uccidendo una coppia di animali puri, cioè mangiabili). E non sto qui a riportare (per non andare troppo alle lunghe) il lungo elenco degli animali impuri. Notare che tra quelli impuri vi sono quasi tutti gli uccelli (tranne piccioni e gallinacei, mangiabili), e tra gli uccelli impuri per ignoranza degli antichi ebrei è compreso il pipistrello, che non è un uccello ma un mammifero. Tutti gli insetti e i crostacei sono animali impuri, ma fanno eccezione le cavallette, perciò mangiabili (forse per sfruttare le loro frequenti invasioni).
In secondo luogo Benigni, veramente ignorante, non sa che gli antichi ebrei non credevano affatto nell'immortalità dell'anima umana. Figuriamoci se potevano attribuirla anche agli animali. I Sadducei, che si presentarono sempre come veri interpreti del Pentateuco (primi cinque libri della Bibbia) ancora all'epoca di Gesù escludevano l'immortalità dell'anima, che fu introdotta invece da un'altra setta ebraica, quella dei Farisei, dopo che l'ebraismo subì l'influenza del tardo pensiero greco, quello ellenistico dell'Egitto (III-II secolo a. C.). Dunque molto tardivamente gl antichi ebrei, ma non tutti, incominciarono a credere nell'immortalità dell'anima umana. E quanto agli animali il comico Benigni (che non fa più ridere, essendo diventato solo ridicolo) si è ben guardato dal dire che secondo le regole mosaiche (tuttora rispettate dagli ebrei credenti, da cui hanno purtroppo copiato gli islamici) il povero animale deve essere ucciso per lento dissanguamento in piena coscienza perché la privazione della coscienza lo renderebbe difettoso e perciò impuro. Altro che aggiungere anche ad esso l'immortalità dell'anima! Solo altra sofferenza gli si aggiunge. Basta leggere il libro del Levitico, orrendo libro di macelleria.  
5) Benigni si è inventato il sabato come giorno di riposo, cioè come  astensione dal lavoro, anche per tutti gli animali. Ma che cos'era il riposo? Benigni non ha citato l'episodio di Mosè che fece condannare a morte un tale che si era permesso di salvare il suo asino che era scivolato dentro un burrone. Perché anche quello era un lavoro. Incredibile. E tuttora gli ebrei credenti (come vogliono i rabbini) ritengono che anche il cucinare il sabato sia un lavoro. Pertanto essi cucinano il venerdì sera prima del tramonto, con cui inizia il sabato. E lasciano le luci accese il venerdì sera perché anche accendere le luci il sabato è un lavoro. Roba da mentecatti. Io mi domando: ma allora in Israele il sabato si dovrebbe fermare tutto? Si fermano anche i trasporti e i mezzi pubblici? E l'esercito israeliano dovrebbe riposare il sabato e non sparare anche se attaccato dagli arabi perché la guerra è lavoro?        
6) Cosa assai grave è che Benigni abbia rinforzato la perdurante credenza presso gli ignoranti che gli antichi ebrei siano stati sempre monoteisti. FALSO. Gli antichi ebrei furono pagani, cioè politeisti, sin dalle loro origini (in Mesopotamia) e per molti secoli rimasero tali anche in Palestina, perché adoravano anche altre divinità, tra cui il dio Baal, principale avversario di Jahweh. Dal politeismo passarono alla monolatria (cioè all'adorazione di un solo dio, pur riconoscendo l'esistenza di altri dèi). E ciò avvenne con un decreto del re Giosia del 609 a.C. (naturalmente). Così Jahweh divenne per la prima volta un dio nazionale, che escludeva il culto di altre divinità. Infatti nel tempio-mattatoio, fatto costruitre da Salomone sulla base dei disegni lasciatigli dal padre Davide, si erano sempre fatti sacrifici di animali in onore di altri dèi, anche perché Salomone (che passò falsamente alla storia come re saggio) ebbe (dice la stessa Bibbia) 300 mogli e 700 concubime, di cui molte straniere, legate ai culti del paganesimo. E anche per questo Salomone, cioè per non porsi contro le credenze pagane di molte sue donne, non osteggiò mai i culti pagani. Come facesse poi a scoparsi 1000  donne anche questo fa parte del romanzesco. Salomone (a cui falsamente vengono attribuiti molti dei Proverbi, libro della Bibbia, in realtà scritti alcuni secoli dopo di lui) fu così "saggio" da sperperare il danaro pubblico anche per costruirsi una lussuosa reggia dopo avere dissanguato con tasse il popolo per la costruzione del tempio-mattatoio. A tal punto che provocò una scissione del regno ereditato dal padre Davide (costruito con le sue conquiste). Infatti il territorio del Nord, regno di Israele con capitale Samaria, si separò da quello del sud, regno di Giuda, con capitale Gerusalemme. I samaritani si erano rifiutati di continuare a sovvenzionare Gerusalemme e il suo tempio-mattatoio, e inoltre non accettavano che Jahweh fosse riconosciuto come divinità principale, rifiutando che il culto religioso venisse centralizzato in Gerusalemme. Soltanto dopo la distruzione del tempio-mattatoio ad opera del re babilonese Nabucodonosor nel 587, con la conseguente deportazione della popolazione cittadina in Babilonia (furono risparmiati gli ebrei delle campagne, che non dovevano essere abbandonate secondo l'ordine dello stesso Nabucodonosor) avvenne il passaggio dalla monolatria al monoteismo. Infatti i deportati incominciarono a pensare che la distruzione di Gerusalemme fosse dovuta ad una punizione di Jahweh per il fatto di non essere mai stato riconoscouto come dio unico. I discendenti dei deportati, tornati in Palestina dopo l'editto del 539 di Ciro il grande, re di Persia, che aveva inglobato senza colpo ferire il regno di Babilonia, vi portarono anche il monoteismo. E dopo 20 anni fu costruito un altro tempio-mattatoio, questa volta con il culto del solo Jahweh. Ingrandito di molto da Erode il grande, il secondo tempio-mattatoio durò sino alla sua distruzione ad opera dei Romani nel 70 d. C. ad opera dell'esercito di Tito, figlio di Vespasiano e succeduto al padre come imperatore. Questo è in sintesi il passaggio degli antichi ebrei dal politeismo al monoteismo.         
7) Benigni ha detto che Dio stesso scrisse con il dito il comandamenti. Ma ha evitato di aggiungere che le tavole cosi scritte furono poi distrutte da Mosè dopo che discese dal Sinai e si accorse che il popolo ebraico nei 40 giorni da lui trascorsi sul Sinai si erano dati al paganesimo adorando il vitello d'oro. Mosè ordinò una strage di tutti coloro che avevano adorato il vitello d'oro. Poi risalì sul Sinai con il popolo purificato (cioè quello restante dopo la strage) e le tavole dei comandamenti non furono più scritte da Jahweh ma dettate da Jahweh a Mosè. 
Orbene, tutto questo è storicamente impossibile perché è documentato dai maggiori studiosi della storia ebraica che all'epoca in cui è posto il fantomatico Mosè (1300 a.C.) gli ebrei non possedevano ancora la scrittura. Dunque tutto il racconto riguardante i dieci comandamenti è stato puramente inventato da scrittori anonimi successivi (la prima redazione della Bibbia risale a non prima del V secolo). Che Mosè non possa essere stato inventato prima del V secolo è anche dimostrato dal fatto che tutti i primi grandi cosiddetti profeti (a cominciare da Michea, Isaia, Ezechiele, Geremia, VIII-VII secolo), mentre hanno conoscenza di Abramo, Isacco e Giacobbe (personaggi anch'essi inventati e tratti da tre indipendenti racconti di origine mesopotamica e cuciti insieme dagli antichi ebrei trasformando Abramo in padre di Isacco e Isacco in padre di Giacobbe, secondo una tradizione puramente orale, non scritta), non hanno alcuna conoscenza di Mosè. In realtà i dieci comandamenti sono stati ripresi dal codice di Hamurrapi (re babilonese regnante tra il 1792 e il 1750 a.C, naturalmente). La storia ebraica, pur molto romanzata nella Bibbia, inizia con la storia del regno di Davide (1020-960 a.C., naturalmente). E la vera storia ebraica è stata tratta da altre fonti, non ebraiche.  
8) Ma la cosa più vergognosa è che Benigni abbia trascurato il fatto che lo stesso Mosè è un personaggio mai esistito, del tutto romanzesco. Cfr. per esempio Introduzione all'Antico Testamento del grande studioso J. Alberto Soggin, che, professore all'Università La Sapienza di Roma, pur cristiano valdese, rilevò che è da escludere del tutto la tesi ebraica secondo cui i primi cinque libri della Bibbia furono scritti dallo stesso Mosè. Lo spudorato Benigni, quasi appoggiando la ridicola tesi ebraica, è giunto a dire che Dio stesso avrebbe dettato a Mosè il racconto della sua morte, come se gli fosse stata preannunciata. Incredibile. Tutti gli studiosi hanno invece rilevato che proprio questo fatto dimostra che il racconto della morte di Mosè fu scritto molti secoli dopo l'età in cui viene posto il personaggio, del tutto inventato, Mosè. 
Prima di tutto perché gli ebrei, come detto, a quell'epoca non conoscevano la scrittura, in secondo luogo perché il racconto su Mosè è tratto da un racconto egizio, come dimostra il suo stesso nome, che ne tradisce l'origine egizia. Dunque Mosè non è mai esistito. E se cade Mosè cade tutta la Bibbia. 
Certo è che non vi è libro più spudorato della Bibbia nell'avere preteso di presentare come verità storica ciò che è soltanto frutto dell'invenzione del popolo ebraico, il popolo più ignorante tra tutti i popoli antichi che conoscevano la scrittura. Come si spiega questa enorme falsificazione? Si spiega facilmente. Agli antichi ebrei degli altri popoli non gliene importava una mazza. Infatti non fecero, e tuttora non fanno, alcun proselitismo. Pur essendosi inventati un dio ordinatore (e non creatore dal nulla, come si suol credere) della materia, essi rimasero gelosi del loro dio, non volendo che altri popoli se ne impadronissero. Così si spiega anche il rifiuto della predicazione di Gesù. Questa però fu anche la loro grande furbizia storica. Infatti è grazie all'Antico Testamento che essi sono ancora l'unico popolo di origini antiche sopravvissuto sino ai nostri giorni. L'Antico Testamento fu scritto con un unico scopo, non quello di fare proselitismo, ma quello di giustificare il diritto storico degli ebrei di essere proprietari della terra di Palestina, di essere legati per sempre a questa terra con il far ritenere che qualsiasi altro popolo avrebbe dovuto essere considerato un invasore. E diciamo che questa loro grande furbizia storica è stata finalmente premiata dopo poco meno di 2000 anni dalla perdita del loro Stato ad iniziare dall'invasione romana. E, paradosso della storia, lo riebbero anche grazie a Hitler. Premiati per avere subito la persecuzione nazista. Dovrebbero ringraziare Hitler, che secondo la stessa teologia ebraica (peccato-punizione divina (espiazione)-pentimento-salvezza), dovrebbe essere considerato il braccio destro di Jahweh, che, ogni volta ha premiato il suo popolo dopo averlo punito (come in occasione della distruzione di Gerusalemme con il ritorno in Palestina e una riconcquistata indipendenza). Così Hitler può essere considerato l'autore di quella espiazione (shoah) necessaria perché, dopo la sofferenza dell'espiazione, si ricostituisse lo Stato di Israele. Ma che cosa dovevano espiare gli ebrei durane il nazismo? Di avere attraversato un processo di laicizzazione che li aveva portati in buona parte ad allontanarsi dalle norme bibliche divenendo atei. Insomma, dovevano espiare la nascita di individui come Marx, Einstein, Freud etc. etc.  Fantasia storica? No, se si considera la cretina fantasia teologica ebraica.     
Se si considerano le stragi ordinate da Mosè (come descritte nel Deuteronomio) e soprattutto quelle ordinate da Giosuè (nel libro Giosuè), oltre che le guerre intestine tra Israeliani e Giudei (quali raccontate nel libro delle Cronache) vi è da rimanere inorriditi. Eppure queste storie, che, considerando le assai minori popolazioni dell'epoca, fanno impallidire in proporzione le stragi naziste, sono considerate "storia sacra", sia per gli ebrei che per i cristiani. La differenza dal nazismo consiste nel fatto che le stragi naziste non sono considerate sacre. I Catari o Albigesi, considerati eretici perché accettavano solo i Vangeli e rifiutavano l'Antico Testamento perché ritenevano fosse stato ispirato dal demonio, furono perseguitati per iniziativa del papa Innocenzo III, che ne programmò lo sterminio con l'approvazione di quella "anima buona" di Francesco d'Assisi. Dunque anche per questo santo le stragi descritte nell'Antico Testamento erano da considerarsi una guerra santa. E questo santo sarebbe il santo della pace? Ma la falsità storica arriva anche a questo.

7 commenti:

marcus ha detto...

Salve prof., sicuramente voleva dire 1200 a.C. e non 1800, per quanto riguarda Mosè e la sua collocazione storica nell'antico testamento.
Notare poi la falsificazione cristiana nel tentativo di modificare il decalogo ebraico: "non avrai altro dio al mio cospetto"(comandamento che non esclude l'esistenza di altre divinità(; come "non avrai altro dio all'infuori di me".
Mi lasci precisare inoltre: la religione ebraica non ha mai escluso il culto di altre divinità, ammettendone pure l'esistenza, riservandolo però soltanto a popolazioni non ebraiche. Nella loro purezza, gli ebrei, non potevano ammettere altri popoli al loro stesso culto, riservato solo a loro.
Tuttora gli ebrei, contraddicendosi, pretendono di mantenere il loro culto "monoteista" (che ammette un solo dio), ma si rifiutano di estenderlo alle altre popolazioni.

Gli ebrei devono il loro stato sicuramente ad Hitler; certamente non agli inglesi che, padroni del Medio Oriente, vollero conservare il loro protettorato sulla Palestina, opponendosi alla costituzione del nuovo stato d'Israele. Diversamente è da riconoscere il tentativo di Hitler di costituire lo stato di Israele in Madagascar, protettorato francese. Ma anche il suo impegno fallì.

Anonimo ha detto...

Off-topic

Egregio Professore

La informo (con piacere) che il suo post "T'amo o pio bove" è stato menzionato (grazie alla segnalazione di un lettore) nel blog di Valdo Vaccaro e commentato dallo stesso autore nel post intitolato: "I frati minimi e i carnefici di Natale".

Pietro Melis ha detto...

Sono andato a memoria. In effetti agli anni 1800 va riferito Abramo. Mosè dovrebbe essere posto tra gli anni 1300 e 1200. Si dice nel Genesi che Abramo visse oltre i cento anni perché ebbe Isacco da Sara (novantenne) quando aveva 100 anni. Quanti anni vissero Isacco e Giacobbe? Supponiamo che con Abramo, Isacco e Giacobbe si scenda dal 1800 al 1500. Con Giacobbe si ha l'ingresso in Egitto insieme con tutti i suoi familiari. Dunque l'ingresso degli ebrei in Egitto non sarebbe dovuto avvenire prima dell'anno 1500. E se Mosè è posto tra il 1300 e il 1200 la permanenza in Egitto sarebbe dovuta durare almeno due secoli. In effetti non si può dire alcunché di certo perché si tratta solo di romanzi. La fuga dall'Egitto non è mai avvenuta perché non è mai avvenuto l'ingresso essendo Giacobbe un personaggio mitologico. Le date quasi sicure iniziano con il regno di Davide (1020-960).

marcus ha detto...

Preciso ancora (ma lei lo sa bene) che in Isaia è presente un esplicito riferimento al "profeta che trasse Israele fuori d'Egitto", senza però menzionare il nome di Mosè. Tutto ciò è risultato in seguito, da studi da lei ampiamente esposti nel suo libro, un tentativo successivo di falsificazione di un falso Isaia.
A risentirla.

Pietro Melis ha detto...

Infatti nel mio libro ho scritto che risultano dall'esegesi un Deutero e un Trito Isaia, due falsificatori vissuti due secoli dopo il vero Isaia, a cui i falsi Isaia hanno attribuito "profezie" post eventum. Il riferimento a Mosè è dei due falsi Isaia. Quello vero non aveva alcuna conoscenza di Mosè.

Anonimo ha detto...

Un "principe del deserto" che possa aver condotto un gruppo di genti in medioriente potrebbe essere esistito, fonti non ebraiche a proposito sembrano esistere. Potrebbe essere, prima di Davide la storia evidentemente è tanto lacunosa e nebulosa che gli ebrei potrebbero aver romanzato flebili elementi storici.

Pietro Melis ha detto...

Le faccio notare che Un "principe del deserto" che possa aver condotto un gruppo di genti in medioriente non può essere certamente Mosè perché secondo il racconto biblico Mosè si mossesolo tra l'Egitto e la Palestina, che non è medioriente. Da dove ha tratto il riferimento al "principe del deserto"?