venerdì 13 marzo 2015

SARDI VENALES, ALIUS ALIO NEQUIOR (CICERONE)

Inviato a tgr.sardegna@rai.it; lettere@unionesarda.it
Come rappresentanza della Sardegna all'esposizione universale (EXPO) del cibo si è deciso (da parte di chi non si sa) di proporre il maialetto sardo. Si propone la peggiore immagine della Sardegna perché si propone l'immagine peggiore del popolo sardo, anche se non di tutti i sardi. L'immagine di un popolo di parassiti che continua la tradizione di una cultura pastorale, che è all'origine di tutta l'arretratezza della Sardegna. Dopo decine di secoli la Sardegna dimostrerà di non essere riuscita ad andare oltre la cultura della violenza e che i sardi non hanno mai saputo migliorare l'agricoltura. Infatti la Sardegna importa persino la frutta dall'estero. Perché per migliorare la produzione agricola e renderla concorrenziale occorrono scienza e sapienza, che non occorrono per uccidere pecore e maiali. Dunque la Sardegna confermerà di essere una regione di gente retrograda la cui vita vale meno di quella dei cadaveri di maiali che vorrebbero rappresentare i sardi. Sarebbe bene che i sardi che non si riconoscono in questa triste e sporca immagine di violenza e di sangue si ribellassero con ogni forza. Si porteranno all'EXPO di Milano (carrozzone che servirà a buttare soldi, nonostante si prevedano 15 milioni di visitatori, per altro un numero assai inferiore a quello di tutti i precedenti EXPO) cadaveri di maiali arrostiti con la dimostrazione che i sardi non sono mai riusciti ad andare oltre l'allevamento di morte di suini ed ovini, per cui non è necessario di certo sprecarsi il cervello. E' da più giorni che il TG regionale va vantando il maialetto sardo come migliore esempio del cibo sardo, e ciò in contrasto con il modo di pensare di molti sardi, anche se purtroppo sono una minoranza.  Come possono i vegetariani sardi accettare di essere rappresentati da questi scellerati? Non hanno minimamente pensato di esporre invece qualche buon vino come il noto cannonau. Come quello della storica ditta Sella&Mosca (fondata da due piemontesi). Per non parlare della vernaccia sarda. E nemmeno la lunga lista di tipi di pane, tra cui il carasau (o carta da musica), il pistoccu, la spianata, il civraxiu, il moddizosu, il coccoi, o la lunga lista di dolci, tra cui i candelaus, i guefus, il mustazzolu, le pabassinas, le pardulas, il pan'e saba, la seadas, i pirichittus, etc. Tutti prodotti unici che non vengono prodotti in nessun'altra parte del mondo. No. Bisognava portare una razza di maiale da questi subanimali sardi. 
I maiali sardi all'EXPO (che certamente non educherà ad una alimentazione sana di cibi semplici e non raffinati, ma avrà interessi puramente commerciali) potranno far pensare che i sardi non valgano per cervello più dei poveri maiali e che dopo due millenni sia ancora vero ciò che Cicerone (Epistolae ad familiares, VII, 24, 2)  scrisse dei sardi: sardi venales alius alio nequior (sardi schiavi da vendere, uno peggiore dell'altro). Essi hanno dimostrato nella loro loro storia di essere stati capaci solo di combattersi tra loro con guerre intestine, pronti a vendersi all'invasore  (pisani, genovesi, aragonesi). 
Non sto a ripetere quanto ho già scritto in altro articolo sulla miserevole storia dei sardi. 
Esempio tipico della peggiore razza sarda è il sedicente giornalista della TV Videolina Emanuele Dessì che ha fatto l'elogio del maialetto sardo arrosto. Se venisse arrostito lui sarebbe meglio. Avendo un cervello inferiore a quello di un maiale. Gli ha risposto a tono Rita Dalla Chiesa definendo i sardi incivili.

Alla faccia dell’Expo! Venite qui a mangiare il maialetto


Pubblicato da Emanuele Dessì / 22 mar 2015
4 Commenti
  1. Dessì difende il maialetto sardo Dalla Chiesa risponde ...

    www.unionesarda.it › Cronache dalla Sardegna 

Blog del prof. Pietro Melis: ROBA DA SARDI. VE LA DO IO ...

pietromelis.blogspot.com/.../roba-da-sardi-ve-la-do-io-la-sardegna.htm
          

3 commenti:

marcus ha detto...

I sardi, popolo di diabetici e anemici, nonostante l'orgoglio ostentato, merita il peggiore simbolo dell'atavica cultura pastorale praticata da millenni.
Ma la Sardegna, è vero, tranne i sardi, vanta prodotti di eccellenza come gli ottimi cannonau, cagnulari, monica e bovale sardo, e gli omonimi vitigni, ricchi di minerali e antiossidanti (tannini, acidi, flavonoidi) alla base della longevità di alcune popolazioni dell'Ogliastra. Ne consiglio il consumo fresco dei grappoli, possibilmente a stomaco vuoto...
Per non parlare degli agrumi del Campidano, o degli ottimi asparagi selvatici di questo periodo (preferibilmente consumati crudi), alla base di una corretta dieta vegana e fruttariana tendenziale.

Ma non sono d'accordo per quanto riguarda i dolci sardi: si tratta perlopiù di prodotti a base di velenosi dolcificanti o alimenti caseinici (micidiali collanti alla base di alcune patologie come il diabete o la sclerosi multipla) affiancati dall'industria dei macelli con ingredienti come lo strutto (grasso del maiale) contenuti in molti dolci: papassini, pardule ecc...

La ringrazio il professore, se vorrà pubblicare il commento, e la saluto, ma mi scusi se sono andato troppe vole fuori argomento.

Pietro Melis ha detto...

E' vero. I dolci fanno male. Ma basta non abusarne. Certamente i diabetici non debbono mangiare dolci. Ma vi sono molti dolci sardi che non contengono strutto, compreso spesso in molti tipi di pane anche non sardo. I dolci di mandorle come i candelaus e il pan'e saba, per esempio, non credo comprendano strutto. Io non bevo più nemmrno quel meno di un quarto di vino che bevevo a pasto perché non va d'accordo con il tranquillanti.

Pietro Melis ha detto...

P.s. La seadas hanno un condimento di miele.