venerdì 24 aprile 2015

LE MENZOGNE SULL'EURO. PERCHE' E COME USCIRNE

Euro: le bugie di Prodi, Amato e Ciampi hanno le gambe corte
  

Per anni chi era euroscettico si è sentito rispondere che se non fossimo entrati nell' Euro allora saremmo sicuramente andati in default. E che, proprio per esservi entrati, non solo non si andava in default, ma eventualmente il solo fatto di appartenere all'eurozona ci avrebbe fatto da "paracadute" in caso di crack.



Successe semplicemente che il trio Prodi, Amato, Ciampi gestivano così male le finanze pubbliche da portare il deficit a livelli mai visti (nemmeno oggi) e a rischiare davvero il default. I nostri eroi decisero allora che per salvare il paese bisognasse entrare nell'eurozona.



Si trattava di palle, raccontate da pallisti che avevano portato al disastro le finanze pubbliche, e che oggi avendo le gambe corte si mostrano per ciò erano: palle.

Non è mai esistita alcuna letteratura scientifica che dimostrasse come legarsi ad un valuta forte proteggesse dal default i bilanci dello stato. Il caso argentino, peraltro, sembrava suggerire il contrario, nel senso che la dollarizzazione dell'economia rese più duri gli effetti del crack.

Questa obiezione veniva ogni volta annullata dal solito osceno coretto mainstream "l'Europa ci salva, l'Europa ci rende stabili, l'Europa ci allunga l'uccello".

No, non funziona così. L'Europa è solo il tentativo dei tedeschi e dei francesi  di crearsi un mercato protetto, usando  gli strumenti delle quote e dei divieti per uccidere le economie di tutti gli altri paesi.  Cosa che è stata fatta con l'Italia, se pensiamo all'acciaio, agli zuccheri, al latte, a tutto quanto.

Ma, si diceva, questi piccoli svantaggi si sarebbero recuperati in termini di mai visti vantaggi dell'unificazione, ovvero in stabilità e sicurezza valutaria. 
PALLE.
E come tutte le bugie, in poco tempo sono venute a galla. Il default greco di per sé non coinvolge cifre enormi. Se pensate che il Comune di Roma ha circa 9 miliardi di euro di debiti, che quello di milano ne ha circa altrettanti, capite che i 30 miliardi (forse 40) del debito greco non siano poi un dramma così grande come lo si vuol far credere.

Specialmente se lo paragoniamo al debito pubblico italiano: se la famosa potenza stabilizzatrice europea non riesce a tenere a bada un debituccio da amministrazione metropolitana, figuriamoci quanto ha reso stabile il debito italiano, che è "un bel pochino" più grande. 
Niente. Se non siamo andati in default lo dobbiamo al fatto che i governi che hanno seguito Prodi, Amato e Ciampi erano di qualità superiore. Di certo non è stata una zona euro incapace di stabilizzare la Grecia a stabilizzare noi. Questa è la prima truffa di Prodi, Amato, Ciampi. Aver spacciato l'Unione Europea per un ente stabilizzatore che, alla prova dei fatti, NON E'.
Il PIL della zona euro è di circa 18 trilioni di dollari. Il piano greco è di 30-40 miliardi. Meno del deficit di alcune amministrazioni locali americane. Eppure, la UE ha fallito completamente: non si nota alcuna azione stabilizzatrice, se non nella misura in cui la UE prometta di sganciare dei soldi. Ma questo non significa nulla: nel default greco ci rimetterebbero ben di più.
Così, ecco finire nel nulla la prima tra le balle UE: che entrando nella UE si sarebbe goduto di un "ombrello", di una "garanzia" capace di dare fiducia. Non è così.

Ma andiamo oltre, perché adesso i greci si troveranno a subire il DANNO dovuto all'entrata nell'euro. Che cosa intendo? Intendo dire che se la Grecia fosse un paese normale, avrebbe potuto fare come Dubai. Cioè rinegoziare il proprio debito pubblico, dicendo semplicemente "signori, se fate i bravi vi restituiamo il 10% di quanto avete versato. Siccome ci avete già guadagnato un sacco, state zitti e non scocciate". 

Dopodiché, svalutando la moneta, potevano praticare una politica iperinflattiva che desse respiro alle imprese locali, e che svilisse i debiti fino a farli diventare di entità ridicola. 

Ma non si può, perché accettando l'euro si è commesso lo STESSO errore dell' Argentina. Legarsi ad una moneta forte, cioè, non conviene proprio ai paesi con un forte debito: lo ha mostrato l' Argentina con la dollarizzazione. Quando il governo si è trovato a dover svalutare la moneta, ha dovuto creare una nuova valuta. Niente di strano, sin qui: numerosi Paesi lo hanno fatto, Francia compresa. 

Ma essendo la vecchia valuta legata al dollaro, è successo che la gente si sia precipitata nelle banche a ritirare banconote da tenere sotto il letto. Risultato: il caos. Banche chiuse, eccetera.

Succederebbe esattamente lo stesso alla Grecia , se tentasse di uscire dall'euro. Immediatamente le persone si precipiterebbero in banca per ritirare tutti i contanti che possono, da tenere sotto il letto. Poiché le banche non hanno tutti quei contanti, inevitabilmente chiuderebbero gli sportelli. E sarebbe la paralisi.

Questo è dovuto proprio all'adesione all'euro: lo spettro dell' Argentina aleggia sui paesi dell'euro non perché siano in difficoltà, ma perché e proprio perché e SOLO perché sono entrati nell' Euro.  Come l'argentina, hanno commesso l'errore di legarsi ad una valuta più forte. Come l'Argentina, si trovano oggi nelle condizioni di dover chiudere le banche in caso di svalutazione.

Morale della storia: entrare nell' Euro non è stata una scelta, saggia, non lo era allora, e le bugie di Prodi, Amato e Ciampi mostrano le gambe corte adesso. Vorrei sentirli, adesso, i cazzari che ci raccontavano che l' Euro potesse stabilizzare la fiducia nell' Italia, quando non riesce a fare qualcosa per la Grecia.

Non c'è quindi modo di uscire dall'euro? Sì, per i paesi piccoli c'è. Consiste nell'introdurre la doppia circolazione della moneta, ma fare in modo che le banche emettano, in liquidità, solo la nuova moneta, diciamo la nuova dracma per la Grecia (o la nuova lira per l'Italia). Contemporaneamente, mano a mano che si ritira il debito in euro si emette debito in nuova dracme. 

Ad un certo punto, quando la massa in euro (tra debito e denaro circolante) è diventata molto bassa, si potrà svincolare l'economia. Non vedo molte altre vie di uscita, ed è quella che seguirei se volessi far uscire l' Italia dall'Euro, cosa che sarebbe molto saggio iniziare a fare: i vantaggi dell' Euro come vedete sono nulli. I costi sono tutt'altro che nulli.

 Ma quello che conta di più è che per prima cosa dovremo iniziare con una "cura culturale", cioè col mettere le persone di fronte alla pura verità: l'Unione Europea non ha salvato l'Italia dal default, perché alla prova dei fatti non sarebbe capace di salvare realtà debitorie molto , molto, molto più piccole.

La bugia di Amato, Ciampi, Prodi, è stata adesso smascherata. 

Ed è sotto gli occhi di tutti: nessun paese è al sicuro dal default perché sta nell' Euro. E nessun paese soffrirebbe meno un default per via dell'Euro, anzi: le conseguenze si sono amplificate, come nel caso argentino, proprio perché ci siamo legati ad un'altra valuta.

Questo deve far capire all'Italia ed agli italiani una cosa semplicissima: uscire dall'Euro si può e si deve. 

L'Euro non solo non ci stabilizza, non solo non ci aiuta, non solo costa, non solo uccide le nostre esportazioni, ma in caso di problemi trasformerebbe un problema gestibile con metodi tradizionali (svalutazione, iperinflazione) in un disastro argentino.

Prima ce ne andiamo, quindi, meglio è.

Uriel
*Nota: se la lira , prima dell'entrata nello SME, vale 1:1000 sul marco, e poi viene quotata a 1936,27, mi aspetto che il marco sia quotato con l' Euro a 1,93 marchi per euro. E così via.

Se tu quoti l'euro a 1936.27 lire, e il marco tedesco a 1,95583 , stai fissando un cambio a 1 marco=990 lire.

Ma i cambi non erano così:

31/12/1996 982,71
31/12/1997 981,69
31/12/1998 990,00
31/12/1999 989,99
31/12/2000 989,99

E i tedeschi ci hanno guadagnato, perché nel 1996, il cambio era inferiore. Solo negli anni prima si era arrivati a mille lire. Ma come lo stesso Amato ha dovuto ammettere nella sua dichiarazione,

"Di qui la loro posizione di partenza di un cambio lira-marco di 950 lire, perché si affermava che l’economia italiana è troppo forte, ha una competitività che è denunciata dall’avanzo nella bilancia dei pagamenti correnti; di fatto a loro avviso un tasso di cambio di mercato a 1.000 lire nei confronti del marco tedesco era dovuto alla circostanza che negli ultimi mesi la Banca d’Italia aveva, giustamente, operato molti acquisti di valuta per ricostituire le riserve. Naturalmente ho controargomentato, ma non sto qui a ripetere ciò che ho detto in quella sede per brevità. Comunque, il negoziato, come sapete, si è concluso con un accordo di cambio a 990 lire per un marco, molto vicino alla proposta italiana."

A parte questo piccolo particolare, vi faccio presente una cosa: questo avviene nel 1996. E nel 1996, Amato anziché proporre un cambio minore, aveva proposto un cambio addirittira MAGGIORE.

http://www.tesoro.it/documenti/documento.asp?id...

Per intenderci, se si fosse fatto 1500 lire per euro, si sarebbe fissato un rapporto lira/euro di 1:750, circa. Cioè, per abbassare il cambio non bisognava proporre un cambio maggiore, ma un cambio minore. E viceversa.

Amato cercò di trattare un cambio alto per facilitare i tedeschi negli acquisti in Italia. Il problema è che non considerò che così facendo stava svalutando la lira rispetto all'euro, rendendoci molto più costosi gli acquisti fuori dall'area dell'euro.
.......
Ogni volta che si parla di uscita dall' Euro, arrivano i soliti a dire che uscendone ci sarebbe una difficoltà nel comprare materie prime quotate in dollari. Questa è un'altra bugia che viene sempre dal terzetto Prodi, Amato, Ciampi, ovvero quella secondo la quale l'euro sarebbe stato una moneta più forte della lira. Mantenere questa apparenza è facile per la cifra alta 1936,27 . Ma nessuno si pone il problema: con un euro possiamo comprare di più o di meno che con 1936,27 lire?
Andiamo a vedere che cosa successe, numeri alla mano.

Ad un certo punto, dopo aver praticato una svalutazione, la lira rientra nello SME. Da quel momento in poi, inizia quello che in pratica sarebbe diventato il cambio dollaro/euro. Da quel momento, il cambio Lira/Dollaro NON FA CHE PEGGIORARE.
1986 (31 dic.  minimo1351)
1490
1987 (31 dic. minimo 1169)
1296
1988 (media dell'anno)
1301
1989 (media dell'anno)
1372
1990 (shock Iraq-Kuwait))
1198
1991 (media dell'anno)
1240
1992 (media dell'anno)
1228
1993 (media dell'anno)
1571
1994 (media dell'anno)
1611
1995 (media dell'anno)
1629
1996 (Italia rientro SME)
1533
1997 (media dell'anno)
1702
1998 (media dell'anno)
1736
1999 (media dell'anno)
1840
2000 (media dell'anno)
2100
2001 (media dell'anno)
2196


Allora, adesso vorrei sapere dai signori farlocchi che continuano a straparlare di zona euro come zona "forte", in che modo ci si sarebbe guadagnato sui cambi internazionali e sugli acquisti.

Quello che si vede da questi numeri è che rientrando nello SME la lira ha perso il 30% e rotti del proprio potere di acquisto sulle materie prime, come petrolio ed altro, ovvero tutto ciò che viene pagato in DOLLARI.

Questa è la prima bugia del terzetto Prodi, Amato, Ciampi: l'eurozona, tramite la sua presunta "forza", ci avvantaggerebbe nell'acquisto di beni in dollari. PALLE. Pur mantenendo le condizioni dello SME, la lira ha PERSO rispetto al dollaro.

Se qualcuno cioè si illude che usando l'euro possiate comprare più petrolio o più cose quotate in dollari, vi sbagliate di brutto. Usando un euro, comprate MENO petrolio di quello che prima compravate con 1936,27 lire.

Adesso facciamo il punto della situazione: quando l' Italia entra nello sme, con 1500 lire si compra un dollaro. Quando l'euro viene distribuito a banche e poste, vale tra gli 0.8 e gli 0.9, cioè tra le 2300 e le 2400 lire. Mi dite ancora che ci abbiamo guadagnato?

Ovviamente i farlocchi verranno a dirci che in questo hanno pesato le politiche di svalutazione e valutazione americane. Il che è FALSO.

La politica del "dollaro forte" inizia, da parte degli USA, il 13 marzo del 1979, e finisce nel settembre 1985, con gli accordi del Plaza. Da quel momento, il dollaro si è SEMPRE deprezzato. SEMPRE. O meglio, ha sempre perso potere d'acquisto rispetto al petrolio.

L'unica area verso la quale si è apprezzato è quella dell'euro.

Ma attenzione, perché adesso i farlocchi vi diranno che "ma dopo il 2001, l'euro ha superato il dollaro".

Palle. E' il dollaro che si è deprezzato, causando aumenti mostruosi ovunque. Con un euro, oggi, comprate MOLTO MENO petrolio di quello che, prima di entrarci, compravamo in lire.

Tuttavia, mi dicono, l'euro ha superato il dollaro. Non esattamente: è crollato il dollaro.

A voler essere precisi, il sorpasso dell'euro sul dollaro inizia esattamente il sei dicembre 2002, quando va a 1,0119 dopo le dimissioni del segretario al Tesoro Paul O'Neill e del consigliere economico della Casa Bianca Lawrence Lindsey.
 Da quel momento, il valore del dollaro in termini di potere d'acquisto finisce sotto i tacchi. Il fatto che l'euro da quel momento cresca modestamente sul dollaro NON cambia di una virgola il fatto che il petrolio sia più che triplicato rispetto al dollaro.

Morale della storia: che piaccia o no ai farlocchi, se parliamo di mercato in dollari,  l'euro è più DEBOLE della lira, nella misura in cui con 1936 lire si comprava più petrolio che con un euro, ad un solo anno dall'entrata in vigore del trattato euro.

Il trattato dell'euro va in vigore il primo gennaio 1999. Il dollaro vale 1800 lire. Con 1936 lire si compra un  1.07 dollari di petrolio. L'euro inizia ad essere distribuito l' 1 settembre 2001. Quando questo avviene, con 1936 lire comprate petrolio per 0.8 dollari. Ci abbiamo guadagnato nelle importazioni? Non si direbbe.

Dopodiché, la situazione è SOLO peggiorata, perché l'aumento dell'euro sul dollaro ha corrisposto un crollo del dollaro sul petrolio.

Andiamo a vedere l'andamento del rapporto lira-euro, considerando il cambio fisso a 1936,27:


2002 (media dell'anno)
1950
2003 (media dell'anno)
1611
2004 (media dell'anno)
1456
2005 (media dell'anno)
1648
2006 (media dell'anno)
1481
2007 (media dell'anno)
1318


Adesso ditemi: il cambio petrolio/dollaro è variato come il cambio dollaro/euro?

Nel 2002 siamo a 1950 lire al dollaro. Il dollaro scende tra i 20 e i 30 per barile/barile.
Nel 2003 siamo a 1600 lire al dollaro. Il dollaro scende da i 30 a 38 dollari/barile. In pratica, cambia nulla.
Nel 2004 siamo a 1456 lire al dollaro. Il dollaro scende da 30 a 50 dollari/barile. L'euro è DEBOLE.
Nel 2005 siamo a 1648 lire al dollaro. Il dollaro scende da 40 a 60 dollari/barile. L'euro è DEBOLE.
Nel 2006 siamo a 1481 lire al dollaro. Il dollaro scende da 60 a 80 dollari/barile. L'euro è DEBOLE.

Per poter affermare che l'euro ci avvantaggi nell'acquisto di petrolio, le cose avrebbero dovuto andare in maniera MOLTO diversa.

Nel 2002, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere ad 1,5 dollari per euro.
Nel 2003, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere ad 1,8 dollari per euro.
Nel 2004, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere a   2.5 dollari per euro.
Nel 2005, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere a   3 dollari per euro.
Nel 2006, per avere questo vantaggio avremmo dovuto essere a   3/4 dollari per euro.

Direte voi: bellissimo: allora adesso siamo forti sul dollaro. Davvero? Non è esatto. Dopo gli accordi del Plaza, il dollaro si è deprezzato enormemente, ma non allo stesso modo verso tutti. Ecco un grafico riassuntivo (grazie al blog di petrolio):
Affermare che l'euro ci abbia dato qualche vantaggio nelle importazioni  di petrolio equivale ad affermare questo. E no, è il dollaro che è svalutato, più che il petrolio aumentato.

Nello stesso periodo, dal 2002 al 2006, la sterlina passa da poco più di 1.2 dollari a due dollari e rotti. Ben più di quanto ci abbia guadagnato l'euro. Moneta forte?

Qualcuno dirà che il petrolio sarebbe aumentato comunque. Possibile. In questo caso, sarebbe cresciuta l'inflazione, mangiandosi i debiti.  Cosa che, grazie alle meravigliose politiche della BCE, non è avvenuta. Risultato: cornuti e mazziati.

Ma c'è di peggio. Perché, se da un lato con l'euro siamo diventati più DEBOLI nelle importazioni, (e non più forti come ci raccontano i farlocchi), dall'altro non ci ha aiutati nelle esportazioni. E perché?

Innanzitutto, una grossa fetta del nostro export va verso i Paesi europei. Con il cambio fisso, a questo deprezzamento della lira quando compriamo materie prime, non corrisponde alcun deprezzamento quando vendiamo. Anzi: se l'euro è più debole nell'acquisto perché al suo apprezzamento in dollari corrisponde un indebolimento ben più grande del dollaro, dall'altro lato il cambio col resto del continente non si muove di una virgola.

I vantaggi della svalutazione sono, di solito, pesati cosi: vi conviene vendere, non vi conviene comprare.
I vantaggi della rivalutazione sono : conviene comprare, ma non vendere.
Mettere la lira nell'Euro ha unito gli svantaggi della svalutazione (comprare è più DIFFICILE), con quelli della rivalutazione: anche vendere è più difficile.

Il tutto è dovuto al comportamento NON lineare del dollaro. Il dollaro ha perso enormemente nei confronti del petrolio e delle materie prime, ma ha perso POCO rispetto all'euro. Se il costo delle materie prime in dollari è piu' che raddoppiato, l'euro ha superato il dollaro di qualche frazione di unità. 

Così, il risultato è che con l'euro si fatica a vendere a chi paga in dollari. D'altro canto, questo vantaggio NON si recupera comprando in euro, visto che il dollaro ha perso molto più verso il petrolio che verso l'euro.

L'Euro ci sta dando tutti gli svantaggi di una moneta debole sul dollaro in acquisto, e tutti gli svantaggi di una moneta forte sul dollaro in fase di vendita.

Quando andiamo a comprare petrolio, facciamo due cambi: euro -> dollaro -> petrolio.
Quando vendiamo , facciamo un cambio : euro -> dollaro.

Voi capite rapidamente dove sia la fregatura, ovvero nel cambio dollaro/petrolio, che ha divorato tre volte  i vantaggi del cambio euro -> dollaro.

Perché avviene questo? E' per via del meccanismo perverso di gestione dei dollari.

Gli Uffici di Cambio (che dipendono dalle Banche Centrali) dei Paesi esportatori verso gli USA raccolgono i dollari che fatturano le loro multinazionali (in USA vendono le merci contro moneta locale, dollari) e li mettono nella riserva (di valuta estera) della Banca Centrale; la Banca Centrale non chiede di cambiare i dollari nella moneta nazionale, ma li mette in circolazione per comprare petrolio; i Paesi produttori di petrolio non chiedono alla FED di cambiare i petrodollari nella moneta locale dei Paesi Arabi, ma tengono i proventi del petrolio in conti correnti denominati in dollari e in buona parte investiti in titoli del Tesoro e azioni USA.

Fondamentalmente i dollari emessi non si presentano al cambio condizionando il valore del dollaro sulle altre monete. D'altra parte sono investiti in titoli di lungo termine o in azioni che non vengono scambiate a forte frequenza: per cui quei dollari non sono nemmeno moneta circolante che produrrebbe inflazione rientrando in America.

Morale della storia: il dollaro rimane relativamente stabile al cambio monetario, ma diventa catastroficamente sempre più debole rispetto al valore delle merci: perde, cioè, potere d'acquisto, ma non perde nei cambi. Per cui, se l'euro guadagna il 30% sul dollaro, il petrolio guadagna il 300% sul dollaro. E il rafforzarsi del cambio non aiuta nessuno.

Sarebbe stato diverso se ci fossimo tenuti la lira? Sì, enormemente.

Senza il cambio fisso con gli altri paesi UE, potevamo rimanere competitivi  sui mercati europei SENZA diminuire il costo del lavoro, cioè senza bisogno del precariato: il costo della trasformazione poteva venire assorbito da una adeguata politica di svalutazione graduale In secondo luogo, all'aumento dei prezzi del petrolio e delle merci si poteva reagire approfittandone per praticare una politica iperinflattiva e ridurre l'indebitamento.

Ma il punto non è questo: il punto è che i presunti vantaggi nell'acquisto del petrolio usando l'euro sono dei veri e propri falsi. Oggi che l'euro vale un dollaro e rotti, poiché un euro vale 1936,27 lire, siamo scesi di fatto ai valori del 1996. Valori che la lira aveva saputo guadagnarsi da sola, e come se non bastasse in un periodo ove la dottrina americana era quella del dollaro forte.  Dopodiché inizia la dottrina del dollaro debole, ma per le monete dello SME il dollaro cresce e basta. Dove cazzo è questa "moneta forte"? Dov'è quest'area forte dell'euro?

E' un falso che entrando nello SME l'Italia ci abbia guadagnato negli acquisti di materie prime.
Ed è un falso che con l'euro si possa comprare più petrolio di prima.
Ed è evidentemente falso che con l'euro si sia più competitivi sui mercati europei.

Non è quello che è successo, non è MAI successo, non si è mai visto tale vantaggio.

Se volete sapere perché si siano fatti quegli accordi, chiedere a Prodi. Io, personalmente, lo accuserei di tradimento e lo sbatterei in carcere, per aver accettato roba simile.

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

L'adesione alla zona euro per l'Italia è stata una rovina. Perché è un asservimento alle nazioni forti e la richiesta di azzeramento del debito pubblico, comporta per noi italiani una continua austerità e una crisi economica permanente. Ora dobbiamo cercare tutti, soprattutto i lavoratori (che sono stati i più penalizzati), il modo più veloce per uscircene, per poter riacquisire la nostra sovranità monetaria. Il guaio è, che c'è tanta gente, che non vuol capire il danno dell'avere aderito alla zona euro, e che mi viene a dire che se ne usciamo ha paura che gli aumenti la rata e la durata del mutuo e via discorrendo. Ma vedrete che non c'è lo permetteranno, come non lo stanno permettendo alla Grecia. Intanto il M5S ha indetto una raccolta firme in tutte le sedi degli uffici comunali (dove si chiede la carta` d'identità), per modificare la legge costituzionale, per introdurre i referendum propositivi. E se si realizza questa modifica si incaricheranno di fare un ulteriore raccolta firme per indire un referendum per l'uscita dall'Euro. Piuttosto che essere contrari all'Euro e non fare nulla per potere uscire, come sta facendo la Lega, secondo me, intanto è meglio aderire a questa raccolta firme.
Anton.

Anonimo ha detto...

Sono purtroppo convinto che il M5S rappresenti un'escamotage per impaludare il dissenso. Il movimento è uno strumento del "sistema". Tanti elementi valutati con il necessario distacco emotivo lo dimostrano chiaramente. Francesco Virdis


Anonimo ha detto...

Erg.Prof.Melis non ce nulla da fare che costituire un movimento di liberazione nazionale sperando che la maggioranza del popolo porta le sue istanze alle sedi internazionali .Questo movimento meglio se riconosciuto dall.onu dovrebbe portare le prove certe che il debito pubblico e una truffa altresì le prove che molte leggi nazionali o della.Unione europea ecc ecc sarebbero equiparate per analogia ad alcune leggi che violano i diritti umani dunque che producono gli stessi effetti di una guerra fatta con le armi...provare lo stato di schiavitù di un popolo il suo sterminio attraverso crisi irreversibili suicidi e discriminazioni economiche politiche cessioni sovranità e indipendenza del popolo e dello stato.Dimostrare che lo stato poteva impedire i pignoramenti i fallimenti causati dall.eccessiva pressione fiscale ma non solo negli ultimi 70 anni ci sono stati più morti con la falsa pace che con la guerra bellica...tra morti per droga gioco alcool incidenti stradali vittime della mafia vittime dei furti delle rapine vittime del terrorismo ecc ecc tutte cose dositati negli archivi ...per non parlare dei raggiri legali delle leggi dichiarate incostituzionali o abrogate per referendum e rimesse nuovamente in campo attraverso altre alterazioni giuridiche...ma non basta impugnare se ne valesse la pena anche i plebiscito del 1860 1866 e il referendum del 46 ...dopodiché modificate la carta costituzionale e introdurre la legge sulla.autodeterminazione dei popoli i referendum propositivi l.elezioni del presidente direttamente dal popolo e dei giudici costituzionali ...quest.ultimi possono essere revocati con referendum popolare nel caso il popolo sospetta di reati di alto tradimento ecc ecc queste cose non possono essere fatte se il popolo pensa ad altro è accetta che siano i politici a cambiare il loro destino...Non lo faranno mai .Con le elezioni e attraverso queste leggi incostituzionali non usciremo mai dalla schiavitu

Pietro Melis ha detto...

Bisogna cambiare la Costituzione per introdurre il referendum prositivo senza quorum e il referendum abrogativo anche per i itrattati internazionali. Ci hanno imposto l'euro senza referendum. Siamo dentro una dittatura mascherata da democrazia. Rousseau insegni (Contratto sociale)

Anonimo ha detto...

Si certo ma bisogna che il popolo prende coscienza dell.inganno...Non ci possono essere discriminazioni politiche ne a livello nazionale ne a livello internazionale...il popolo deve costituirsi movimento nazionale di liberazione fatto di milioni di promotori e ottenere uno status internazionale per denunciare nelle sedi internazionali tutte le ipotetiche violazioni raccogliere le prove che sarebbero in atto gravi violazioni del diritto interno e internazionale usando l.arma dell.analogia e dell.equiparazione per dimostrare che alcuni comportamenti sia omissivi che commissivi perpetrati da tantissimi governi anche attraverso atti di intelligenza trattati leggi ecc ecc hanno prodotto gli stessi effetti della schiavitù - della discriminazione dei popoli presenti e del passato dello sterminio lento degli stessi attraverso artifici ingerenze monetarie crisi imposte con l.austerity trattati incostituzionali raggiri delle costituzioni stesse cessioni di sovranità e indipendenza a organismi extraterritoriali stranieri che hanno causato e continuano a causare fame malattie comprese quelle mentali eccdisoccupazione impossibilità di procreare per motivi economici saccheggi di beni di proprietà sia di immobili che mobili - svendita del territorio pubblico e privato rovina dei mari dei fiumi - nascita di bambini con malformazioni causati dalla.inquinamento atmosferico ecc ecc per non parlare dei debiti di gioco delle.usura legalizzata e non altresì dei morti per droga alcool .questo movimento dovrebbe liberare tutti i popoli dagli italiani ai veneti ai siciliani piemontesi Toscani liguri ecc ecc poiché anche i plebiscito del 1860 1866 per l.annessione all.unità d.Italia compreso quello del 46 sarebbero illegali...per far ciò purtroppo ci vogliono numeri e prove inconfutabili...un ultima considerazione in seno alla nostra costituzione essa è una legge pattizia che addirittura non fu votata articolo per articolo dal popolo.Sembra ovvio che quando non venisse rispettata una delle due parti avrebbe il diritto di revocarla previa diffida all.adempimento.per giuristi questa soluzione è inapplicabile io non ne vedo l però le ragioni giuridiche. Inconfutabili...infine non credo nelle elezioni poiché anche se il popolo mettesse in parlamento una maggioranza assoluta gli oppositori troverebbero gli escamotage attraverso altri organi e poteri per bloccare le leggi emanate dunque a mio parere bisogna rifare tutto daccapo...il popolo purtroppo non è pronto







Pietro Melis ha detto...

Solo il M5Stelle ha in programma il referendum propositivo senza quorum con cui scardinare questa falsa democrazia. Ma per questo bisogna cambiare la Costituzione

Massimo Serrecchia ha detto...

Egregio professor Melis, mi complimento perché Lei dice cose esatte sulla vera natura dell'Unione Europea, e fa osservazioni assai valide dal punto di vista tecnico. Credo però, purtroppo, che Lei abbia dimenticato che la politica economica degli stati è influenzata in modo determinante dalla loro posizione politica nello scacchiere mondiale. L'euro è evidentemente una imposizione esterna all'Europa, completamente slegata dai fondamentali economici. Grazie all'euro molto forte, ben al di sopra della parità con il dollaro, gli USA si sono potuti riprendere da un drammatico periodo di crisi economica. Il che, pensandoci bene, è stato indirettamente importante anche per noi, oltre a costituire una sorta di corrispettivo per il salvifico intervento della seconda guerra mondiale. Credo, quindi, due cose: che l'euro non sia affatto irreversibile; che, tuttavia, non è l'UE, e men che meno i singoli paesi europei, a poter decidere della sorte della moneta unica. Come Lei ben capisce, uscire dal Trattato ai sensi del famoso articolo 5 è una mera possibilità teorica, impossibile da realizzare poiché assurda e dai sicuri effetti devastanti. Non siamo soli al mondo, questa è la verità che molti politici italiani (e greci) si ostinano a far finta di non capire e/o conoscere, per continuare imperterriti a farsi gli "affaracci sui" o del "partitaccio suo" (legali o illegali che siano) a danno dei cittadini contribuenti. Fatti alla mano, i politici spagnoli e portoghesi hanno finalmente capito qualcosa di più dei nostri, o forse sono più onesti anche intellettualmente chi lo sa.

Pietro Melis ha detto...

I fondi comuni europei sono un passivo per l'Italia perché solo una parte di questi fondi viene restituita. La gente non lo sa. Se ci fossimo tenuti tutti i miliardi che abbiamo regalato a Grecia, Portogallo, Spagna etc., avremmo i quattrini per favorire investimenti e occupazione. E' una legge economica ferrea che la moneta deve corrispondere all'ecomomia reale di uno Stato. Imporre una moneta straniera significa violare questa legge. Tornando alla lira ci sarebbe una svalutazione che sarebbe solo un 5% rispetto all'inflazione. E ripartirebbe la produzione senza i tanti vincoli burocratici (come il 3% come limite del rapporto tra Deficit e PIL). Io stavo meglio con la lira. Mi sono trovato impoverito con l'euro. Questo è per me il migliore argomento.