giovedì 9 luglio 2015

LA CONDANNA DI BERLUSCONI E L'ART. 67 DELLA COSTITUZIONE

Inviato a sito@angelinoalfano.it
Berlusconi è stato condannato dal Tribunale di Napoli a tre anni (ma inutilmente dato che a novembre scatterà la prescrizione, tranne che Berlusconi rinunci ad essa per proseguire in Appello e in Cassazione) per avere comperato il voto del senatore De Gregorio che apparteneva allo scomparso IDV della nullità Di Pietro.  
Premesso che, come ho detto spesse volte, ho smesso di votare dal 1994 (e dunque non posso essere considerato un sostenitore di Berlusconi, che non ne ha combinato una giusta) l'art. 67  della Costituzione dice che "ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato". 
Questo articolo dovrebbe essere abolito e riscritto. E' infatti questo articolo che invita un eletto a tradire il partito che l'ha eletto e a passare ad altro partito o a fondarne un altro che non sia passato prima per le elezioni per passare ad esso. Oggi noi siamo governati da un pazzo da ricoverare in una clinica psichiatrica con ricovero coatto e che sgoverna grazie al tradimento di alcuni schifosi individui, che, senza essere passati per le elezioni, si sono posti dentro un partitino chiamato Nuovo Centro Destra NCD), che oggi viene dato nei sondaggi all'1% e al 2% (in Area popolare) insieme all'UDC di un altro precedente traditore quale fu Casini, che divenne presidente della Camera grazie all'alleanza con Forza Italia e poi suo oppositore. I traditori infilatisi nell'NCD sono principalmente il maggiore traditore Alfano (una vera faccia da nullità assoluta), Lupi, Cicchito (ex socialista), Schifani e compagnia brutta. Hanno una larga rappresentanza in questo sgoverno pur non avendo avuto alcuna rappresentanza elettorale. Questo sgoverno si regge unicamente su questo tradimento. Nella Costituzione dovrebbe essere vietato il tradimento. Questi traditori non sono soltanto traditori di Berlusconi ma anche, e soprattutto, degli elettori che avevano votato per il partito di Berlusconi e che si vedono il loro voto portato dentro un altro partito. E' grave che il voto degli elettori venga tradito. Perciò la Costituzione dovrebbe includere il vincolo di mandato. Se uno non è più d'accordo con il programma del partito entro cui è stato eletto deve fare una sola cosa: DIMETTERSI dal parlamento. Troppo comodo passare da un partito all'altro facendo il trasfuga per propria convenienza. Molti degli attuali eletti sono dei transfughi da altri partiti. Un parlamento schifoso pieno di traditori. Vi sono ben 277 parlamentari passati da un partito all'altro. UN VERO SCHIFO. E chi può dimostrare che nessuno di essi sia stato corrotto? 
Come ho detto, il più schifoso di questi traditori è Alfano, che fu ministro della giustizia sotto un governo Berlusconi e poi nominato addirittura segretario del partito di Berlusconi. Ma Berlusconi è andato a cercarseli tutti questi traditori? Non si può dimenticare un altro grande traditore che fu Fini, giustamente scomparso. Alfano è attaccato ora alla poltrona di ministro dell'interno con colla da falegname. Che futuro può avere questo schifoso traditore se non si infila in una lista della falsa sinistra del folle buffone Renzi? Ma è difficile che trovi posto nella falsa sinistra. E Berlusconi sarebbe disposto, commettendo un altro grave errore, a riprenderlo dentro Forza Italia? Ma allora gli dovrebbe porre subito una condizione: togliere subito la fiducia (al Senato) a questo sgoverno delle tasse e dell'invasione dall'Africa. Non lo farà perché Berlusconi è un idiota. E poi vi è Salvini che ha dichiarato che mai accetterebbe di mettersi in alleanza con NCD. 
L'unica salvezza sarebbe una alleanza di 5Stelle e di Salvini, che insieme supererebbero il Partito della Disgrazia (PD). 
Tornando alla condanna di Berlusconi, mi domando: dove sta il reato? Berlusconi avrebbe potuto convincere il De Gregorio (anch'egli un traditore) a passare a Forza Italia con argomenti convincenti come questo: in Senato vi è una maggioranza inesistente fondata sui voti dei senatori a vita. Passa con me e facciamo cadere il governo Prodi. Ti ricompenserò dandoti un incarico di governo. E questo non sarebbe stato un reato. Se poi per ringraziarlo gli ha regalato tre milioni di euro (di cui due in nero, privi di traccia e uno versato nelle casse dell’associazione culturale «Italiani nel mondo», perché non poteva darglieli? Ognuno dei soldi propri ne fa ciò che vuole. Si dice che quei tre milioni sono stati un atto di corruzione. E io dico NO. Possono essere considerati una ricompensa a posteriori  per il traditore De Gregorio, che poi, per ulteriore tradimento, è andato a dire che aveva ricevuto tre milioni da Berlusconi. Traditore e coglione perché in questo modo si cancellava dalla politica guadagnandosi solo una condanna ad un anno e mezzo per patteggiamento. Chi glielo ha fatto fare? 
Il fatto è che è la stessa Costituzione che favorisce l'asserita corruzione escludendo il vincolo di mandato.   
Il Tribunale, presieduto da una donna (queste donne non ne perdonano una a Berlusconi perché vogliono salvare la figura femminile, anche di quelle semitroie che frequentava Berlusconi nelle sue feste "eleganti") non ha considerato nemmeno il fatto che all'epoca dell'asserito atto di corruzione Berlusconi era senatore, e dunque non poteva essere retroattivamente condannato per un asserito reato commesso quando era senatore e dunque godeva dell'immunità parlamentare. 
Da notare poi un altro Falso. Non è vero che il governo del mortadella Prodi (colui che propagandava l'euro come salvezza dell'Italia e che con il suo primo governo fece entrare antidemocraticamente l'Italia nella disgrazia della zona euro) sia caduto a causa di Berlusconi. Il suo governo cadde unicamente per una ripicca di Mastella che con il suo partitino UDEUR gli tolse la fiducia dopo che gli fu arrestata la moglie. 
Tutto questo per spirito di verità. Perché io mi pongo sempre al di sopra delle parti e giudico dall'esterno senza farmi partigiano di una delle parti in causa, come dovrebbe fare uno storico.    

1 commento:

Feancesco ha detto...

Finalmente un'analisi oggettiva e scientificamente incontestabile. Da storico appunto.