martedì 15 settembre 2015

LE DUE TENNISTE. MA CHI SE FREGA!

Non saranno certamente esse a far migliorare il mondo. Se un grande scienziato italiano avesse preso il premio Nobel per la fisica o la medicina allora avrei gioito. Perché solo la scienza può dare  lustro ad uno Stato. Preferisco anche degli oscuri ricercatori che con poco danaro passano la vita a fare ricerche per trovare nuove cure contro le malattie. Essi lavorano per tutti mentre queste due nullafacenti parassite della società si sono prese alcuni milioni di dollari. Non parliamo poi di quel mondaccio che è il mondo del calcio, che fa ancora più schifo. Certamente quel buffone di Renzi, il prezzemolo che sta dappertutto, ha cercato di prendersi anche lui il palcoscenico sfruttando queste due parassite, che non rendono alcun servizio alla società. E' veramente una macchietta, un personaggio squallido, oltre che politicamente una disgrazia. A queste due nullafecenti preferisco anche uno spazzino, che fa un lavoro necessario ma mal retribuito. E' una società malata quella che fa guadagnare molto al mondo dell'effimero.    

3 commenti:

Anonimo ha detto...

il pezzente che chiaramente sniffa coca visto che e' ovunque e sempre, ha fatto proprie le manie stakanoviste mussolin-berlusconiane.
Mussolini lasciava la luce accesa alle 11 di sera sugli uffici di piazza venezia, per dire che lavorava di notte.
Berlusconi disse che lui alle 2 di notte lavorava per migliorare il paese e creare posti di lavoro.
Sara' mica di meno il coglionazzo bomba?
Tra l'altro notate che ha disposto il volo NON dopo la vittoria della prima finalista..... ma SOLO dopo che anche la seconda aveva vinto... Se solo una italiana fosse stata in finale, l'INFAME non sarebbe partito.

Comunque, non c'e' un cazzo da fare. Siamo in democrazia, quindi e' inutile dire di farlo fuori. Solo gli italiani il vero problema, gente venduta al soldo sin dal 1300.
Gente che era fascista sotto il duce, democristiana quando arriva l'americano, e comunista quando l'americano va fuori dalle palle.

Solo Breivik ci ha visto giusto.

Alessio ha detto...

Sinceramente anch'io ritengo che lo sport sia qualcosa di inutile e assolutamente insensato.
Tutti gli sport in fondo sono una dimostrazione di forza fisica fine a se stessa, che non produce nessun vantaggio razionale e obiettivo, se non quello di dire: "Ecco, io sono forte più di te...", sì, ma poi? Poi c'è un vuoto che non si colma mai e spinge l'agonista a continuare a ripetere l'esperienza, come se lui fosse una macchina il cui scopo è quello di dimostrare forza fisica. Io detesto lo sport, lo ritengo un'espressione di stupidità perché dà la priorità a ciò che non costituisce il vero valore della persona (i muscoli, la forza fisica, il tirare palle) e che in fondo anche un robot umanoide potrebbe fare. Ci si espone al male, a infortuni, a fatica inutile e poi? Poi ci si logora il fisico, non si è utili nemmeno a se stessi alla fine.
Detesto anche la retorica dello sport basata sul concetto di spirito di squadra, ma quale spirito di squadra? Andassero semmai a fare volontariato nei servizi sociali, allora sì che sarebbero utili e farebbero squadra per un obiettivo davvero serio; un'altra cosa che detesto è che in fondo in questi sport si gioisce per la sconfitta di una persona (sia pure per uno scopo futile) e la sconfitta è comunque un male obiettivo (non raggiungere l'obiettivo), io credo che la persona non vada vista generalmente come ostacolo da superare ma semmai come un bene da valorizzare!

Alessio ha detto...

La ringrazio per aver pubblicato il mio commento, io ho letto il suo blog e la ammiro per la chiarezza e la sincerità con cui esprime le sue posizioni, anche a costo di subire critiche, senza quell'ipocrisia del "politicamente corretto" di cui è piena la società.
Inoltre sono anch'io un insegnante, certo non a livello universitario, insegno matematica e scienze nella scuola secondaria di primo grado (alias scuole medie) e amo molto il mio lavoro che consiste nella formazione delle menti dei giovani.
Tornando al tema dell'articolo, io posso vedere ogni giorno come l'importanza eccessiva data all'agonismo e alla fisicità finisca per rendere i ragazzi molto stressati e disattenti nello studio, gli allenatori vogliono farli diventare "campioni" e ciò li espone a stress, infortuni, frustrazioni, e ciò si ripercuote anche sulla mente, che è molto più stanca e meno disposta ad apprendere se non ci fossero tutte queste distrazioni esterne. E in questo modo perdono l'attitudine al pensiero, alla fantasia e alla riflessione.
Il tutto accade con la complicità delle famiglie, che spesso vogliono che il figlio eccella in ambiti come il calcio, il nuoto, la ginnastica artistica, insomma, in tutto ciò che ben poco ha a che vedere con la conoscenza. Tutto ciò è ben triste.