giovedì 10 marzo 2016

MALEDETTE RELIGIONI

La poetessa egiziana Fatima Naoot che definisce lo sgozzamento degli agnelli durante la "festa" islamica di EID-AL-AIDHA come "il più grande massacro dell'umanità" è stata condannata a tre anni di carcere per offesa alla religione.

Eid al-Adha, attivista egiziana condanna la 'strage' di ...

www.adnkronos.com/aki-it/religione/2014/10/02/eid-adha-attivista-egizi...
02 ott 2014 - E' polemica per le parole pronunciate dall'attivista egiziana Fatima ... la 'strage' di montoni, ma i per i salafiti è solo una 'chiacchierona' ... RELIGIONE ... In un'intervista ad Aki-Adnkronos International, Metwalli si domanda ...
E' polemica per le parole pronunciate dall'attivista egiziana Fatima Naoot, che in vista delle celebrazionidella Eid al-Adha (Festa del Sacrificio), la più importante festività dell'Islam, ha augurato sul suo profiloTwitter "buona strage a tutti". Il riferimento della famosa attivista e poetessa è all'usanza, in occasione di questa ricorrenza, di consumare carne di montone, un gesto che ricorda il sacrificio del figlio da parte di Abramo, ricordato anche nel Corano.
Sono migliaia i montoni che ogni anno vengono 'sacrificati' durante l'Eid al-Adha, proprio come per la Pasqua cristiana si moltiplica in modo esponenziale il consumo di carne di agnello, pratica contro cui da
tempo si battono gli animalisti. E' così che anche l'attivista egiziana ha preso le parti delle vittime sacrificali,condannando "una strage che si ripete ogni anno da dieci secoli e mezzo".

Il Vangelo dei bugiardi - Naomi Alderman - nottetempo

Rappresentazione della macelleria ebraica secondo l'Antico Testamento. 

Avveniva in questo modo.

E’ fondamentale calmare l’agnello, è la prima cosa. Un giovane, uno che deve ancora acquisire le competenze del sacerdozio, a volte affronta l’incarico con un atteggiamento brutale. Invece deve essere eseguito dolcemente, persino amorevolmente. Gli agnelli sono creature fiduciose. Toccalo sulla fronte appena sopra la zona in mezzo agli occhi. Respira piano e in modo regolare, abbastanza vicino alla creatura da inalare l’odore carnoso della lana. Lei capirà se sei nervoso. Mantieniti calmo. Sussurra le parole sacre.

Afferra il coltello così come ti sei esercitato a fare. Affonda svelto la lama nel collo, appena sotto la mandibola. Non si deve indugiare. Il coltello deve essere così affilato che quasi non serve esercitar alcuna pressione. Abbassalo in modo fluido e veloce, recidendo i tendini e i nervi mentre il sangue prende a sgorgare e i muscoli dell’agnello sono colti da spasmi. Ritrai il coltello. Nel complesso il movimento deve durare meno del tempo di un’inspirazione.

Tieni l’agnello in modo che il sangue defluisca e possa essere raccolto nella coppa sacra. C’è una grande quantità di sangue; la vita è nel sangue. E’ appropriato a questo punto meditare sul sangue del tuo corpo, sulla rapidità e facilità con sui potrebbe essere liberato, sul fatto che un giorno smetterà di scorrere. Il sacrificio è una meditazione sulla vulnerabilità. Il tuo sangue non è più rosso di quello di questa creatura. La tua pelle non è più resistente. La comprensione che hai degli eventi che porteranno alla tua stesa morte probabilmente non è più profonda di quella di questo agnello.

Ha un odore forte: ferro, sale e acredine. Un sacerdote raccoglie il sangue nella coppa. La coppa si riempie.

Il sacerdote sparge il sangue, lo spruzza ai quattro angoli dell’altare. L’odore si fa più intenso. L’agnello smette di muoversi a scatti. Le ultime tracce di vita lo hanno abbandonato. Avviene in questo modo, rapidamente. Quando il sangue è defluito, recidi la pelle e staccala dalla carcassa Ora la creatura è carne. Ogni essere vivente è carne per un altro. Credi che la zanzara – una delle più piccole creature di Dio – ci consideri come qualcosa di diverso da un cibo? I vermi un giorno ti divoreranno – ritieni che faranno caso al tuo intelletto, alla tua gentilezza, alle tue ricchezze, alla tua bellezza? Ogni cosa viene mangiata da qualche altra cosa. Non pensare che, in quanto possessore di coltelli di bronzo, tu sia qualcosa di più di questo agnello. Tutti noi siamo agnelli al cospetto dell’Onnipotente.

Stacca dalla carne gli organi consacrati. Estraili, separando e recidendo i tendini che li tengono al loro posto.

Pochi momenti fa avevano uno scopo: come ogni uomo nel Tempio, avevano funzioni da eseguire. Adesso sono oggetti da bruciare nei fuochi sacri. Questo non è un rituale dello spirito, è una materia che attiene al corpo. Ricorda che anche le tue budella contengono feci, che la donna che più desideri al mondo è, in questo momento come ogni altro, piena di muco e feci. Sii umile. Elimina il grasso proibito che non può essere mangiato: le masse di grasso intorno all’addome, il grasso dei reni.

Metti gli organi e il grasso proibito nel fuoco dell’altare. Mentre bruciano, innalza lodi all’Onnipotente che ci ha affidato questo sacro dovere, che ci ha concesso l’intelligenza di comprendere la Sua opera, che ci ha posto al di sopra delle bestie con coscienza e giudizio. Mentre il grasso brucia e se ne anneriscono le membrane esterne, e la soffice materia bianca si liquefà e sgocciola tra i rami ardenti,l’odore sarà dolce e delizioso. Questi sono i dolci aromi destinati al Signore. La bocca si riempirà di saliva, lo stomaco, se è un po’ che non mangi, comincerà a brontolare. Non sei un angelo, uno spirito disincarnato senza desideri. Sei un corpo, come questo agnello. Vuoi mangiare questa carne. Sei anche un’anima, la parte migliore per rivolgere lodi al tuo Creatore. Ricorda quello che sei.

Rendi grazie. Quando il grasso e gli organi sono consumati, la carcassa dell’anima le può essere rimossa.

Potrà essere cucinata per te e per i tuoi compagni sacerdoti. Così condividerai il pasto con Dio.

Questo è il sacrificio quotidiano. Ogni giorno, due volte al giorno,mattina e sera, un agnello di un anno, sano e senza imperfezioni.

Ogni volta è un evento sacro. Ogni volta l’animale viene ucciso per la gloria di Dio, non per la mera soddisfazione dei nostri appetiti. Ogni volta, mentre la vita fuoriesce col sangue, il sacerdote dovrebbe guardare, e prestare attenzione, e rendere grazie per l’animale la cui vita è stata restituita al suo Creatore e la cui carne fornisce dolci profumi al Signore e nutrimento ai Suoi servi.


Rappresentazione della macelleria islamica (e la chiamano religione)
ROBERTO CALASSO. ARDORE
Abdellah Hammoudi, professore di antropologia a Princeton, marocchino di famiglia sannita, decise un giorno del 1999, di compiere i pellegrinaggio alla Mecca, come lo avevano fatto innumerevoli suoi parenti, conoscenti e connazionali. Voleva capire, da antropologo. E scoprire che cosa rimaneva della sua educazione di fedele islamico. Il pellegrinaggio alla Mecca implica vari obblighi, fra i quali il compito di scegliersi e sgozzare un agnello alla Festa del Sacrificio. Hammoudi voleva evitarlo. Pagò una “confraternita di carità” perché compisse l’atto al posto suo. Hammoudi sarebbe stato soltanto spettatore .
Quando si avvicinò il giorno, “a Mina gli ovili avevano l’aspetto di un gigantesco campo di concentramento per animali; due, tre, quattro milioni di capi e anche più. Un’immensa folla di pellegrini si accingeva a compiere l’obbligo del sacrificio a titolo di “offerta”, a cui andavano aggiunti i sacrifici di espiazione o di elemosina... Eravamo tutti riuniti per salvare le nostre vite, e la nostra salvezza ci imponeva di uccidere quegli animali. La massa dei pellegrini, giunti al colmo dell’abnegazione dopo la “stazione” di Arafa, la preghiera a Muzdalifa e la lapidazione a Mina avrebbe soppresso milioni di vite... La modernizzazione del pellegrinaggio aveva certamente il suo peso: aree ottimizzate, superfici recintate, distribuzione ortogonale dello spazio, infallibili sistemi di sicurezza e di sorveglianza. A ogni regno della natura era assegnato un campo: le masse animali nei loro recinti, e, non lontano, le masse umane nei loro accampamenti, circondati da alte cancellate di ferro, lungo le strade dai tracciati geometrici... La circolazione delle macchine della polizia e la ronda incessante degli elicotteri completavano il quadro. Quell’ordine avrebbe permesso alla massa umana di annientare la massa animale in nome di Dio”.
Fu uno strano, sistematico eccidio di singoli animali. E i loro corpi vennero accostati su una stessa pietra.
Jahvè apprezzò.
L'odore di quelle carni bruciate, orribile per gli uomini, fu gradito alle sue narici. Quando Utnapistim compì gli stessi gesti di Noè in Mesopotamia, dopo il diluvio, “gli dèi come mosche si raccolsero intorno all'officiante” . Jahvè invece non si mosse, ma cominciò a pensare fra sé . Decise che non avrebbe più “maledetto il suolo a causa dell'uomo”. Era forse cambiato il suo giudizio sull'uomo? No, allora come già prima del diluvio – pensò che “l'oggetto del cuore dell'uomo è il male, sin dalla giovinezza”.
Così l'uomo era fatto. Ma non per questo andava distrutto, lui e la terra, come era quasi successo poco prima. L'uomo però avrebbe dovuto subire alcune regole .
Era un'alta macelleria di cui qui si rendeva ragione . Impossibile ignorare o omettere ciò che avveniva del sangue. Impossibile dimenticare le parole di Jahvè a Noè e poi, un giorno , a Mosè : “Perché l'anima della carne è nel sangue e io l'ho messo per voi sull'altare, perché operi propiziazione per le vostre anime, poiché è il sangue che opera propiziazione per l'anima”.
La salvezza o anche soltanto il riequilibrio dei rapporti, sempre turbati, con Jahvè vengono dal sangue . E non sono concepibili senza sangue .


Rappresentazione della macelleria cristiana
   Tre agnelli - Il richiamo della Foresta - Blog - Repubblica.it
richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2016/03/07/tre-agnelli/
Margherita d'Amico. di Margherita d'Amico. 7. mar. 2016. Tre agnelli ... Li pregate di chiedere alla donna se sia disponibile a vendervi i tre agnellini. Inciderebbe .

5 commenti:

Anonimo ha detto...

professore,
in alcuni punti le religioni sono veramente disumane e disgustose, per non dire perfide. come può un dio godere dei profumi di un arrosto di agnello ?
verrebbe da ridere - o da piangere, a seconda dei punti di vista.
allora mi sono fatto un' idea.
il dio di abramo era una eggregora, un falso dio.
https://it.wikipedia.org/wiki/Eggregora
un'entità immonda che si nutre del dolore psichico degli animali e degli uomini. come quello di un agnello che sta per morire, consapevole, al pari di un uomo.
la vedo così, altrimenti dovrei pensare che i testi "sacri" siano una barzelletta o scritti da malati di mente.
saluti,
marco

Alessio ha detto...

Professore, sono convinto che Il Dio della Bibbia sia un pazzo furioso sadico che è stato consacrato come Dio da altri soggetti votati al delirio di onnipotenza, molti credenti non conoscono la Bibbia e non sanno in che cosa credono, sono solo disgustosi ignoranti paragonabili a chi assume veleno senza sapere di che cosa si ciba. Il Dio della Bibbia ha benedetto incesti (vedere l'episodio delle figlie di Lot), avrebbe ordinato a Giosuè di massacrare tutta la popolazione dei Cananei in particolare i maschi, un orrore unico.
Era un Dio partigiano e razzista che proibiva qualsiasi contatto con altri popoli in quanto tutti gli altri erano inferiori ai santi ebrei, un Dio che nel Talmud avrebbe detto che i gentili sono solo animali in forma umana e che sono stati creati così perché sarebbe stato disdicevole per un ebreo farsi servire da animali.
Gli ebrei, barbari sadici che si sono creati un dio a loro immagine, ecco che cosa sono, e si sentivano superiori in quanto adoratori del sanguinario Jahwè; quanto disprezzo i cattolici che non si informano sulle cose in cui credono, sono solo dei pigri mentali che meritano insulti per la loro cecità intellettuale.

Anonimo ha detto...

No sig. Alessio i cattolici non sono pigri, credono soltanto in quello che dicono e scrivono i loro sacerdoti e la loro Gerarchia. La quale Gerarchia, io sono convinto che in parte sa già che tutto quello che sta scritto nella Bibbia non sia vero e che sono solo dei racconti. Ma non possono buttare alle ortiche 2000 e passa anni di storia del Cristianesimo sia perché dovrebbero ammettere pubblicamente di essersi sbagliati e anche perché altrimenti tutto il Clero perderebbe tutti i benefici e agevolazioni fiscali che lo Stato gli concede e soprattutto perché ognuno di loro dovrebbe andare a lavorare. Del resto (tranne qualche eccezione) basta andare a vedere chi è che ormai frequenta le chiese: solamente anziani di bassa cultura, particolarmente donne vedove e bambini per prepararsi alla Prima Comunione, dopodiché spariscono.
Anton

Anonimo ha detto...

Vorrei correggere un periodo del mio post precedente. Dove ho scritto: "La quale gerarchia, io sono convinto che in parte sa già che tutto quello che sta scritto nella Bibbia non sia vero ..." lo sostituisco con: "La quale gerarchia, io sono convinto che una parte di loro creda che non tutto quello che sta scritto nella Bibbia sia vero ...".
Grazie,
Anton

Pietro Melis ha detto...

Ad Anton. Non va bene nemmno così sintatticamente. Riscrivo io la frase. "La quale gerarchia, per una parte di essa, come ne sono convinto, crede che non tutto quello che sta scritto nella Bibbia sia vero.