venerdì 20 maggio 2016

MARCO PANNELLA: POCHE LUCI E MOLTE OMBRE

Negli anni '70 andai 4 volte a Parigi, trattenendomi ogni volta circa un mese estivo per studiare alla Biblioteca Nazionale e ivi fare montagne di fotocopie di libri o articoli che mi servivano per i miei studi sulla fisica cartesiana.  Ero stato costretto ad occuparmi di Cartesio quasi con costrizione, per volontà di un professore patito di Cartesio e di cui allora ero assistente all'Università. Oggi mi rendo conto che avrei dovuto impiegare il mio tempo in modo migliore, occupandomi di un altro filosofo e non dal me poi odiato Cartesio. Uno che rovinò la filosofia moderna partendo dal famoso COGITO, ERGO SUM. Iniziando così a dare una svolta in senso antropocentrico alla filosofia. Mi trovavo a Parigi,  forse nel 1973, e seppi che si trovava a Parigi Pannella per sensibilizzare la Francia al fatto che in Italia non vi fosse ancora il divorzio. Sensibile a questo argomento mi unii al piccolo corteo e Pannella, come ad altri, mi mise addosso due cartelli, facendo di ciascuno un uomo sandwich. Uno in italiano e l'altro in francese. Una donna lesse il cartello che portavo, quello scritto in francese, e commentò: NE PAS MERDER ICI (Non venite a fare casino, o a cagare, qui). Come si sa, il parlamento votò la legge  a favore del divorzio. Non fu dunque il referendum ad istituirlo anche perché il maledetto art. 75 della Costituzione prevede solo un referendum abrogativo e non propositivo. Quale merito abbia avuto Pannella nell'introduzione del divorzio con il referendum promosso dalla Democrazia Cristiana e con la vittoria del NO che impediva l'abrogazione della legge del socialista Loris Fortuna è difficile dirlo perché tutti i partiti laici erano favorevoli al progetto di legge ed evidentemente vi fu una  maggioranza trasversale. Nel 1974 ottenne di abbassare a 18 anni la maggiore età per permettere anche ai diciottenni di votare (e ciò fu un grave errore). Poi venne la battaglia per l'aborto. E anche qui avvenne una battaglia referenderia che vide l'introduzione dell'aborto. Ma i due opposti referendum, di parte cattolica (che voleva l'abolizione della legge 194 del 1978 e quella dei radicali, che volevano che l'aborto fosse consentito anche fuori delle strutture sanitarie, furono bocciati.  Quando si dissolse la Jugoslavia Pannella fu favorevole alla condanna di Milosevic che difendeva l'appartenenza del Kosovo alla Serbia, e nulla ebbe da rimproverare alla NATO per i vigliacchi bombardamenti di Belgrado sotto il governo D'Alema che aveva concesso le basi militari italiane alla NATO.  Riuscì a fare eleggere in parlamento nelle liste dei radicali Leonardo Sciascia, Toni Negri, Domenico Modugno ed Enzo Tortora, ma diede la tessera dei radicali anche ad esponenti della camorra per protestare contro le condizioni di vita nelle carceri. E su questo tema, diventato monotematico, si batté negli ultimi anni, non sapendo distinguere tra reati gravi e meno gravi, come se anche gli assassini delle organizzazioni mafiose fossero vittime e non carnefici. Giunse a chiedere anche una amnistia, negando così la dovuta giustizia alle vittime dei reati. Non tuonò mai contro le varie mafie, quasi fossero per lui inesistenti.
Se bisogna riconoscergli il merito di essere stato favorevole a trattative con le Brigate Rosse per salvare la vita di Aldo Moro, dall'altra bisogna ricordare contro Pannella la sua campagna denigratoria e diffamatoria orchestrata dal P.C.I., dalla giornalista Camilla Cederna e dal settimanale L'espresso contro il presidente della Repubblica Govanni Leone, accusato ingiustamente di essere partecipe, con i figli,  di loschi affari, tra cui l'affare dell'acquisto di aerei Lockheed dagli USA. Accuse che, dimostratesi poi tutte false, portarono alle dimissioni di Giovanni Leone, che dimostrò di essere stato un ottimo presidente della Repubblica, sempre super partes. Pannella poi chiese scusa con ampia lettera, ma dopo vent'anni. A merito di Pannella va riconosciuto di avere richiesto che gli Stati Uniti intervenissero per salvare la vita di Saddam Hussein. Non risulta, scorrendo la sua vita, che sia stato filo arabo. Anzi, fu sempre filoisraeliano e, giustamente, considerò Israele come isola di democrazia circondata da Stati arabi. Ed ora veniamo al suo grave imperdonabile errore dovuto all'avere chiesto sin dal 1986 il sistema maggioritario e all'essersi alleato nel 1992 con Mario Segni (sparito subito dopo dalla politica) per promuovere un referendum abrogativo con il quale si affossava il sistema proporzionale. Operazione da suicidio per lo stesso Pannella, che, con il suo 3%, non riuscì più ad avere una rappresentanza parlamentare. Pertanto cercò di ricattare gli altri partiti chiedendo ad essi dei collegi sicuri dove fare eleggere candidati del partito radicale, con la minaccia che, altrimenti, il partito radicale si sarebbe presentato da solo con l'unico scopo di far perdere voti ai partiti che non avessero fatto posto ai candidati  del partito radicale. Da prima si rivolse a Berlusconi, poi ruppe con la destra per spostarsi a sinistra, visto che non aveva riscosso successo con la destra. Come dire: Francia o Spagna purché se magna. Proprio lui che, ma solo a parole, aveva combattuto contro la partitocrazia. Le conseguenze nefaste del sistema maggioritario si fanno sentire anche oggi. Senza questo sistema, dovuto prima al mattarellum, rinforzato poi dal porcellum, e adesso, in prospettiva, dall'ancor peggiore italicum, non staremo qui a dover sopportare la farsesca figura di un dittatoriello che si è impadronito del potere senza essere passato per le elezioni.
Fu, in conclusione, un individuo bizzarro, incoerente, mancante di un vero progetto politico. Non contestò mai l'asservimento dell'Italia alla disgrazia dell'Unione Europea e agli USA, dimostrò sempre di essere un analfabeta in economia, non avendo mai avuto un preciso programma economico se non quello ripetente un vago, ma nefasto, liberismo. Non trovò mai sostegno nelle classi sociali disagiate, che infatti lo ignorarono,  essendo stato sempre un individuo privo di precise idee economiche e politicamente inaffidabile. Invece di occuparsi della fame in Italia si occupò sempre e solo della fame nel mondo, sino a pretendere che l'Italia buttasse soldi in Africa, evitando di fare propaganda per la contraccezione, non capendo mai che era l'esplosione demografica la maggiore causa della povertà in Africa. Cosa inconcepibile considerando che fu proprio lui uno degli alfieri in Italia nella battaglia a favore dell'aborto.  Anche i suoi frequenti digiuni di protesta ne fecero una figura politicamente non seria, quasi una macchietta. Ora gli si vorrebbero riconoscere dei meriti che egli mai ebbe. E la sua battaglia per la liberalizzazione delle droghe, almeno di quelle leggere, giustamente gli attirarono più ostilità politiche che simpatie.  Non le trovò nemmeno tra gli animalisti non essendosi mai occupato dei diritti  e delle sofferenze degli animali, anche se promosse un referendum per l'abolizione della caccia. Ma a furia di fare un abuso di referendum mettendo insieme diverse e disparate questioni, con vere e proprie lenzuolate di referendum, che impedivano all'elettore di capire che cosa si volesse abolire, finì con lo squalificare lo stesso istituto del referendum abrogativo. La sua ambiguità di vita, politica e non, è confermata anche dalla sua ambiguità sessuale, essendosi dichiarato bisessuale. Ebbe una compagna mai sposata e confessò egli stesso di avere avuto da una donna sposata un figlio di cui non ebbe mai notizie, e di cui  pertanto si disinteressò sempre, aggiungendo di averne avuto un altro quando aveva trent'anni. E quando una giornalista gli domandò perché non avesse mai cercato di conoscere i suoi figli se la sbrigò con un volgare "sono cazzi miei".

Non fu mai un maestro di vita, anche se ebbe sempre la presunzione di mostrarsi tale. Che non lo si faccia adesso apparire pieno di meriti che non ebbe. Fu una contraddizione vivente, che non gli si può togliere adesso da morto. Volle presentarsi come campione del libertarismo, che non seppe mai riempire di contenuti.  
Negli ultimi giorni di vita divenne anche un leccaculo di questo papa con una lettera a lui rivolta, rafforzando così il suo terzomondismo a danno degli interessi nazionali, sempre dentro un disegno utopistico, puramente moralistico scisso dalla realtà politica.              
Fu sempre un fumatore accanito, sino agli ultimi giorni. Non mi spiego come mai il cancro ai polmoni estesosi al fegato non gli sia venuto prima.  Contravvenendo alle regole si mostrò anche in trasmissioni televisive con la sigaretta in bocca, poi sostituita dal sigaro, che normalmente non si aspira. Anche per questo dovrà rimanere nel ricordo una figura diseducativa.    

2 commenti:

Anonimo ha detto...

professore,
ottimo commento ! anch'io pensavo così di pannella, lei lo ha messo per iscritto chiarendo vari aspetti della sua vita.
se ha notato quando si muore si acquisiscono meriti che non si hanno e si dimenticano ( quasi ) tutti gli errori ! non so perché ma è così. forse è un retaggio della cultura cattolica..
comunque è sbagliato definirsi "bisessuale". se tu vai con un uomo per me sei frocio, anche se sei andato una sola volta in tutta la tua vita.
freddie mercury andava anch'egli con le donne, si era persino sposato, ma era "gay". non "bisessuale". usiamo i termini corretti per favore !
saluti,
marco

Anonimo ha detto...

Eccellente Professor Melis,
le Sue osservazioni su Giacinto Pannella (detto Marco) direi siano ineccepibili.
Mi permetto di aggiungere qualche dettaglio.
Se non ricordo male, negli anni 60, 70, 80, Pannella (e quindi il suo Partito Radicale) manifestava -tra l'altro- una grande simpatia per il Partito Comunista.
Era una specie di "sostenitore-mentore-consigliere" della Sinistra "ortodossa". Apparentemente strano, ma vero: simpatia che i Comunisti (comunque si chiamassero
e si chiamino ora) praticamente MAI ricambiarono.
(storia e cronache italiane alla mano). La mia spiegazione:
1) secondo la loro solita tattica, i Comunisti non pagavano i servizi resi, e non rendevano i servizi pagati. Dai Radicali, i Comunisti traevano sostenitori, idee, finanche pretesti. Per estendere il loro potere sulla società italiana.
Ma si guardavano bene dal condividerne con coloro i frutti.
2) capivano, o forse più prosaicamente intuivano, che -comunque- Pannella e i suoi Radicali erano più idealisti che politicanti, più sognatori che tattici. Pertanto, caratteri difficili da irreggimentare.
E, da quei "pragmatici" (si fa per dire) che essi ritenevano di essere, li tennero bene a distanza. Della serie: se vincete, vincono tutti i "progressisti", se perdete, perdete da soli. I Comunisti, consideravano i Radicali la classica "carne da cannone" - e viceversa. Ma per semplice questione di numeri i radicali praticamente scomparvero dalla scena. Nonostante alcune loro "battaglie civili" si potessero condividere in nome di una Civiltà moderna. Naturalmente, posso sbagliare.
Un cordiale e rispettoso saluto da Torino. Giancarlo Matta