mercoledì 10 agosto 2016

PERCHE' GLI ANIMALISTI NON POSSONO NON ESSERE ANTISLAMICI. ALL'ORIGINE DELLA MACELLAZIONE ISLAMICA (1)

L'invasione islamica che stiamo subendo ha portato alla proliferazione delle macellerie islamiche, dove si vendono carni di animali che subiscono la crudele macellazione halal, che gli islamici hanno copiato dagli ebrei "religiosi" osservanti  della macellazione kosher, corrispondente a quella islamica halal. 
Già nel 2004 (in Scontro tra culture e metacultura scientifica) avevo scritto contro questa maggiore crudeltà permessa dalla legislazione italiana ed europea facendo eccezione alle regole che impongono che il povero animale sia prima privato della coscienza. Se si pensa che il nazismo aveva proibito severamente la macellazione ebraica si può dire che oggi in fatto di diritti degli animali la "civile" Europa ha da imparare dal nazismo.  Ecco il mio testo su questo argomento.    

Gli ebrei credenti hanno il diritto di credere ancora in questi racconti da matti, nel loro fanatico principio della “purificazione”, ma non possono pretendere che si facciano   eccezioni per essi, quando il loro fanatismo religioso contrasti con i principi di uno Stato laico, pretendendo ancora il rispetto della barbarie della “macellazione rituale”. Questo non entra in testa agli ebrei osservanti, come non entra in testa, per esempio, al rabbino capo di Roma – che ha promosso contro di noi un’interpellanza alla Camera e al Senato – o al presidente delle comunità ebraiche italiane, che ci ha vergognosamente denunciato  - credendo di intimorirci – accusandoci, con altri ebrei osservanti, di avere “diffuso idee fondate sull’odio razziale, contenenti l’implicito incitamento alla commissione di atti di discriminazione per motivi razziali e religiosi”, in realtà con lo scopo sotteso di sviare l’attenzione dalla “macellazione rituale”, che la gente non conosce, e con cui essi, avendo il cervello rovinato dalla Torah, pretendono ancora di “purificarsi”, dovendosi, piuttosto, come gli islamici, “purificarsi” il cervello da antiche e barbare norme religiose, altrimenti, secondo le regole mosaiche del “popolo eletto”, dovrebbero pretendere ancora, coerentemente,  anche la lapidazione degli ebrei che non rispettino la festività del sabato (Esodo, 35, 1; Numeri, 15, 36), la lapidazione delle donne ebree scoperte non vergini dal marito (Deuteronomio, 22, 21) e degli ebrei adulteri (Levitico, 20, 10; Deuteronomio, 22, 22 sgg.), lo “sterminio” (sic!) degli ebrei omosessuali (Levitico, 20, 13), che la donna ebrea si “purifichi” dopo le mestruazioni sacrificando almeno due tortore o due piccioni, che si “purifichi anche l’ebreo che, se pur involontariamente, abbia toccato una donna od oggetti da lei toccati durante le mestruazioni (Deuteronomio, 15 25 sgg). E’ evidente che il rabbino capo di Roma e il presidente delle comunità ebraiche italiane dovrebbero evitare sempre di stringere la mano ad una donna non anziana,  potendo essa trovarsi nel periodo delle mestruazioni. Altrimenti rischierebbero di rimanere impuri e di doversi, conseguentemente, purificare entro la sera. Questi due fanatici individui, per rispetto della Torah, incontrando una giovane donna che li salutasse porgendo la mano, dovrebbero, prima di toccarla, domandarle: scusi, lei è nel periodo delle mestruazioni? Sa, altrimenti rimango impuro e debbo correre a casa a purificarmi, non solo con un bagno, ma anche sottoponendo a lavaggio tutti gli indumenti che indosso, dalle mutande all’abito, secondo le norme di Mosè. E, se nella loro casa abita qualche giovane donna, o moglie o figlia o domestica, come fanno a vivere e, soprattutto, a mangiare in casa nel periodo delle mestruazioni di una di queste donne, dovendo evitare di toccare qualsiasi oggetto che una di queste abbia toccato? Ma queste sono pazzie private che i fanatici religiosi possono conservare, non essendo reati. Si purifichino quanto vogliono questi fanatici, ma senza aumentare con il loro fanatismo la crudeltà e le sofferenze su questa Terra, che ne ha già tante.    
E’ necessario, pertanto, che la legge ponga termine alle sofferenze causate in più dalla “macellazione rituale”, residua pratica derivante da una follia religiosa, se la pratica, per di più, è in contrasto con una legge dello Stato laico. Diversamente i politici si renderebbero corresponsabili della pratica ebraico-islamica di “purificazione” con la “macellazione rituale”, dimostrando in tal modo di avere anch’essi bisogno di “purificarsi” il cervello, contaminato indirettamente dalla Torah, rimossa oggi psicanaliticamente dalla coscienza del cristianesimo, specialmente dopo l’accettazione ufficiale dell’evoluzione darwiniana da parte della Chiesa cattolica, con un suo documento del 1996. Scrisse Eraclito, condannando coloro che credevano fanaticamente di “purificarsi” tramite sacrifici di animali: “E si purificano macchiandosi di sangue, come chi, entrato nel fango, con fango si lavasse…i porci godono del fango più che dell’acqua pura”. Ammesso che i maiali godano veramente del fango o non dell’acqua pura. Soltanto un ebreo credente, Filone alessandrino, poteva giungere a falsificare, oltre che Platone, anche i presocratici, scrivendo che Eraclito ebbe ragione nel seguire la dottrina di Mosè” (Legum Allegoriae, 1, 108). Incredibile. Il voler trovare in Mosè (mai esistito) – che nel testo biblico appare come macellatore di “uomini, donne bambini e bestiame” per ordine di Jahweh, come documenteremo -  la fonte di ispirazione di Eraclito, che, disprezzando ogni ritualità religiosa che non fosse puramente spirituale, scrisse che il Logos divino non aveva bisogno di sacrifici di sangue - in ciò manifestando soltanto possibili influssi vedici dall’India[1]- è cosa che soltanto un ebreo credente poteva scrivere. Ci occuperemo ampliamente di Eraclito nel cap. 7.  
Ha scritto un professore universitario ebreo, Jay Neugeboren[2]: “Noi ebrei dobbiamo mantenerci distinti e puri dal punto di vista religioso, morale e fisico…Se noi ebrei dobbiamo essere fedeli al nostro patto con Dio come suo popolo eletto” - ancora! – “dobbiamo guardarci anche dalla più piccola unione fisica o morale con quelli diversi da noi, con quelli che non sono stati scelti da Dio”. Jay Neugeboren, come tutti gli ebrei credenti della sua stessa stoffa, avrebbero bisogno di essere purificati nel cervello.



[1] Cfr. E. Zeller- R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I, Vol. IV, p. 410 sgg.  Giorgio Colli (La sapienza greca, 1977), come Zeller, ha escluso un contesto orientale della filosofia eraclitea,  pur riconoscendo che essa si pone entro la tradizione orfico-dionosiaca e della dottrina, accettata da Pitagora, della metempsicosi. Recententemente Angelo Tonelli (Eraclito. Dell’origine, Feltrinelli 2005) ha riproposto una fonte orientale che, anche se fosse fonte archetipa comune a tutta l’umanitàe alla cultura indoeuropea, non escluderebbe la mistica e la metafisica indiana e persiana, che, contestualia alla sapienza eraclitea, fluirebbe dalle tradizioni orientali vedica, upanisadica, yogica, taoistica, zoroastriana, con un “sostrato sciamanico panasiatico”. Ci sembra che, in presenza di soli frammenti di Eraclito, si tratti di interpretazioni troppo estensive. Ma è certo che anche da questo quadro così allargato si trae la conclusione di una totale estraneità dell’ebraismo alle radici del pensiero greco, oltre che una conferma del miracolo di ignoranza e di inciviltà dell’ebraismo, rimasto come un corpo estraneo alla ricchezza culturale delle civiltà orientali e al pensiero greco, contro le ridicole falsificazioni ebraiche tendenti a far  valere una  primogenitura degli ebrei.

[2] Ezra, in D. Rosenberg (a cura di), Congregation: Contemporay WritersRead the Jewish Bible, San Diego, 1989, Cit. in W. Brueggemann, Introduzione all’Antico Testamento, Claudiana 2001, p. 389.

        

1 commento:

Anonimo ha detto...

professore,
come già aveva detto lei, e come ci aveva spiegato Ratzinger, tutte le leggi anticotestamentarie - mutuate poi dal corano - che prevedono sacrifici animali, vuoi anche per "purificarsi", ( vabbè...! ) non dovrebbero essere più seguite dopo che Gesù ha dichiarato di essere lui l'agnello - nel senso proprio del sacrificio dello stesso.
però l'ebraismo e l'slam, che non riconoscono il nuovo testamento, seguono ancore le vecchie leggi. credo che il problema sia tutto qua.
potrà mai una maggiore laicità dello stato risolvere la questione ? non credo, se - come nel caso della macellazione halal - si parla come di un loro "diritto" o di una "caratteristica culturale" ( si è arrivati a dire persino questo ! )
e con questo papa che tende la mano agli islamici non si va certo nella direzione giusta...
saluti,
marco