venerdì 23 settembre 2016

MORALE E DIRITTO. L'EUROPA E LA FINE DELL'IMPERO ROMANO

Si sta procedendo all'africanizzazione e islamizzazione dell'Europa come se l'invasione fosse un fatto ineluttabile, un destino, e non la conseguenza di governi imbelli contagiati dalla malattia mentale della società multiculturale e multirazziale, con la solita confusione tra diritto e morale, contro cui mi sono battuto sempre nei miei testi filosofici. Non si può imporre la morale con le leggi. La morale riguarda il comportamento individuale perché non tutto ciò che è immorale può configurarsi come reato. Nessuno ha l'obbligo per legge di soccorrere gli altri fuori del caso, per esempio, del mancato soccorso in caso incidente stradale. Ma direi piuttosto che in questo caso si ha un dovere convenzionale dettato dall'interesse reciproco perché potrei io stesso avere bisogno di essere soccorso. Il termine "solidarietà" usato in politica è quello che massimamente esprime la confusione tra morale e diritto giacché questo termine appartiene alla morale e non al diritto. Termine dunque che deve essere espunto dalla politica. Ciascuno si sceglie liberamente i suoi sodali, che la legge non gli può imporre. La morale è legata sempre a fattori culturali perché ogni popolo ha le sue tradizioni fondate su determinati valori morali che però non dovrebbero essere confusi con le questioni di diritto che io ho sempre ritenuto fondate sul diritto naturale. Il quale non implica affatto che io abbia il dovere di occuparmi dei mali altrui personalmente. La norma evangelica "ama il prossimo tuo come te stesso" è puramente morale. Non applicabile sul piano del diritto. Esso infatti porta all'assurdo ulteriore di dover evangelicamente amare i miei nemici. Hegel (in polemica sottintesa con Kant che aveva fondato il diritto naturale sul fatto che l'uomo fosse innanzi tutto un soggetto morale e che perciò le norme del diritto presupponessero l'imperativo categorico della morale) nei suo scritti giovanili sul cristianesimo ha ironizzato pesantemente sulla morale cristiana scrivendo che uno Stato che la applicasse di autodistruggerebbe. Hegel nella sua maturità ha poi scritto (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio) che la morale universale è una pura astrazione, un momento della dialettica dello Spirito oggettivo che deve far confluire la morale nell'etica intesa come espressione delle leggi di uno Stato. E' vero che in questo modo Hegel introduceva il relativimo culturale nelle questioni di diritto, ma un relativismo che comunque assorbiva la morale astratta di Kant nel diritto delle leggi di uno Stato. Non sottraendosi in questo modo alla guerra tra diversi sistemi di legislazione degli Stati. Il sociologo e filosofo Max Weber ha detto che non si uscirà mai dalla "lotta mortale tra valori morali". E oggi stiamo assistendo ad una nuova lotta tra opposti valori morali. L'Occidente non potrà mai convincere gli islamisti di avere dei valori morali superiori. Il relativismo può essere  superato soltanto con la distinzione tra morale astratta (universalistica) che comanda di fare del bene e diritto naturale che (su questo punto si può recuperare Kant) comanda  di non fare del male. In Tribunale non si è condannati per non avere fatto del bene, ma per avere danneggiato gli altri, secondo la norma del diritto naturale di Ulpiano NEMINEM LAEDERE. Orbene, alla luce di tutto ciò la questione dell'immigrazione deve essere trattata sulla base della distinzione tra morale e diritto. Lo Stato non può imporre l'accoglienza dei cosiddetti migranti, che io chiamo invasori, sulla base di una concezione moralistica che impone di fare del bene.  Tutte le leggi di uno Stato debbono essere inquadrate entro la visione di un contratto sociale  che è alla base dei rapporti tra cittadini, come ha insegnato Rousseau (Contratto sociale). Questi invasori non fanno parte del contratto sociale in quanto non sono cittadini, sebbene la confusione tra diritto e morale abbia portato ad equiparare gli stranieri ai cittadini trasformando gli invasori in gente accampante diritti in casa d'altri, per esempio nell'assegnazione delle case popolari. La politica moralistica dell'accoglienza fa strame del diritto a danno dei cittadini anche perché in questo modo si alimenta quello che Marx chiamava "esercito di riserva dei disoccupati" che serve a mantenere bassi i salari. Questi cosiddetti migranti hanno aumentato l'esercito di riserva quando riescano ad avere un lavoro, ma facendo concorrenza ai cittadini disoccupati, che non accettano di essere mal pagati, mentre per gli invasori il discorso è diverso perché le loro condizioni sarebbero comunque migliori di quelle che avrebbero nei Paesi da cui sono venuti senza essere richiesti. E bisogna smontare per sempre l'irritante cantilena da dementi o da disonesti che anche gli italiani sono stati migranti. Allora l'emigrazione avveniva da piccoli spazi già affollati verso grandi spazi come le Americhe. Ora sta avvenendo il contrario, come se l'Europa, già affollata, avesse il dovere MORALE di accogliere questi invasori, di cui poi solo una minoranza ha trovato lavoro facendo concorrenza ai cittadini aumentando lo sfruttamento della mano d'opera per un maggiore profitto. Gli altri sono dei nullafacenti senza lavoro, per lo più clandestini, che vivono nei cosiddetti centri di accoglienza che costano ai cittadini miliardi di euro o stanno a fare sosta ai semafori o nei parcheggi taglieggiando coloro che cercano un parcheggio, dovendo subire il ricatto di questi individui  che, se non paghi il pizzo, ti fanno trovare l'auto danneggiata. Quando non sono degli spacciatori di droga. La follia maggiore consiste nell'andare a prendere con le navi questi invasori sulle coste della Libia e ora anche dell'Egitto (Stato in cui non vi è guerra civile). E li chiamano profughi. Vi è un progetto folle o disonesto dettato dai dementi o dai disonesti che ritengono che sia un destino la società multiculturale e multirazziale, con la distruzione dell'identità dei popoli europei oppure da coloro che, pieni di sentimento morale, ma privi di ragione (cioè nella perdurante confusione tra morale e diritto), stanno, oltre tutto, islamizzando l'Europa. Il terrorismo islamico è frutto della demenza dei governi europei sostenuti dall'ideologia malata della società multirazziale. Se non  si pongono argini contro questa invasione facendo uno sbarramento di fronte alle coste della Libia e ora dell'Egitto, l'Europa verrà africanizzata e islamizzata. Un' Europa la cui folle politica dell'accoglienza si accompagna alla convinzione di poter integrare questi invasori pur nella impossibilità di una integrazione a causa di opposti valori morali. Perché non vi potrà mai essere integrazione con gli islamici, a cui è fatto divieto, a causa del Corano, la maggiore disgrazia della storia,   di avere una concezione laica dello Stato. Basta vedere come le donne appaiono assoggettate agli uomni anche nella visibilità dell'abbigliamento. E qui mi aiuta Montesquieu che in Considerazioni sulle cause della grandezza e decadenza dei Romani ha scritto  che tale decadenza iniziò quando l'impero romano, giunto alla sua massima espansione con Traiano, credette di poter integrare anche negli eserciti le popolazioni barbariche invece di combatterle. Ma "la pace non si compra" dice Montesquieu, più che mai attuale. L'Europa farà la fine dell'impero romano se continuerà nella follia dell'accoglienza.                                   




5 commenti:

Anonimo ha detto...

professore,
nulla da obiettare al suo ragionamento. valido e chiaro come sempre.
ma volevo dare una lettura diversa del fenomeno.
gli illuminati vogliono ridurre la popolazione mondiale.
i conflitti e il caos sociale servono a questo scopo.
l'idea assurda di importare individui dall'africa che non potranno mai essere integrati - in quanto trentenni ( in media ) e analfabeti - ha uno scopo ben preciso : fomentare l'odio verso gli stranieri. odio che serve per la mossa successiva : creare ghetti per questi "profughi", per poi decidere cosa fare ( magari farli saltare in aria, tanto nessuno ne sentirà la mancanza, dato che la maggior parte delle persone è contraria a questa immigrazione senza senso )
e così si arriva al risultato, magari parziale ma pur sempre risultato, di ridurre la popolazione mondiale.
gli illuminati sfruttano questo risentimento verso i profughi per i loro fini.
non voglio con questo difendere i falsi profughi, che per me andrebbero rispediti tutti in africa a calci nel posteriore, volevo solo fare il punto sulle teorie del complotto, che credo abbiano un fondo di verità.
saluti,
marco

Pietro Melis ha detto...

Non credo nella teoria del complotto. Mi sembra fantapolitica. Chi poi dovrebbe eliminare gli invasori? Il popolo? Manco per sogno. Occorrerebbe una rivoluzione. Credo invece nella follia di una politica che non vuole prevedere il futuro essendo contagiata dalla malattia mortale di una morale che uccide il diritto. Gente che crede davvero nell'integrazione oppure è contagiata in una mente malata da una politica da dementi

Anonimo ha detto...

professore,
si è fantapolitica.
mi perdoni, ma a volte preferisco credervi, perché una teoria del complotto, per quanto stupida, è comunque più intelligente dell'ipocrisia buonista che non ha senso né fine. e che è la vera condanna della nostra generazione.
il fine è quello immediato di prendere soldi per ogni immigrato, stile mafia capitale. forse sopravvaluto l'uomo...
saluti,
marco

Anonimo ha detto...

Prof. Melis, è da qualche mese che seguo il suo interessante blog, mi trovo in perfetta sintonia con tutto ciò che esprime. Volevo solo aggiungere alcune considerazioni in merito al problema dell'invasione attualmente in atto.
1)Anche se sono refrattario alle teorie complottiste del tipo scie chimiche e sciocchezze simili, che anzi penso siano distribuite attraverso i massmedia dai veri artefici dei veri complotti, cioè l'élite mondialista finanziaria.
2)Le chiese cristiane, tutte, sono complici, moralmente, non so se scientemente o inconsciamente, ma vista la loro perenne mala fede, credo più nella prima ipotesi, e forse ne comprendo lo scopo, che illustro con una sintesi brevissima, tutto il discorso necessiterebbe di spazi ben più ampi. Le gerarchie ecclesiastiche sono al corrente della scristianizzazione dell'occidente, e sentono vicina la fine del loro dominio religioso culturale, se di cultura può parlarsi riferito alle religioni rivelate e monoteiste.
Hanno bisogno di sangue fresco, pronto all'evangelizzazione, non temono l'islam, che poi ha molte somiglianze col cristianesimo giudaico delle origini. Il cristianesimo, specialmente nella versione papista di origine imperiale, sa come fare, mi creda, lo ha dimostrato nei suoi circa duemila anni di esperienza sul campo.
con simpatia Carmelo suo conterraneo

Pietro Melis ha detto...

Se è mio conterraneo mi lasci, se vuole, il suo indirizzo email o il numero di telefono che, rigorosamente, come in altri casi, non pubblicherò. Sto aspettando che torni a casa il tecnico perché mi metta nel blog la pubblicità (con relativo sommario del contenuto) la copertina del mio ultimo libro "ROBA DA SARDI. VE LA DO IO LA SARDEGNA"