giovedì 17 novembre 2016

SOLIDARIETA': LA PIU' GRANDE FALLACIA LINGUISTICA

Sul vocabolario Sansoni leggo alla voce "solidale": Chi approva e condivide le idee e i comportamenti di altre persone; di comune accordo; con il vincolo della solidarietà: rispondere solidalmente di un danno; in stretta unione con. Passo dunque al termine "solidarietà": Rapporto di comunanza tra membri di una collettività pronti a collaborare tra loro e ad assistersi a vicenda; solidarietà sociale; condivisione di pareri, idee, ansie, paure, dolori ecc: esprimere la propria solidarietà ai parenti delle vittime. Passo poi al termine "solidarismo: Atteggiamento di collaborazione con altri e condivisione di responsabilità.Per completezza ho considerato anche "solidarizzare": Detto di più persone, capirsi,provare reciproca solidarietà:la popolazione ha solidarizzato con i poliziotti in sciopero.
Attenti all'espressione "solidarietà sociale", dove sociale deve riferirsi ad una società intesa come società commerciale avente valore giuridico, di cui i membri sono soci. Per esempio una S.p.A., una società di persone che può essere una S.N.C. (Società in Nome Collettivo) o una S.A.S (Società in Accomandita Semplice).  Anche il matrimonio è una società. Aristotele (Politica, L.I) dice che la famiglia è il primo nucleo della società, intesa come società civile. Con la differenza che in una famiglia i coniugi formano liberamente e volontariamente una società. Dunque la politica si è appropriata di un termine  travolgendone completamente il significato portandolo dal campo morale e giuridico a quello politico.  Dal punto di vista morale la solidarietà non ha alcunché di costrittivo. Infatti sono io a stabilire con chi voglia essere solidale per comunanza di idee, di comportamenti. Dal punto di vista giuridico vi è una costrizione che però ha come presupposto il volontario ingresso in una società i cui soci necessariamente debbono collaborare nel comune interesse che è il profitto. Anche nella famiglia, formatasi  liberamente e volontariamente, esistono dei doveri che impongono una reciproca collaborazione. Ma esiste anche il divorzio con cui la società familiare si scioglie, nonostante le complicazioni successive al divorzio (per esempio un assegno di alimenti al coniuge economicamente più debole che dovrebbe indurre a pensarci 100 volte prima di sposarsi). Come dunque è stato possibile usare il termine  "solidarietà" al di fuori dei limiti descritti? Si è trattato di una FALLACIA LINGUISTICA che deve essere espunta dal linguaggio politico. Altrimenti ciascuno dovrebbe essere solidale anche con i suoi nemici. Io, per esempio, odio questo sgoverno con cui non mi sento affato solidale. L'uso del termine "solidarietà" abolirebbe anche la distinzione tra maggioranza e minoranza. La minoranza non può essere solidale con la maggioranza altrimenti non rappresenterebbe l'opposizione alla maggioranza. Allora che termine bisogna usare in politica al posto di "solidarietà"?  Bisogna sostituire "solidarietà" con "socialità" intesa come appartenenza ad uno stessa rete di Istituzioni di cui fanno parte i cittadini. Valga qui il riferimento al Rousseau del Contratto sociale, ma anche ai contrattualisti giusnaturalisti come Hobbes, De cive, Leviatano),  Locke (II Trattato del governo), sebbene il primo sia sostenitore di un assolutismo regio e il secondo sia considerato il padre del liberalismo moderno. Lo Stato nasce da un contratto sociale (almeno come tacito presupposto). Da questo contratto sociale nasce una serie di diritti-doveri come in una società commerciale. Nella filosofia contemporanea Robert Nozick (Anarchia, Stato e Utopia), basandosi sul diritto naturale come unico fondamento originario dello Stato (diritto naturale che Nozick estende a tutti gli animali), ha ripreso il concetto di contratto sociale. Non posso dunque essere solidale con tutti coloro che non fanno parte del contratto sociale. E veniamo dunque alla confusione tra morale e diritto che la disonesta politica della "solidarietà" ha voluto introdurre identificandola con il termine "umanitarismo", che fa parte della morale e non del diritto. Solo un governo imbelle e disonesto può costringere i cittadini ad essere solidali con coloro che non sono cittadini, costringendo questi ultimi a pagare le tasse aiutando per "solidarietà" coloro che vengono falsamente definiti profughi. In tal caso viene violato il rapporto diritti-doveri perché si riconoscono ai cosiddetti profughi (in realtà clandestini) soltanto diritti senza doveri. Tanto meno posso essere costretto ad essere solidale con gli islamici che considero miei nemici e con cui non posso solidarizzare se non riconoscono i principi della Costituzione di uno Stato laico. E' ora di finirla con il termine "solidarietà" appartenente alla morale facendola passare nel campo della politica per giustificare l'accoglienza a spese delle tasse dei cittadini. Nessun cittadino deve essere costretto a subire  una vita peggiore a causa della solidarietà con gente che è fuori del contratto sociale. La solidarietà è la malattia mortale con cui la falsa e disonesta sinistra  vuole rovinare la salute di uno Stato.          

6 commenti:

Sergio ha detto...

Sostanzialmente d'accordo con Lei. Ma cosa pensa del reato di omissione di soccorso? Lo Stato ci punisce se non prestiamo soccorso. Ma il prestare o meno aiuto a qualcuno non fa parte della morale? Naturalmente lo Stato può persuadere i cittadini (con l'educazione) che prestare aiuto a qualcuno in difficoltà è una bella azione che merita plauso e riconoscenza. In genere poi la maggior parte della gente presta istintivamente aiuto a qualcuno in difficoltà (per es. che sta annegando). Ma in alcune circostanze la gente preferisce tagliare la corda per non essere poi coinvolto in interrogatori da parte della polizia ecc. ecc.
Questo si può considerare un comportamento non bello, riprovevole. Ma perché è addirittura un reato che lo Stato può perseguire? Ricordo un amico che mi diceva che se lui vedeva qualcuno in difficoltà in acqua preferiva tagliare la corda (aiutarlo può infatti essere pericoloso, quello si avvinghia a te e ti trascina sotto con lui). Non potevo dargli torto (ed era un'ottima persona).
Comunque questo è un esempio di come un principio morale possa diventare un diritto (in questo caso la vittima di un incidente ha diritto al soccorso). L'indissolubilità del matrimonio è un principio religioso che è diventato legge (in Italia in vigore fino al 1971). Dunque anche la solidarietà può diventare obbligatoria. La solidarietà obbligatoria però non è più solidarietà che è un sentimento umano fluttuante, più o meno profondo. Si parla sempre di solidarietà, ma in concreto si vogliono soldi, cioè tasse. Invece d'invocare la solidarietà si dica chiaramente che si dovranno aumentare le tasse. E più aumentano le tasse più scema la solidarietà. Ma la sinistra e lo Stato preferiscono le tasse (che sono sicure) a vaghi sentimenti di solidarietà non monetizzabili.

Pietro Melis ha detto...

Caro Sergio,me l'aspettavo. Il reato di mancato soccorso non è la traduzione della morale in un dovere giuridico. Questo reato deriva proprio da un contratto sociale dettato dall'interesse e non dalla morale. Io ho interesse a soccorrere un altro (ma secondo le mie possibilità, cioè quando ciò non comporti alcun rischio da parte mia) solo perché anch'io acquisisca il diritto di essere soccorso nel caso mi trovassi nella stessa situazione. Si rimane dunque nel rapporto diritti-doveri, mentre la morale non rientra in questo rapporto. Il dovere morale non richiede che adempiendo a tale dovere io acquisisca un diritto. Venendo dunque al salvataggio di gente che viene dall'estero invadendoci lo Stato non ha il dovere di andare a salvarli dal naufragio sulle coste della Libia ( per di più fuori delle nostre acque territoriali) se i cittadini non traggono alcun vantaggio dal salvataggio, che in effetti viene a costare ai cittadini ogni anno circa 7 miliardi, che in Italia dovrebbero essere impiegati in opere di investimento e di soccorso dei cittadini terremotati. Questi miliardi si traducono in un aumento delle tasse a danno dei cittadini. Questo discorso può sembrare cinico solo dal punto di vista morale non dal punto di vista del diritto, anche quello internazionale. Infatti hanno diritto al soccorso i natanti che battano bandiera di uno Stato altrimenti questi natanti debbono essere considerati alla stregua di navi pirata. E anche in tal caso vale dal punto di vista del diritto internazionale del mare un interesse reciproco. Un natante soccorre un altro perché il natante soccorritore avrebbe diritto di essere soccorso a sua volta. Ma questi falsi profughi il naufragio se lo vanno a cercare perché sono dei natanti fuori legge. A parte il fatto che questi falsi profughi, come ormai è documentato, fanno parte di un piano criminale di invasione dell'Europa, come è stato detto persino dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti (cfr. il video che ho riportato in altro articolo intitolato INDIGNATEVI).

Alessio ha detto...

In realtà secondo me la fallacia linguistica di cui lei parla nasconde una fallacia logica, un condizionamento mentale ben più importante: siccome viene ripetuto in continuazione che la "solidarietà" ( o la condivisione) è qualcosa che è sempre positivo, allora dev'essere vero! Si tratta però solo di una presunzione creata dal condizionamento sociale.
Innazitutto l'imposizione dei sentimenti è una cosa che mi ha sempre dato assai fastidio,la si vede anche nella religione cristiano-cattolica ("DEVI AMARE", viene ripetuto);inoltre la solidarietà molte volte diventa conformismo, ad esempio se un gruppo di persone pensa ed agisce in un modo discutibile io per solidarietà mi conformo, ma non è detto che sia la soluzione migliore, anzi, così facendo faccio prevalere la componente istintiva su quella logico-razionale. Lo stesso a ben vedere accade con il problema dei migranti, viene ripetuto sino alla nausea che è umano aiutarli, che è nostro dovere accoglierli, ma in questo modo si fa un vero e proprio lavaggio del cervello per far pensare il cittadino medio in un certo modo e chi si interroga sulla necessità di agire diversamente è visto come disumano a prescindere.

Pietro Melis ha detto...

Caro Alessio, non può trattarsi di fallacia logica perché la mancanza di logica è inerente ad una proposizione. Qui si tratta dell'uso erroneo di un termine. D'accordo invece sul fatto che si tratta di una fallacia derivante da una mente distorta che è plagiata dall'uso distorto che si fa del termine "solidarietà" a causa della politica e della morale cristiana, distorcendo però l'insegnamento dei vangeli dove la carità non può essere imposta con le tasse dei cittadini altrimenti la carità non è più tale e non può trovare alcun premio. La carità (solidarietà) non può essere imposta. Vedi le frasi di Gesù.
Lu 12:1-2; Cl 3:23-24
6:1 «Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli.
2 Quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. 3 Ma quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, 4 affinché la tua elemosina sia fatta in segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.

RIC ha detto...

Il soccorso in mare appartiene ad eventi occasionali ed imprevedibili .
La legge del mare prima di tutto appartiene alla natura e non puo' essere modificata
per decreto. In Australia la famosa gara velica Sidney - Hobart nel mare di Tasmania e' preceduta dalla regola che chi si mette in mare deva sapere cosa fa'. Nessuno e' obbligato a parteciparvi e nessuno viene biasimato se rinuncia per timore .
Chiunque capisce che quei gommoni di 20 metri con 200 negri a bordo sono messi in mare da navi compiacenti al largo con mare fermo. Sono natanti senza chiglia dal fondo piatto , basta vedere come fluttuano in presenza di onda di 30 cm.Non reggerebbero neanche ad attraversare il po nel mese di agosto.E mi fanno credere che sono partiti con quelli ? si spaccherebbero in due dopo 100 metri con mare f.1. ma tanto basta ai buonisti per versare lacrime collettive.
Ma si la solidarieta' e' importante e la esercito quotidianamente verso la mia gente
verso il mio popolo . anzi faccio di piu'. Do mai nulla alle richieste di denaro per salvare dalla fame certa gente, sono un miliardo e muoiono di fame ed vengono in Europa . Se diamo loro da mangiare non muoiono di fame e diventano due miliardi e vengono in Europa , a conti fatti ..

saluti .

RIC ha detto...

Il soccorso in mare appartiene ad eventi occasionali ed imprevedibili .
La legge del mare prima di tutto appartiene alla natura e non puo' essere modificata
per decreto. In Australia la famosa gara velica Sidney - Hobart nel mare di Tasmania e' preceduta dalla regola che chi si mette in mare deva sapere cosa fa'. Nessuno e' obbligato a parteciparvi e nessuno viene biasimato se rinuncia per timore .
Chiunque capisce che quei gommoni di 20 metri con 200 negri a bordo sono messi in mare da navi compiacenti al largo con mare fermo. Sono natanti senza chiglia dal fondo piatto , basta vedere come fluttuano in presenza di onda di 30 cm.Non reggerebbero neanche ad attraversare il po nel mese di agosto.E mi fanno credere che sono partiti con quelli ? si spaccherebbero in due dopo 100 metri con mare f.1. ma tanto basta ai buonisti per versare lacrime collettive.
Ma si la solidarieta' e' importante e la esercito quotidianamente verso la mia gente
verso il mio popolo . anzi faccio di piu'. Do mai nulla alle richieste di denaro per salvare dalla fame certa gente, sono un miliardo e muoiono di fame ed vengono in Europa . Se diamo loro da mangiare non muoiono di fame e diventano due miliardi e vengono in Europa , a conti fatti ..

saluti .