sabato 21 gennaio 2017

RIGOPIANO: LA STUPIDITA' DEGLI UOMINI E L'INTELLIGENZA DEI CANI. POVERI ANIMALI MORTI DAL FREDDO

In  origine vi era solo una baita, che abusivamente fu trasformata in un grande residence. Poi, come avviene sempre in questo Paese di amministrazioni locali e governi inefficienti o corrotti, avvenne una delle solite sanatorie per riempire le casse dell'amministrazione locale e statale. Eppure si doveva sapere che quella costruzione si trovava in una conca circondata da montagne del Gran Sasso da cui potevano cadere delle valanghe, soprattutto considerando che si trattava di una zona sismica.  Nonostante ciò un gruppo di scritriati non ebbe luogo migliore da scegliere per passare le vacanze che un albergo posto in una zona rischiosa. Come si suol dire, sono andati a cercarsela. Se non si fosse trattato anche di bambini, incolpevoli delle scelte fatte dagli adulti, non ci sarebbe da commuoversi per ciò che è capitato. Come al solito interviene poi la magistratura per indagare sulle colpe quando questi reati in relazione ad una costruzione abusiva erano ormai risultati prescritti. E allora a che titolo ora interviene la magistratura? Chiudono le stalle dopo che i buoi sono fuggiti. Poi, non potendo bastare i soccorsi umani per individuare i punti del residence sommerso dalla neve, si è dovuto ricorrerre al fiuto dei cani, questi meravigliosi animali a cui bisognerebbe fare un monumento. Animali capaci di una intelligenza e di una affettività che non ha pari tra altri animali. Salvo poi abbandonarli quando dei criminali li abbandonano se debbono andare in vacanza.  Uno sgoverno che ha stanziato solo 30 milioni di euro  compresi in un bilancio annuo di appena  300 milioni attribuiti alla protezione civile, che non ha provveduto a costruire capannonni di legno come riparo degli animali, lasciandoli morire di freddo. Mentre ogni anno si spendono più di 4 miliardi di euro per mantenere un esercito di invasori scansafatiche ospitati al caldo in hotel o in centri di accoglienza. Li avessero costretti almeno a spalare la neve. No, poverini, essi vengono dall'Africa e soffrono di più il freddo. Siamo alla follia della ideologia della solidarietà dell'accoglienza. E vedrete che questi invasori continueranno ad invaderci fregandosene di tutto il costo di danaro pubblico sottratto ad opere della protezione civile. 

 

2 commenti:

Alessio ha detto...

L'uomo ha da sempre avuto l'insensata vocazione a cercarsi le disgrazie andando contro la propria conservazione, professore. E' evidente, anche se esula dal caso specifico, come ci siano moltissime persone che per le proprie "passioni" vanno contro se stesse, ad esempio gli alpinisti che scalano montagne altissime, i cacciatori di tempeste appassionati di metereologia e di "natura", gli appassionati di sport estremi. Ora, anche queste persone desiderano in fondo il loro bene, ma dimostrano di far prevalere la passione sulla ragione e le loro passioni sono come una prigione che impedisce loro di preservarsi dai pericoli, quindi si credono liberi ma sono una massa di schiavi.
Un cane invece è molto più lineare e logico nelle sue azioni, non si andrebbe mai a cacciare nei pericoli da solo per il gusto di provare sensazioni estreme, questa follia è tipica solo dell'uomo.

Sergio ha detto...

In questo caso l'uomo non è incolpevole, ma terremoti e lavine ce li manda Dio che - leggo su Avvenire - "ci ama pazzamente".
Ogni tanto è costretto a punirci per rimetterci sulla retta via e guadagnarci il paradiso ... Eppure dopo tante e spaventose tragedie la gente si ritrova in chiesa per ascoltare le chiacchiere di un povero prete che anche lui ormai non sa cosa dire. Mica può dire che ce le siamo meritate certe cose, come facevano una volta. Certo la cerimonia collettiva è benefica per la gente che si sente meno sola. Però deve essere imbarazzante oggi per i preti trovare argomenti convincenti o consolatori. La vita sulla terra non sarebbe possibile senza il mare di magma che abbiamo sotto i piedi ad appena qualche chilometro di profondità, magma che regolarmente affiora facendo sconquassi. Già il terremoto di Lisbona del 1755 scosse gli animi (Voltaire compose un poema) mandando in crisi la visione di Leibniz del migliore dei mondi possibili creati da Dio. Lo tsunami del 2004 fece circa cinque volte più vittime che a Lisbona (60'000 morti). Che si deve dire? Deo gratias? È la natura che non si cura di noi e crea e distrugge incessantemente. Noi speriamo di cavarcela.