venerdì 24 febbraio 2017

UN PICCOLO SOLE CON TRE PIANETI SIMILI ALLA TERRA

La stella più vicina alla Terra è la Proxima Centauri, distante 4,5 anni luce. Solo recentemente si è scoperto che essa ha un pianeta, ma pare non abbia condizioni tali da rendere possibile l'esistenza nemmeno di microrganismi essendo privo di acqua. I tre pianeti ora scoperti come simili alla Terra distano 39 anni luce. Questa scoperta ci deve lasciare indifferenti sul piano pratico anche se pare sia presente in essi l'acqua, condizione essenziale perché possa essere presente una qualsiasi forma di vita. Infatti bisognerebbe viaggiare per 39 anni alla velocità della luce per arrivare a questi pianeti. Cosa impossibile. Siamo chiusi dentro una gabbia, il "nostro" sistema solare, da cui non si potrà mai uscire. Al massimo si potrà un giorno arrivare su Marte. Ma per farci che cosa se non ha un'atmosfera che renda possibile la vita? Né si può portarla dalla Terra. Diverso significato ha la scoperta dei tre pianeti dal punto di vista filosofico e religioso. Ammettiamo che in essi si trovino forme di vita sia pur primitiva. Certamente non si troveranno forme di vita simili a quella umana. Ma questo poco importa. Basta che in esse sia presente una forma di vita primordiale. Basta questo per trarne le dovute conseguenze che fanno franare ancor di più qualsiasi concezione religiosa dell'uomo. Sulla Terra si sono formati originariamente, ma casualmente, dei protorganismi aventi origine da un primitivo RNA che si è evoluto nel DNA. Quando si è presentata la possibilità di duplicazione del DNA con la sua differenziazione continua per casuali errori di duplicazione è cominciata l'evoluzione della vita, che è esplosa nei mari circa 600 milioni di anni fa. Ma sono occorsi circa 3 miliardi di anni perché apparissero nei mari dei protorganismi derivanti dalla casuale sintesi di batteri (organismi monocellulari e monocariotidi) che hanno dato vita alla cellula eucariotica, senza la quale non sarebbe esistita l'evoluzione dai protorganismi sino all'uomo. Tutto ciò fu  dovuto a particolari condizioni in cui si è trovata la Terra, a cominciare dalla sua giusta, ma casuale, distanza dal sole in modo che la temperatura non fosse né troppo calda (come in Mercurio e Venere, né troppo fredda come in Giove e nei pianeti più distanti. Inoltre, sempre casualmente, la Terra ha avuto una massa, e perciò una forza di gravità, che le ha permesso di mantenere l'atmosfera sulla superficie della Terra sino ad una determinata, assai limitata, altezza (dopo gli 8000 metri la respirazine diventa difficile a causa della rarefazione dell'atmosfera). I pianeti più piccoli della Terra non hanno potuto trattenere l'atmosfera, ammesso che l'avessero originariamente, a causa della inferiore massa o forza di gravità, mentre i pianeti più grandi non avrebbero potuto trattenere l'atmosfera a causa del fatto che l'enome massa o forza di gravità avrebbe schiacciato sulla loro superficie l'atmosfera. Dunque la scoperta di tre pianeti simili alla Terra conferma il fatto che la vita può presentarsi quando sussistano condizioni simili, non eguali, a quelle della Terra. La vita, pertanto, non può essere ristretta alla sola Terra. L'universo è poi così grande che la distanza di 39 anni luce è quasi un'inezia. E' possibile che oltre la nostra galassia (la Via lattea) si siano formati casualmente dei soli con dei pianeti aventi le stesse condizioni della Terra. Nel gioco dei grandi numeri ciò non è mai stato escluso dagli scienziati, come ha dimostrato il fisico matematico Roger Penrose nel suo libro di mille pagine intitolato La strada che porta alla realtà, dove ha scritto che sarebbe bastato un universo assai più piccolo rispetto a quello visibile (a parte la teoria del pluriverso) per rendere possibile la vita intelligente in altri sistemi solari, per cui ne conclude che un ipotetico Dio sarebbe stato uno "sprecone" (sic!) se avesse voluto creare altre forme di vita oltre a quelle che si sono formate sul Terra. Dunque è ridicola la credenza religiosa che la Terra debba considerarsi una condizione unica e non ripetibile. Se esistono poi altre forme di vita intelligente su altri sistemi solari un Dio che si fosse incarnato sulla Terra per la salvezza della specie umana risulta sommamente ridicolo perché si sarebbe sacrificato solo per gli umani abitanti la Terra mentre gli esseri intelligenti abitanti su altri sistemi solari non avrebbero avuto bisogno di alcuna  incarnazione divina per il fatto di aver avuto un'origine del tutto diversa. Nessuna possibilità di accordo tra scienza e fede religiosa.      

L'Universo come in Star Wars
"Sette pianeti simili a Terra"

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