domenica 14 maggio 2017

LA SERRACCHIANI HA RAGIONE MA E' PRIVA DI LOGICA

E’ proprio vero: non sputare in cielo ché in faccia ti ritorna, recitava l’antico proverbio. Potremmo anche dire: chi di politicamente corretto ferisce, di politicamente corretto perisce. Ne sa qualcosa il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che in queste ore è letteralmente nell’occhio del ciclone per aver commentato, con queste parole, lo stupro subito da una giovane di Trieste ai danni di un immigrato che le ha chiesto aiuto per ingannarla e poi l’ha picchiata e violentata in un angolo della stazione.
“La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancora più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese”. Serracchiani poi aggiunge: “Sono convinta che l’obbligo dell’accoglienza umanitaria non possa essere disgiunto da un altrettanto obbligatorio senso di Giustizia da esercitare contro chi rompe un patto di accoglienza. Per quanto mi riguarda, gesti come questo devono prevedere l’espulsione dal nostro Paese”. No, Serracchiani. Troppo comodo. Costui non deve essere espulso ma deve andare in una galera italiana come vi andrebbbe un italiano, altrimenti la farebbe franca e sarebbe avvantaggiato nei confronti di un italiano. Dopo la galera l'espulsione. 
Sembrano, almeno a chi ha conservato ancora un po’ di lucidità mentale, parole assolutamente di buon senso, ma mancanti di logica nella conclusione. Si evince chiaramente che Debora Serracchiani non vuole assolutamente dire che, in astratto, uno stupro commesso da un negro sia più grave rispetto allo stesso stupro commesso da un italiano. Anche perchè sarebbe una stupidaggine. È chiaro a qualunque normodotato che qui c’è un aggravante, perché chi ha stuprato ha chiesto l’aiuto del Nostro Paese (che nell’85% dei casi l’Italia non sarebbe assolutamente tenuta a dare, poiché i presunti profughi non scappano da nessuna guerra e spesso non sono nemmeno profughi) e, pertanto, si è letteralmente approfittato della fiducia e dell’accoglienza che ha ricevuto. Moralmente, lo si capisce chiaramente, è un’aggravante.
Lo stupratore che violenta una donna meriterebbe la castrazione chimica. Se lo stupratore è uno che ha avuto accoglienza in Italia il suo gesto fa ancora più schifo ed è ancora più esecrabile. Tranne che costui sia stato accolto in casa da un buonista che sia a favore della società multiculturale e multirazziale a cui si ispira il partito della Serracchiani. Perché allora il buonista del PD si merita lo stupratore in casa.  
Pertanto le affermazioni della Serracchiani, pur semplici e di buon senso, che prescindono dall’essere di destra, di sinistra, di centro, comunista o fascista, contrastano con il partito dei PDoti a cui appartiene, formato da malati di mente, non da homines politici. Partito che sta stuprando l'Italia.
La Serracchiani fa parte di un partito che su queste scempiaggini ci campa, perennemente dalla parte dei carnefici e mai delle vittime, sempre schierato per l’invasore straniero e mai per l’italiano. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono incerto se siano più opportune la galera o l'espulsione. Dopo che il criminale si è goduto la sua vittima, condurlo nelle patrie galere significa: costi processuali e conseguente sovraccarico di lavoro per i nostri tribunali; vitto e alloggio; palestra e hobby vari; lavori socialmente utili; poca galera grazie a buona condotta e sconti di pena. Il tutto a spese dei contribuenti italiani ivi compresa la vittima della violenza. L'espulsione mi andrebbe bene solo se vi fosse la garanzia di condanna dura e severa nel paese di origine, ma trattasi solo di un auspicio.

Pietro Melis ha detto...

E quale garanzia potrebbe dare il Paese d'origine? Qui ci vorrebbe Beccaria (Dei delitti e delle pene) che voleva un carcere duro con la palla di ferro al piede e lavori forzati senza retribuzione.

Anonimo ha detto...

E intanto a Padova un altro "Dono di Dio" (Cit. Papa Francesco), ne ha violentata un'altra. E quando le forze dell'ordine lo hanno rintracciato ha detto loro (il magrebino già con precedenti): Tanto non potete farmi niente, ho sedici anni. Non era vero, ma solo per rendere l'idea con che razza di esseri spietati e cinici abbiamo a che fare.