giovedì 1 giugno 2017

FERMIAMOLI!




Fermiamoli !


Morte alle volpi: nonostante siano state superate le 40.000 firme della petizione contro il massacro, amministratori pubblici e politici non si vergognano a diffondere notizie false e tendenziose pur di proteggere un bacino elettorale sull'orlo dell'estinzione, complice una parte della stampa locale che non si preoccupa di approfondire la sostanza dei problemi. Tutto ciò continua ad avvenire sullo...

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Fermiamo subito il massacro della volpe e dei cuccioli in tana

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Ogni tanto una buona notizia.

Il padre cacciatore gli spara per sbaglio: 34enne in ... - L'Unione Sarda

www.unionesarda.it › Cronaca
27 mag 2017 -  Ora il 34enne è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Manzoni di Lecco.

 

21 commenti:

Salviamo le Volpi ha detto...

Gentile professore,
Ieri è iniziata questa lunga sessione di caccia-sterminio che porterà alla scomparsa o semi-scomparsa della volpe rossa in Lombardia. E vi è chi dice che le volpi debbono essere abbattute perché sono demograficamente in eccesso. Io rispondo: mai sentito una giustificazione così scellerata!
In primo luogo, ad essere in eccesso constatato è la popolazione umana che risiede in Lombardia. In secondo luogo, la volpe è una creatura così docile da poter essere addomesticata come un cane, le origini sono quelle. Cercate su Google "Miss Snooks Fox" e potrete leggere di una convivenza interessante.
Sono arrabbiato perché quella della caccia alla volpe è una questione che fortunatamente e legittimamente ha tenuto e continua a tenere banco nel Regno Unito, mentre nell'Italietta no!
E sono ancora più deluso dal falso animalista di Arcore, che avrebbe dovuto far abbassare la soglia di sbarramento per l'accesso in Parlamento al 2%, così da lanciare un aiuto alla Brambilla.
Mi ricollego alla storia di Miss Snooks, la volpe inglese salvata dall'abbandono, e propongo qualcosa che potrebbe apparire utopistico, ma almeno propongo: gli attivisti, che hanno a cuore la salvezza di questi animali, potrebbero recarsi in quelle zone della Lombardia per 'raccogliere' le volpi e portarle nelle proprie abitazioni. Francamente, non vedo ulteriori vie per evitare che vengano uccise. A me sarebbe impossibile recarmi dalle parti di Garda giacché abito in tutt'altra regione.
Gli attivisti italiani non possono e non debbono limitarsi alle sole petizioni online. Che vengano organizzate delle proteste, come quelle che hanno avuto luogo in Inghilterra. Che si vada a protestare di fronte al Pirellone, così come gli omologhi inglesi hanno protestato a Downing Street.
Che venga fatto qualcosa anche a livello giudiziario, così come accaduto in Toscana.
Ah già, siamo in giugno. L'italiano medio, pur essendo apparentemente in discreta crisi economica, deve partire verso le sporche spiagge della penisola, altrimenti non è una estate all'italiana. "Tanto sono solo volpi", direbbero e dicono i bifolchi tricolorati. E questa 'festa' del 2 giugno non so come verrà trascorsa, ma di certo De Gasperi già starà rivoltandosi violentemente nella tomba. Da notare che, secondo un sondaggio, oltre il 55% degli italiani è contrario alle elezioni anticipate. Il motivo? La pigrizia nell'andare al seggio a settembre. Che poi gli italiani non si lamentino della mala politica se essi stessi sono così svogliati da non volere lasciare le spiaggie per recarsi alle urne e scrivere il destino dell'italico paese. Come disse Montanelli, quello italiano è un popolo di contemporanei, senza memoria né lungimiranza. In questo lurido quadro rappresentante l'assoluta pochezza intellettuale degli italiani e del proprio ceto politico, non posso che essere nervoso pure con i cialtroni del Parlamento, che non hanno nemmeno aperto bocca riguardo il durissimo destino che si prospetta per le volpi in Lombardia. Sia il Partito Democratico sia il partito-setta telecomandato da Arcore tacciono in pieno stile simil-mafioso per evitare di perdere voti da parte dei cacciatori-terroristi. Non di meno, alcuni politici della Lega Nord e di Fratelli d'Italia si sono dichiarati contrari al divieto dell'uso di animali in strutture circensi. La pentastellata sindaca di Torino vuole riaprire lo zoo. Dulcis in fundo: l'ectoplasma della Federazione dei Verdi che non ha ancora posto la questione delle volpi in Lombardia, mentre preferiscono discutere dell'utero in affitto che non ha nulla a che fare con i temi dell'ambientalismo e dell'ecologismo.

Pietro Melis ha detto...

Prima d tutto vorrei che si presentasse con nome e cognome invece che con il solito "salviamo le volpi. In secondo luogo se gli animalisti hanno bisogno del 2% per essere rappresentati in parlamento vuol dire che siamo veramente messi male. Con il 2% si farebbe un favore a certi individui che sono attaccati alla poltrona a vita come l'abominevole Alfano, prototipo dei traditori, che vorrei vedere scomparie per sempre con lo sbarramento del 5%, anche se in linea teorica sono contrario ad ogni sbarramento. Data la panoramica politica anche con il 2% il traditore Alfano nel sistema delle alleanze non avrebbe alcuna influenza e rimarrebbe fatto fuori. Sarebbe per lui una sconfitta anche se passasse con il 2%. Così come sarebbe una sconfitta per gli animalisti che passassero con il 2%. Significherebbe mancanza di sensibilità degli italiani per la vita degli animali. I partiti monotematici non hanno mai avuto successo. Un partito animalista dovrebbe pronunciarsi anche su tutti i temi più importanti della politica, come lavoro, pressione fiscale, pensioni e contrasto dell'invasione che i buonisti chiamano immigrazione. Purtroppo i verdi in passato sono stati la stampella dei partiti della falsa sinistra, multiculturali e multirazziali. Per questo motivo credo che il Movimento animalista della Brambilla abbia poche speranze di successo. Quanto a De Gasperi fu lui ad inventare la "legge truffa" che prevedeva che la coalizione dei partiti che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti avrebbe avuto in parlamento il 65% dei parlamentari. La legge non passò per un pelo perché la DC e i suoi alleati raggiunsero il 49%. A questo punto sarebbe stato meglio organizzare una forte manifestazione trasversale circondando il palazzo della Regione Lombardia dando risonanza del fatto sui giornali e nelle TV. Invece tutto è passato sotto silenzio. Occorre che la questione della caccia non sia più demandata alle Regioni ma sia compresa in una legge nazionale perché nessuna Regione in futuro possa fare di testa sua per soddisfare gli interessi localistici delle Regioni dove più alto è il numero di quella lurida genia di cacciatori in via di estinzione. La "rossa" Toscana, e non la Lombardia, ha il più alto numero di cacciatori.

Anonimo ha detto...

Egregio prof.,un vero animalista dovrebbe rispettare ed amare tutti gli animali in ugual misura,visto che i cacciatori valgono meno di altri animali, anzi meno di un insetto, come tu hai detto, vuol dire che fai distinzione fra animali sei cioè un razzista. Tu, nella scala dei valori a che livello ti metti?
Io ti metterei per ultimo nella classifica degli animali di quelli veri e non di quelli pseudo.
L'uomo ha la presunzione in più rispetto agli altri animali, questa è la differenza

Anonimo ha detto...

La prima tortora del mio carniere sarà dedicata al Prof. Pietro Melis!

Anonimo ha detto...

Da giovane Cagliariano e fiero Cacciatore non posso fare altro che provare un immenso senso di pietà per questo individuo; è lampante che questo sedicente professore (come tutti coloro che rispondono fieri alle idiozie pubblicate nel suo blog) soffra di seri disturbi mentali scatenati da chissà quale trauma, che lo portano a barcamenarsi in discorsi sconclusionati e oltre il limite della decenza. Non mi scandalizza il fatto che esistano "persone" del genere (i pazzi sono sempre esistiti e sempre esisteranno), ma la cosa che più di tutte mi spaventa è che un essere simile abbia avuto la possibiltà di ricoprire un incarico pubblico, in una facoltà universitaria, a contatto con migliaia di ragazzi, con il compito della loro formazione. Ribadisco il concetto: un pazzo da solo è solo un pazzo; un pazzo con un auditorio consistente può rivelarsi una minaccia per la società intera. Ergo, dare peso a tali affermazioni è come decretare apertamente una sua (loro) vittoria. Come disse Qualcuno.. "Non ti curar di loro, ma guarda e passa". Personalmente così farò, tuttavia mi resta la curiosità di sapere quale sia questa fantomatica facoltà che ha elargito impieghi agli psicopatici.

Salviamo le Volpi ha detto...

Alcide De Gasperi è stato un politico colto, pulito, compassionevole. Apprese le doti da statista soprattutto grazie alla sua permanenza nel laborioso parlamento austro-ungarico.
È stato uno statista, ma non un grande statista — giacché, come disse il Montanelli, per essere un grande statista devi avere addietro un grande Stato, e l'Italia degli anni '40 era ridotta in macerie.
L'alternativa allo statista trentino era Togliatti, il luogotenente di Stalin in Italia. Prendere o lasciare.

Riguardo il Movimento Animalista: invito a riflettere in maniera pragmatica. Quando mai gli italiani si sono contraddistinti per alta sensibilità animalista e/o ambientalista?
Vada nella Confederazione Elvetica e potrà vedere con i suoi occhi quanto sia presente il benessere animale e la tutela dell'ambiente. Recentemente, Roma — capitale e dunque città simbolo — è balzata agli onori della cronaca internazionale per via della monnezza, esattamente come Napoli nel 2007.
Il Movimento Animalista potrebbe essere definito un bambino nato morto, ma uso il condizionale perché non voglio essere eccessivamente pessimista.
Riguardo le mancate proteste in Lombardia, io davvero non posso farci nulla. Se vivessi in zona, mi sarei già adoperato per salvare la vita ad almeno un paio di volpi, portandole nella mia abitazione.
Che i sedicenti animalisti italiani la smettano di frignare inutilmente e di limitarsi alle petizioni online. Sono veramente stanco di queste persone che fanno finta di battersi contro la caccia, che s'indignano sui social network, ma poi di concreto fanno poco, se non nulla.
Ancora una volta: imparare dal Regno Unito. Quando in Italia il tema della protezione della fauna era considerato un tema di nicchia, io mi davo da fare per sabotare i cacciatori-terroristi, talvolta anche arrivando a finire in situazioni assai poco piacevoli.
Se Lei mi cita giustamente la corposa immigrazione che sta interessando il vostro paese, io devo dirLe che i primi responsabili del malessere degli italiani sono gli italiani stessi. Gestite meglio le vostre frontiere marittime. Effettuate rimpatri. Avevate l'opportunità di far rientrare la Libia nella vostra sfera di influenza, ma evidentemente non siete riusciti neppure a fare questo. E allora che la Libia venga spartita tra UK, Francia, Russia, Egitto. Meglio che gli italiani si dedichino alla raccolta dei rifiuti, sperando che non facciano danni anche lì.

Il mio nome "Salviamo le Volpi" sottolinea il mio zelante impegno per la salvaguardia di queste docili e belle creature. Le volpi artiche, poi, rappresentato la meravigliosa visione nordica. Dietro a "Salviamo le Volpi" vi è un essere umano, io, che ha più a cuore il destino delle volpi piuttosto che quello di molti umani. Lei è davvero simpatico, e sono sicuro che continuerà a permettermi di firmarmi con questo nome così volposo.

Pietro Melis ha detto...

"Dietro a "Salviamo le Volpi" vi è un essere umano, io, che ha più a cuore il destino delle volpi piuttosto che quello di molti umani".
Concordo. E per questo motivo non do la soddisfazione alla lurida genia dei cacciatori di vedere pubblicati qui i loro insulti. Perché sanno solo insultare.Sono dei fanatici non recuperabili alla ragione. Non hanno argomenti. La loro vita vale meno di quella di una schifosa zecca. Quando vi è un cosiddetto incidente di caccia con morto ne godo perché questi individui dovrebbero essere prede e non vigliacchi predatori che usano il fucile con una rosa di pallini e non con un solo pallino. I cacciatori sono dei SUBANIMALI perché in natura il predatore uccide per sfamarsi e non per il gusto di uccidere sparando a un bersaglio mobile. Se non esistesse la galera la mia più grande gioia sarebbe quella di far fuori un cacciatore ponendogli in testa una rosa di pallini. La fine che dovrebbero meritare.

Anonimo ha detto...

Mi trovo in sintonia con il Volpone (non è ironico ma affettuoso)perché io nei miei viaggi in UK ho potuto vedere coi miei occhi cose che qua, negli anni '90 erano fantascienza, la disgrazia è che siamo nel 2017 e sono ancora fantascienza, qui da noi.
La Gran Bretagna si sa che è molto fiera della sua storia, delle sue tradizioni, è in questo senso molto conservatrice, ma non si deve pensare che sia irrancidita sulle sue posizioni.
Tutt'altro
Noi, invece, siamo solo dei mediocri attaccati solo a festicciole e ricorrenze, con ancora nel cranio modelli comportamentali triti e ritriti che ci portiamo dietro neanche per convinzione, ma solo per inerzia.
Il rispetto per gli animali per l'italiano medio è un optional, si può farne a meno
perché c'è sempre altro a cui pensare.
Leggevo stamani sul blog della Margherita D'Amico, che a Roma centro hanno scoperto macelli abusivi.
Roma è una fogna come certe città sicule dove è prassi avere scannatoi alla luce del sole.
Si parla di Roma, non di un centro di quattrocento anime sperduto sui monti.
Del resto i rapporti condotti sulle zoomafie parlano chiaro. nel sud c'è ancora ben salda una sub-cultura pastorale e rurale di stampo mafioso.
Siamo il terzo mondo della UE.
Immaginiamoci se Londra, Monaco, Copenaghen, Stoccolma o qualche altra città dell'Europa civile fossero come Roma.
Forse riusciamo ad essere superiori a quei sudici degli spagnoli, ma non è un vanto, considerando la loro arretratezza con la corrida e l'orrida pratica di impiccare i galgos.


Cecilia

Pietro Melis ha detto...

Mi raccomando i "civili" danesi che danno la caccia alle balene trafiggendole con gli arpioni. Notizie di ieri. Per questo qualcuno ha imbrattato per protesta la famosa sirenetta.

Anonimo ha detto...

E' vero ma io parlavo dei macelli abusivi al centro di città.
Se vogliamo trovare altre sconcezze,, anche i norvegesi non scherzano, e nemmeno gli islandesi, da sempre pro caccia a balene o foche.
Il marcio c'è ovunque.
Nemmeno la Francia si salva, visto che ha molti sostenitori della corrida fra tanti vip, fra cui Depardieu e una attricetta, tal Marion Cotillard, che ha fatto la parte di Edith Piaf nel film La vie en rose, favorevole alla caccia alle foche (per cui si è presa delle sonore critiche).

Cecilia

Anonimo ha detto...

Salve professore, se posso dir la mia, io ritengo i cacciatori la classe intellettualmente più coerente tra tutta la categoria dei mangiacadaveri. Il cacciatore è sia quello che toglie la vita, ma anche colui che scuoia, eviscera, cucina e mangia. E' l'uomo animale che compie tutte le fasi della predazione senza essere il perfetto imbecille onnivoro o vegetariano burattino del sistema dell'ingrosso alimentare. Loro sono nell'era del progresso, il frutto ben riuscito di una Natura sbagliata, che contempla l'uomo non come spettatore in quanto animale culturale, ma come protagonista di un sistema in quanto specie animale inserito nell'ecosistema. Alla Natura poco importa se si sappia leggere o scrivere, per vivere bisogna saper e poter mangiare. Se la nostra energia vitale venisse metabolizzata nel cervello con la cultura e lo studio, non esisterebbe nessun tema etico a riguardo. Purtroppo abbiamo uno stomaco-lavatrice che degrada materia organica. La Natura pensa con lo stomaco. Ancora oggi mi chiedo se è vero ciò che ci hanno raccontato sull'Habilis, ossia che il salto evolutivo è avvenuto proprio per il consumo della carne e che questa ricca di colesterolo abbia contribuito all'aumento di dimensione del cervello. Prima da commensale e poi da cacciatore. E mi chiedo come sia possibile che proprio la caccia, un' attività brutale che arreca morte per dare la vita, sia la responsabile della nascita dello sviluppo delle capacità intellettive umane. Un animale strano l'uomo. Per colmare le sue carenze fisiche con gli altri animali, sul piano delle armi naturali (canini, velocità, forza etc) ha dovuto sviluppare l'unica arma di cui la natura lo ha dotato: il cervello. Gli schemi mentali adottati per compiere un azione a lui non consona come la predazione, essendo un commensale, a causa dall'ambiente ostile e quindi per la sopravvivenza sono stati tramutati in delle strategie di caccia per catturare in gruppo animali che non sarebbe mai riusciti a catturare singolarmente salvo rare eccezioni; o ancora la costruzione di armi o trappole con elementi naturali (pietre, foglie, alberi) sono tutte il frutto della sua arma naturale. Arma utilizzata poi nel corso dell'evoluzione per fare del bene e del male. Tutta la nostra bellissima cultura occidentale deriva da quell'arma. L'uomo, infine, ha sempre cacciato con diletto, ma è riuscito a giustificare l'attività perchè come fine ultimo ha avuto sempre quello della nutrizione. Così come per la pesca, la raccolta di lumache, molluschi etc. Ma il diletto del predare, è presente anche nell'altro mondo animale. I lupi, le volpi altri grandi predatori che si trovano a tu per tu con animali domestici, uccidono oltre il loro fabbisogno alimentare ma solo per diletto pecore, vacche, cavalli, o altri animali da cortile è data dalla frenesia della predazione, scaturita dall'abbondanza di prede. Un po' come in Sardegna, il cercatore di funghi per hobby, che non contento di raccogliere il suo cestino di porcini, vuole tornare a casa con 40 o 50 kg di funghi. Non per necessità ma per ingordigia, della serie: "Finché ce n'è viva il re!", pur sapendo che bene che vada mangeranno qualche piatto di pasta o una pizza con i porcini, ma poi gli altri o regalati o lasciati invecchiare nel freezer. La vera domanda è questa: per Lei è più squallido l'uomo culturale che ben conscio del suo essere si gusta la sua posizione di vantaggio all'apice della catena alimentare, o è molto più squallida la Natura matrigna che basa gli equilibri della vita sulla morte, in un ciclo che non avrà fine, legittimando l'uomo culturale ad essere un uomo animale??

Pietro Melis ha detto...

La tesi che lo sviluppo del cervello umano sia dovuto al fatto che l'homo abilis abbia incominciato a cibarsi di carne risale almeno a Engels (l'amico coautore per alcuni scritto e finanziatore di Marx). Ma si tenga conto che l'homo abilis non era ancora cacciatore. Aspettava che i carnivori terminassero per raccogliere dei resti. Solo l'homo erectus divenne cacciatore ponendosi in concorrenza con i carnivori. Pertanto non è affatto dimostrabile che sia stata la carne a sviluppare il cervello. Potrebbe essere stata la stessa concorrenza a sviluppare tattiche di sopravvivenza nella caccia. Ma nessuno scienziato sarebbe disponibile ad affermare ciò. Esiste anche una tesi contraria, che sia stata la dieta vegetariana a favorire il passaggio dall'australopithecus all'homo. Adesso mi sarebbe difficile trovare uno scritto di Valdo Vaccaro, che, pur non essendo uno scienziato, sostiene la tesi contraria.
Per quanto riguarda i cacciatori posso ammettere che siano coerenti e non impostori come quelli che mangiano carne ma non sarebbero mai capaci di ricavarsi una volta nella vita la bistecca in un mattatio, che viene sempre nascosto alla vista di tutti. Si svolge tutto di nascosto. Come disse Tolstoj, cacciatore pentito e divenuto vegetarano, se i mattatoi fossero palazzi di vetro al centro della città quasi tutti diverrebbero vegetariani. Ma i cacciatori sono peggio dei macellatori perché questi, pur privi di sensibilità, e dunque degni di disprezzo, certamente non si divertono nel loro sporco lavoro, facendo gli esecutori dei mandanti che, mangiando carne, credono di avere le mani monde di sangue, mentre le hanno più sporche di quelle dei macellatori, che sono gli esecutori, i sicari, dei mandanti.
Infine, normalmente il predatore non uccide più di una sola preda, come si può vedere nella savana africana. Vidi in un documentario leoni, gazzelle e antilopi bere nella stessa pozza d'acqua perché le gazzelle e le antilopi avevano capito che i leoni per quel giorno non avrebbero ucciso un'altra gazzella o un'altra antilope. Quando vengono uccise più prede ciò significa che la caccia è avvenuta in branco, e dunque non si tratta di godere della caccia ma di soddisfare i membri del branco. E in conclusione vi è da domandarsi se l'uomo d'oggi voglia ancora assimilarsi all'homo erectus che cacciava per motivi di sopravvivenza e non per il gusto di uccidere. Se vuole essere coeente con l'homo erectus e con i predatori gli onnivori mangino la carne cruda. La struttura anatomica dell'uomo, come già osservava Rousseau facendo riferimento soprattutto alla grande lunghezza dell'intestino e alla dentatura, priva di canini che servono a strappare lembi di carne, pongono l'uomo per natura tra gli erbivori, essendo divenuto onnivoro culturalmente e contro natura già con l'homo erectus (leggere le note VIII e XII del "Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini" di Rousseau). Io sono un esempio vivente di come si possa vivere in salute senza mangiare carne. Ho smesso all'età di 10 anni vedendo dei buoi correre impazziti dopo essere fuggiti dal mattatoio, che allora, negli anni cinquanta, si trovava in una strada centrale della città. Dunque ho percorso tutta l'età della crescita senza mangiare carne e superando in altezza (1,80)due fratelli onnivori. Sessualmente sono stato sempre più che normale, non essendomi mai bastata una "fidanzata" per volta.

Pietro Melis ha detto...

Rettifico. E' Franco Libero Manco autore del suddetto articolo che contrasta la tesi non scientifica che sia stata la carne a favorire lo sviluppo del cervello umano.

Franco Libero Manco | luigiboschi.it
www.luigiboschi.it/rubriche/franco-libero-manco?page=6
NON FU LA CARNE A FAVORIRE L’EVOLUZIONE DELL’OMINIDE
Submitted by Redazione on Mer, 2011-01-19 13:16

Franco Libero Manco Opinioni Interviste Inchieste Vegacibus

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Franco Libero Manco

Questo è ciò che credono coloro che considerano, in modo superficiale, la coincidenza tra l'introduzione della carne nella dieta dell'uomo dei primordi e lo sviluppo del cervello umano. Si sostiene anche che la pesca abbia contribuito all'evoluzione con l'introduzione dei grassi omega 3, (come se tali acidi grassi fossero prerogativa solo del pesce, che tra l'altro sarebbe stato difficile procacciarsi nella foresta intertropicale). Affermazioni non supportate da studi antropologici dal momento che non è possibile che prodotti incompatibili con la nostra natura di animali fondamentalmente frugivori possano aver favorito la nostra evoluzione; se così fosse basterebbe somministrare della carne ai nostri cugini scimpanzé per agevolare la loro intelligenza, mentre esperimenti effettuati dimostrano che l'introduzione della carne nella loro dieta sviluppa le stesse malattie degli umani.

Non è possibile avere certezze sulle cause che portarono un ramo dei primati a svilupparsi maggiormente fino a produrre l'attuale homo sapiens sapiens. Si possono solo fare delle ipotesi. Probabilmente lo sviluppo dell'intelligenza dell'ominide fu favorita dalla sua posizione eretta da bipede che liberò le mani e lo spronò a costruire utensili, a questo si aggiunse lo sviluppo del linguaggio, ma probabilmente fu la necessità di doversi difendere dai predatori della savana ad aguzzare l'ingegno dell'ominide e successivamente l'utilizzo sistematico dei semi e cereali che consentì una costante introduzione del carburante necessario allo sviluppo del suo cervello, non certo le proteine di origine animale la cui assunzione è causa di molte patologie che incidono negativamente anche sul cervello.

cacciatore di Tortolì ha detto...

Prima di tutto pulire, eviscerare, fiammeggiare e lavare i piccioni.

Mettere da parte le interiora (cuore, durelli e fegato) che utilizzerete dopo.

Riempire la pancia dei volatili con una fetta di pancetta, le foglie di salvia, la bacca di ginepro e qualche grano di sale grosso.

Avvolgere ciascun piccione con due fette di pancetta e legare con dello spago bianco da cucina.

In una casseruola di misura rosolare i piccioni dopo aver scaldato l’olio e il burro, dorarli bene su tutti i lati rigirandoli all’occorrenza. Regolare di sale.

Quando hanno preso colore sfumare con il vino.

Cuocere i volatili a fuoco lento con il tegame coperto, se necessario aggiungere poca acqua alla volta.

Rigirare spesso per permettere una cottura uniforme.

A metà cottura, togliere lo spago e la pancetta dai piccioni e aggiungere del dado vegetale sbriciolato.

Nel frattempo, tritare finemente le interiora e aggiungerle al fondo di cottura.

Terminare la cottura della carne fino a che risulterà tenera, ci vorranno circa 90 – 120 minuti.

Prima di servire tagliarli a metà e cospargere con il fondo di cottura.

Servirli accompagnati con delle patate arrosto o della polenta.

SUGGERIMENTO
Tagliato e riscaldato nel suo fondo di cottura, il piccione risulta ancora più gustoso.

cacciatore di Tortolì ha detto...

Ora credo che la ricetta che possa riassumerla nei suoi profumi e sapori sia Il porceddu allo spiedo.
Ogni anno mi reco da Stefano, il mio macellaio di fiducia in terra gallurese che ne prepara uno fantastico, gia' pronto, te lo sforna e te lo consegna bollente da portare a casa.
Quest'anno ho voluto preparlo io, al forno, come mi aveva detto una signora del paese.
Ora, se siete vegetariani, evitate di leggere questo post, potrebbe farvi impressione, se al contrario siete onnivori come me, spero abbiate il piacere di continuare a leggere.
Prima di tutto bisogna assicurarsi di comprare un vero maialino da latte (il mio era del Consorzio di Orgosolo) che deve pesare tra i 3.5 e i 6.5 kg. Questo 'e importante per la consistenza della carne e per il gusto, un maiale nutrito gia' con mangime risultera' piu' stopposo e forte di sapore.
In seconda battuta, dovrete inoltrarvi un po' nella macchia mediterranea piu' solitaria per raccogliere abbastanza rametti mirto (meglio se con le bacche, ma anche con i fiori non guasta) da ricoprire abbondantemente un piatto da portata.
Il resto si fa da solo.
Prendete il pezzo di porcetto che sara' stato accuratamente tagliato dal macellaio nella parte che desiderate. Sopratutto controllate le dimensioni del vostro forno, per evitare spiacevoli inconvenienti. In un forno di dimensioni classiche, un pezzo da due chilogrammi, sta comodamente per obliquo nella leccarda.
A secondo dei vostri gusti potrete decidere se acquistare il quarto da parte della testa (meno carnoso, ma per gli estimatori, anche il piu' buono per l'orecchio), oppure il quarto dalla parte del cosciotto, e fatevi mettere nella pancia del maialino lo zampetto, che rendera' tutto piu' goloso.
Se avete fortuna di acquistare una bestia appena macellata, fatevi dare anche la coratella dell'animale, e' davvero squisita.
Arrivati a casa, accendete il forno a 180°C e preparate una leccarda del forno bella pulita.
Ungete la cotenna, salate e pepate, e posate il maialino con la cotenna rivolta verso il basso, sulla leccarda del forno senza aggiungere altri condimenti.
Infornate per un'ora e trenta minuti senza girare. Dimenticatevene.
Se per caso vedete che la carne del porcetto comincia a scurirsi troppo, abbassate di qualche grado il forno (170°C max).
Trascorso questo tempo, estraete la leccarda dal forno, girate il maialino con la cotenna verso l'alto e proseguite la cottura ancora 30 minuti.
Preparatevi un piatto da portata freddo e ampio, rivestitelo completamente di mirto.
Sfornate il maialino, la cotenna a questo punto sara' diventata croccante e adagiatelo sul piatto con il mirto.
Portate in tavola immediatamente.

Come contorno, consiglio le classiche patate al forno, ma anche i peperoni arrostiti sulla fiamma e verdure grigliate sono un ottimo accompagnamento.

cacciatore di Tortolì ha detto...

Morti candu bolis beni pigamindi
No mi lessis prusu in su mundu a penai
No ti ndi scarèscias arregordadindi
E no fatzas de mancu de mi ndi pigai
De mesu 'ei custa pena bogamindi
O sanamì in totu o lassamì spirai
Lassamì spirai chi mòrgiu cuntentu
Po mi biri aici in custa maladia
Morti pigamindi a su pròpiu momentu
Ti seu spettendi e tui no ses benia
Po sa vida mia - no ci nd'est prus cura
chentza de paura - morti beni crasi
E si promìtiu m'asi - là de no mancai
Là de no mancai faiddu po prexeri
In nisciunu logu morti no ti stentis
Un primu saludu fillus e mulleri
A babbu i a mamma fradis e parentis
A totu is biventis - chi sunt in sa terra
Morti beni inserra - mì in sa sepoltura
O po penai in figura - mi bolis lassai
Mi bolis lassai morti po dispettu
Comenti m'orbescit dònnia mangianu
Su pròpiu mi scurìgada prostau in su lettu
Ita chi torramu che una borta forti e sanu
Cali cristianu - disìgiada a morri
Coment'e una sorri - ti tzèrriu chi bengas
Prus no ti tratengas - lassa su brullai

Anonimo ha detto...

Affascinanti teorie. E' vero nei documentari si vedono anche i leoni bere assieme alle gazzelle, ma mi è capitato di vedere dei grandi predatori divertirsi con la preda ben consci di avere ormai un pasto sicuro (un cucciolo di gazzella o antilope se non ricordo male) prima di ucciderla e dilaniarla.
La traslazione di una pratica a detta di alcuni naturale, in un ambiente sociale come la caccia nei mattatoi, che viene praticata per sfamare l'85% degli onnivori italiani sul piano etico e morale è di una bassezza infinita.Milioni di vite che oltretutto a causa del surplus alimentare non verranno destinate nemmeno al consumo alimentare, ma alla formazione di materia organica. Mi chiedo che senso abbia oggi nel 2017 avere lo smartphone di ultima generazione e la bistecca proveniente dai luoghi di tortura nel piatto. Dov'è il progresso?
Nei mattatoi molti degli operai che vi lavorano a lungo andare riportano gravi conseguenze psicologiche. Nel web sono riportati varie testimonianze a riguardo. Qualunque lavoro che implichi il contatto diretto con la morte causa delle conseguenze. Recentemente anche sulla rete pubblica abbiamo assistito a dei filmati dove gli operai trattano come oggetti gli animali utilizzando modi a dir poco barbari. Io credo che spogliare l'animale dall'essere senziente a trattarlo come un oggetto, sia un meccanismo indotto dalla propria psiche in maniera da tutelare la propria coscienza, così da legittimarne l'azione creando un distacco emotivo con l'animale. "Non sto togliendo la vita ad un essere senziente, ma in maniera meccanica sto semplicemente scomponendo un oggetto pronto per essere venduto, di conseguenza posso trattare la vacca o il vitello o qualsiasi animale al pari di una scatola, ossia un oggetto non senziente". Il contatto con la morte durante l'attività lavorativa nell'industria della morte è prolungato nel tempo.
(continua..)

Anonimo ha detto...

(segue..)
Tutto ciò è ben diverso negli allevamenti tradizionali, per esempio in Sardegna, dove in barba alle leggi si macella ancora abusivamente negli ovili. E' vero però che il legame tra il pastore e il proprio bestiame è un legame più forte. Ho visto pastori chiamare con il proprio nome una per una le proprie pecore. Ma pur essendoci questo legame non esitano a macellare la pecora. Il contatto con la morte però in questi casi è limitatissimo nel tempo dura pochi giorni l'anno, ed è vissuto come una filiera del prodotto. Per esempio nel comparto ovino è in sintonia con i cicli di lattazione delle pecore, la morte fa parte della filiera produttiva del latte e del ricambio generazionale. Viene vissuto con spiritualità e abbondanza. La tipica tradizione della macellazione del maiale di cui non si buttava via nulla è un esempio. In questi generi di allevamento il pastore pur venendo a contatto con la morte non ha ripercussioni a livello psicologico come gli operai dei mattatoi. Ancora diverso il discorso caccia, vissuto fuori da degli schemi sociali, ma puramente naturali dove non vi è nessun legame empatico tra predatore e preda.
Che ripercussione psicologica può avere un cacciatore nell'uccidere un animale che non conosceva? la predazione dura una manciata di secondi ed è regolata da principi ormonali "lotta o fuggi".
La caccia oggi è ben diversa dall'attività hobbistica del ceto medio-operaio degli anni '70-'80. Dopo l'ondata dei referendum degli anni '90 e la successiva legge del 92 che disciplina l'attività venatoria e la conservazione del patrimonio faunistico, l'impennata delle tasse per esercitare un attività che richiama istinti ancestrali ha scremato, in funzione del portafoglio, la categoria, passando dal 1600000 degli anni '80 agli attuali 650000 praticanti. Chi pratica la caccia in funzione del portafoglio, è stato scremato anche culturalmente. La gestione del patrimonio faunistico oggi, in un Italia fortemente industrializzata è un tema molto vivo. C'è chi vorrebbe metodi incruenti, come la sterilizzazione in Natura con sostanze chimiche degli animali selvatici, chi propina invece metodi cruenti ma che esulino l'uomo dall'essere parte attiva nel processo come per esempio la diffusione dei virus come accade in Australia per la diffusione dei virus letali che decimano la specie con tassi di mortalità elevatissima (coniglio selvatico e carpe). E c'è chi invece sostiene che senza ripopolamento faunistico non, che include una gestione per conciliare nel breve periodo densità faunistica ed esigenze produttive del territorio, non vi sarebbero le condizioni ambientali per garantire la vita. Oggi specialmente nell'Italia Settentrionale fortemente antropizzata e deturpata da città, zone industriali, rete stradali e i pochi fazzoletti di terra rimasti dall'impattante agricoltura intensiva, non esisterebbe forma di vita nelle campagne se l'uomo non si occupa di ripopolare. Gli unici animali che hanno sviluppato un adattamento evolutivo a questi cambiamenti ambientali sono gli ungulati e sono per questo motivo in continua crescita.

Anonimo ha detto...

Vedo che anche altri con un minimo di buon senso si sono accorti che, ciò che oggi sta avvenendo non è altro che la moda del momento.... Ipocriti che mangiano la carne e dicono di essere animalisti, adolescenti che nel pieno della crescita in seguito al lavaggio del cervello diventano per moda vegani. Vegetariani che non mangiano carne ma solo il pesce. Beh, direi che il problema riguarda non solo la caccia, ma una situazione generale che distorce la realtà, e dai colleghi cacciatori è stato ben evidenziato. Concludo nel dire che la caccia è l'uomo , è nel nostro dna, la caccia è la natura e ogni giorni viene esercitata da uomini e animali. Ma, io mi chiedo se, visto che secondo loro l'uomo è un animale intelligente, allora eticamente perchè non può cacciare gli altri animali (dato che siamo anche noi animali) ? certo gli altri animali cacciano per sopravvivere ma questo non fa venir meno il diritto all'uomo di cacciare e per giunta con il fine di consumare il selvatico incarnierato. Ma io posso scegliere cosa mangiare e quale carne mangiare ? Non voglio il maiale del supermercato ma il cinghiale. Voglio essere libero di cacciare e mangiare un fagiano anzichè comprare un pollo in rosticceria..... Cmq La passione rimane per sempre.... Le mode prima o poi sono destinate a sparire.
CACCIATORE 'O NAPULITAN 57

Anonimo ha detto...

Che scemenze! Lei è quello che tiene (o teneva) quattro piccioni in casa e anche mal messi!!!!
Ma almeno pigliali sani e a coppie, così quando ti fanni i piccioncini te li magni sulla padella con un ripieno di pancetta e aglio un pò di salciccia di un maialino appena macellato, poi rosolati 5 minuti poi un dito di vino bianco, una foglia di alloro copri tutto per 20 minuti e giù di un sol boccone!!!!
siete propio pallidi!!!!
w la cucina......evviva la selvaggina!!

Salviamo le Volpi ha detto...

Il padre cacciatore gli spara per sbaglio: 34enne in fin di vita

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/05/27/il_padre_cacciatore_gli_spara_per_sbaglio_34enne_in_fin_di_vita-68-605742.html

Notizia fresca di alcuni giorni fa. Di questa morte si può gioire perché io detesto chi maltratta e uccide gli animali.