sabato 29 luglio 2017

EDUCARE L'UMANITA' ALLA GUERRA CONTRO L'ANTROPOCENTRISMO

Ricevo in allegato da Bailador.org un testo di Franco Libero Manco intitolato EDUCARE L'UMANITA' ALLA PACE. Ho capovolto il titolo perché il termine pace è stato sempre abusato senza produrre frutti. La pace indica un atteggiamento di passività pur nel suo propagandare la pace. E' un termine che sa tanto di utopia. Nella storia si vince o si perde solo con la guerra. Pertanto è con la guerra contro l'antropocentrismo e a favore del biocentrismo che si possono ottenere dei risultati. Non serve ad alcunché educare alla pace se vi è sordità da parte della maggioranza sorda ad ogni tema che riguardi il biocentrismo. Bisogna combattere attivamente boicottando ogni tradizione che fa capo all'ignoranza e agli interessi di coloro che sfruttano economicamente la morte degli animali. E' invece la guerra attiva che può indurre gli ignoranti a capire di essere vittime dei loro sfruttatori nel cercare di conservare tradizioni alimentari nocive perché fondate sul consumo della carne. Incominciando a boicottare la pubblicità di prodotti delle industrie che fanno riferimenti alla carne, come la famosa Simmenthal o la Manzotin. Notare poi che Franco Libero Manco ha estratto alcuni passi del Genesi in cui il sanguinario dio ebraico sembra richiedere una dieta vegetariana se non addirttura vegana. Franco Libero Manco ha evitato ciò che il dio ebraico dice  a Noè dopo il diluvo universale: avrai il dominio su tutti gli animali, di terra, di mare e di cielo, ed essi dovranno avere terrore di te. Franco Libero Manco  ha impiegato un vangelo apocrifo di origine attribuita agli Esseni (notoriamente vegetariani) in cui Gesù viene presentato come vegetariano. E tale è stata la tesi storicamente infondata ma espressa da Benedetto  XVI nel suo libro Gesù di Nazareth. A questo libro bisogna contrapporre il documentatissimo libro di Uta Ranke-Heinemann Così non sia. Introduzione al dubbio di fede, dove si dimostra che l'ultima cena fu una cena pasquale intesa in senso ebraico, cioè fondata sull'uccisione dell'agnello. Non poteva essere eletto papa  un papa peggiore di quello attuale. Giuste le parole di Paolo Ricci (in Bailador.org):
COME AVETE POTUTO IMMAGINARE CHE UN PAPA ARGENTINO POTESSE ANCHE LONTANAMENTE PRENDERE A CUORE IL PROBLEMA DELLA SOFFERENZA ANIMALE?
LA QUANTITÀ DELLA CARNE CONSUMATA IN ARGENTINA EQUIVALE A 2,67 MILIONI DI TONNELLATE, I BOVINI MASSACRATI OGNI ANNO SONO 11 MILIONI E 800MILA, L’EXPORT È CRESCIUTO, NEI PRIMI SEI MESI DEL 2017, DEL 117% .
COME AVETE POTUTO IMMAGINARE UN’APERTURA DI BERGOGLIO  VERSO IL NON UMANO?      
Libero Manco ha trascurato i Vangeli canonici (gli unici che contano per la Chiesa) dove vi è la parabola del vitello più grasso per far festa quando ritorna il figliol prodigo, dove l'ultima cena fu in effetti una cena pasquale, cioè a base di carne di agnello, dove Gesù assume come apostoli dei pescatori e induce alcuni di essi a tornare sul lago perché tornino poi con le reti piene di pesce, dove vi è il miracolo della moltiplicazone dei pani e dei pesci, dove non vi è mai stata una condanna della tradizione del tempio, che era in realtà un grande mattatoio. Franco Libero Manco propaganda un sincretismo religioso, ma vi è da notare che egli giustamente esclude dall'elenco l'islamismo. Ne tace pur senza attaccarlo. Forse ne ha paura. Ma così non si predica la pace. Tutto ciò premesso riporto alcune parti del libro di Libero Manco che mi sono parse le più concrete.         

ASPETTO RELIGIOSO



            Nella visone religiosa, il cui il fine è il Regno di Dio sulla terra, la pacifica ed armoniosa convivenza tra l’uomo e gli altri esseri viventi è condizione imprescindibile dal momento che nel Paradiso non potrebbe trovare giustificazione il sistematico massacro di milioni di nostri fratelli animali per soddisfare gli appetiti, la vanità e l’egoismo degli uomini.



Un Dio giusto e misericordioso non può non condannare la sofferenza e la morte delle sue creature. Infatti nella Bibbia in Genesi 1,29 Dio dà all’uomo il chiaro comando ad essere vegani: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo, mentre agli animali do la verde erba dei campi”. A sostegno di quanto detto si riportano gli stralci dalla Bibbia inerenti il rispetto dovuto agli animali. “Ecco, io sono il Signore di ogni essere vivente. (Ger. 32,27).” “La sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa…Non esiste superiorità dell’uomo rispetto agli animali perché tutto è vanità” (Quoelet 3,19). “Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l’erba dei campi? Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono” (Ger.12,4).



Ed infine va ricordato che Gesù istituì l’Eucaristia con il pane ed il vino, non con il pane e la carne e che nei Vangeli apocrifi Gesù invita al rispetto e alla misericordia verso gli animali condannando duramente ogni violenza nei loro confronti: “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati”. (Vangelo Esseno della Pace). E ancora: “Siate rispettosi e compassionevoli verso tutte le creature. Sono venuto per porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non smetterete di offrire e di mangiare carne l’ira divina non si allontanerà da voi”. Inoltre Gesù rimprovera aspramente i pescatori: “Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi cibi? Lasciate le reti e seguitemi”. A conferma di quanto suddetto S. Girolamo scrive: “Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare la carne”. E Porfirio aggiunge: “Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento per i demoni”.  E S. Gregorio di Nazianzo conferma: “Mangiare carne è un’ingiustizia abominevole”.



            Tutte le grandi religioni considerano determinante, ai fini dell’elevazione spirituale e della salvezza dell’anima, il rispetto per gli animali e l’astinenza dalla carne. Se lo scopo della vita è quello di raggiungere le più alte dimensioni spirituali, il sentimento di carità e di condivisione che abbraccia non solo l’uomo ma ogni essere vivente è, sotto l’aspetto morale e spirituale più elevato di qualunque sentimento limitato alla sola specie umana.



ASPETTO SOCIALE



La progressiva conquista della democrazia si è attuata nel corso dei millenni in virtù dell’estensione dei diritti inizialmente prerogativa dei potenti. Estendere il diritto al rispetto, alla libertà e alla vita dall’uomo ad ogni essere senziente significa superare l’anacronistica ed involutiva cultura antropocentrica e superare la lunga fase storica della violenza non solo tra gli esseri umani ma tra questi ed il resto del creato. Infatti la violenza contro gli animali è il tirocinio per ogni crudeltà anche nei confronti dell’uomo. Finché gli uomini sfrutteranno ed uccideranno gli animali essi non cesseranno neppure di sfruttarsi ed uccidersi tra loro. Solo il rispetto della diversità, la valorizzazione della sacralità della Vita, l’amore per tutte le cose può far maturare nell’uomo quella nuova coscienza umana che gli consentirà di realizzazione un mondo migliore.



ASPETTO ANTROPOLOGICO



L’anatomia comparata, l’istintologia, l’immunologia, la neurofisiologia, confermano che l’essere umano è un animale non onnivoro, né tantomeno carnivoro, ma fruttariano come i primati al cui ordine appartiene i quali hanno un apparato masticatorio e digerente simile al nostro, assai diverso da quello degli animali carnivori. Ogni organismo vivente è programmato dalla natura per cibarsi con un determinato e specifico alimento. La sostituzione di tale “carburante” con un altro non adatto produce gli stessi effetti al motore di un’automobile a benzina che si vuole far funzionare a gasolio. Significativo è anche il fatto che la vita media dei mammiferi (alla cui classe l’uomo appartiene) è circa 7 volte il periodo del suo sviluppo fisico. Quindi l’essere umano dovrebbe vivere 130-140 anni: età raggiunta solo dalle popolazioni a regime vegetariano.



            I nostri progenitori, dopo circa 3 milioni di anni di regime vegetariano, a causa delle mutazioni climatiche dovute alla glaciazione nel Pleistocene, le foreste si trasformarono in savane e si adattarono a vivere di sciacallaggio inserendo nella loro dieta anche la carne nella percentuale del 20-30%, restando quindi, anche in quel periodo, sostanzialmente, vegetariani. Ma a causa della presenza della carne nella dieta dell’uomo preistorico la lunghezza della vita media si accorciò quasi del 50% per tornare a risalire 10 mila anni fa circa con la scoperta dell’agricoltura. Da allora ad oggi l’alimento carneo è stato visto come uno status symbol possibile solo alle persone facoltose, per questo si riscontra nella gente comune una fame ancestrale di carne.



Con il boom economico del 1960 tutti hanno avuto la possibilità di mangiare quantitativi enormi di carne con un aumento del consumo procapite del 130%. La conseguenza è stata un’esplosione di malattie croniche e degenerative mai registrate prima nella popolazione. Infatti ai primi del 900 solo una persona su 100 moriva di cancro, oggi ne muore una ogni 2,5 persone, anche se ciò è dovuto anche all’inquinamento in generale e ai prodotti chimici usati in agricoltura. Ma circa il 60% di tutte le malattie sono di derivazione alimentare.



ASPETTO SALUTISTICO



            Gli istituti di ricerca più accreditati del mondo affermano che l’alimentazione carnea favorisce l’insorgere di numerose patologie, comprese quelle degenerative e tumorali e che per contro una dieta vegetariana, ricca di frutta e verdura, contribuisce ad immunizzare l’organismo umano alla maggior parte delle malattie. Eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio di infarto del 90% e del 97% delle occlusioni coronariche. Le statistiche dimostrano che le popolazioni sono tanto più flagellate da malattie cardiocircolatorie e tumorali (e non solo) quanto più fanno uso di proteine e grassi animali.



I popoli che si nutrono quasi esclusivamente di carne, come gli Esquimesi, hanno vita media di appena 30 anni, oltre il più basso quoziente intellettivo. Per contro le popolazioni a regime vegetariano, come gli Hunzakus, i russi del Caucaso, gli indiani del Toda e dello Yucatan, vivono fino a 130-140 anni e fino a 90 anni sono in grado di procreare. Da considerare che in natura gli animali più miti, più forti, più prolifici e più longevi sono erbivori o vegetariani, come il cavallo, il rinoceronte, il toro, l’elefante ecc. Il gorilla vegetariano è 3 volte più grosso dell’uomo e 30 volte più forte. Gli umani vegetariani risultano essere 2-3 volte più resistenti alle fatiche e 5 volte più rapidi nel recupero delle energie rispetto a coloro che mangiano la carne. Infatti la lunga schiera di primatisti mondiali in ogni disciplina sportiva conferma la superiorità della dieta vegana rispetto a quella onnivora.



ASPETTO ECONOMICO



L’alimento carneo risulta essere il più antieconomico esistente in natura, per il fatto che per produrre un kg di carne sono necessari dai 5 ai 20 kg di alimenti: cereali, frumento, mais e soia. Se tali alimenti fossero consumati direttamente dagli esseri umani si potrebbe sfamare una popolazione mondiale almeno 5 volte superiore all’attuale, mentre il 50% di tutti i cereali prodotti nel mondo servono ad ingrassare gli animali d’allevamento. Per produrre un kg di frumento sono sufficienti 200 litri di acqua, per avere un kg di carne è necessario un quantitativo di acqua 50 volte superiore. Una mucca consuma derrate alimentari quanto 12 persone. Ben 7 persone potrebbero nutrirsi con l’equivalente di quello che mangia un americano carnivoro. Il quantitativo di cereali necessari a produrre un solo hamburger sono sufficienti a sfamare 40 bambini per un giorno.



Un terreno adibito a pascolo dà una tonnellata di carne, ma se adibito a coltivazione di legumi è in grado di produrre 20 tonnellate.  Lo stesso principio vale per la coltivazione della frutta e della verdura. Se tutti gli umani adottassero una dieta carnivora le riserve petrolifere mondiali sarebbero di 10 anni, mentre se tutti gli umani adottassero una dieta vegana la durata sarebbe di 300 anni.



ASPETTO AMBIENTALE



A causa delle deiezioni contaminate da enormi quantità di medicinali somministrati agli animali, i terreni destinati all’allevamento restano improduttivi per moltissimi anni. La principale causa di distruzione delle foreste pluviali è il consumo di carne (un hamburger costa 12 mq di foresta). I paesi maggiormente colpiti dalla desertificazione sono quelli in cui si allevano bovini a scopo alimentare. La quantità di alberi salvati ogni anno da un individuo vegetariano è quella di una superficie di 4.000 mq.

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