sabato 25 agosto 2018

PROCESSARE IL PROCURATORE DI AGRIGENTO PATRONAGGIO

A SALVINI (matteo.salvini@senato.it)
Questo procuratore di Agrigento non ha alcuna competenza per un asserito reato che sarebbe stato commesso da Salvini a Catania sotto l'accusa paradossale di sequestro di persona. Questo individuo è un pazzoide che non sa nemmeno che cosa significhi sequestro di persona, che implica uno scopo di coazione o di estorsione. Vi è da domandarsi come mai non ne sia stata chiesta la destituzione dalla carica. A che titolo è andato a Roma ad interrogare dei funzionari del Ministero dell'interno? Incredibile ma vero. Ogni tribunale è competente solo per il territorio dove è stato commesso il reato. Dunque che c'entra Agrigento con Catania? Qualcuno me lo spieghi. Mi meraviglio del fatto che Salvini non abbia accusato Patronaggio di abuso di potere andando oltre le sue competenze territoriali. A parte ciò, è incredibile come sia stata capovolta la questione trasformando dei clandestini, cioè una massa di invasori messisi su dei barconi, in vittime della decisione del governo di non farli sbarcare. Capovolta per vari motivi. I barconi sono anch'essi illegali perché non battono bandiera di alcuno Stato, e sono pertanto da considerare alla stregua di navi pirata. Questi invasori alimentano il traffico gestito da criminali che lucrano su di essi avendo gli scafisti come manovalanza. Salvini viene accusato di abuso di ufficio mentre avrebbe dovuto accusare Patronaggio di abuso di potere a causa di abuso di ufficio. Che gli invasori saliti sulla nave Diciotti siano considerati vittime di sequestro invece di essere considerati degli illegali perché arrivati illegalmente è veramente inconcepibile. Ma all'origine chi sono i veri responsabili? Nemmeno questo ha detto Salvini. Avrebbe dovuto chiedere di porre sotto processo la Guardia Costiera, e prima di tutto il comandante della Diciotti, per avere agito in dispregio dei compiti della Guardia Costiera, che non doveva andare prima nelle acque della SAR di competenza di Malta e per aver poi scaricato dei bambini a Lampedusa per continuare a navigare verso Catania. Perché è successo ciò? Dove stava Salvini quando la Diciotti operava illegalmente andando nelle acque della SAR di Malta? Dove stava Salvini quando la Diciotti ha attraccato prima a Lampedusa? La Guardia Costiera dipende dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e perciò non dipende dal Ministero dell'interno, cioè da Salvini, ma lo stesso Salvini avrebbe dovuto operare di concerto con il 5 Stelle Toninelli, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, e controllare la Guardia Costiera perché la Diciotti non operasse di testa sua sottraendosi al controllo del Ministero da cui dipende. In questo modo non sarebbe capitata una serie di abusi culminati paradossalmente nell'illegalità, cioè nel contrario di ciò che sarebbe dovuto accadere evitando di accogliere a Catania degli invasori privi di qualsiasi diritto alla protezione per i motivi sopraddetti. Qui l'umanitarismo non c'entra nulla. L'umanitarismo appartiene alla morale, ma la politica non può fondarsi sulla morale, bensì sul diritto, e questi invasori non avevano alcun diritto di invadere i confini di uno Stato. Perché prima di tutto viene il diritto di uno Stato di salvare e difendere i propri confini. Tutto  il resto è chiacchiera moralistica che non ha alcunché a che fare con il diritto. Nessuno ha costretto questi invasori a lasciare i loro Paesi, dove non vi sono guerre, per andare in Libia presentandosi poi vittime anche di torture. Sapevano che cosa li avrebbe attesi in Libia. Ma nonostante ciò si affidano a dei criminali essendo disposti a subire da essi violenze, con donne stuprate che si presentano anch'esse come vittime, mentre sapevano anch'esse che cosa le avrebbe attese. Ma evidentemente anche la violenza è un prezzo che bisogna subire, oltre a quello del danaro da pagare ai trafficanti, per guadagnare quello che si dipingono in Italia come il Paese di Bengodi, dove pensano di poter fare poi da padroni, anche con la violenza da restituire in Italia a compensazione di quella che dicono di avere subito in Libia.  E per questo si sentono in diritto di infrangere il diritto di uno Stato di difendere i propri confini.
Diritto che Patronaggio si è messo sotto i piedi. Un procuratore nemico degli interessi dello Stato. Per questo dovrebbe essere lui processato. Invece di porsi dalla parte di chi difende i confini si è messo dalla parte di gente che è venuta qui illegalmente e che per legge dovrebbe essere respinta. La soluzione trovata ora con l'assegnazione di questi invasori all'Albania (nel numero di 20), all'Irlanda (nel numero di 20 sfruttando la coincidenza della presenza del papa, uno dei fautori dell'invasione), al Vaticano (nel numero di 100, che sono troppo pochi visto cheil Vaticano è il maggiore propretario di immobili in Italia, ed esenti da tasse) non è che una vittoria di Pirro perché proprio questa soluzione indurrà altri invasori a porsi su altri barconi. E allora quale vera soluzione contro altre invasioni? E' semplice. Controllare la Guardia Costiera perché non si permetta più di andare oltre la zona SAR di sua competenza. E se entrassero in azione altre Ong straniere? Anche qui la soluzione è semplice. Queste navi, che agiscono come calamite di barconi e gommoni, favorendo altre invasioni a non finire nascondendosi dietro operazioni cosiddette umanitarie, non debbono più pretendere di usare la formula della necessità di andare in porti sicuri più vicini. Queste navi, foraggiate da chi, come il finanziere criminale e falso filantropo George Soros, non possono pretendere di scaricare gli invasori in porti che non siano quelli dello Stato di cui battono bandiera e che sarebbero porti sicuri. Li portino lì e basta. Perché una nave è territorio dello Stato di cui batte bandiera. Cesserebbero allora le loro attività in appoggio alla criminalità.                    
Salvini ha promesso una riforma della giustizia. Ma quale riforma? Prima di tutto bisogna separare anche fisicamente, cioè in diversi palazzi, le procure, dai palazzi di giustizia, dove stanno i giudici e non debbono più stare le Procure. La vicinanza fisica  pone in stretto contatto i procuratori con i giudici, mentre questo contatto, che si risolve in una stretta confidenza, che porta spesso il giudice a prendere per buone le indagini dei procuratori e a firmare anche senza avere esaminato, spesso per pigrizia, il fascicolo presentato dal procuratore. Questa distinzione deve esistere sin dal concorso d'ingresso per la magistratura. Perché chi ha acquisito l'animus accusandi  non può poi pretendere di fare il giudice. 
Bisogna inoltre che finisca per sempre la carriera dei magisrati per sola anzianità con relativo aumento di stipendio. Un giudice del tribunale può trascorrere tutta la vita in tribunale senza avere l'aspirazione ad essere promosso in Corte d'Appello perché sa che avrà una pensione calcolata unicamente sulla base dell'anzianità, cosicché agli effetti della pensione sarà equiparato ad un consigliere della Cassazione. Bisogna istituire dei concorsi per permettere il passaggio ad un grado superiore della magistratura. E le Commissioni debbono essere costituite da giuristi, studiosi del diritto, e non dagli stessi magistrati, manovali del diritto, che non possono esere giudici imparziali nelle Commissioni, essendo quella dei magistrati una corporazione dove tutti si spalleggiano a vicenda. Dal momento in cui superano, magari fortunosamente, un concorso per la magistratura, la legge permette ad essi di non aprire più un libro. Possono limitarsi ad attaccarsi alle sentenze della Cassazione a cui attingere per incanalare nella sentenza casi analoghi decisi in Cassazione. Sono macchine non pensanti ripetitrici di sentenze. Tanto varrebbe affidarsi ai dei robot.         
Il CSM, quando si sia trovato a giudicare un giudice (perché tale compeenza è demandata ad esso) si è sempre limitato a disporre una sede diversa per il giudice che sia stato riconosciuto colpevole. In pratica non esiste alcuna seria condanna.  Poiché il CSM è eletto dagli stessi giudici si arriva all'assurdo che l'organo controllore viene eletto dagli stessi controllati. Questa contraddizione deve sparire. Occorre un organo di controllo che sia TERZO. Cioè formato anche in questo caso da giuristi. Sapendo di avere sopra la loro testa un organo di controllo imparziale perché non costituito da magistrati in conflitto di interessi, bensì da giuristi, i magistrati abbasserebbero la cresta perché non si sentirebbero più padroni intoccabili, invece che servitori, della giustizia. 
Si noti poi che uno che sia stato condannato ingiustamente, sia nel civile che nel penale, perché la sentenza è stata riformata, e sino alla riforma abbia dovuto sopportare la condanna, persino il carcere, può chiedere un risarcimento ma non ai giudici che abbiano fatto la sentenza riformata, ma allo Stato, il quale potrà rivalersi nei confronti del giudice diminuendogli di poco lo stipendio. Ma la diminuzione dello stipendio può avvenire solo quando la sentenza risulti aberrante oltre che sbagliata perché riformata. Ma chi stabilirà che una sentenza sia aberrante? Saranno gli stessi giudici a stabilirlo. Assurdo anche questo perché in questo modo nessun giudice sarà disposto a dichiarare una sentenza aberrante per spirito di solidarietà corporativa. Anche in questo caso è necessaria una Commissione di giuristi perché sia imparziale. E nei casi più gravi bisognerebbe arrivare al licenziamento perché un giudice che ha sbagliato a causa di una sentenza aberrante ha dimostrato di non poter più  giudicare. Mi ricordo di un noto avvocato che mi disse: preferisco un giudice corrotto piuttosto che un giudice ignorante e/o incapace di ragionare. Perché quello corrotto non è sempre corrotto. Ma chi è incapace di ragionare rimarrà sempre incapace.    
Che Salvini tenga conto di tutto ciò se ha promesso di riformare la giustizia. Se ce la farà con questo governo in cui deve coabitare con i 5 Stelle.       
Occorre anche una riforma della RAI perché non continui ad essere proganda della falsa sinistra causa prima dell'invasione nella continua confusione tra morale e diritto.    

Da che pulpito viene la denuncia

Testo di Roberto Zappone
Sopra: Said Chaibi candidato sindaco di Treviso alle Amministrative Giugno 2018 

Sotto: Said Chaibi mentre piscia davanti ad un Simbolo Cristiano.  

Said Chaibi è uno dei cinque che hanno denunciato Salvini.

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