mercoledì 10 aprile 2019

LA PRIMA FOTOGRAFIA DI UN BUCO NERO E LE RELIGIONI

Si sapeva già dell'esistenza dei buchi neri non perché fossro visibili ma peché la materia circostante,e con essa la luce, aveva dei movimenti centripeti che venivano risucchiati da un centro invisibile. Ma per essere precisi i buchi neri non dovrebbero essere chiamati neri ma bianchi perché, come dimostrò Stephen Hawking, da esso uscivano delle radiazoni, che avrebbero portato il buco nero a scomparire nel suo "evaporarsi". La prima fotografia di un buco nero, in realtà la fotografia della materia visibile ad esso circostante, ha documentato che questo buco nero si trova a circa 50 milioni di anni luce dalla Terra e si dice che esso abbia "ingoiato" sei miliardi di stelle. Tutto ciò all'interno della nostra galassia. La cosmologia oggi afferma l'esistenza di universi paralleli, oltre l'universo visibile. Il Big Bang è solo l'inizio dell'universo visibile. Nel pluriverso si formano casualmente delle bolle o concentrazioni di energie che esplodono dando luogo ad espansioni. L'universo visibile ha avuto come inizio una di queste bolle. A questo punto i cosmologi ipotizzano che l'espansione possa durare in eterno se la forza di repulsione della materia prevale su quella di gravità. Al contrario, se la quantità di materia è tale da far prevalere la forza di gravitazione su quella di repulsione, l'universo, giunto alla massima fase di espansione, esaurendosi la forza di espansione incomincerà a prevalere la forza di gravitazione e incomincerà  a contrasi sino ad implodere dando origine ad un nuovo Big Bang. E così via. 
Che cosa si deduce da tutto ciò? Che le religioni sono nate tutte dall'ignoranza, cioè da quando si pensava che l'universo fosse finito ed avesse per centro la Terra, sebbene nell'antichtà greca filosofi come Anassimandro ed Eraclito avessero affermato l'infinità dell'universo. Ma non bastava la caduta della concezione geocenrica dell'universo con Copernico (De revolutionibus orbium coelistium, 1543). Occorreva andare oltre Copernico e Galileo che continuavano a concepire un universo finito. Lo stesso Einstein (che formulò la teoria della relatività generale nel 1916) riconobbe di essersi sbagliato nell'avere supposto un universo stazionario e non in espansione. Ciò avvenne quando fu proprio un prete gesuita, il famoso astronomo belga Georges Lemaître, ad affermare che l'universo fosse in espansione dopo che Edwin Hubble aveva scoperto nel 1929 l'effetto doppler della luce delle stelle, con lo spostamento dello suo spettro verso il rosso, che dimostrava l'allontanamento della luce emanata dalle stelle. Einstein aveva introdotto una forza di repulsione che doveva controbilanciare la forza di gravitazione universale altrimenti l'universo sarebbe collassato su se stesso.  Quando fu verificato che l'universo era in espansione Einstein riconobbe il proprio errore. Ma venne conservata la sua intuizione di una forza di repulsione della materia che egli aveva chiamato lambda (λ). Quello che lo stesso Einstein aveva definito "l'errore più grande della mia vita" si tradusse invece in una verità.                     
Perché le religioni sono sopravvissute alla loro ignoranza?  In universo infinito, per di più oltre quello visibile non ha senso che la vita sia apparsa, e solo casualmente, nel nostro sistema solare. Il matematico Roger Penrose (La strada che porta alla realtà) ha scritto che sarebbe bastato un universo assai piccolo perché nel calcolo delle probabilità si formasse un sistema solare come il nostro che permettesse in un pianeta la nascita della vita. Dio sarebbe stato uno "sprecone" nel creare un un universo infinito. E' evidente dunque che l'esistenza della Terra è un risultato casuale dell'espansione dell'universo visibile e che non è mai esistito un disegno intelligente dell'universo. Tranne che per intelligenza si intendano le leggi della fisica matematica.  
Il riferimento ad Einstein che si fa sui giornali è del tutto inutile perché già nel 1919 l'eclissi di sole provò che anche la luce, in quanto campo elettromagnetico (come aveva dimostrato Maxwell nelle sue equazioni), è soggetta al campo gravitazionale. Aggiungo per chi non lo sapesse che Einstein già nel 1905 formulò la relatività RISTRETTA  (detta anche speciale) che aveva come fondamento il principio della velocità della luce come velocità limite dell'universo. Egli sin da ragazzo concepì un esperimento ideale. Immaginò che uno viaggiasse a cavallo di un raggio di luce tenendo per mano uno specchio in cui specchiarsi. Questo ipotetico viaggiatore non avrebbe potuto vedere nello specchio la sua immagine perché il riflesso della luce dallo specchio all'occhio avrebbe dovuto avere una velocità superiore a quella della luce stessa. Il che sarebbe stato contraddittorio. Da qui la conclusione della costanza della velocità della luce indipendentemente dal sistema di riferimento.  

A cavallo di un raggio di luce - Focus.it


Ecco la prima immagine di un buco nero video

Conferma la teoria della Relatività: "Einstein aveva ragione"

2 commenti:

bambilu ha detto...

Complimenti. In poche righe una spiegazione completa. Quello che non riesco a capire è come facciano gli "scienziati" a "vedere" a 50 milioni di anni luce di distanza...proprio stamattina ho voluto indagare sulla "parlatina" pubblica di "esperti" e di "politici". Ho trovato LA spiegazione in https://meeting-hub.net/blog/gobbo-elettronico-teleprompter, Michele Ghilardelli, che conferma i " miei sospetti di "imbroglio" circa la "mascherata" di "Tale e Quale show" che ho talvolta incrociato nel mio "zapping". Ma li si trattava di play back, si vedeva, si capiva, non c'era bisogno di Shazam per capirlo. Bufolate all'americana. Di queste tecniche dovrebbe avvalersi anche Mario Draghi che si permette di ammonire l'Italia e gli Italiani in un pessimo anglocazzone...leccandosi i baffi nel pregustare il lauto pasto rappresentato dalla RICCHEZZA PRIVATA della Nostra Nazione...Lottiamo SENZA INTERMEDIARI per farlo restare a bocca asciutta.

Pietro Melis ha detto...

Prego non scantonare dall'argomento.
Nei miei studi di filosofia ho sempre fatto anche studi di storia delle scienze facendo lezioni universitarie su argomenti scientifici E ho anche scritto di biologia evoluzionistica in un libro di 518 pagine.Ho spiegato agli studenti la relatività ristretta e generale di Einstein con gli apparenti paradossi della relatività ristretta aggiungendo le equazioni di Lorentz come conseguenza degli esperimenti fatti nel 1887 dagli americani Michelson e Morley, in base ai quali risultava costante la velocità della luce sia che la Terra si avvicinasse al sole e sia che se ne allontanasse. Da qui la costanza della velocità della luce per qualsiasi osservatore, sia in movimento che in quiete. Da questi esperimenti Lorentz ricavò le famose trasformazioni (dette infatti trasformazioni di Lorentz). Da cui si ricava, per esempio, che un corpo che viaggiasse alla velocità della luce avrebbe una massa infinita. Cerco di spiegarlo qui con un esempio.Immaginiamo che un corpo M viaggi con una certa velicità V. Da una trasformazione di Lorentz si ricava che la sua massa aumenterebbe in proporzione al quadrato della sua velocità. L'equazione di Lorentz è espreessa da una frazione che ha 1 al numeratore e al denominatore la radice quadrata di 1 meno la frazione avente al numeratore il quadrato della velocità V e al denominatore il quadrato della velicità C della luce.
Se supponiamo che V sia eguale a C la frazione V al quadrato/C al quadrato darà 1. Dunque dentro la radice quadrata avremo 1-1=0. E poiché la radice quadrata di 0 è eguale a 0 avremo la frazione 1/0 (1 su 0). E poiché qualsiasi quantità divisa per zero dà infinito (∞), un corpo M che viaggiasse alla velocità della luce avrebbe una massa infinita. Poiché ciò è assurdo significa che nessun corpo può raggiungere la velocità della luce.