sabato 25 maggio 2019

PARTITI FALSI ANIMALISTI ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI

Hanno come unico fine quello di accaparrarsi i voti degli animalisti. Non vi hanno mai pensato prima. Ma quali sono poi gli animali di cui ora prendono le difese? Di fatto sono i cani e i gatti. Partiti che non hanno mai preso posizione contro la caccia. Per questi partiti gli animali che vivono liberi non hanno diritto alla protezione. I voti della lurida genia dei cacciatori (pur in via di estinzione se continua la loro diminuzione) sembrano contare più di quella di milioni di animalisti(tra cui circa 5 milioni di vegetariani/vegani). Chi è favorevole alla chiusura dei porti per porre fine all'invasione dall'Africa si dovrebbe sentire in obbligo di votare per Salvini o Giorgia Meloni (che, unica, chiede lo sbarramento di fronte alle coste della Libia). Ma in questo modo dovrebbe rendersi complice di due partiti che continuano a rendersi complici dei cacciatori, di individui che si divertono ad uccidere per uccidere. La Meloni si limita ad opporsi agli allevamenti (di morte, aggiungo io) intensivi. Non hanno il coraggio di porsi contro la mecellazione ebraico-islamica. Se si trattasse solo di macellazione islamica forse avrebbero il coraggio di chiederne la proibizione. Ma guai a toccare gli ebrei perché altrimenti passi per  antisemita. Di ciò tace anche l'associazone Animalisti italiani nel suo programma per le europee. Ciò che fa specie è che questa associazione si riduca a richiedere, per esempio, leggi restrittive per la caccia (divieto di richiami, divieto di caccia la domenica e di entrare in territori privati) e non la sua abolizione. Non chiede l'abolizione della corrida ma il divieto di finanziamenti comunitari per allevamento di tori per corrida.  https://animalisti.it/elezioni-europee-2019-animali-ai-margini-del-dibattito-politico/  

PROPOSTE POLITICHE ANIMALISTI ITALIANI ONLUS_ ELEZIONI EUROPEE 2019

Le parole al vento del centro destra in fatto di diritti animali




Fonte: Big Hunter

In dirittura d'arrivo verso la fatidica data delle elezioni europee, improvvisamente si è scatenata la caccia al voto animalista. Non solo da parte di certe forze radicali o di sinistra. Dopo la presentazione in pompa magna (tre ministri in conferenza stampa) del disegno di legge targato Cinquestelle contro il maltrattamento animale (e abolizione dell'842 del codice civile), praticamente si sono fatti vivi tutti. A cominciare dal leader della Lega, Matteo Salvini, che da Bari, visitando un canile sanitario preconizza in diretta via Facebook misure di contrasto ai canili lager, annunciando norme che raddoppiano le pene contro "chi maltratta o abbandona gli animali”, l'annuncio, comunque era già arrivato ai primi di maggio in un video-selfie.
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Salvini si ricorda di essere animalista a pochi giorni dalle elezioni










Matteo Salvini in versione animalista di ferro. Il ministro dell'Interno, dopo aver annunciato che entro l'estate partiranno controlli a tappeto nei canili e nei gattili di tutta Italia (con l'obiettivo di chiudere quelli fuorilegge), annuncia un giro di vite sui condannati per maltrattamenti sugli animali. Benissimo. Mi parrebbe un provvedimento più che logico. Però vorrei aggiungere che il concetto di maltrattamento va precisato, perché non serve arrivare alle percosse o allo stato di sofferenza fisica dell'animale, maltrattamento è anche l'isolamento sociale e affettivo da parte di possessori di cani che li tengono legati a catena, chiusi nei box fino a tenerceli veramente sempre, salvo il momento di andare a caccia, se sono cacciatori.
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2 commenti:

Giancarlo MATTA ha detto...

Eccellente Professore,
non diamo troppo peso agli "ebrei" in Italia. I cittadini italiani di religione ebraica complessivamente in Italia non arrivano a trentamila persone.
Se anche tutti coloro votassero in "massa" conterebbero praticamente niente. Ma vi è un punto fondamentale che prevalentemente sfugge. Di quei trenta-massimo trentaduemila cittadini italiani "ebrei" attuali, gli "ebrei-osservanti" saranno circa il venti per cento.
E gli altri non ne vogliono sapere di "toràh", di mutilazione rituale del pene sui neonati, di sgozzamento di animali non preventivamente sedati, di non lavorare il sabato, eccetera, eccetera, eccetera... . Ho personalmente parlato con i capi delle comunità di Torino, Casale Monferrato, Vercelli, Milano, Genova, Napoli, Roma.
Tutti, salvo quella di Roma (è una donna : caso raro), hanno detto all'incirca la stessa cosa pur dichiarando di non possedere statistiche precise. Un giornalista milanese di Repubblica, "ebreo" mi ha testualmente dichiarato: io sono di famiglia ebraica, sono "ebreo"...ma degli oltre seicento "precetti" della "toràh" non ne ricordo neppure uno....si figuri se li metto in pratica !
Solo la presidente della comunità ebraica romana si è risentita quando le ho fatto notare l'anacronismo di certi "precetti religiosi" ebraici per non dire della incompatibilità di vari di essi con l'Ordinamento Giuridico italiano. Ha detto che io sono una sorta di “provocatore” e di “denigratore”. Le ho replicato con espressione torva = caso mai VOI comportatevi in maniera da non suscitare critiche, disprezzo e denunce. Così nessuno potrà motivatamente denigrarvi. Fine della conversazione… .
Cordiali saluti da Torino. GM

Pietro Melis ha detto...

Caro Giancarlo, non mi sono spiegato. Non è il numero degli ebrei che conta. Basta che vi sia una minoranza come il Di Segni (che in un suo libro giustifica pazzescamente la macellazione ebraica con argomenti biblici) e come lui gli osservanti della macellazione kosher (i frequentantio delle sinagoghe) per renderne impossibile la cancellazione. Basta questa picola minoranza per permettere agli islamici (più di un milione in Italia con l'aumentare delle macellerie islamiche) di sollevare l'obiezione: perché agli ebrei sì e a noi no? Ecco il problema. Giacché il kosher ebraico corrisponde alla halal islamica.