venerdì 23 agosto 2019

SALVINI E LA SUA PARTITA A POKER

Se gli riesce vince tutto. 
E' quasi certo che Salvini non avesse pensato all'inizio di voler giocare una partita a poker. Era quasi sicuro che si sarebbe andati a nuove elezioni. Ma ora, visto come stanno andando le cose, il gioco del poker si è impossessato di lui. Come si sa, anche da parte di chi, come me, mai ha giocato a poker, rifuggendo dai giochi di azzardo, il poker è fondato sul bluff, nel far intendere all'avversario di avere carte buone mentre non ne ha, o viceversa. E' capitato che i 5S stiano tentando di mettersi d'accordo con i PDementi (è proprio  il caso di dirlo). Salvini a questo punto deve sperare che l'accordo non riesca.E vi sarebbero tutti i buoni motivi, in via teorica, se non prevarrà l'istinto di conservazione della poltrona da parte dei 5S. Infatti per ordine di Grillo i 5S non possono rinunciare a riavere come capo del governo Conte. Salvini, addirittura, ha proposto a Di Maio il posto di capo del governo. I 5S a questo punto è difficile che possano rinunciare a tutti e due i nomi, anche per una questione di dignità,  ed accettare che capo del governo sia un PDemente o uno da essi nominato ma non facente parte del loro partito (come Cantone ed altri). Ma è altrettanto difficile che i PDementi accettino, divisi come sono, di accettare, voraci come sono del potere, di farsi servi di un capo del governo che non sia uno dei loro, anche per la richiesta "discontinuità" richiesta dallo Zingaro. In sostanza, l'accordo o il disaccordo si giocheranno non tanto sui punti del programma quanto sui nomi. Se non vi sarà accordo sui nomi salta il banco e si chiude il tentativo di un governo 5S-PDementi.  A questo punto ai 5 S rimangono due possibilità 1) o ritornare piangenti con la Lega, che si riprenderebbe al governo Conte, se addirittura la Lega non accettasse Di Maio come capo del governo, trasformando Di Maio in un pesce che abbocca ingenuamente all'esca offertagli da Salvini; 2) oppure accettare di tornare al voto, come richiesto dal 5S Di Battista, perché, avendo chiuso con i PDementi, non potrebbero più tornare indietro, essendosi bruciati i vascelli dietro le spalle. In tutti e due casi Salvini avrebbe vinto la partita perché, dopo avere concesso ai 5S il ritorno con la Lega, potrebbe nuovamente rompere il nuovo patto di alleanza (magari d'accordo con i 5S) per tornare al voto. L'esca sarebbe l'approvazione della riduzione del numero dei parlamentari. Poi si potrebbe rompere l'alleanza. Infatti tale approvazione potrebbe risultare del tutto inutile perché dovrebbe essere seguita da un referendum, che si farebbe soltanto durante la successiva (XIX) legislastura, che conseguentemente vedrebbe un parlamento conservare 630 deputati e 315 senatori, senza alcuna riduzione del numero dei parlamentari. Se il voto confemasse la maggiore presa sociale della Lega come primo partito e il centro destra risultasse avere la maggioranza (anche con Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia senza coalizione) sparirebbe per sempre l'ingombro dei 5S e dei PDementi.                        

2 commenti:

bambilu ha detto...

Io vedo bene un Tao Meloni-Salvini. Escluderei il caccaliere che ha già fatto tanti danni quanto i PEDE-Rasta. Proporrei di abolire il famoso vincolo di mandato che dà la possibilità di inciuciare a più non posso... Urge fermare l'invasione, alleandosi lo dico da Atea ai gattolici di buon senso per combattere gli invasori sgozzatori di agnelli e montoni, sbucciatori di pisellini e cucitori di vaginette. Meglio una lavata di testa e poi fare come ci pare...Indispensabile difesa dei confini e della Nazione Italia [non la chiamo patria ché pare un trans...] Il mare, il fiume, il monte, la campagna e la collina tutti in coro FAR FUORI LO STRANIERO BIANCO NEGRO O CHIARASOLO !

Pietro Melis ha detto...

In base all'art. 67 della Costituzione non esiste purtroppo il vincolo di mandato. Bisogna riformare a Costituzione in modo che ogni partito presenti prima delle elezioni un programma dettagliato ed ogni eletto sia tenuto per legge a rispettare il programma, rimanendo libero per tutte le questioni non previste nel programma. Chi cambia partito durante la legislatura deve essere dichiarato ope legis decaduto. Così non vi sarebbero più transfughi da un partito all'altro tradendo il voto degli elettori.