lunedì 12 agosto 2019

SANT'ANNA DI STAZZEMA E ALTRE RAPPRESAGLIE CAUSATE DAI PARTIGIANI. COSI' HITLER PERSE LA GUERRA

Premetto che l'occupazione tedesca dell'Italia e la costituzione della R.S.I. furono due delle cause della sconfitta del nazismo. Proprio negli stessi mesi in cui dopo la sconfitta di  Stalingrado le armate tedesche avevano aperto una controffensiva conclusasi il 15 marzo 1943 con la vittoria tedesca nella terza battaglia di Char'kov facendo arretrare di un centinaio di km le truppe sovietiche e i generali tedeschi chiedevano rinforzi con altre divisioni Hitler preferiva sprecare in Italia le divisioni richieste sul fronte russo solo per salvare il fascismo ormai già morto dopo l'8 settembre con il contemporaneo sbarco degli americani in Sicilia. Si sarebbe dovuto risparmiare l'inutile occupazione dell'Italia facendo per di più rapire Mussolini prigioniero nel Gran Sasso per portarlo in Germania e costringerlo a costituire la R.S.I. Non basta. Sempre per essere fedele a Mussolini Hitler volle salvare l'esercito italiano che si era impantanato nel fango in Grecia e poi volle coinvolgere la Germania nella scellerata guerra in Africa voluta da Mussolini per occupare l'Egitto partendo dalla Libia colonia italiana. Altre divisioni tedesche al comando di Rommel (la volpe del deserto) inviate per dare apporto all'esercito italiano in grave difficoltà e perse, nonostante  alcune vittorie parziali dell'esercito italotedesco, a causa della sconfitta finale con la resa firmata a Tunisi il 10 maggio 1943 con 100.000 tedeschi fatti prigionieri e portati in USA e in Canada. Resa che favorì subito dopo lo sbarco degli angloamericani in Sicilia, non essendo più impegnati in Africa insiememe con gli inglesi al comado di Montgomery. 
Se Mussolini dopo la resa di Tunisi avesse cercato di far capire a Hitler che l'Italia era solo un peso morto per la Germania in guerra e che conveniva alla stessa Germania che l'Italia si dissociasse da una ulteriore partecipazione in guerra contro gli angloamericani garantendo la neutralità dell'Italia ed evitando alla Germania un ulteriore inutile impegno militare in Italia che avrebbe richiesto lo spreco di molte divisioni che sarebbero state utili sul fronte russo, probabilmente Mussolini avrebbe salvato se stesso e il fascismo e non vi sarebbe stata la riunione del Gran Consiglio del fascismo del 25 luglio 1943 che dichiarò decaduto il governo di Mussolini, fatto poi arrestare da quella meschina figura di re che fu Vittorio Emanuele, che diede il governo a Mussolini il 1922 dopo la burlesca marcia su Roma. Dissociandosi da Hitler nel 1943 Mussolini avrebbe anche impedito l'occupazione tedesca e angloamericana con gli orrori dovuti ad una sciagurata guerriglia delle bande partigiane negli anni 1943-45 dopo l'8 settembre 1943, con le conseguenti rappresaglie, e probabilmente l'Italia, con la dichiarata neutralità, non sarebbe stata dichiarata nazione sconfitta e avrebbe conservato con l'Istria i suoi confini orientali. La richiesta di neutralità sarebbe apparsa ben fondata in risposta al fatto che Hitler (dopo il patto di non aggressione con la Russia, patto Molotov-von Rippentrop), violando il patto di alleanza con il fascismo, aveva gravemente nascosto anche a Mussolini il progetto di invadere anche la Russia, che non era nel progetto di Mussolini.
La guerra inizio l'1 settembre 1939 con l'invasione della Polonia. Come mai Mussolini dichiarò guerra alla Francia e all'Inghilterra solo il 10 giugno 1940? Evidentemente preferì attendere stando alla finestra per vedere prima quali risultati avrebbe avuto la guerra scatenata da Hitler. Il 10 giugno la Germania con il blitzkrieg (guerra lampo), visto che erano state la Francia e l'Inghilterra a dichiarare guerra alla Germania, evitò la linea di difesa Maginot e invase la Francia passando per il Belgio e i Paesi Bassi occupandoli. A questo punto Churchill credette che ormai la guerra fosse finita essendo state occupate anche l'Ungheria e Cecoslovacchia, rese Stati satelliti della Germania, e chiese a Mussolini di entrare in guerra perché solo Mussolini avrebbe potuto moderare le richieste di Hitler nelle trattative di pace. Ma Mussolini fu tradito da Hitler che gli nascose il progetto di invadere la Russia.           
        
Si può dire che il fascismo cooperò alla rovina del nazismo e il nazismo fu la rovina del fascismo.         
Dal mio libro Io non volevo nascere. Un mondo senza certezze e senza giustizia. Filosofi odierni alla berlina. 

 Prima di Marzabotto vi furono altre stragi, su cui, considerando che esse furono attuate da un esercito tedesco che si apprestava ad una ritirata, cade il fondato sospetto che, come per Marzabotto, esse siano state la risposta  ad azioni proditorie dei partigiani. Non si spiega altrimenti il fatto che gli stessi tedeschi avessero deciso di impiegare Sant'Anna di Stazzema come “zona bianca” per gli sfollati da altri paesi. Non avrebbe avuto senso una simile protezione iniziale di quella località per sottrarre la sua popolazione a teatri di guerriglia partigiana. Ma evidentemente, come verrà riconosciuto, degli incoscienti irresponsabili approfittarono della calma creatasi a Sant'Anna per creare dei collegamenti con i partigiani causando la furibonda reazione tedesca. Ciò è stato taciuto da chi ha voluto ricostruire storicamente i fatti riguardanti la strage di Sant'Anna di Stazzema.[2]“Ai primi di agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco 'zona bianca', ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto '44 tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
   In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Fu trovata, ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di  Valdicastello. Infine il fuoco, a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
  La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al  Tribunale militare della Spezia  e conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “ Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra. Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa Carrara) , seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nella zona di San Terenzo. Nel giro di cinque giorni uccidevano oltre 340 persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con i lanciafiamme. Nella prima metà di settembre,  con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portavano avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido venivano fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), e per finire a Bergiola e a Forno. i nazisti facevano circa 200 vittime. Avrebbero continuato la strage con il massacro di Marzabotto.”[3]
  Di tali stragi fu considerato colpevole anche Kesserling, comandante delle forze armate tedesche operanti in Italia. Egli aveva provveduto a rendere pubblico, con manifesti, con volantinaggio aereo e con comunicato radio che sarebbero stati fucilati coloro che avessero aiutato e protetto i partigiani. Infine si annunciava: “ogni villaggio in cui sia provata la presenza di partigiani...o nel quale siano avvenuti tentativi di sabotaggio a depositi di guerra sia raso al suolo. Inoltre siano fucilati tutti gli abitanti maschi del villaggio di età superiore ai 18 anni. Le donne e i bambini saranno internati in campi di lavoro”.Fu la risposta a quanto il generale Alexander, comandante delle forze alleate in Italia aveva proclamato rivolgendosi alle bande di partigiani.“Assalite comandi e piccoli centri militari! Uccidete i germanici alle spalle, in modo da sfuggire alla reazione per poterne uccidere degli altri”.                                                                                                     
   Si può dunque dire che le stragi culminanti in quella di Marzabotto andò oltre i limiti che erano stati imposti dallo stesso Kesserling, che infatti non poté essere riconosciuto colpevole degli eccessi compiuti, che non risparmiarono donne e bambini. Ma lo stesso Diritto Militare Britannico, prevedendo la rappresaglia  quale “ritorsione per atti illegittimi di guerra allo scopo di far osservare in futuro al nemico le riconosciute leggi di guerra”, prevedeva anche “il ricorso alla rappresaglia contro una località o una comunità per alcuni atti commessi dai suoi abitanti o membri che non possano essere identificati”. E anche le regole di guerra degli Stati Uniti prevedono che “villaggi o case possano essere bruciate per atti ostili commessi da persone che non possono essere identificate, processate e punite”. Questo principio, applicato nel Vietnam, portò a bruciare con bombe al napalm interi villaggi.[4] D'altra parte, fu forse un'azione di guerra il bombardamento della città di Dresda,[5] rasa al suolo tra il 13 e 15 febbraio 1945, quando esso non aveva più nemmeno il significato di deterrente psicologico, considerando che ormai la guerra volgeva verso la fine? Vi è anche da considerare che il bombardamento tedesco della città di Coventry (11 agosto 1940) ebbe da prima obiettivi mirati, cioè le industrie, al fine di distruggere l'aviazione inglese (e infatti fece solo 176 morti), mentre il secondo bombardamento (14 nov. 1940), con complessivi 1.236 morti, fu una rappresaglia dopo il bombardamento inglese di Monaco di Baviera (8 nov. 1940). E che significato potevano avere i bombardamenti americani anche sulla città di Roma e persino sulla Sardegna (in particolare su Cagliari), dove non vi erano obiettivo militari? Come mai non esistono lapidi per i nomi di tali vittime? Si dimentica anche che il bombardamento di Tokio causò più di 83.000 morti e che ben maggiori furono le vittime dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, espressione massima della violazione di ogni norma del diritto internazionale di guerra. Strana guerra di liberazione quella attuata da "liberatori" americani che bombardavano città senza alcun riguardo per la popolazione civile. Valga come esempio per tutti il bombardamento di Roma (quartiere S.Lorenzo). Si può dire tutto dei nazisti, ma essi ebbero rispetto per le città e risparmiarono sempre i palazzi. Non vi è stato un monumento, un'opera d'arte, un museo, che sia stato bombardato dai nazisti.
  Non posso fare a meno di raccontare la commuovente storia di Fido. Il padrone Carlo Soriani, che abitava a Luco di Mugello, l'aveva trovato cucciolo e ferito. Ogni mattina Fido alle 5,30 svegliava il padrone sapendo che a quell'ora doveva alzarsi per prepararsi e prendere la corriera che l'avrebbe portato al lavoro, essendo operaio in una fabbrica  di Borgo San Lorenzo. Alle 19 Fido era sempre puntuale alla fermata della corriera in attesa del ritorno del padrone, che alcune volte non scendeva dalla corriera e si nascondeva dietro il sedile per farsi cercare da Fido, che, dopo che tutti gli altri erano scesi, saliva per andare a scovare il padrone. Ritornavano sempre insieme a casa. Ma un brutto giorno, il 30 dicembre del 1943, uno dei tanti vigliacchi ed inutili bombardamenti americani distrusse la fabbrica causando la morte del Soriani. Per la prima volta quel maledetto giorno Fido attese inutilmente il padrone. Ma un cane non può capire. Eppure Fido qualcosa si sarà pur domandato. Perché il mio padrone non scende più dalla corriera? Egli non poteva pensare di essere stato abbandonato perché continuava a vivere nella casa del padrone. Dunque doveva essere vivo. Questo soltanto può avere pensato. Qualche causa di forza maggiore, pensò certamente Fido, deve avere trattenuto altrove il mio padrone. Prima o dopo tornerà. Perché gli animali non vivono coscientizzando la morte. Sotto questo aspetto sono più fortunati degli uomini. Ma Fido aspettò con tenacia il ritorno per 14 anni, andando alla fermata della corriera cinquemila volte. Fido venne premiato in vita con medaglia d'oro il 9 novembre 1957 durante una cerimonia nel Comune di Borgo San Lorenzo. Sino a quando un giorno, l' 8 giugno 1958, forse aspettando ancora il ritorno del padrone, fu trovato senza vita in un podere vicino alla sua casa. Fu sepolto all'esterno del cimitero di Luco, vicino alla tomba del padrone. Lo scultore Salvatore Cipolla costruì per lui un monumento raffigurandolo in piedi con la testa rivolta verso Borgo San Lorenzo. Della morte di Fido diede notizia il quotidiano la Nazione, ma già alcuni settimanali (tra cui la Domenica del Corriere con grande disegno di Fido in copertina) tra il 1957 e il 1958 avevano narrato la storia di Fido. E questo libro è nato quando Billo, “il mio unico grande affetto” mi accompagnava ancora in vita. E rimango certo che nemmeno un essere umano è capace di nutrire un amore così grande, perché puro, essendo disinteressato. Maledetti siano anche per questo i vigliacchi “liberatori” americani con i loro indiscriminati e vigliacchi bombardamenti. Non si ritengano per questo migliori dei nazisti.   
   Sarebbe troppo lungo riferire di tutte le reciproche rappresaglie avvenute nella R.S.I., causate sempre da vili attentati dei partigiani. Basti qui riportarne alcune come esempio di una follia che nella storia dei vincitori è riuscita a trasformarsi in eroismo della lotta di “liberazione”. Il mattino del 31 marzo 1944 vengono arrestati nel Duomo di Torino dei componenti del CLN piemontese. Alle ore 13 dello stesso giorno per ritorsione due gappisti, Sergio Bravin e Giovanni Pace uccidono nell'androne di casa il direttore della Gazzetta del Popolo, Alther Capelli. La rappresaglia tedesca porterà alla condanna a morte di 8 membri del CLN piemontese.  In piazzale Loreto alle ore 9 dell'8 agosto 1944 esplode una bomba posta dai partigiani sul sedile di un camioncino tedesco. Muoiono sei bambini, una donna e due padri. Dei 13 feriti ne moriranno altri 6. Il comando tedesco, nonostante l'opposizione di Mussolini e del cardinale Schuster, procede alla rappresaglia nella proporzione di 1 a 1 prelevando 15 incarcerati accusati di avere collegamenti con i partigiani. La rappresaglia dei partigiani seguì con la fucilazione di 45 prigionieri, 15 tedeschi e 30 fascisti che erano stati catturati sui treni dai partigiani dell'Ossola, dunque nemmeno in azione di guerriglia. Il comandante partigiano Batista e 8 suoi compagni furono catturati e fucilati il 29 settembre 1944, nonostante la Curia torinese avesse convinto un comando “garibaldino” ad offrire 120 suoi prigionieri (tra cui alcuni ufficiali tedeschi). Per rappresaglia tutti i 120 prigionieri furono uccisi. Molte strade sono state dedicate ai 7 fratelli Cervi. Ma essi furono indirettamente vittime dei comunisti, che non li nascosero, come fecero per i loro compagni. Dopo il loro arresto fu comunicato dai tedeschi che non si mettesse in pericolo la vita dei fratelli Cervi con attentati. Non vi fu alcuna ritorsione dopo l'uccisione del seniore della Milizia fascista Giovanni Fagioni. Allora il 27 dicembre un gruppo partigiano uccise il segretario comunale di Bagnasco in Piano, Davide Onfiani. Questa volta la rappresaglia colpì tutti i fratelli Cervi. Così i comunisti riuscirono a liberarsi di essi, come risulta da una lettera all'Anpi di Reggio Emilia scritta nel 1980 da un membro di un asserito Comitato Militare partigiano, Osvaldo Oppi, che disse che precedentemente non aveva avuto il coraggio di eliminare egli stesso i fratelli Cervi perché godevano di una “grande statura morale”. Ma i comunisti, al culmine della disonestà, fecero dei fratelli Cervi un loro emblema.[6]        
 I partigiani, specialmente i fanatici comunisti, provocarono solo disastri e i loro asseriti meriti non furono affatto riconosciuti dalle potenze vincitrici, che non tennero affatto conto di essi quando si trattò di considerare l'Italia come nazione sconfitta e responsabile della guerra, al contrario della Francia, di cui fu riconosciuta la resistenza partigiana.  Si dice che i partigiani nel dicembre 1944 fossero 100.000, ma di questi solo 10.000 combatterono realmente. I dati ufficiali delle autorità italiane dicono che i morti per mano dei partigiani furono soltanto 17.322. Ma si calcola che la cifra reale si aggiri sui 100.000 morti, tra uomini, donne e bambini.[7] Escludendo gli uccisi nella Venezia Giulia ad opera dei partigiani jugoslavi (23.000) gli uccisi dal 25 aprile al 31 maggio 1945 furono 42.000.[8]

[1]  V. la voce “La strage di Marzabotto: le vittime furono 750 e non 1820, nel sito laperfetta letizia.blogspot.com (3.7.09). Si tratta di un sito che è la “rivista giornalistica cattolica di informazione e attualità”.

[2]  Paolo Pezzino, Sant'Anna di Stazzema. Storia di una strage, Il Mulino 2008.

[3]  “La strage di Sant'Anna di Stazzema”, da Wikipedia.

[4]  V. di Giuseppe di Bella “Le rappresaglie dei nazisti in Italia:una strage annunciata”(4 maggio 2009), sito www.siciliainformazioni.com/giornale/cultura/50915/rappresaglia.

[5] V.“Dresda 1945-Un inutile massacro”(cronologia.leonardo.it/storia/a1945n.htm);“Dresda 1945:la barbarie”.(www.chefare.org/archivcf/cf52/dresda45html);“I crimini dei vincitori-I bombardamenti in Germania” (ww.controstoria.it). Il numero dei morti è oggi valutato sui 40.000. Ma non si tien conto del fatto che Dresda ( che nel 1939 aveva circa 630.000 abitanti) era divenuta rifugio degli sfollati della Slesia e dell'Europa orientale, non iscritti nei registri anagrafici. Da altri si è calcolato un numero di circa 200.000.     

[6]   Ernest Armstrong, Rappresaglie partigiane,www.laltraverita.it/Documenti/rappreaglie_partigiane.htm..

[7]     Eric Morris, La guerra inutile. La campagna d'Italia 1943.45, Longanesi 1993, pp. 14-15 e p. 456.  


[8]     Carlo Mazzantini, I balilla andarono a Salò, Marsilio 2002;pp.168-70. 

1 commento:

aldo ha detto...

Interessante l'inchiesta del documentarista Mazzucco che evidenzia quanti futuri presidenti c'erano a Dallas in incognito quei giorni dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, tra cui Nixon

Interessante la notizia che su quella macchina ci fosse il Governatore del Texas John Connally. Un nome che curiosamente comparirà nei verbali delle varie inchieste italiane sulla Loggia Massonica P2.

Interessante che la guerra in Vietnam voluta da Nixon e che causò la morte di circa 40.000 soldati americani e la strage di circa 2 milioni di vietnamiti, indistintamente uomini, donne, bambini venga raccontata in molti film di Hollywood in cui si affronti questo argomento ma sempre dal punto di vista americano, i 2 milioni di vietnamiti ammazzati sono parte indistinta della sfondo, fanno solo come comparse, non c'è un film in cui sono gli americani a fare solo le comparse.

La mia domanda è: ma gli americani in Italia hanno ammazzato solo soldati o anche civili nella seconda guerra mondiale?