mercoledì 18 dicembre 2019

PRESEPE IPOCRITA CON PASTORI ASSASSINI DI PECORE E AGNELLI MASCHI

Da bambino facevo il presepe non redendomi conto che le pecorelle condotte da un pastore verso la capanna (o grotta) erano destinate ad essere presto uccise. Non mi rendevo conto che pecorelle dovevano essere necessariamente femmine e avrebbero soltanto preceduto nella morte i loro figli maschi perché gli agnelli maschi non avrebbero fatto parte del gregge. Infatti i maschi non danno latte e pertanto non sono produttivi. Vivono pochi giorni prima di essere uccisi per bandire le tavole dei maledetti che il giorno di Natale (e di Pasqua) non rinunciano alla tradizione del sacrificio del Natale. PASTORI SARDI BASTARDI. Così ho scritto nel mio libro  ROBA DA SARDI. VE LA DO IO LA SARDEGNA. Metà degli agnelli uccisi in Italia per Natale e per Pasqua provengono dalla Sardegna. Popolo di antica barbarie perché coltivò sempre una "cultura" pastorale. Espongo per metà del libro il riassunto di Storia di Sardegna e Storia moderna della Sardegna dal 1772 al 1779 di Giuseppe Manno. Se ne trae  l'immagine di un popolo barbaro diviso tra varie faide pronte però a farsi asservire dai vari conquistatori. Riporto dal mio citato libro quanto segue.          


Quando ero bambino capitò in casa, non mi ricordo come, un capretto, che era stato regalato a mio padre. Non mi ricordo per quale motivo mio padre avesse accettato in regalo un capretto vivo. Mi affezionai ad esso come se fosse un cane. Lo portavo a passeggio tenendolo al guinzaglio per fargli brucare l'erba nella periferia di Cagliari, che allora era un vasto campo erboso su cui sarebbero poi sorti i palazzi della piazza Michelangelo e della piazza Giovanni XXIII. Mi divertivo a giocare con lui in casa alzando una gamba per mostrargli la pianta della scarpa mentre gli dicevo in sardo: attumba caprittu (urta capretto). E lui prendeva la rincorsa per dare una tenera incornata alla suola della scarpa. Avevo capito che un capretto (o un agnello) non era meno capace di affettività rispetto ad un cane. E allora perché gli uomini si mangiano gli agnelli e non si mangiano i cani? mi domandavo. Anche ciò mi aveva indotto a divenire vegetariano, oltre al fatto di essere rimasto profondamente scioccato, sconvolto, vedendo all'età di 10 anni dei buoi correre impazziti per la via Sonnino dopo essere fuggiti dal mattatoio, che allora si trovava in una strada centrale della città. Piansi amaramente quando fui costretto a separarmi da lui per volere di mio padre, che disse che non si poteva ulteriormente convivere al terzo piano di un palazzo con un capretto. Ma fui ingenuamente rassicurato che il capretto non avrebbe fatto la triste fine che attende tutti i suoi simili e che il pastore, pagato per questo, l'avrebbe risparmiato tenendolo in vita per la riproduzione. Ma certamente il capretto, prima o dopo, avrebbe fatto la stessa fine. Anche per questo avevo coltivato sempre un odio per i pastori, per una terra, che, tra tutte le regioni italiane, pur avendo una popolazione di soli un milione e seicentomila abitanti, ma con più di cinque milioni di ovini, aveva tratto dalla pastorizia la maggiore risorsa economica e il maggiore profitto esportando cadaveri di agnelli, sottratti alle madri piangenti che cercano i loro figli. Pastori tanto crudeli quanto imbecilli per essere rimasti miserabili conservando la tradizione della produzione del latte ai fini del formaggio pecorino, anche se tratto da pecore malate del morbo della lingua blu o comunque trasmettenti nel latte l’antibiotico del vaccino per pecore, non avendo mai pensato di poter trarre maggior vantaggio economico sostituendo la pecora e la capra sarde, che danno una lana priva di valore, usata prima per tappeti e adesso solo per isolanti termici, con altre razze di pecore e di capre dalla lana pregiata, come il cachemire e il merino, in modo da risparmiare i maschi, sapendo che il cachemire del maschio è ancora più pregiato. Una Sardegna che è stata sempre una terra di povertà espressa dal 45% di tutti gli ovini d’Italia pur con una popolazione di un milione e seicentomila abitanti. PASTORI SARDI BASTARDI. Una terra di miserabili che all'EXPO non aveva avuto vergogna di farsi rappresentare soprattutto dal maialetto arrosto. Un EXPO baraccone diseducativo e rovinoso per la salute come fiera di tutte le peggiori tradizioni alimentari.
9 dic 2019 - LIBERIAMO LE CREATURE OPPRESSE DALLA TIRANNIDE ... Gent.le Valdo Vaccaro, le partecipo alcune mie osservazioni con la speranza ...

8 commenti:

Pietro Melis ha detto...

liberiamo le creature oppresse dalla tirannide umanoide
https://www.valdovaccaro.com › Etica, Consapevolezza e Spiritualità
9 dic 2019 - LIBERIAMO LE CREATURE OPPRESSE DALLA TIRANNIDE ... Gent.le Valdo Vaccaro, le partecipo alcune mie osservazioni con la speranza ...

piero deola ha detto...

Buon giorno prof.Melis
condordo in tutto quello che ha espresso rammentamdole che ieri le ho inviato l'articolo di Valdo Vaccaro.
Devo purtroppo constatare che anche un professore sbaglia quando parla di cose di non sua specifica competenza.
Sono un diplomato perito tessile laniero e la informo che qualunque tipo di pesora o capra portata in Sardegna non potrebbe che produrre la stessa lana di quelle attualmente pascolanti. Infatti come lei dovrebbe ben sapere siamo quello che mangiamo e il clima secco della Sardegna non consente pasti per tutto l'anno di erbe raffinate e sempre freche.Spero che non inrra più in tali strafalcioni che mi toglierebbero il gusto di leggerla per poca credibilità.
Un ccordiale saluto e un augurio di buon anno nuovo da un cittadino di Assemini.
Piero Deola

Pietro Melis ha detto...

Anche se lei è un perito tessile deve prendere atto che le pecore e le capre sarde non producono lana pregiata. L'altro giorno un venditore di materassi mi ha detto che la lana sarda per i materassi non viene più usata. Dovrebbe dire a che cosa serva la lana degli ovini sardi. A me è stato detto che al massimo serve come isolante o per tappeti sardi, che non compra quasi nessuno. Non certo per abbìgliamento. Fu il filosofo Feuerbach ad aver detto che "siamo ciò che mangiamo". Forse non lo sapeva. Io non ho più mangiato carne dall'età di 10 anni e sono arrivato ad 80 anni. Ho trascorso l'età della crescita arrivando a 1,80 di altezza superando due fratelli carnivori. Uno morto è 59 anni di cancro al mediastino. Ciò dimostra che si può arrivare alla vecchiaia senza mangiare carne. Io mi regolo secondo quanto disse Umberto Veronesi secondo cui la carne favorisce il cancro soprattutto all'intestino. La famosa astronoma Margherita Hack è vissuta 90 anni da vegetariana da quando era bambina nata da genitori vegetariani. Valdo Vaccaro dice di essere vegano. Si regoli.
La biologia evoluzionistica ci dice che l'homo appartiene agli animali erbivori per la sua struttura organica. L'aveva già capito Rousseau in due note del "Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini" analizzando soprattutto la grande lunghezza dell'intestino umano (circa 12 metri) la dentatura priva di denti incisivi prominenti che ai carnvori servono per strappare lembi di carne dalle vittime. L'intestino dei carnivori è assai corto per espellere prima le sostanze tossiche delle feci (tra cui metano e azoto) GLI ANIMALI CARNIVORI SONO TUTTI SOGGETTI A TUMORI, al contrario di quelli erbivori. Si regoli. Infine i carnivori non cuociono la carne. La cottura della carne fu un fatto culturale e non naturale. Perciò se lei vuole essere coerente mangi carne cruda invece di pretendere di dare lezioni. E a tutti gli impostori che mangiano carne dico che dovrebbbero avere il coraggio una volta nella vita di ricavarsi la bistecca in un mattatoio. Altrimenti mi fanno moralmente schifo. Mi sono spiegato?

piero deola ha detto...

Buona sera professore
lei mi spiega quello che so e che dunque non contesto.Ho solo detto che le pecore sarde non producono lana pregiata perchè non mangiano l'erba giusta che in sardegna,causa il clima,non esiste. D'altronde l'unica razza di pecore esistente vive con poche modifiche in tutto il mondo e la lana più pregiata viene prodotta in Tasmania dove climaa e pascoli sono il massimo per le pecore. La lezione sulla carne la conosco anch'io a 83 anni ma il discorso sulla lana sarda è un'altra cosa.
Cordialmente.
Piero Deola

Pietro Melis ha detto...

Che la qualità della lana dipenda dall'erba giusta mi giunge veramente strana. Anche se mangiassero l'erba giusta non produrrebbero la lana cachimire e merino per abbigliamento. E' questione di razze non di erba. Non pensavo che lei fosse addirittura più grande di me. Se vuole comunicare personalmente mi lasci pure il suo indirizzo mail o anche telefono in un commento CHE NON PUBBLICHERO'.

piero deola ha detto...

Buon giono professore
faccio un breve riepilogo:
esiste una sola razza di pecore quella MERINOS.
se portiamo una pecora della Tasmania in Sardegna produrrà la stessa lana delle attuali pecore sarde.
Spero che il concetto sia chiaro e capibile e la mia mail è

piero.deola@tiscali.it

Torrido piva ha detto...

Buongiorno forse hanno tenuto i cani per fare la guardia con l'abbaio!

Pietro Melis ha detto...

A Piero Deiola. Ho ricevuto con un commento il suo indirizzo email. Commento che, come, promesso, non ho pubblicato.