E' naturale, e dunque giusto al di là di qualsiasi legge, usare la violenza come arma di difesa contro i violenti. E' il principio della legittima difesa. Non si otterrà alcunché sino a quando si continuerà a predicare cercando di convertire i violenti alla non violenza nei confronti degli animali non umani, che non sono in grado di difendersi dalle armi culturali, e non naturali, che gli uomini impiegano contro di essi. In questo senso i cacciatori, per esempio, sono dei subanimali ridotti al loro stato di subanimalità dalla cultura del fucile. Il predatore non usa armi culturali nei confronti della preda. Greenpeace non riuscirà mai a contrastare i subanimali degli Stati (Giappone, Norvegia, Islanda) che non rinunciano alla caccia alle balene. Gli animalisti di tutto il mondo si dovrebbero autofinanziare per comprare un sommergibile dotato di siluri che affondino le baleniere con tutti i subanimali che vi stanno sopra. Non dovrebbe essere considerato reato usare la stessa violenza nei confronti di chi usa una violenza gratuita (cioè non dettata da necessità di sopravvivenza alimentare) nei confronti degli animali non umani. Ciò che impedisce di considerare giuste queste affermazioni è la perdurante convinzione che anche il peggiore assassino debba avere una tutela della vita che gli animali non umani non possono avere. Scappa sempre fuori (anche nei cosiddetti laici) il concetto aberrante della asserita "dignità della persona umana", espressione che può andare bene in bocca al papa, dimentico del passato della Chiesa, che se ne fregava della "dignità della persona umana" quando mandava al rogo "eretici" e "streghe". Non esiste in astratto la "dignità della persona umana". La dignità bisogna meritarsela. Molta umanità sarebbe migliore se fosse "bestiale". Il termine "bestia" è ancora lo specchio di una concezione antropocentrica della natura, favorita dalle religioni monoteistiche. VIOLENZA CONTRO I VIOLENTI. Le associazioni animalistiche (con la LAV in testa) non hanno capito che non otterrano grossi risultati continuando a diffondere le loro riviste tra coloro che non ne hanno bisogno perché la pensano già nello stesso modo. Dovrebbero, per esempio, organizzare manifestazioni di piazza (come minimo) di fronte alla sinagoghe per chiedere la cessazione della crudeltà della "macellazione rituale" (comune agli islamici). Non lo fanno perché sono di caccasotto. Hanno paura di essere accusati di antisemitismo. Si sono limitate (sommessamente) a denunciarla nelle loro riviste lasciando le cose come stanno. In questo modo diventano complici di una orribile tradizione religiosa. Mi hanno lasciato solo nella mia battaglia contro la "macellazione rituale". Gianluca Felicetti (presidente della LAV) e Licia Colò non mi hanno nemmeno risposto quando ho chiesto loro che si parlasse della barbarie della "macellazione rituale" alla TV. Vigliacchi. La Colò evidentemente ha paura di perdere il posto alla TV e di rimanere disoccupata. Con il buonismo delle sue trasmissioni (Animali&Animali) non otterrà alcun cambiamento di natura nei confronti dei subanimali. Perché bisogna essere dei subanimali (come gli ebrei credenti e gli islamici) per non rinunciare alla crudeltà "macellazione rituale". Vedi quanto ho scritto su Riccardo Di Segni, farneticante rabbino capo di Roma, nel sito www.ordineliberale.org
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