Sin dal 1989 affrontai la questione dell'immigrazione clandestina improvvisando una lista elettorale (per le elezioni regionali in Sardegna) chiamata “Difesa del lavoro contro le immigrazioni clandestine” (riprendevo allora il contenuto di una legge del governo Craxi. Non l'avessi mai fatto Mi piovvero addosso da tutta la stampa accuse di razzismo da parte di una massa di imbecilli, rappresentanti della morale del buonismo (che uccide il diritto nella solita confusione tra morale e diritto, che dovrebbe essere fondato sul diritto naturale). Il risultato fu un prevedibile insuccesso:0,4%. L'anno successivo fondai la Lega Sarda e ottenni il coordinamento con la Lega Lombarda (poi divenuta Lega Nord). L'esperienza, altrettanto negativa, durò dal 1990 al 1994. Nel programma della Lega Sarda andavo oltre quello della Lega Nord scrivendo che l'immigrazione doveva avvenire per rotazione. Dopo un certo numero di anni (massimo 10 ) gli immigrati, ma non quelli arrivati clandestinamente (per evitare sanatorie che promuovessero quelli che fossero giunti illegalmente, cioè clandestinamente a danno di quelli che avessero fatto regolare domanda di ingresso sulla base delle reali richieste del mercato di lavoro ) avrebbero dovuto lasciare il posto ad altri. In questo modo si sarebbe evitata un'immigrazione permanente con la conseguente richiesta di cittadinanza, che avrebbe annullato i benefici di una diminuzione della popolazione ed avrebbe impedito il lavoro nero degli immigrati clandestini che avrebbero danneggiato i disoccupati italiani. Con l'immigrazione regolamentata (cioè senza sanatorie per i clandestini) si sarebbe data la possibilità ad un numero assai maggiore di immigrati di usufruire di un lavoro DIPENDENTE (vietando l'iniziativa privata ed il commercio) e di fare delle rimesse nel loro Paese. NESSUNO, nemmeno della Lega Nord, mi ascoltò. La follia della politica dell'accoglienza ha portato con le varie sanatorie e con l'attuale tolleranza della clandestinità (complici la Chiesa e il cattocomnismo) all'attuale situazione di sfascio del tessuto sociale in molte città. L'ultimo esempio sono i fatti di via Padova a Milano. La FALSA SINISTRA (maggiore responsabile di questa situazione) accusa ipocritamente la destra di avere fallito per non avere attuato una politica di integrazione. La destra accusa la sinistra di aver favorito la politica dell'accoglienza, mentre è la stessa destra, pavida e parolaia, che non ha il coraggio, per non porsi contro la Chiesa e per non dover sottostare alle solite forsennate accuse di razzismo (che cosa c'entri il razzismo in questo caso non si capisce), di sbattere fuori i clandestini e tutti coloro che si siano lasciati andare a manifestazioni di violenza. Vi sono quartieri che ormai sono nelle mani di questi falsi immigrati. Chi li ha fatti entrare? Perché non vengono sbattuti fuori? Perché non si stangano maledettamente coloro che affittano a questi falsi immigrati appartamenti stipandoli dentro per speculare meglio dall'affitto? Perché non vi sono controlli? Destra e sinistra sono egualmente responsabili. I cosiddetti vu' cumpra' (per esempio) sono gente che non ha un lavoro regolare. Vivono di espedienti. Non possono continuare a rimanere qui. Non deve essere consentito il soggiorno a chi non abbia un lavoro DIPENDENTE REGOLARMENTE RETRIBUITO. Tutti gli altri fuori. Non ci stanno a far nulla. La conseguenza della follia della politica dell'accoglienza è che il 40% dei carcerati è costituita da stranieri, per cui non bastano più le carceri per contenere la delinquenza indigena. Ci mancava anche quella importata per rendere ancora più disastrata la società. Maledetti postcomunisti che di comunismo non hanno più nulla. Dovrebbero difendere gli interessi della classe operaia e invece difendono quelli degli sbandati, della marmaglia dei frichettoni dei centri cosiddetti sociali, degli spacciatori di droga, e via dicendo. O sentito quella stronza della Moratti recitare la solita cantilena: bisogna unire la tolleranza zero con l'accoglienza e con la politica dell'integrazione. Ma che integrazione e integrazione!. Che significa integrazione? Che debbono rimanere qui sempre? NO! Debbono essere sbattuti fuori. Sono pericolosi, soprattutto se islamici. Stiamo subendo la quarta invasione islamica (dopo qella araba e dei turchi selgiuchidi e ottomani). A questo punto ci vorrebbe una dittatura provvisoria. 1/3 di Hitler riveduto e corretto (senza antisemitismo) metterebbe ordine nel giro di un mese in questo Stato di merda. E FAREBBE SPARIRE PER SEMPRE ANCHE LA MAFIA. Altro che democrazia, che alimenta il disordine sociale, la disoccupazione (con l'economia che comanda sulla politica, corrotta e collusa con la mafia, da cui attinge i voti). Una dittatura non dipenderebbe dagli interessi economici, anche quelli più sporchi. Io, di fede liberale, sono costretto a riconoscere che in questa situazione di sbando, di assenza di uno Stato forte, CON UN GOVERNO E CON UN'OPPOSIZIONE DI COGLIONI SENZA COGLIONI è preferibile una dittatura che metta ordine nella società e che controlli l'economia perché non sia più il profitto ad ogni costo a comandare interamente sulla società aumentando la disoccupazione e il dissesto sociale.
Caro Professore,
RispondiEliminaleggo spessissimo il suo blog e mi trovo d'accordo su tante cose che lei dice.
Su quest'ultimo articolo, avrei da dire solo una cosa: non solo i clandestini sono un problema per gli operai italiani, ma soprattutto i regolari.
Io sono contro l'immigrazione anche dei regolari.
Questo perchè gli immigrati con lavoro regolare, ad esempio, in fabbrica, non fanno altro che "abbassare" il mercato nei confronti degli operai italiani..........i quali, con difficoltà possono far valere i propri diritti proprio perchè c'è una concorrenza di disperati che accettano qualsiasi salario e condizioni lavorative senza sicurezza nelle fabbriche.