martedì 30 marzo 2010

TUTTI HANNO VINTO (COME AL SOLITO). MA IN REALTA' HA VINTO IL PARTITO DEI NON VOTANTI

Continuino pure a sostenere immigrati (ex clandestini) e clandestini quelli di sinistra. Anche se tardi la classe operaia (che tarda a capire) sta incominciando a capire che la falsa sinistra è la peggiore sua nemica, alleata con la Chiesa suicida che con la politica dell’accoglienza ci sta riempiendo di islamici.

Nelle elezioni regionali tutti, come al solito, dichiarano di avere vinto manipolando i dati a loro piacere. La realtà è diversa. E i disonesti non lo vogliono ammettere. Il partito di maggioranza relativa è ormai quello dei non votanti essendo i votanti solo il 63%., con una perdita dell'8% dei votanti rispetto alle precedenti elezioni. Ciò significa che il partito di maggioranza relativa è rappresentato dal 37% dei non votanti, trasversali a destra e a sinistra. Ma molti che hanno votato lo hanno fatto solo perché convinti di dover evitare un male maggiore (sia la destra se uno ha votato a sinistra, sia la sinistra se uno ha votato a destra). Se il numero degli eletti fosse proporzionale al numero dei votanti – e perciò fosse diminuito in proporzione al numero dei non votanti – anche se fosse fatta salva una soglia del 20% di non votanti e sotto questa soglia scattasse la diminuzione degli eletti, la gente, sia di destra che di sinistra, coglierebbe l’occasione per bastonare i partiti facendo scendere il numero dei non votanti ben sotto il 60%. In questo modo, finalmente si avrebbe la possibilità di esprimere un dissenso da tutti i partiti, da tutti quelli che sinora hanno sperperato il danaro pubblico nel parassitismo della politica riducendo i finanziamenti per la scuola e la ricerca scientifica, mantenendo le pensioni minime a livello di fame, lasciando la giustizia, soprattutto civile, nello sfacelo attuale. Quando si rinvia un’udienza dal 2010 al 2014 o addirittura al 2017 vuol dire che la giustizia è morta. Questo Stato lascia nel precariato molti insegnanti (pur avendo superato un concorso) per non pagarli d’estate e mandarli in pensione con pensioni da fame. Abbiamo una sinistra che si preoccupa disonestamente più degli ex clandestini e dei clandestini che della classe operaia. Ormai non si può più votare né a destra né a sinistra. Questo è uno Stato crudele che alimenta i forti poteri con stipendi che sono uno scandalo. Si pensi che un giudice arriva all’età del pensionamento con 14.000 euro mensili. Soltanto gli incoscienti possono continuare a votare per partiti che continuano ad alimentare sperequazioni sociali assurde. Ogni regione si fa le sue leggi e stabilisce gli stipendi dei consiglieri regionali. Quelli siciliani hanno stipendi che sono anche maggiori di quelli dei parlamentari. Siamo di fronte ad una giungla di poteri locali che sono lo specchio di un Stato centrale inesistente.

Soltanto togliendo le poltrone a questi sciagurati si può arrivare ad un controllo di questi responsabili di una situazione non ulteriormente sostenibile. A conferma riporto un articolo

dal Corriere della sera

I COMMENTI DEI NOSTRI LETTORI

Vincono rabbia e amarezza

«Meglio il lago o il lavoro». E non vanno alle urne per una crescente delusione

MILANO - Disillusione, stanchezza e anche rabbia. Tanti italiani non sono andati a votare per le amministrative - uno su tre, secondo i primi dati - e molti hanno affidato i loro sfoghi a Corriere.it, che ha chiesto di spiegare le ragioni della scelta di disertare le urne.

LA DELUSIONE - «Non ho votato e mai più voterò perchè la nostra è semplicemente tutta una classe politica a dir poco irritante e vergognosa», sintetizza un lettore. Un altro definisce l'astensionismo «l'unica forma civile per dissentire da questo orrendo sistema politico e sociale. Viviamo in un paese di oligarchi e predoni della cosa pubblica e privata». Per qualcuno poi è una scelta ormai costante: «Non sono andato a votare e non ci andrò mai. Mi vergogno di essere considerato italiano: leggi assurde, infinite e incomprensibili, giustizia praticamente inesistente, totale mancanza di senso civico, burocrazia mortificante, ignoranza. L'italia è lo zimbello d'Europa e del Mondo», è la conclusione.

IRONIA E PIGRIZIA - Un navigatore ricorda: «Circa cinquanta anni fa, il grande Totò disse "Vota Antonio La Trippà, vi asfalto le strade.... siete un branco di fessi"».
Ma c'è anche chi non è andato alle urne per pigrizia: «Mentre stavo per andare a votare - racconta un lettore- mi sono accorto di aver perso la tessera elettorale, troppo tardi per andare a fare il duplicato, mentre non avevo voglia di perdere ore di lavoro per fare il tutto stamattina». E il bel tempo ha invogliato la gita fuori porta se un elettore riferisce: «Ieri era una bella giornata dove risiedo per lavoro e non avevo voglia di tornare nel paese di residenza a 400 km di distanza. Ho fatto una gita al lago di Como. Quando sarà possibile il voto a distanza lo utilizzerò». E c'è chi ci ha provato a votare a distanza ma senza successo: «Credevo di potere votare al consolato qui ad Amsterdam. Ieri mi sono recato al consolato e l'ho trovato chiuso. Deluso e felice di non abitare più in Italia».
Ma non tutti hanno una ragione seria per disertare le regionali: «Ritengo scandaloso che un premier non raggiunga neanche il metro e 70. Non vale la pena di votare», è il commento di un altro lettore.

Redazione online
29 marzo 2010

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