sabato 10 aprile 2010

SE LI PRENDA LUI IN CASA QUESTO PRETACCIO


Da La Stampa del 9 aprile
Monsignor Marchetto contesta
i repingimenti: «A Tripoli rischio
di condanne a morte e torture»
CITTA' DEL VATICANO
«Nessuno può essere trasferito, espulso o estradato verso uno Stato dove esiste il serio pericolo che la persona sarà condannata a morte, torturata o sottoposta ad altre forme di punizione o trattamento degradante o disumano». Lo ricorda mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale delle Migrazioni che contesta la decisione italiana di intercettare in mare gli immigrati «respingendoli forzatamente in Libia, come previsto da un accordo bilaterale con quel Governo, e ciò senza valutare la possibilità che vi fossero fra di loro rifugiati o persone in qualche modo vulnerabili».

Ecco un bell'esempio di cattocomunismo. Questo mons. Marchetto non sa nemmeno a chi spetti il diritto d'asilo e lo vorrebbe estendere a tutti i rifugiati di guerra od economici. Il diritto d'asilo spetta unicamente a colui che venga perseguitato PERSONALMENTE in un Paese che non sia in stato di guerra civile e fugga per questo dal suo Paese, in cui rischierebbe il carcere per avere espresso liberamente il suo pensiero. Sono dunque esclusi i rifugiati economici e di guerra. Ma questi disonesti preti vogliono far finta che non sia così perché si sentono in dovere di estendere la carità a tutti con la politica dell'accoglienza e delle porte aperte. Perché non se li prende tutti il Vaticano e li mantiene a sue spese invece di pretendere che sia l'Italia a farsi carico di questi invasori per aumentare il sovraffollamento e il dissesto sociale? Questi pretacci si dimenticano che abbiamo i poveri di casa nostra, compresi quelli che vivono con pensioni minime.

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