L'ex vice presidente condannato a morte per la persecuzione degli esponenti politici sciiti
«Impiccare Tareq Aziz»
Il Colle e l'Ue: inaccettabile
L'avvocato: «Chiederemo aiuto al Vaticano». Pannella: «Inizio sciopero di fame e sete
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BAGDAD - L'ex vice presidente iracheno Tareq Aziz è stato condannato a morte. L'Alta corte penale di Baghdad ha previsto che la pena capitale sarà eseguita mediante impiccaggione. Aziz è stato condannato nell'ambito del processo relativo alla chiusura dei partiti religiosi in Iraq. Insieme all'esponente cattolico sono stati condannati a morte anche l'ex ministro dell'Interno, Saadun Shaker, e l'ex segretario personale di Saddam Hussein, Abdel Hamid Hamud. La sentenza arriva da uno dei sette processi nei quali è imputato Tareq Aziz e riguarda la campagna avviata negli anni Ottanta contro i partiti politici sciiti filo-iraniani, che ha visto in quegli anni eseguire una serie di arresti e di condanne a morte nei confronti dei principali esponenti sciiti. Tareq Aziz in una foto d'archivio (Ansa)
INFARTO - Lo scorso gennaio Aziz, già condannato a marzo 2009 a 15 anni per crimini contro l'umanità per il suo ruolo nell'esecuzione di 42 commercianti e uomini d'affari a Baghdad nel 1992 e nell'agosto 2009 a sette anni per il suo ruolo nella deportazione dei curdi, venne colpito da un infarto in carcere.
L'AVVOCATO - La difesa dell'ex vice premier iracheno Tareq Aziz, riferisce l'avvocato Badia al-Aref, intende rivolgersi anche al Vaticano perché fermi l'esecuzione e presenterà ricorso al tribunale perché annulli la sentenza odierna. Interpellato dall'Ansa ad Amman, in Giordania, Aref ha affermato che «presenteremo quanto prima un ricorso urgente alla Alta corte chiedendo di annullare una simile sentenza sulla base delle gravi condizioni di salute in cui versa il nostro assistito». «Solleciteremo anche il Vaticano perché intervenga e fermi questo ingiusto maltrattamento nei confronti del nostro cliente», ha aggiunto l'avvocato.
NAPOLITANO- Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato da Pechino che la posizione dell’Italia sarà conforme a quella adottata dall’Unione europea. «So soltanto che l’alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, signora Catherine Ashton, chiederà all’Iraq di bloccare l’esecuzione di Tarek Aziz», ha detto Napolitano. «C’è già una presa di posizione dell’Unione europea, suppongo che l’Italia corrisponderà con la sua posizione a quella dell’Unione europea», ha continuato. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Franco Frattini, che lo segue nella visita di Stato in Cina, confermando «ovviamente sì».
FORMIGONI - «Non è accettabile la condanna a morte di Tarek Aziz, che non si è mai macchiato di nessun delitto»: il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, è partito da questo per chiedere una «mobilitazione internazionale» per risparmiargli la vita. «Per la cultura occidentale la vita dell'uomo è sacra e quindi nessuna condanna a morte è giustificabile - ha spiegato - In particolare, non è accettabile la condanna a morte di Tarek Aziz, che non si è macchiato di nessun delitto e che, come è riconosciuto da tutti, è stato l'elemento moderatore del sistema iracheno». «Io - ha aggiunto - credo che ci debba essere una mobilitazione internazionale di tutti i Paesi e soprattutto di quelli della coalizione che ha aiutato l'Iraq a liberarsi dalla dittatura di Saddam Hussein».
FRANCESCANI – Anche il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, prende posizione contro la condanna a morte. In una nota apparsa sul sito www.sanfrancescopatronoditalia.it, organo di stampa dei frati minori conventuali di Assisi, afferma: «Siamo da sempre contrari in modo assoluto alla pena di morte. Non ridarà la vita a chi l’ha persa – continua padre Giuseppe Piemontese – anzi ne toglie un’altra. Tareq Aziz ci è sembrato il volto più ragionevole che ha limitato, probabilmente, decisioni più gravi da parte del regime di Saddam Hussein». Nel febbraio del 2003 Tareq Aziz arrivò ad Assisi, un mese prima che scoppiasse la guerra in Iraq, e accolto dalla comunità francescana del Sacro Convento di Assisi si inginocchiò davanti la tomba di San Francesco.
PANNELLA: SCIOPERO DI FAME E SETE - Marco Pannella ha annunciato che inizierà subito uno sciopero della fame e della sete contro la pena di morte a Tareq Aziz. «Come con Saddam vogliono strozzarlo per impedirgli di parlare», ha detto il leader radicale «Chiedo a Berlusconi, che afferma di avere per amici i potenti della Terra, di dimostrarcelo in questa occasione, ne ha il dovere essendo stato fra i principali responsabili della guerra in Iraq scoppiata per impedire l'esilio di Saddam e la pace, in quel caso ingannando il Parlamento e il popolo italiano».
Redazione online
26 ottobre 2010
Salve, argomento molto interessante, di cui purtroppo nei media occodentali si parla sempre in maniera faziosa, deformando la realtà, e disinformando.
RispondiEliminaVorrei farle una domanda da ignorante, ho sentito più volte, da più persone dire che lo scopo della guerra in Iraq fosse quello di tenere basso il prezzo del petrolio. Ma basta dare un'occhita alle quotazioni del petrolio al barile, per vedere che dal 2001 in poi in prezzi sono schizzati alle stelle.
Che alcune società petrolifere(ma non solo petrolifere) private ci abbiano guadagnato molto dalla guerra è quasi ovvio.
Ma lo stato americano dal punto di vista economico, o strategico cosa ha guadagnato?? Di sicuro ha speso miliardi, ma sul fatto che sia stato un conflitto economicamente conveniente ho qualche dubbio...