mercoledì 8 giugno 2011

MI FA PIACERE LO SCHIAFFO ALL'ITALIA

Non sono dalla parte dell'assassino Battisti. Ma è tale l'odio che nutro contro la casta dei magistrati in Italia, che si sottraggono al principio costituzionale che vuole che tutti i cittadini siano eguali di fronte alla legge (mentre questa casta si sottrae alla responsabilità civile anche quando fa sentenze aberranti, per cui non paga mai di tasca propria) che non posso non godere dello schiaffo che ha ricevuto dal governo brasiliano. E lo schiaffo lo ha ricevuto anche il governo italiano. Odio anche la casta politica italiana, fatta di parassiti che tutti insieme (destra e sinistra con soli 22 contrari) hanno votato contro la proposta di legge intesa ad abolire, per esempio, lo scandalo di chi percepisce una pensione di 3000 euro al mese per essere stato deputato per un solo giorno (dopo di che si è dimesso per incarico maggiormente retribuito). E l'ha percepita subito, senza dover attendere i 65 anni, come tutti. Questo è un Paese che ha una classe politica che merita solo calci in culo. Non può ergersi a paladina della giustizia di fronte ad altri Stati quando è fonte di ingiustizie nei riguardi dei comuni cittadini. E con una magistratura arrogante ed ignorante che fa schifo. Io ne sono una vittima soprattutto in campo civile. Sulla base della mia esperienza posso dire che per molti magistrati vale il detto " se non son matti non li vogliamo". Continuano a fare carriera per sola anzianità senza alcun controllo sul loro operato. Il CSM è una Corporazione di Stampo Mafioso. Arrivano dei matti anche in Cassazione. Prima di pretendere pulizia in casa degli altri l'Italia ognuno dovrebbe fare pulizia in casa propria.

BRASILIA

Battisti, no dei giudici all'estradizione

Rigettato con 6 su 9 dal Tribunale supremo federale
il ricorso del governo italiano

BRASILIA

Battisti, no dei giudici all'estradizione

Rigettato con 6 su 9 dal Tribunale supremo federale
il ricorso del governo italiano

MILANO - Per 6 voti a 3 il Supremo tribunale federale di Brasilia ha rigettato senza analizzarlo nel merito il ricorso del Governo italiano contro la decisione dell'ex presidente Lula, che ha bloccato l'estradizione di Cesare Battisti. La decisione di Lula è internazionale, e come tale non può essere contestata da un altro governo secondo i giudici brasiliani. Nessuna decisione ancora sulla liberazione di Battisti, in carcere da oltre 4 anni. Il dibattimento è ancora in corso e anche in seguito ad alcuni momenti di tensione è stato deciso di procedere a un primo voto.

I POTERI - Secondo il quotidiano Folha di San Paolo i giudici che hanno votato contro l'estradizione sono: Luiz Fux, Carmen Lucia, Ricardo Lewandowski, Joaquim Barbosa, Carlos Ayres Britto e Marco Aurelio Mello. Per costoro, la decisione presa a suo tempo dall'ex presidente Lula di mantenere Battisti in Brasile è questione di sovranità nazionale, quindi di competenza del potere esecutivo e non di quello giudiziario. Fux in particolare ha chiesto di decidere prima se il ricorso dell'Italia sulla decisione di Lula sia da respingere come «offesa alla sovranità brasiliana» e ha chiesto un voto supplementare. I tre giudici andati in minoranza hanno invece sostenuto che qualsiasi atto del presidente della Repubblica può essere giudicato dal Tribunale.

IL DIBATTIMENTO - L'avvocato che rappresenta l'Italia in Brasile Antonio Nabor Bulhoes, ha preso la parola in apertura del Consiglio del Tribunale Federale chiedendo «l'immediata estradizione» di Battisti nel Paese, aggiungendo che la decisione presa dall'ex presidente Ignacio Lula da Silva il 31 dicembre scorso «contraddice» l'opinione stessa della Corte. Contro di lui si sono pronunciati l'avvocato generale del Brasile Luis Inacio Lucena Adams, e il procuratore generale della Repubblica secondo cui l'Italia «non ha la legittimità per contestare una decisione sovrana». L'avvocato di Battisti, Luis Roberto Barroso, ha da parte sua accusato l'Italia di porre in atto «una vendetta assurda e tardiva» nei confronti di un uomo di quasi 60 anni.

Redazione online
08 giugno 2011

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