giovedì 27 ottobre 2011

QUANDO L'ECONOMIA RIDUCE L'UOMO A MERCE. LO VUOLE QUESTA NEFASTA E BUROCRATICA UNIONE EUROPEA

La cosiddetta Unione Europea (che sarebbe meglio affossare) ha trovato la formula magica per incentivare il profitto, identificando la ripresa economica con il solo profitto delle imprese. LICENZIARE, LICENZIARE. Così il profitto diventa maggiore. Questa è una politica di scellerati. Ma perché ci hanno imposto dall'alto questa farsesca Unione Europea che ci sta rovinando? Burocrati che non capiscono che il liberismo è fallito. Il liberismo punta al profitto e basta. Ma se si licenzia e aumentano i disoccupati non si rendono conto questi pazzi che falliranno anche le imprese perché diminuiranno i consumi e la merce rimarrà invenduta? Ci vuole poco a capirlo. Il serpente che si mangia la coda. Se la politica comandasse sull'economia la legge dovrebbe impedire di licenziare quando l'impresa non sia in passivo. Non si deve licenziare per aumentare il profitto. Solo uno stato socialista (nazionalsocialista) può porre fine a questa economia che riduce l'uomo a merce.


Dal Corriere della sera del 27 ottobre

IL SI' DELL'EUROPA - L'Ue accoglie «con favore i programmi dell'Italia per le riforme strutturali per rafforzare la crescita e per la strategia di consolidamento fiscale» e invita «la Commissione a presentare una valutazione delle misure e a monitorarne l'attuazione». È quanto si legge nelle conclusioni dell'Eurogruppo anticipate in nottata dall'agenzia Ansa. «Apprezziamo l'impegno dell'Italia a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 e un surplus di bilancio strutturale nel 2014, portando ad una riduzione dell'indebitamento pubblico al 113% del PIL nel 2014, così come - si legge ancora nelle conclusioni - la prevista introduzione della regola del pareggio di bilancio nella Costituzione entro la metà del 2012». I leader di Eurolandia invitano quindi «l'Italia a attuare le proposte riforme strutturali per aumentare la competitività, riducendo i vincoli burocratici, abolendo le tariffe minime nei servizi professionali e liberalizzando ulteriormente i servizi pubblici e le utilities». «Prendiamo nota - proseguono i leader - dell'impegno dell'Italia a riformare la legislazione del lavoro e in particolare le regole e le procedure dei licenziamenti e a rivedere l'attuale frammentato sistema di ammortizzatori sociali entro la fine del 2011, tenendo conto dei limiti delle finanze pubbliche. Prendiamo nota del piano di innalzare l'età pensionabile a 67 anni entro il 2026 e raccomandiamo una rapida definizione dell'iter per raggiungere questo obiettivo». «Sosteniamo - si legge sempre nel passaggio dedicato al nostro Paese - l'intenzione dell'Italia di rivedere i programmi dei fondi strutturali ridefinendo le priorità dei progetti e concentrandosi sull'istruzione, l'occupazione, l'agenda digitale e le reti infrastrutturali e ferroviarie con l'obiettivo di migliorare le condizioni per favorire la crescita e ridurre il divario regionale». «Invitiamo la Commissione a presentare una valutazione dettagliata delle misure e a monitorarne l'attuazione», è la conclusione del passaggio.


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