giovedì 19 gennaio 2012

SIANO ABOLITE ANCHE LE REGIONI (OLTRE CHE LE PROVINCE).E SIANO ABOLITE LE PENSIONI PER INCARICHI POLITICI

Si vuole risparmiare sulla spesa pubblica ma i soliti parassiti non vogliono essere toccati nei loro stipendi. Un consigliere regionale prende una indennità superiore a quella di un parlamentare (anche se questo ha poi altre voci, come quella incredibile per i portaborse). Non basta. Anche i consiglieri regionali hanno poi diritto alla pensione (cumulabile con altra) in proporzione agli anni in cui lo sono stati (e basta anche un solo mandato per avere la pensione mentre un comune lavoratore deve raggiungere l'anzianità di 40 anni lavorativi per avere il massimo in relazione ai contributi). Così la politica diventa una "professione" invece che un servizio pubblico. DEVE ESSERE ABOLITA LA PENSIONE COLLEGATA AD INCARICHI POLITICI perché la politica non può essere considerata un mestiere a vita. Chi ha fatto della politica un mestiere senza averne un altro nella vita peggio per lui. Non vi sarebbe più l'arrembaggio alle poltrone come fonte di reddito a vita. Che cosa pretende un governo che non voglia tagliare le spese della politica inutile ed impedire che essa continui ad essere un mestiere con diritto alla pensione? Con quale faccia si presenta per combattere l'evasione fiscale se è esso il primo ad essere inefficiente rifiutando di abolire le spese della politica inutile delle regioni, delle province e dei piccoli Comuni? Le regioni dovrebbero servire unicamente come decentramento di spese (soprattutto ospedaliere), non come poteri decisionali con leggi che entrano spesso in conflitto con quelle statali (con relative dispute ai TAR e al Consiglio di Stato). I Comuni con meno di 5000 abitanti debbono essere accorpati e perdere i loro consiglieri con tutta la burocrazia parassita che vi gira intorno. Negli ex Comuni basta una stanza per rilasciare certificati con il sistema ormai computerizzato. Ogni regione si fa il suo calendario per favorire una razza di subanimali che sono i cacciatori, ogni regione si fa le sue leggi riguardanti l'ambiente stando in più stretto contatto con gli speculatori locali. Più il potere è vicino alla località di cui è espressione e maggiore è la corruzione politica. E' più difficile (anche se può avvenire il contrario) che si riesca a corrompere il governo nazionale dalla periferia perché gli interessi non sono così ravvicinati. Si parla tanto di riforma della legge elettorale con candidati che siano proposti nei vari collegi dagli elettori.Ma siamo sicuri che sia meglio così? Soprattutto nel Sud della delinquenza organizzata la formazione di liste locali è il metodo migliore per fare eleggere rappresentanti della varie mafie. Più è vicina la politica al territorio e più facile è l'aggressione in ogni senso al territorio. Questa è una falsa democrazia non perché gli eletti non sono scelti dal popolo ma perché abbiamo una tradizione di collusione della politica con le varie lobbies di potere.

I consiglieri regionali più ricchi d'Italia sono i sardi

Secondo una tabella pubblicata dal giornale altoatesino Tageszeitung, i consiglieri regionali più ricchi sono quelli sardi con 11.417 euro. Seguono i calabresi, i campani e i siciliani. Ma il governatore Cappellacci: "Ho rinunciato da tempo alla mia indennità"

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I consiglieri regionali più ricchi d'Italia? Si trovano in Sardegna e guadagnano un'indennità mensile di 11.417 euro. A svelarlo è il giornale in lingua tedesca di Bolzano Tageszeitung, che ha stilato una tabella che annovera stipendi base e diarie.

Ugo Cappellacci
Ugo Cappellacci
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In seconda posizione ci sono i consiglieri regionali calabresi (con 11mila e 316 euro), seguono i campani (11mila e 126 euro) e i siciliani (con 10mila e 946 euro). In coda alla classifica ci sono le Marche, l’Umbria e la Toscana, fanalino di coda con 5mila e 288 euro al mese.

Lo stesso quotidianao altoatesino ha tenuto a precisare che il governatore altoatesino Luis Durnwalder, il cui stipendio nella scorsa settimana è finito sulla stampa nazionale, guadagna meno di otto suoi omologhi italiani.

"Mi accusano - aveva detto Durnwalder pochi giorni fa - di guadagnare più della cancelliera tedesca Merkel o del presidente Usa Obama, ma il mio stipendio è nella media degli stipendi degli altri governatori italiani". Con 11.800 euro netti al mese Durnwalder è infatti in nona posizione, poco prima del governatore lombardo Roberto Formigoni con 11.739 euro.

Secondo il giornale, guadagnano di più Ugo Capellacci (Sardegna) 14.664 euro, Nichi Vendola (Puglia) 14.595, Raffaele Lombardo (Sicilia) 14.329, Giuseppe Scopelliti (Calabria) 13.353, Luca Zaia (Veneto) 12.615, Renata Polverini (Lazio) 12.548, Stefano Caldoro (Campania) 12.388 e Angelo Michelo Ioro (Molise) 12.038 euro netti al mese.

La tabella però ha suscitato la reazione del governatore della Sardegna che, tramite il suo portavoce Alessandro Serra, ha fatto sapere: "In seguito a quanto riportato da un quotidiano altoatesino Tageszeitung, si precisa che il presidente Cappellacci ha già da tempo rinunciato all’indennità di presidente della Giunta per dare un segnale personale, concreto e diretto sul tema dei costi della politica". Ha precisato in una nota . "Non può pertanto essere indicato al secondo posto della classifica dei compensi percepiti dai governatori. Il presidente Cappelalcci, oltre ad avere dato via a un piano di riduzione delle auto di servizio, ha personalmente rinunciato all’uso della auto blu".



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