martedì 14 febbraio 2012

GIUSTIZIA MATTA: 26 ANNI DI CARCERE DA INNOCENTE. ECCO PERCHE' QUESTI "MAFIOSI" RIFIUTANO LA RESPONSABILITA' CIVILE . PAGHIAMO NOI CON LE TASSE

Tutti quelli che l'hanno condannato dovrebbero essere dichiarati colpevoli e radiati dalla magistratura. E adesso il risarcimento dei danni dovrà essere pagato dallo Stato. Cioè da tutti i cittadini perché questa categoria vuole continuare a violare il principio costituzionale secondo cui tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge. Il fatto è che la legge prevede che il tribunale e la Corte di competenza siano quelli del territorio dove è accaduto il fatto. Dunque i giudici, anche in caso di indagini difficili, non vengono scelti per capacità ma per competenza di territorio. E disgraziato colui che nella lotteria della giustizia incappa in "giudici" che dovrebbero andare a zappare la terra invece di rovinare degli innocenti. E quelli che l'hanno rovinato hanno continuato a fare carriera per sola anzianità fregandosene dei danni enormi che hanno provocato. L'ordinamento giudiziario è tutto da rivoluzionare. Non basta una riforma.

IL CASO

Strage alla casermetta di Alcamo,
Gulotta assolto dopo 22 anni di carcere

Scarcerato questa sera l'uomo accusato di avere ucciso due carabinieri diciottenni: «Aspettavo questo momento da 36 anni»

IL CASO

Strage alla casermetta di Alcamo,
Gulotta assolto dopo 22 anni di carcere

Scarcerato questa sera l'uomo accusato di avere ucciso due carabinieri diciottenni: «Aspettavo questo momento da 36 anni»

REGGIO CALABRIA – Assolto dopo aver trascorso ventidue anni di carcere. Giuseppe Gulotta è stato scarcerato lunedì sera dopo la sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria che l’ha ritenuto estraneo alla strage alla casermetta di Alcamo Marina, in Sicilia, avvenuta il 26 gennaio del 1976. «Aspettavo questo momento da 36 anni» ha detto Gulotta. L’uomo era stato accusato ingiustamente di essere l’autore della strage dove morirono due carabinieri diciottenni, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta.

LA VICENDA - La vicenda di Giuseppe Gullotta è articolata da una serie di processi. Il primo capitolo l’aveva scritto la Corte d’Assise di Trapani che aveva assolto l’imputato. La Corte d’Assise di Palermo però, ribaltò il verdetto e lo condannò all’ergastolo. I legali ricorsero in Cassazione che annullò quella condanna e trasferì gli atti nuovamente a Palermo, ad altra sezione. Nuova condanna all’ergastolo per Gulotta. Stessa decisione presero successivamente le Corti d’Appello di Caltanissetta e Catania, investite da altri rinvii trasmessi dalla Cassazione. Nel 1990 la sentenza è divenuta definitiva.

LA BATTAGLIA - L’imputato non si è mai arreso. I suoi difensori Baldassarre Lauria e Pardo Cellini hanno cercato e trovato nuovi elementi per far riaprire il caso. Una prima istanza di revisione del processo presentata a Messina fu annullata. I legali si rivolsero ancora una volta in Cassazione che ha accolto la revisione inviando gli atti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Al processo i giudici reggini hanno raccolto nuove testimonianze, tra cui quella dell’ex brigadiere Renato Olino, all’epoca in servizio al reparto antiterroristico di Napoli che si occupò dell’inchiesta sulla strage. Il brigadiere ha fatto alcune ammissioni: in particolare ha riferito che ci furono dei «metodi persuasivi eccessivi» per far «cantare» un giovane Giuseppe Vesco, che finì con accusare Gulotta. Il pentito Vincenzo Calcara, poi, sentito in videoconferenza ha dichiarato di aver appreso in carcere dell’estraneità alla strage di Gulotta. Nella sua requisitoria il procuratore generale Danilo Riva ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. «Spero che anche per le famiglie dei due carabinieri sia fatta giustizia» ha detto Gulotta, avvicinato dai giornalisti dopo la sentenza.

Carlo Macrì 13 febbraio 2012 | 20:28

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