martedì 21 febbraio 2012

SE SI ABOLISCE L'ART. 18 RISCRIVERE L'ART.1 DELLA COSTITUZIONE: L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LICENZIAMENTO

Con la scusa che abolendo l'art. 18 si aumenta l'occupazione perché le imprese non avrebbero più il vincolo del divieto di licenziare senza giusta causa si trasforma il lavoratore in merce. Aveva ragione Marx. Eppure dovrebbe valere una semplice regola aurea. Un'impresa non può licenziare se non dimostra, con bilanci non truccati, che soltanto riducendo il personale può evitare il passivo e il rischio di chiudere lasciando tutti disoccupati. Purtroppo non è sempre così. Le imprese tendono a licenziare non perché vi sia personale in esubero che sia causa di passività di bilancio ma per avere un maggiore profitto. Questa è la legge del capitalismo, che riduce l'uomo a merce. Non il profitto per il lavoro, ma il lavoro unicamente per il maggiore profitto ad ogni costo. Si conferma così la faccia di questo governo, longa manus degli interessi bancari e delle imprese dedite unicamente alla speculazione senza alcun vincolo sociale. Ma quale è il sistema che, se non si vuole arrivare al comunismo, può armonizzare il capitale con l'interesse dell'intera società? E' un sistema socialista che si sottragga alle speculazioni del mondo finanziario internazionale facendo gli interessi della nazione. E come si chiama un socialismo che coniughi l'economia con l'interesse di tutta la nazione? SI CHIAMA NAZIONALSOCIALISMO.

IL CASO

Napolitano contestato a Sassari
da pastori e movimento anti-Equitalia

Fischi e urla contro il presidente della Repubblica in visita in Sardegna. Anche ieri un gruppetto di alcune decine di persone aveva urlato contro il capo dello Stato a Cagliari. La replica: "Non rappresento le banche. Contestazioni sono sempre un fatto limitato"

SASSARI - Nuova contestazione in Sardegna per Giorgio Napolitano, dove il presidente della Repubblica si trova per una visita di due giorni. A Sassari il corteo presidenziale è sfilato in mezzo a due piccole ali di indipendentisti sardi, attivisti del Partito Comunista dei Lavoratori e contestatori anti-Equitalia, che gli hanno urlato contro "buffone, non ti vogliamo". Tra i cartelli tenuti in alto da chi protestava, alcuni definivano il capo dello Stato "uomo delle banche", altri davano dell'"infame" al governo Monti. "Le contestazioni sono sempre un fatto abbastanza limitato - ha commentato dopo qualche ora Napolitano, rispondendo a una domanda dei giornalisti - Sono rimasto colpito dalla consapevolezza dei rappresentanti dei lavoratori delle aziende in crisi: sono molto preoccupati ma non contestano con grida più o meno futili".

Già ieri il presidente era stato fischiato 1 da un gruppetto di persone a Cagliari. I manifestanti del movimento anti-Equitalia avevano accolto con fischi e urla il suo arrivo al porto, dove aveva inaugurato un'opera dello scultore sardo Pinuccio Sciola. "Non rappresento le banche ed il grande capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida'", aveva replicato il presidente.

A Sassari i contestatori hanno atteso Napolitano in mattinata al suo arrivo all'auditorium. Il capo dello Stato ha fatto ingresso su viale Trieste, verso il piazzale dei Cappuccini dove ha sede il nuovo teatro che poi è stato inaugurato. L'accoglienza più rumorosa è stata della Consulta dei movimenti, che riunisce i pastori, gli anti-Equitalia, artigiani e commercianti liberi, arrivati da viale Caprera. Molte le bandiere e gli striscioni, tra cui quella del Partito comunista dei lavoratori e dell'Unione sindacale di base, che hanno distribuito volantini in cui Napolitano viene descritto come "il capo dei rinnegati". Presente anche una delegazione di Sardigna Natzione, che definisce invece il presidente come "Prefetto italiano che visita le Indie sarde". Altri contestatori reggevano cartelli con su scritto "Monti governo infame" e "servo dei banchieri".

Ai manifestanti il presidente ha risposto: "Non si tratta di opporre a situazioni critiche formule ideologiche. Bisogna pensare su basi serie nuovi progetti di sviluppo per la Sardegna". Ma "va detto a chiunque abbia

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