sabato 28 luglio 2012

IL PARANOICO ODIFREDDI

Ho lasciato nel blog di Odifreddi (quotidiano La Repubblica.it) il seguente commento al post

@jk6nr.
ma non ha capito ancora che per Odifreddi in Italia i musulmani non esistono anche se disgraziatamente sono un milione e mezzo e tra un po' diverranno padroni anche a causa dei miopi (anzi, ciechi) come Odifreddi e dei disonesti di una ormai falsa sinistra della società multiculturale e multirazziale? Quando Odifreddi venne a Cagliari per una conferenza riuscii a dirglielo in due minuti ma fui democraticamente interrotto dalla moderatrice e organizzatrice, a cui evidentemente non garbava che attaccassi il suo ospite. Odifreddi mi diede la stessa stupida risposta che ha dato a lei. Praticamente i musulmani non esistono. Ha detto che lui vive in un Paese cristiano e perciò si è astenuto dal considerare gli islamici nel suo libro "Perche non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici" (privo di bibliografia!). Gli consegnai a mano il mio libro di 800 pagine "Scontro tra culture e metacultura scientifica etc.". Gli lessi la dedica "Al prof. Odifreddi perché mi trovi un senso della vita" ed egli mi disse: no, non dica così. Evidentemente lui, da illogico, ne ha trovato uno nel suo non senso della vita. L'attacco al cristianesimo è per lui ormai un pallino fisso, è un paranoico. Sta evidentemente aspettando che i musulmani aumentino di numero perché si facciano un loro partito. E intanto aumentano le macellerie islamiche. Gli ho inviato a Cuneo il mio "Addio a Dio" (in cui, da agnostico, dopo un'introduzione filosofica di 40 pagine, portando come esempi della mia tesi soprattutto, in ordine di esposizione, Wittgenstein, Kant e Hume, faccio finta di credere in un dialogo in sogno con la trinità per trarre da una nuova lettura di tutti i passi più importanti delle Epistole di Paolo e dei Vangeli la tesi che di fronte a Dio avranno maggiori meriti i non credenti che rispettino la "legge naturale iscritta nei loro cuori", come scrive Paolo nella Lettera ai Romani, privando così dall'interno il cristianesimo, come ogni religione del proselitismo, del suo significato salvifico, ed evitando in tal modo il solito attacco esterno, oggi maramaldesco, al cristianesimo, contro cui si spara, come continua a sparare Odifreddi, come se si sparasse contro la croce rossa) ma evidentemente Odifreddi se ne frega. Lui è della setta fanatica dell'UAAR, la setta ridicola dello sbattezzo. Io non sono credente e sono stato battezzato. E beh? Chi se ne frega. Non per questo vado a farmi sbattezzare.   
@a bangladesh. Lei vuol daread intendere che la sua personale esperienza possa valere come esempio per tutti i Paese musulmani. Come se non esistessero l'Egitto (fratelli musulmani partito di maggioranza), la Libia (dove si vuole imporre la Shari'a), l'Iraq del post Saddam Hussein (che era un laico e proteggeva anche i cristiani, che ora da un milione e mezzo sono diventati 200.000 che vivono nascosti, mentre gli altri sono fuggiti - avrebbero dovuto impiccare il criminale Bush), La Siria (dove i rivoltosi vorrebbero cancellare lo Stato laico di Assad (veda l'articolo di Alberto Negri del Ilsole24ore riportato nel mio blog), lo Stato teocratico dell'Arabia Saudita, la Nigeria (dove le chiese cristiane vengono assaltate), etc., etc. Ma lei ha mai letto il Corano? Non sopporto coloro che parlano o scrivono di Islam moderato e pacifico. Vada a leggersi il mio florilegio del Corano nel mio blog (post del 20 ottobre 2009) prima di dire che Maometto era un moderato. Era un allucinato o un impostore che, essendo analfabeta, si portava dietro uno scriba a cui dettava le sue farneticazioni dicendo che gli venivanodettate daAllah tramite l'arcangelo Gabriele. E la moglie prediletta, tra le altre, aveva 13 anni. Anche pedofilo. Dal mio florilegio capirà che il Corano è un libro che è di istigazione continua alla violenza sino alla giustificazione dell'omicidio di massa per gli infedeli, anche se poi  le invasioni arabe e turche portarono ad un compromesso: chi non si fosse convertito era costretto ad essere considerato straniero e a pagare una tassa per mancata conversione. Mentre il cristianesimo sino all'imperatore Costantino si è espanso per conversione spontanea dal paganesimo al cristianesimo (anche se poi i cristiani da vittime sono diventati carnefici, ma antievangelici, come antievangelica è tutta la storia dei papi nella sua collusione con il potere temporale)  l'islamismo si è espanso subito con la forza delle armi. E gli islamici, è vero, riconoscono Gesù come profeta (ma non figlio di Dio), e riconoscono persino la sua nascita verginale e i suoi miracoli, ma poi aggiungono illogicamente che l'ultimo e maggiote profeta è Maometto, anche se non gli viene attribuito alcun miracolo. Sta scritto nella Sura V che Allah, nella sua onnipotenza, avrebbe potuto scegliersi come profeta anche una pietra. Più pazzo di cosi! 
E ora, per terminare il mio testo (VERGOGNATEVI! IL DIRITTO NATURALE CONDANNATO ANCHE IN CASSAZIONE. AL LETTORE IL QUARTO GRADO DEL GIUDIZIO)  torno a "La questione ebraica" di Bruno Bauer e di Marx. Bauer, al contrario di Marx,  aveva capito bene che gli ebrei non potevano chiedere per sé dei privilegi in una Prussia cristiana e che la soluzione consisteva nel privare ogni religione di qualsiasi privilegio in uno Stato veramente laico. Marx, ebreo, al contrario, ingenuamente, scrisse, contro Bauer, che la soluzione consisteva nell'abolire la proprietà privata perché in tal modo si sarebbe privato il giudeo del suo unico vero Dio che è il danaro. Marx non seppe distinguere tra ebrei credenti e non credenti. Bauer aveva scritto che gli ebrei, in quanto credenti, si isolano dalla società e pretendono privilegi in quanto credenti, vivendo così come stranieri costruendosi una loro nazionalità dentro lo Stato nazionale. Marx non ha capito Bauer perché ha sottovalutato l'aspetto teologico e ha dato importanza solo a quello economico credendo che, abolendo la proprietà privata, si sarebbe abolita anche ogni religione, essendo l'ebraismo e il cristianesimo, per lui, accomunati dall'egoismo del danaro nella società atomistica di individui dediti solo al traffico. Proprio non ne indovinò storicamente una.       

giovedì 26 luglio 2012

BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE :IL FASCINO DEL POTERE E DEI SOLDI FA SPARIRE LA DIFFERENZA D'ETA?

Si dice che Francesca Pascale, 26 anni, sia la fidanzata di Berlusconi (76 anni), che potrebbe essere anagraficamente suo nonno. Come la si deve giudicare? Io escludo che sia da considerarsi al livello di una troia. Può darsi che sia sincera. Ma non riesco ad immaginare una tipa simile che si metta con un comune mortale che non abbia i soldi di Berlusconi. Il fascino del potere e dei soldi ha presa sulle ragazze più della giovinezza e della bellezza di un uomo. E' comprensibile. Tutta invidia da parte mia? Un po' sì. Berlusconi ha bisogno di rimuovere il pensiero della vecchiaia. E' scusabile. Io, benché sia più giovane di Berlusconi, non ho i soldi e il potere per rimuovere il pensiero degli anni e soprattutto la possibilità di distrarmi come lui dal non senso della vita. Tanto, il potere e i soldi li lasciamo tutti qui. Per questo non ho mai capito coloro che si affannanno nella vita per avere potere e danaro. Secondo me sono individui che altrimenti si sentirebbero frustrati e cercano di rimuovere in questo modo il pensiero della morte. Anche chi crede in un'altra vita e crede di meritare il paradiso (che noia!) ha sempre paura di arrivarci, certamente anche il papa, anche i santi. Perché la fede (per chi ce l'ha) non è tale (lo ha detto lo stesso papa) se non è accompagnata dal dubbio. Non abbiamo alcuna certezza circa il significato dell'esistenza. Morremo tutti in questa condizione. E allora bisogna distrarsi. Magari facendo figli per avere l'illusione di avere uno scopo nella vita. Non si nasce dall'amore ma da un egoismo inconfessato. Come si può amare chi non esiste? E così continua la staffetta della morte. Io mi sono sottratto a questa illusione. Anche economicamente dannosa. Perché spendere soldi per chi non esiste e non ha chiesto di nascere per essere condannato a morte mentre si potrebbero aiutare persone ed animali bisognosi? Poiché per le persone esistono le istituzioni oltre che molte associazioni del volontariato, io ho preferito considerare animali non umani e persone che se ne occupano privatamente. 
   Eppure rimane un dubbio. Che una ragazza, pur sincera nei confronti di uomo anziano ricco, nasconda un suo personale egoismo che la spinge, non a vendersi, ma, diciamo, a prestarsi. Come la vogliamo chiamare? Trioia? No sia mai. Al massimo mezzo troia.       

  

Berlusconi fidanzato con Francesca Pascale: lei commenta “Parli prima Silvio”

Che sia Francesca Pascale la fidanzata di Silvio Berlusconi? La giovane ragazza, consigliere provinciale del Pdl in Campania, al Corriere della Sera non smentisce né conferma.

Berlusconi fidanzato con Francesca Pascale: lei commenta “Parli prima Silvio”.
Si sono conosciuti ai tempi della fondazione del gruppo “Silvio ci manchi” e da allora la sua carriera nel mondo della politica è stata un crescendo di successi importanti. Francesca Pascale, 25 anni originaria di Napoli, è stata eletta consigliere provinciale Pdl in Campania, un excursus fulminante che le ha garantito nel 2009 un importante ruolo politico nel capoluogo campano e, successivamente, anche quello di consulente al Ministero dei Beni Culturali.
La sua amicizia col premier è nata così, un rapporto solidificatosi col tempo, a partire ovviamente dai comuni interessi politici. Nel 2004 è stato fondato il comitato “Silvio ci manchi” e, il 5 ottobre dello stesso anno, è avvenuto il fatidico incontro a Roma durante un pranzo con gli europarla­mentari. E' stato Antonio Tajani (Commissario europeo per l'industria e l'imprenditoria, ndr) a presentarli: Francesca, quel giorno, si è mostrata al presidente con una maglietta che recava la scritta Silvio ci manchi e lui ha poi commentato: “Ah, finalmente ti conosco!”.
La carriera politica di Francesca Pascale è iniziata un po' in sordina: nel 2006, alle municipali, ha raccolto solo 88 voti nel quartiere dove è cresciuta, ossia Posillipo. Nel 2008 il suo nome è comparso tra le possibili candidate del Pdl alle europee, ma la celebre frase di Veronica Lario (ora separata legalmente dal premier), che a quel tempo ha definito ciarpame senza pudore le candidature delle soubrette alle europee, ha poi spento ogni speranza della Pascale. Nel giugno 2009 è arrivato, però, il grande successo: Francesca è riuscita ad ottenere ben 7500 voti, che le hanno permesso di diventare consigliere provinciale del Pdl in Campania. Quanto al suo lavoro di consulente al Ministero dei Beni Culturali, pare che da oltre un anno non lavori più lì.
Tra gossip e politica, negli ultimi due giorni il nome di Francesca Pascale è rimbalzato nuovamente su tutti i quotidiani più importanti, in quanto questa giovane napoletana è indicata quale possibile fidanzata di Silvio Berlusconi.

continua su: http://www.fanpage.it/berlusconi-fidanzato-con-francesca-pascale-lei-commenta-parli-prima-silvio/#ixzz21kAs0vlP
http://www.fanpage.it


ROSSELLA URRU:UNA PAZZA E' TORNATA LIBERA (ANCHE CON LE MIE TASSE)

A costo di andare contro corrente cantando da solista fuori del coro e senza stonare vorrei spiegare perché il ritorno in libertà di questa Rossella URRU per cui tanta gente si è mobilitata non mi ha commosso affatto. Per me si tratta di una incosciente. Basti sentire le dichiarazioni che ha rilasciato. Ha detto che non desisterà dalla sua vocazione per l'opera umanitaria. Ma per chi lo fa? Per gli islamici, per gente fanatica che ha il cervello rovinato dal Corano. Purtroppo la gente, compresi i politici (che certamente per obbligo istituzionale non potevano non rendere omaggio a questa incosciente), si fa prendere solo dal sentimento mandando in vacanza il cervello, ammesso che ne abbia.   
Innanzi tutto la sua liberazione certamente non è avvenuta gratuitamente. Quei fanatici che l'hanno sequestrata per nove mesi aspettavano che il governo sotterraneamente pagasse per la sua liberazione. 
VOGLIO SAPERE QUANTO E' COSTATA LA LIBERAZIONE DI QUESTA PAZZA A CARICO DEI CONTRIBUENTI. I politici disonesti tacciono su questo. Che ritorni pure in Africa e che questa volta ci rimanga per sempre viva o morta. Forse non avrebbe potuto fare opera umanitaria in Italia? Eppure ve ne è di gente in Italia, nella sua Sardegna natia, che vive da diseredata ai margini della società, senza lavoro, senza casa. No. Questa pazza va in Africa a prestare opera umanitaria a chi non ne merita affatto. Va tra gli islamici. Mi domando se questo sia da donna normale di testa. Meriterebbe una clinica psichiatrica. 
Riporto qui la mia risposta ad un commento anonimo per evidenziare quanto la confusione tra morale e diritto e l'ignoranza possano ispirare i pre-giudizi dettati dal buonismo, che uccide la giustizia. 
All'anonimo
lei è un ammalato inguaribile  di buonismo che, come tanti, anche in politica, confondono la morale con il diritto. E mi pare che lei non abbia mai letto quel libro orrendo che è il Corano, che è una continua istigazione alla violenza sino a giustificare l'omicidio di massa contro gli infedeli. Vada a leggersi il mio florilegio del Corano nel post del 20 0ttobre 2009. Ignorante. Non esiste un Islam moderato perché non esiste un Corano moderato. I cosiddetti islamici moderati sono dei falsi islamici, che hanno accettato il compromosso con la modernità. I veri islamici sono quelli che vogliono imporre la legge del Corano (shari'a) a tutti.
Quanto a quella stronza della Urru, esibizionista, vi è da credere che approfitterà di ciò che le ha accaduto (meglio: si è cercata) per scrivere un libro, magari consigliatole e scrittole da qualche editore che vuole fare soldi sfruttandone la "vanità presenzialista", come ha scritto il commentatore Giancarlo Matta (di origini sarde).
Io scrivo nel blog di Odifreddi (Il non senso della vita) compreso nel quotidiano La Repubblica.it. E troverà (in relazione al post La casta degli intoccabili) tanti commenti di persone che la pensano come me. Ma questo ha poca importanza. Questa pazza, che ha costretto lo Stato a calarsi le braghe incoraggiando altri sequestri dopo avere pagato 15 milioni di euro per questa imbecille, non meritava di essere liberata. Come non meritano alcunché tutti quei turisti che, se pure avvisati, vanno in vacanza in Paesi a rischio. Chi vuole il rischio ne subisca le conseguenze. Lo Stato non ha voluto trattare con le B.R. condannando a morte Aldo Moro e ha trattato con questi altri fanatici (come erano per altro verso le B.R.) per liberare una imbecille malata di protagonismo. Il governo, impostore, non ha avuto il coraggio di ammettere pubblicamente di avere trattato con gli islamici e non ha voluto dire quanto ha pagato, anche se per altre vie si è saputo quale cifra ha pagato. E' così che ha voluto salvare la faccia? Ma quale faccia? La faccia della disonestà perché i cittadini hanno il diritto di sapere delle trattative e del prezzo pagato.   

Dal citato blog di Odifreddi riporto il commento di uno che usa lo pseudonimo di nullaessente. 
@ercolina_s_i_p
l’errore di fondo che fai è pensare che ci siano a questo mondo persone speciali che per fare del bene agli altri lavorano duramente mettendo a rischio anche la loro incolumità. in realtà le persone sono tutte egoiste, e anche quelle che sembra che siano animate da spirito altruistico in realtà agiscono solo per il proprio tornaconto.
una volta che sia chiaro questo possiamo giudicare i i comportamenti dei vari tecnici, medici, cooperanti che si recano in determinate zone del pianeta con occhio più smaliaziato.
la urru è una ragazza normale (nè bella nè brutta) alla quale stava stretta la propria realtà di provincia e che come tante ragazze sognava di poter far qualcosa di importante ed emozionante. ha deciso di rifiutare un umile lavoro in sardegna per vivere un’esperienza lavorativa in terra esotica infischiandosene dei rischi concreti cui andava incontro.
quello che quindi contraddistingue questa ragazza come anche quei tecnici e medici che prestano i propri servizi in zone a rischio terroristico è un forte desiderio di evasione e di avventura unito a uno spregio dei rischi connessi.
il bene che eventualmente fanno passa totalmente in secondo piano.
per quanto mi riguarda poi sono contrario a interferenze di qualunque tipo negli affari degli altri, sia con le armi sia con le bende e i cerotti.
se devo dirla tutta non mi fanno pena gli africani, mi fanno molta più pena gli occidentali, soprattutto quelli che per dare un senso alla loro vita devono andare ad aiutare gli africani, i quali stanno molto meglio di noi, ma stupidi come sono non se ne rendono conto, e infatti corrono tutti qui a fare una vita ancora peggiore di quella che facevano in africa.
la vita ercolina non è degna di essere vissuta per nessuno, sia che sia dura, sia che sia morbida, sia che ti accadono cose belle, sia che ti accadono cose brutte. la vita è comunque in perdita.
però sicuramente certi stili di vita sono migliori di altri, e quello nostro non è di sicuro uno stile di vita che gli africani dovrebbero invidiarci.

  

IL CASO

Urru: "Mia liberazione il giorno più bello"
Napolitano molto vicino alla mia famiglia"

La ragazza è tornata nel suo paese natale, Samugheo, accolta da tutti i suoi familiari e amici. Nonostante la dura esperienza dei nove mesi in mano a un gruppo jihadista, non rinnega la sua esperienza. Parole di ringraziamento per il Presidente: "E' stato un piacere conoscerlo"

ROMA - Rossella Urru è tornata in Italia, in Sardegna, a Samugheo, il suo paese, dove tutti gli abitanti l'hanno aspettata per festeggiare. Ieri all'arrivo a Roma, è stata accolta dal premier Monti. Oggi, al Quirinale, la cooperante ha incontrato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Il giorno della liberazione è stato il più bello ma anche il più impegnativo. Non immaginavo che in Italia ci fosse tutta questa gente mobilitata per me. Il più brutto è stato quello del sequestro", ha detto parlando del rientro a casa dopo 9 mesi di sequestro.

Rossella Urru esprime anche la propria gratitudine alle istituzioni italiane e alla regione di origine: "Voglio innanzitutto ringraziare il popolo sardo che mi è stato molto vicino, e tutto il popolo italiano: sono stati gli angeli custodi di tutta la mia famiglia".

Al Presidente la ragazza ha rivolto le parole di ringraziamento più sentite: "E' una persona fantastica ed è stato molto vicino alla mia famiglia. E' stato un piacere conoscerlo". Sui contenuti del colloquio la Urru è rimasta evasiva: "C'è stato uno scambio di informazioni: lui mi ha raccontato che cosa è successo qui nel frattempo, io cosa è successo lì".

Nonostante la dura esperienza dei nove mesi in mano a un gruppo jihadista, la Urru non rinnega però la sua esperienza di cooperante e insiste nel voler continuare a lavorare in questo settore: "Credo che la cooperazione sia importante - ha detto - è molto rischioso lavorare in certi posti. Il mondo si sta facendo molto difficile, ma io ci credo e spero di poterlo continuare a fare".

La ragazza aveva già precisato, davanti ai pm, di non aver subito alcun tipo di maltrattamento da parte dei sequestratori: "Né aggressioni fisiche, né violenze, né armi puntate addosso". Sarà la prima donna a ricevere il "Sardus Pater", onorificenza assegnata dalla Sardegna a cittadini italiani e stranieri che si sono distinti nel campo culturale, sociale e morale e che abbiano dato lustro alla Regione. 
(20 luglio 2012) 
Sullo stesso argomento

mercoledì 25 luglio 2012

SENTENZA STRANA DELLA CASSAZIONE : AMMETTE SENZA AVVEDERSENE CHE GLI OMOSESSUALI SONO ANORMALI

Che significa lo scrivere in sentenza che dare dell'omosessuale a qualcuno è violazione della sua vita privata? Una delle due (ma da ciò che si legge nell'articolo non si capisce): 1) o il querelante non era omosessuale e dunque si è sentito giustamente offeso per essere stato considerato tale; 2) o il querelante lo era veramente e allora non si capisce dove stia il cosiddetto "orgoglio omosessuale" delle pagliacciate disgustose della lobby degli omosessuali, che si ritengono normali. 
In ogni caso la sentenza sembra dire che L'OMOSESSUALITA' DEVE RIMANERE UN FATTO PRIVATO E NON PUBBLICO. Questo è importante.Ma se è un fatto privato allora non può avere un riconoscimento pubblico con registri e rivendicazioni fasulle di diritti come la pensione di reversibilità. Rimangano nel privato pederasti e lesbiche e la finiscano di pretendere di essere equiparati per legge ai normali.  

LA SENTENZA

Gay, stretta della Cassazione sugli outing
"Senza interesse pubblico può essere reato"

Non si può svelare l'omosessualità di privati cittadini senza che questi siano d'accordo: lo ha stabilito il tribunale. Un giornale aveva rivelato una presunta relazione di un uomo con un suo dipendente. "Viola la privacy, quindi sì a processo per diffamazione"

ROMA - È vietato rivelare l'omosessualità di qualcuno senza il suo consenso, se non in casi di appurato "interesse pubblico". Gli outing (diversi dai coming out, in cui è la persona a svelare liberamente la propria omosessualità) sono quindi illegittimi perché violano la privacy dell'individuo e possono essere alla base di un processo per diffamazione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione.

Per la corte infatti sbandierare una relazione omosessuale di un privato cittadino non lede soltanto il sacrosanto "diritto alla privacy", ma "offende anche la reputazione della persona alla quale è attribuita la relazione omosex": e quindi può sussistere il reato di diffamazione se la notizia viene pubblicata su un giornale.

La decisione annulla, con rinvio, una sentenza del 2 maggio 2011: il gup di Ancona aveva dichiarato il "non doversi procedere per omesso controllo" nei confronti del direttore del quotidiano Corriere Adriatico perché l'articolo non aveva offeso il diretto interessato avendone nascosto l'identità, pubblicando solo le iniziali. Al massimo, continuava il gup, si poteva ipotizzare la lesione della privacy.

Contro il non luogo a procedere deciso dal gup, però, la parte civile ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che i fatti non rispettavano i requisiti della "pertinenza" e della "verità". La Suprema Corte ha dato ragione all'uomo, che si era sentito diffamato da un articolo in cui si parlava di una relazione che avrebbe intrattenuto con un suo dipendente e che gli sarebbe costato l'addebito nella separazione. La parte civile ha ribadito come la sua reputazione fosse stata lesa dall'articolo in questione: anche se il suo nome non era stato pubblicato, la sua persona era comunque identificabile.

Per la Cassazione, l'omosessualità è "una situazione di fatto riconducibile alle scelte di vita privata" di una persona e, quindi, "non ha alcun rilievo sociale", per cui non vale invocare l'esimente del diritto di cronaca, si legge nella sentenza.

"Ai fini dell'individuabilità dell'offeso - continua il pronunciamento depositato oggi dalla Cassazione  - non occorre che l'offensore ne indichi espressamente il nome, ma è sufficiente che l'offeso possa venire individuato per esclusione in via deduttiva, tra una categoria di persone, a nulla rilevando che in concreto l'offeso venga individuato da un ristretto numero di persone".

L'articolo, osservano i giudici, "potrebbe aver violato, ad un tempo, la privacy della persona offesa e, attraverso tale violazione, la reputazione della stessa". Per questo il giudice del tribunale di Ancona dovrà riesaminare il caso per valutare quella "esistenza dell'interesse pubblico" che fa parte del diritto di cronaca e che potrebbe forse giustificare un simile articolo.
(24 luglio 2012) © Riproduzione riservata

Sono presenti 3 commenti

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  1. Non deve mai essere citato sui mas-media i nomi di persone omosessuali o presunti,,Perche' quelle persone ,ne vengono per tutta la vita offese pubblicamente.questo e' un problema che tocca la privacy della persona,la quale ne viene infangata e diffamata .Distinti saluti.Frank
    Inviato da frankpo il 24 luglio 2012 alle 20:53
  2. Quindi fare outing è vietato sia per il rispetto della privacy ma anche perché "offende anche la reputazione della persona alla quale è attribuita la relazione omosex" ... da qui si desume che essere omosessuali è una cosa negativa! Se invece il mio collega spo...
    Inviato da elio1955 il 24 luglio 2012 alle 19:48
  3. Mi sfugge il senso di "offende anche la reputazione della persona alla quale è attribuita la relazione omosex". Se di un gay dichiarato si dovesse dire che ha una relazione etero la giustizia italiana penserebbe che se ne "offende la reputazione"? O la cassazione considera...
    Inviato da saliou78 il 24 luglio 2012 alle 19:08

domenica 22 luglio 2012

ASSAD E' L'UNICA SPERANZA CHE NON VADANO AL POTERE I RIBELLI FANATICI DELL'ISLAMISMO: CHE LI MASSACRI SENZA PIETA'

So di scandalizzare molti per il titolo. Ma può scandalizzarsi solo chi non è capace di preveggenza. Si scriveva di "primavera araba". Poi si è capito che si trattava di inverno arabo voluto dai fanatici che vorrebbero imporre la legge di un libro che è la più grande disgrazia della storia: il Corano, dettato da un pazzo analfabeta ad uno scriba che si portava dietro dicendogli che gli veniva dettato da Allah tramite l'arcangelo Gabriele. L'Occidente miope vorrebbe un intervento (come nella Libia) della NATO. Ho scritto un'altra vola che la NATO è un'organizzazione criminale che opera anche contro il suo Statuto, che prevede l'intervento solo nei casi in cui un suo membro venga attaccato. E invece ha bombardato la Serbia (con il postcomunista, falso comunista D'Alema allora presidente del Consiglio), ha combardato l'Iraq  con tutte le conseguenze disastrose, ha bombardato la Libia e ora vorrebbe bombardare, sempre vigliaccamente, la Siria. Ma perché l'Europa è sempre serva dell'America? Le dittature negli Stati islamici sono l'unico baluardo contro l'andata al potere del Corano. Avete notato che la moglie di Assad non porta il velo? Non è una questione da poco.Significa che le donne in Siria non sono costrette a coprirsi la testa per manifestare la loro soggezione all'uomo perché considerate nel Corano esseri inferiori. Ma questo non lo si vuole capire. Che Assad massacri questi fanatici, e liberi la Siria dalla loro lurida presenza. Si sarà liberato di individui la cui vita vale meno di quella di un animale non umano. 
Ricopio ora scrivendo sulla tastiera quasi interamente un articolo di Alberto Negri  compreso nell'inserto Domenica de Il sole24ore di oggi: 
"A un'ora da Damasco, Malula e Sednaya sono una meta storica dei pellegrinaggi dei cristiani siriani, il 10% della popolazione su 23 milioni. Qui arrivano i cristiani scappati da Hama e da Homs (in mano ai ribelli, n.d.r.). 'Per una parola sbagliata una ragazza è stata sgozzata, un'altra è stata minacciata di morte, il caos delle bande armate è insostenibile', racconta Abdu, un imprenditore edile di 38 anni. E' sfollato con un sarto di 77 anni e le loro famiglie: 'Da Hama se ne vanno tutti i cristiani che hanno parenti in qualche posto più tranquillo. L'esercito entra di giorno a combattere e di notte si ritira, lasciando la città in mano agli insorti che si vendicano: o sei con loro o contro di loro'
I cristiani temono per il futuro, ma secondo il nunzio apostolico, monsignor Mario  Zenari 'non vi è persecuzione, soffrono come soffrono tutti i siriani'. Alcuni giorni dopo questa dichiarazione, davanti all'escalation di violenza, è stato proprio il nunzio a lanciare un appello accorato per fermare 'il bagno di sangue'.
 Da Homs scappano anche gli sciiti, come raccontano all'associazione di soccorso Sheik Abu Jaber descrivendo una sorta di pulizia settaria dove nel mirino ci sono anche i cristiani e gli alauiti. Così come gli alauiti fedeli ad Assad colpiscono sistematicamente la popolazione musulmana sunnita nei villagi e nei quartieri delle città in mano agli insorti. Anche questo fa parte della guerra civile di Siria. 'La Siria - dice il nunzio apostolico -  per noi ha un'importanza storica e culturale, è la culla del cristianesimo dopo Gerusalemme'. E con una grande varietà confessionale: ci sono sei Chiese cattoliche (greca, siriaca, maronita, arlenam, caldea e latina), quelle ortodosse fedeli alla tradizione antiochena, una Chiesa armena che porta ancora le ferite del martirio subito durante la prima guerra mondiale, infine alcune comunità evangeliche e la Chiesa assira d'Oriente con due ramificazioni. 'Ad Antiochia di Siria abbiamo ricevuto il nome di cristiani, a Damasco vi è stato il primo califfato dell'Islam; la comunità internazionale ha il dovere di aiutare questo Paese che ha per altro un'evidente importanza geografica: senza una forte solidarietà dall'estero sarà difficile che la Siria possa uscire da sola dalla crisi'. Più politico il punto di vista di Maria Saadeh, architetto cristiano e deputato dell'opposizione: 'Non si può dire che il regime abbia protetto i cristiani in quanto tali; piuttosto è lo Stato laico che ha garantito i loro diritti, come è accaduto pure per le altre minoranze: un cambiamento di regime deve assolutamente preservare la natura secolare della repubblica siriana'. Ma queste forse sono differenze sottili che l'Occidente ha difficoltà a cogliere, nonostante l'esempio di quanto è avvenuto nel decennio scorso nel confinante Iraq. Qui i cristiani da un milione e mezzo che erano ai tempi di Saddam Hussein sono scesi a 200.000, un esodo passato quasi sotto silenzio anche da parte della Chiesa. 'Se i cristiani dovranno lasciare la Siria siamo pronti ad accoglierli come profughi', è arrivato a dire nei mesi scorsi l'ex presidente francese Sarkozy al patriarca di Aleppo che non credeva alle sue orecchie. La maggioranza dei cristiani, almeno qui, a Malula e Sednaya, ha sostenuto l'alauita Assad, esponente di una setta musulmana che i sunniti considerano eretica. 'Assad ha restaurato le chiese, è venuto a farci visita, è uno come noi', afferma un gruppo seduto davanti ad una bottega che vende il vino locale. Sul distributore della Coca Cola, in bella vista per visitatori e clienti, il proprietario ha incollato, una accanto all'altra, le immagini di una curiosa cosmogonia politico-religiosa: una foto del barbuto islamico sciita Masrallah, capo Hezbollah alleati di Damasco e di Teheran, una del generale cristiano libanese Aoun, amico degli sciiti, un'altra di Assad affiancata dalla riproduzione di due icone della vergine Maria. Una contraddizione apparente che esprime però tutta la complicazione siriana e del quadro geopolitico mediorientale. I siriani non credono che la diplomazia fermerà i massacri. La guerriglia vuole le armi per sconfiggere il regime, Assad non cede perché pensa di farcela con una repressione brutale. 'Crede che Assad vincerà?', chiedo a Maria Saadeh: 'Questo Stato fa acqua da tutte le parti ma ha consacrato per decenni metà del suo bilancio all'esercito e alla sicurezza, le forze di Assad useranno tutte le armi che hanno' .  Chi spera in una riconciliazione è padre Elias Zahlaoui, 80 anni, padre greco cattolico della Chiesa melchita di Notre Dame di Damasco. 'Abbiamo sempre vissuto tutti insieme, cristiani e musulmani, chi vuole dividerci sono le potenze che incoraggiano i gruppi radicali islamici. Ecco, vede, questo è l'appello che sto inviando al presidente francese Francois Hollande'. 
Nel 2001, dopo l'11settembre, padre Elias ha fondato un coro di 650 giovani cristiani  e musulmani, diventato famoso fuori e dentro la Siria. Lo sguardo si commuove quando mostra la foto di uno spettacolo dell'Opera di Damasco, con Assad al comando e la moglie Asma sorridente in mezzo alla corale: è il Natale del 2010. Ma sembra un secolo fa".
Qui termina l'articolo di Alberto Negri. 
Per comprendere l'articolo bisogna tener presente che l'ala alauita è una setta musulmana che vuole, come volle Assad, padre dell'attuale Assad e fondatore del partito socialista laico Baas, la separazione tra politica e religione. Se vincessero i ribelli sarebbe la fine di una Siria sostanzialmente laica.  Vi immaginate un governo islamici dei ribelli che si unisce ad un coro il giorno di Natale? Impossibile.
La follia occidentale avrebbe voluto che l'ONU intervenisse tramite la solita criminale Nato per riprodurre in Siria lo sfacelo dell'Iraq, da dove i cristiani sono stati costretti quasi tutti a fuggire, mentre sotto Saddam Hussein (che aveva come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Taraq Aziz) i cristiani venivano protetti e le donne eran libere di uscire sole anche di notte senza alcuna paura, e non costrette ad esibire sopra la testa quel maledetto copricapo o velo come simbolo di sottomissione all'uomo. Meno male che in sede ONU la Russia e la Cina hanno posto il diritto di veto contro l'intervento dell'ONU (Organizzazione ridicola che comprende anche tutti gli Stati dispotici o teocratici come la schifosa Arabia Saudita, che dovrebbero essere espulsi perché in contrasto con la stessa Carta dell'ONU, che parla di diritti umani). Ma si sa che il petrolio vale più dei decantati diritti umani. Che una dittatura militare sia migliore in molti Stati islamici è certo, perché non si può esportare la democrazia quando questa serve a portare al potere la legge del Corano o shari'a. Mussolini e Hitler andarono al potere democraticamente. Questo maledetto Occidente, cavallo di Troia dell'invasione islamica, complice anche la Chiesa cattolica, pavida e timorosa nei confronti degli islamici, se lo dimentica, e sta portando avanti una politica internazionale ispirata dalla follia. 
Lo ha scritto chiaramente la grande Ida Magli nel suo ultimo libro  La dittatura europea, con l'accusa all'Europa di essere ormai preda solo degli interessi finanziari delle banche e di una congiura della massoneria alleata con la grande finanza, che ha espropriato gli Stati europei della loro sovranità anche monetaria imponendoci di forza, dall'alto della burocrazia, e con un parlamento europeo buffonesco, con membri scelti dai partiti   e non dal popolo, le loro direttive stabilite da una banda di burocrati che hanno come fine il mondialismo del mercato. Ben venga il fallimento dell'euro. Anche se le prime conseguenze fossero negative tuttavia questo sarebbe il primo passo necessario per sottrarre ogni Stato facente parte della farsesca Unione Europea alla dittatura della finanza mondiale che ci sta rovinando e portando alla povertà. E intanto stiamo subendo una quarta invasione islamica (dopo quella araba e dei turchi selgiuckidi ed ottomani) grazie alla scellerata politica ispirata al multiculturalismo e alla società multirazziale. L'Europa si sta avviando verso il suicidio, come si suicidò l'Impero Romano dal momento in cui, giunto con Traiano alla sua massima espansione, i Romani furono stanchi di combattere per difendere i confini e credettero di poter tenere buone le popolazioni barbariche concedendo ad esse la cittadinanza. Ma pare che la storia non sia affatto  maestra di alcunché.              

MEDIO ORIENTE

Siria, bombardamenti del regime su Damasco
Israele: "Assad è ancora nella capitale"

Un elicottero sta bersagliando la zona della capitale che era stata conquistata dai ribelli. Ma il fronte anti-Assad avanza nella seconda città del Paese. Secondo l'osservatorio per i diritti umani, sono oltre 19mila le vittime dall'inizio delle proteste. Giallo sui due italiani "scomparsi"

DAMASCO - E' ancora mistero sulla sorte dei due italiani "spariti" da ieri in Siria. Sono un piemontese e un laziale, dipendenti di una società genovese subappaltatrice dell'Ansaldo e sarebbero stati 'fermati' mentre cercavano di lasciare il Paese per rientrare in Italia. Lo scrive Il Secolo XIX. Secondo la fonte, i connazionali sarebbero stati "rapiti da ribelli armati". "Stavano cercando di rientrare in Italia con un aereo da Damasco, via Beirut - si legge sull'edizione online del quotidiano genovese - viaggiavano con altri otto colleghi. La loro auto è stata bloccata sulla strada per l'aeroporto da un gruppo di uomini armati". L'unità di crisi della Farnesina "segue da vicino e sin dall'inizio la vicenda poco chiara" dei due italiani fermati in Siria in circostanze "ancora da definire". La Farnesina è in contatto con i familiari e con l'impresa per cui lavorano i due, e segue la vicenda con tutti i canali diplomatici e, sul terreno, con l'ambasciata di Beirut. Intanto il Ministero degli Affari esteri ribadisce l'invito agli italiani in Siria a lasciare il Paese "in considerazione del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza in Siria e a tutela dell'incolumità dei nostri connazionali" si legge in una nota.

Ancora scontri. Le forze governative siriane hanno compiuto attacchi aerei a Damasco nei quartieri di Mazzeh e Barzeh, nella zona ovest della capitale. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I ribelli - che avevano occupato quest'area nei giorni scorsi - sono stati costretti a ritirarsi. Ma il fronte anti-Assad avrebbe lanciato un'offensiva nella seconda città del Paese, Aleppo: scontri sono in corso tra ribelli e le forze del presidente Bashar al Assad, nei pressi del qualrtier generale dell'intelligence. A Damasco gli intensi bombardamenti sul quartiere Mezzeh "hanno fatto tremare le mura dell'albergo 'Damas Rose', il quartier generale degli osservatori Onu a Damasco affermano alcuni testimoni nella capitale siriana.

"Assad è a Damasco". Vengono intanto smentite da fonti israeliane le voci che vorrebbero la famiglia del presidente in fuga. Il generale Bashar al-Assad e la sua famiglia si trovano ancora a Damasco, ha detto il generale Yoav Mordechai, portavoce delle Forze di Difesa di Israele. "I militari in Siria sono ancora leali ad Assad, malgrado un'ondata di diserzioni veramente elevata", ha osservato Mordechai. "Lui e i familiari", ha aggiunto, "si trovano tuttora a Damasco". Nei giorni scorsi si era vociferato che il leader siriano, in seguito all'attentato di mercoledì nella capitale contro il quartier generale della Sicurezza Nazionale, si fosse trasferito a Latakia, la città portuale sulle cui colline possiede una lussuosa residenza estiva; e che la moglia Asma fosse riparata in Russia. Da quattro giorni Assad comunque non appare in pubblico: l'ultima sua immagine, trasmessa in tv, risale appunto a mercoledì, quando nominò il nuovo ministro della Difesa al posto di quello ucciso nell'attacco.

Intanto è giunto in Turchia, nella notte, un altro generale che ha disertato dall'esercito siriano, portando a 25 il numero dei generali siriani che hanno attraversato la frontiera, secondo quanto riferisce una fonte del ministero degli Esteri di Ankara.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, sono 19.000 le persone morte nelle violenze in Siria dall'inizio delle proteste nel marzo 2011: la gran parte - oltre 13 mila - sarebbero civili. Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Osservatorio, ha reso noto tra l'altro che sono 4.861 i militari delle forze del presidente Bashar al Assad rimasti uccisi e 949 le vittime tra i disertori.
(22 luglio 2012) © Riproduzione riservata

SUBANIMALI LA CUI VITA VALE MENO DI QUELLA DEI MAIALI

Scrivo da sempre che l'antropocentrismo è la malattia mortale della Terra. I maiali (più intelligenti di molta umanità) nascono sfortunati perché si sa a quale fine sono destinati. Se vivessi in una casa con giardino mi sarei preso un maialino in casa e l'avrei portato a passeggio come un cane con il gusto di scandalizzare gli imbecilli. Che venga dato in premio un maialino significa incoraraggiare il vincitore tra i subanimali partecipanti ad una sconcia lotteria (che dovrebbe essere proibita per legge perché nessun animale può essere trattato come oggetto da premio) a fargli fare egli stesso la fine a cui sarebbe comunque destinato. Un maiale, come è dimostrato da chi negli Stati Uniti si è preso un maiale in casa al posto di un cane, non ha minore sensibilità e intelligenza rispetto ad un cane. La differenza consiste nel fatto che i cani  non vengono mangiati (tranne che in Cina e altri Paesacci asiatici).

CERVETERI

Maxirissa per maialino maltrattato
animalista colpita alla testa

Finisce in rissa una festa di piazza: attivisti protestano per l'animale messo in palio, abitanti reagiscono


La donna colpita (da Geapress.org)La donna colpita (da Geapress.org)
ROMA - Una maxirissa tra una trentina di animalisti e decine di abitanti di Cerveteri, paese in provincia di Roma, per un maialino usato come premio di una festa si è conclusa sabato sera con un'attivista colpita alla testa con un vassoio e ricoverata. L'episodio, reso noto dal Pae (Partito animalista europeo), è stato confermato dai carabinieri della stazione di Cerveteri, intervenuti per separare le due fazioni. «DENUNCIA» - Secondo il Pae, gli attivisti erano impegnati in una manifestazione di protesta davanti al Circo di Montecarlo a Ladispoli, sul litorale a nord di Roma, quando una chiamata all'infoline del partito ha segnalato un cucciolo di maiale segregato a Cerveteri, poco lontano, messo in palio in un gioco. Alcuni militanti del Pae sono andati sul posto, in piazza San Pietro, e hanno trovato - secondo il comunicato - l'animale chiuso in un recinto, senza acqua né cibo, circondato da 250 persone, con la musica a tutto volume. Alle rimostranze degli animalisti i presenti avrebbero risposto aggredendoli e nella colluttazione una giovane del Pae sarebbe stata colpita alla testa da un vassoio. La ragazza, che ha perso coscienza , è stata soccorsa dal 118 e portata all'ospedale di Bracciano, riferisce la nota. Il Pae intende «sporgere immediata denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per accertate responsabilità civili e penali di tutti coloro che saranno ritenuti responsabili di quanto accaduto», dichiara il Coordinatore Nazionale del Partito Animalista Europeo Enrico Rizzi. La denuncia riguarderà sia i maltrattamenti al maialino che l'aggressione ai militanti. (Fonte: Ansa)
22 luglio 2012 | 17:37

sabato 21 luglio 2012

INCREDIBILE: L'UEFA ADESSO SI ERGE A TRIBUNALE PER QUESTIONI CHE NON LA RIGUARDANO. SINTOMO DEL DISFACIMENTO GIURIDICO E MORALE DELL'EUROPA DEL MULTICULTURALISMO E DEL RELATIVISMO

Adesso un Cassano non può nemmeno esprimere un giudizio dicendo che se ci sono froci tra i giocatori sono affari loro. Vi è da domandarsi: questa pazza UEFA l'ha multato perché ha detto "froci" invece  che "omosessuali"? Ma all'UEFA che gliene importa? Ammesso e non concesso che dire "froci" sia offensivo, mentre sono proprio i froci che hanno sdoganato questo termine non sentendosi più offesi per questo perché l'UEFA si sostituisce ad un Tribunale, per di più in mancanza di una querela nei confronti di Cassano? Leggete i commenti alla notizia. Meno male che vi sono alcuni che si rendono conto che questi pederasti stanno diventando da vittime carnefici dei normali costituendo ormai una lobby. Ho già scritto che dovrebbe essere riconosciuta una attenuante a chi reagisca in pubblico perché si sente provocato e schifato da questi individui provocatori con sconce esibizioni in pubblico.    

CALCIO

«Froci in Nazionale? Problemi loro», Cassano multato per l'infelice frase sugli omosessuali

Il giocatore dovrà sborsare 15.000 euro. La frase fu pronunciata durante il ritiro della squadra a Cracovia


Cassano durante i recenti campionati EuropeiCassano durante i recenti campionati Europei
MILANO - Costano care a Cassano le sue dichiarazioni sugli omosessuali. La Commissione Disciplinare dell'Uefa ha inflitto al giocatore una sanzione di 15mila euro. «Ci sono froci in nazionale? Se penso quello che dico sai che cosa viene fuori...sono froci, problemi loro, mi auguro che non ci siano veramente in nazionale», è la frase incriminata pronunciata da Cassano lo scorso 12 giugno a Cracovia, quartier generale degli azzurri durante Euro 2012. L'infelice uscita del giocatore milanista era stata pronunciata davanti ai cronisti di mezzo mondo, a due giorni dal debutto della squadra azzurra, per rispondere a una battuta, riportata, di Cecchi Paone. Il barese si era poi scusato in un comunicato ufficiale della Figc, ma la frase aveva scatenato le polemiche all'interno e all'esterno del mondo del calcio. RICORSO - Dopo l'apertura di un'inchiesta disciplinare contro Cassano per «dichiarazioni discriminatorie alla stampa (art. 11 bis del Regolamento disciplinare)», è arrivata adesso la sanzione. Cassano avrá tre giorni di tempo dalla pubblicazione per iscritto della sentenza completa per presentare un'eventuale ricorso.
Redazione Online20 luglio 2012 (modifica il 21 luglio 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Forza Cassano
21.07|12:29 Camões
Non ho mai avuto niente contro gli omosessuali. Ora però comincio a essere stufo di questa lobby percui uno non può neanche più dire quello che pensa. Sarà libero Cassano di dire che preferisce non avere compagni omosessuali o deve pensarla come Cecchi Paone e la UEFA?? E poi credete che se avesse detto la stessa cosa riguardo a qualunque altro gruppo sarebbe stato multato?
per fortuna
21.07|10:48 paolo211
Non stimo l'UEFA come organismo che regola il calcio mondiale essendo piu' volte incappato in "incidenti di percorso" imbarazzanti. Credo pero' che abbia fatto molto almeno a livello di facciata per razzismo e discriminazione. Rispondendo ai messaggi sopra : un film è una fiction,l'eterossessualità si puo' esprimere senza offendere altre persone, frocio e' dispreggiativo e cassano dovrebbe saperlo, una frase del genere detta da un calciatore famoso in eurovisione è grave e solo noi italiana c'abbiamo riso sopra. Complimenti all'UEFA .
cose dell'altro mondo...
21.07|10:47 lettore56
...andate a rileggervi dell'atleta australiano, che regolarmente sposato da otto anni, non potrà condividere la stanza con sua moglie che, come lui, parteciperà alle olimpiadi. Maschi con maschi e femmine con femmine...come nelle migliri tradizioni...
Cio' che ha detto Cassano
21.07|09:43 Lettore_2604771
e' quello che pensano quasi tutti nel mondo.
Bisognerebbe finirla
21.07|09:43 lorcaf
Per me è una vergogna e dimostra il livello di prostrazione culturale di certi ambienti bene nei confronti di gente che ha tutto il diritto di essere quel che sono e fare quel che vogliono senza vittimzzarsi e dimostrando, essendo maggiorenni, anche la critica e l'ironia oltre che le baggianate. Stanno diventando violenti, da vittime del passato a carnefici, con un contorno da casta o peggio da massoneria. Che dovrebbero dire allora i meridionali di tutte le terre del Sud, continuamente offesi? A quando partono le multe per i Borghezio e compagni?


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NAPOLITANO: CHE FACCIA TOSTA. QUANDO SE NE ANDRA' SARA SEMPRE TROPPO TARDI

Questo individuo afferma che non è andato mai oltre il suoi poteri istituzionali. CHE FACCIA TOSTA. Vi è andato sempre ogni giorno parlando sempre fuori dei luoghi istituzionali. La Costituzione gli riconosce solo il potere di non firmare delle leggi che ritenga anticostituzionali e di inviare dei messaggi al parlamento. E invece non vi è giorno in cui questo postcomunista che nel 1956 inneggiava ai carri armati sovietici dicendo che avevano riportato la pace in Ungheria (con 20.000 morti) non fa che seminare perle di "saggezza" in ogni occasione. Si è recentemente opposto all'acquisizione in sede giudiziaria delle intercettazioni di una telefonata pervenuta al Quirinale da un altro fosco individuo quale è stato sempre MANCINO, ex vicepresidente del CSM e indagato ora per avere favorito dei mafiosi. E questo non sarebbe andare oltre i poteri istituzionali? Ma guarda un po' che questa volta mi debba trovare d'accordo persino con un Di Pietro.

CERIMONIA DEL VENTAGLIO

Napolitano, "mai uscito dalla Costituzione"
E invoca una nuova legge elettorale

Lo scontro con la procura di Palermo, il presidenzialismo di fatto "che non esiste". Il capo dello Stato incontra la stampa parlamentare. E ricorda: "Il mio mandato scade nel 2013. E quello che mi aspetta in questi mesi è sufficientemente complesso". L'attacco di Antonio Di Pietro: "Il presidente della Repubblica sta tredendo la Costituzione"

ROMA - La crisi. La campagna elettorale ormai alle porte. Il ruolo dell'Europa e il governo Monti. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, incontra la stampa parlamentare nella Cerimonia del Ventaglio. E, ancora, invita le forze politiche a varare una "nuova legge elettorale, che scongiuri i guasti" prodotti dal Porcellum. Difende il suo operato: "Non sono mai uscito di un millimetro dalle prerogative costituzionali". Poi il caso intercettazioni e lo scontro con la procura di Palermo: "Non ho nulla da nascondere ma un principio da difendere". E si commuove ricordando Falcone e Borsellino.

"Non ho nulla da nascondere". Nel suo intervento, Napolitano tocca anche il punto delle intercettazioni telefoniche che lo riguardano realizzate nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia 1 della procura di Palermo. "Non ho nulla da nascondere ma ho un principio da difendere: la riservatezza e il libero esercizio delle funzioni del capo dello Stato. E mi spiace che qualcuno non abbia intenso la portata della questione". Il presidente della Repubblica ricorda "la decisione che nei giorni scorsi ho preso, di sollevare un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale". E spiega: "è stata dettata dal dovere di promuovere un chiaro pronunciamento, nella sola sede idonea, su questioni delicate di equilibri e prerogative costituzionali, ponendo così anche termine a una qualche campagna di insinuazioni e sospetti senza fondamento e al trascinarsi di polemiche senza sbocco sui mezzi di informazione".

La lotta alla criminalità e il ricordo di Falcone e Borsellino. La lotta contro la mafia e il crimine organizzato, la ricerca della verità e della giustizia "senza nulla occultare e proteggere, è stato per me l'impegno di una vita", dice il presidente. Che si commuove ricordando i giudici palermitani ammazzati dalla mafia venti anni fa: "Su Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, come sulle indagini da condurre fino in fondo per fare luce sulle stragi di cui essi furono criminale bersaglio, conta  quello che ho detto a Palermo il 23 maggio e ancora ieri rinnovando il mio abbraccio commosso alla signora Agnese e ai suoi figli, come alla signora Maria che opera esemplarmente per trasmettere la memoria e l'impegno di Giovanni e insieme di Paolo".

L'indipendenza della magistratura. Come Presidente della Repubblica e del Csm, "ho sempre riaffermato, come era mio convincimento e preciso dovere, i fondamentali valori dell'autonomia e dell'indipendenza della Magistratura, senza per altro indulgere a condizioni bonarie o acritiche, e ponendo nel modo più obiettivo problemi di rigore sul piano dell'efficienza professionale e dei comportamenti".

Gli ultimi mesi e la crisi. Napolitano ripercorre i suoi sette anni al Colle: "Il mio mandato scade nel 2013". Fino ad allora, ha spiegato, "io ho da concentrarmi, e mi concentrerò, sullo svolgimento dei miei compiti e doveri, senza indugiare a riflessioni retrospettive perlomeno precoci. E quel che mi aspetta è ancora sufficientemente impegnativo e complesso". Lo sfondo è la crisi: "E' necessario un eccezionale sforzo di coesione nazionale, "è ciò che ci serve, ciò che è prezioso e vitale per reggere alle prove della crisi". E una delle necessità politiche è l'approvazione di una nuova legge elettorale. "Il primo nodo irrisolto da superare rapidamente è quello di una nuova legge elettorale che  scongiuri il ripetersi di guasti largamente riconosciuti e che risponda ad aspirazioni legittime avvertite dai cittadini".

Il governo e i partiti. Il presidente analizza gli ultimi mesi della vita politica italiana. "Penso che, sia in Italia, sia negli ambienti europei e internazionali, si dovrebbe assai più cogliere il valore di questa manifestazione di senso di responsabilità, che è venuta e continua a venire da un decisivo arco di partiti e di gruppi parlamentari". Il riferimento è alla "larga maggioranza in entrambe le Camere" che in questi mesi ha sostenuto il governo Monti. Secondo il capo dello Stato, si tratta di una "presa di coscienza della necessità di riconoscerci in una comune visione dell'interesse generale del Paese e in un eccezionale sforzo di coesione nazionale".

Di Pietro: "Predica bene e razzola male". "Signor Presidente, si rende conto che in questo modo sta tradendo la Costituzione?". Antonio Di Pietro torna ancora sul conflitto di attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica e, da Termoli, spedisce la domanda al Quirinale. La massima carica dello Stato, a giudizio del presidente dell'IdV, "sta predicando bene e razzolando male".


 
(20 luglio 2012) © Riproduzione riservata

venerdì 20 luglio 2012

D'ALEMA:FACCIA LUI UN PASSO INDIETRO IN UN BURRONE

La disonestà di questo individuo che lanciava bombe molotov da giovane, autorizzò la NATO a bombardare vigliaccamente la Serbia che difendeva i suoi confini nel Kossovo ora si fa addirittura voce del ben pensare. Ma è un bene perché così questa falsa sinistra si distruggerà da sé difendendo pederasti e lesbiche. E' falso che senza il riconoscimento di coppia gli omosessuali non possano avere l'eredità. Se il cosidetto compagno (segreto) di Dalla non ha avuto l'eredità è colpa di Dalla e di nessun altro, non della mancanza di una legge apposita. Basta il Codice Civile. Il testamento esclude qualsiasi parente che non siano il coniuge o i  figli, a cui, per altro, non spetta tutta l'eredità ma soltanto la legittima in presenza di un testamento che non li renda eredi universali. Anche i fratelli solo esclusi dal testamento. Se Dalla non ha lasciato testamento il suo cosiddetto compagno se la prenda con l'animaccia di Dalla e basta. 
Una volta tanto sono d'accordo con Casini quando dice che il riconoscimento legale delle coppie omosessuali è un andare contro natura. Avrebbe dovuto dire chiaramente che questi arroganti (che ormai fanno parte di una lobby) vogliono la pensione di reversibilità (aggravando la spesa pubblica) sulla base della cancellazione della distinzione NATURALE tra il culo e la vagina. Non si tratta di "una cosa profondamente incivile", come dice Casini. Si tratta di una cosa profondamente schifosa da parte di individui che pretendono di essere normali. E vogliono togliere ai normali anche il diritto di provare schifo. Si sono inventati persino il reato di omofobia, che vorrebbero introdurre come aggravante, quando basta il codice penale per chi usi violenza su altri. Bisognerebbe, al contrario, introdurre una attenuante nei confronti di coloro che si sentano pubblicamente offesi da questi schifosi individui che impongono le loro sconce buffonate in pubblico chiamandole gay pride (orgoglio omosessuale).   Abbiano almeno il coraggio di dire: orgoglio di prenderla o metterla in culo. 
Spero che questi anormali (si riprendano i classici termini "sodomiti", "invertiti") abbiano presto il merito di spaccare la  cosiddetta sinistra, diventata ormai un serbatoio di richieste demagogiche, senza alcun progetto politico se non quello di andare al potere e basta. Il giovane D'Alema che aveva come ideale l'Unione Sovietica (che io rimpiango) si dovrebbe ricordare che nella sua ex patria spirituale l'omossessualità era perfino un reato punito con il carcere. Questo era certamente un eccesso. Ma per il D'Alema di allora non lo era. Poi per fare carriera ha cambiato tutto, come, sul versante opposto, il rinnegato Fini, ex delfino dell'onesto Almirante, che si coltivò una serpe velenosa in casa senza saperlo. Tutti e due sono stati delle banderuole politiche, pronti a cambiare a seconda del cambiare del vento. Che scompaiano una buona volta. Via tutte queste vecchie facce.  GENTE SENZA MESTIERE. Parassiti della società che hanno fatto della politica un mestiere a vita invece che un servizio pubblico a tempo determinato. Ma questo vale anche per Casini, per la Bindi, per Bersani, etc. Via tutte queste vecchie facce della politica parassita.     

IL CASO

«Scandaloso compagno Dalla senza eredità»

D'Alema e i diritti gay: in Italia situazione insostenibile,
serve passo avanti. Ma Casini: nozze gay incivili

MILANO - «Mi è sembrato scandaloso che il compagno di Lucio Dalla non abbia avuto diritto all'eredità. Io credo bisogna fare un passo in avanti in questa direzione perché la situazione oggi è insostenibile». Così Massimo D'Alema torna sulla questione dei diritti delle coppie gay.

D'Alema (Imago)D'Alema (Imago)
«SITUAZIONE INSOSTENIBILE» - Parlando nel corso della festa del Pd a Campalto, nel veneziano, il presidente del Copasir ed esponente del Pd, ha spiegato che nel suo partito «non c'è un vero contrasto», però, certo, «nel Paese bisogna fare un passo avanti, perché in questo campo la situazione è insostenibile: questa è una cosa da fare e la si farà». Serve, spiega ancora, «una legge che garantisca i diritti civili».
Casini e Bersani (Imago)Casini e Bersani (Imago)
«NOZZE GAY VIOLENZA DELLA NATURA» - D'Alema sembra rispondere al presidente dell'Udc Pier Ferdinando Casini che proprio venerdì ha definito il matrimonio gay una cosa «profondamente incivile, una violenza della natura sulla natura», scatenando polemiche e dure reazioni. Casini dice sì alle «garanzie giuridiche per una coppia di conviventi anche dello stesso sesso: sono un fatto di civiltà, ma i matrimoni tra gay sono una idea profondamente incivile, una violenza della natura e sulla natura». Per quanto riguarda le adozioni da parte di coppie di omosessuali, secondo il leader Udc si tratta di «un'idea della società che non progredisce ma regredisce perché vuol dire che è più forte il desiderio di maternità che quello della tutela del bambino, e noi siamo dalla parte del bambino». LE REAZIONI - Dure le reazioni alle sue parole. Bersani: «Noi le unioni gay le facciamo. Gli altri si regolino». L'Arcigay: «Casini si candida in Iran o in Utah?». Idv: «Casini offende milioni di Bersani». Concia (Pd): «Su questo temi alcuni esponenti dell'Udc perdono la testa offendendo gratuitamente milioni di cittadini italiani per bene».

Rosy Bindi (Imago)Rosy Bindi (Imago)
LA POLEMICA - La questione sui diritti delle coppie gay ha provocato una frattura appena pochi giorni fa all'interno dello stesso Pd, quando durante l'assemblea di Roma, la presidente Rosy Bindi non ha fatto votare un documento che apriva esplicitamente alle nozze gay, provocando forte tensioni e polemiche. Qualche giorno dopo la Bindi aveva poi sottolineato che «il matrimonio è solo eterosessuale». E proprio una sera fa è stata contestata duramente da un gruppo di attivisti gay alla Festa dell'Unità di Roma che l'hanno accusata di essere «omofoba». La polemica continua.