Ecco il testo censurato di Odifreddi. Per questo Odifreddi ha deciso di chiudere il suo blog (dentro il quotidiano la Repubblica). Riporterò dopo i miei commenti al post di commiato di Odifreddi.
Piergiorgio Odifreddi”
Ecco il mio primo commento.
20 novembre 2012
Caro Odifreddi , ho continuato a scrivere anche quando lei mi ha definito un "reperto umano". E mi attendevo, se non delle scuse, almeno una giustificazione. Ma debbo riconoscere che il suo blog è stato sempre il luogo di incontro di un pensiero libero da ogni forma di censura. E questo va a suo vanto. Tutti dovrebbero essere come lei. L'unico limite dovrebbe essere quello di non cadere nell'insulto. E purtroppo lei ha lasciato passare anche gli insulti. Io non compro mai quotidiani perché trovo che in Italia non vi sia libertà di pensiero sulla stampa. La Repubblica è veramente un giornalaccio e ho comprato sempre a parte (il giorno dopo) i libri e i cd (come gli ultimi del grande pianista Pollini) ad esso collegati. Leggo i quotidiani si internet. E questo mi basta. Ma mi spieghi una cosa. Lei ha scritto: "Mai e sempre, fino a ieri, quando anche loro hanno dovuto soccombere di fronte ad altre lagnanze, questa volta sicuramente in ebraico". Vuol essere più preciso? Ha subito indirettamente la censura della lobby ebraica? Con una censura tale da non poterla esprimere chiaramente? io ho dovuto porre il mio sito www.ordineliberale.org negli Stati Uniti per evitare di essere oscurato. E il mio blog è ad esso collegato. Negli Stati Uniti, nonostante la potente influenza della finanza ebraica mai avrei subito un processo per ASSERITO antismitismo per avere spietatamente condannato le farneticazioni che stanno a monte della macellazione ebraica kosher (fatta propria dagli islamici). In questo blog si è scritto liberamente sul negazionismo e ho avuto spazio per scrivere contro gli scellerati che anche in Italia vorrebbero diventasse reato contro la libertà di pensiero. Vale anche in questo caso la frase di Evelin Beatrice Hall (Gli amici di Voltaire) da lei erroneamente attribuita a Voltaire ma che rispecchia fedelmente il pensiero di Voltaire.
Caro Odifreddi, alcuni le consigliano di tornare su Il Fatto quotidiano. Io non credo che in questo giornale vi sia maggiore libertà. Non ha pensato di farsi un blog tutto suo fuori da ogni giornale e posto negli Stati Uniti?
Dal suo blog ho imparato molte cose, specialmente in relazione agli interventi di ToniMontana, di gvmzz sulla fisica. Ma non posso dimenticare altri come Piacesi, b.dg, Monotonia e tanti altri. Mi dispiace però che quasi tutti si siano nascosti dietro un nickname. Chi sono tonymontana (che rifiutò di dirmi il suo nome come ricercatore di fisica), gvmzz e la donna (se non sbaglio) b.dg?
Caro Odifreddi, lei ha avuto il torto secondo certi ebrei di avere attaccato Israele. Io invece ho attaccato sempe gli arabi, per me brutta razza (come in generale gli islamici). Ma lei ha il diritto di attaccare Israele come io ho il diritto di attaccare gli arabi. Israele si difende. Siamo su posizioni opposte. Ma questo ha poca importanza. Vi deve essere libertà per posizioni opposte. Ma senza cadere nell'insulto reciproco, come spesso è accaduto nel suo blog, che tuttavia ha avuto anche il merito di permettere sempre il fuori tema, ciò che lo ha reso più interessante. Nel frattempo, sino a quando non troverà altro spazio, avrà più tempo per altro.
Questo è il secondo commento lasciato nel blog di Odifreddi (a cui bisogna riconoscere il merito di non avere mai censurato i commenti, anche quelli più aspri contro di lui sino all'insulto. Il mio commento è tratto dal mio libro IO NON VOLEVO NASCERE. UN MONDO SENZA CERTEZZE E SENZA GIUSTIZIA.Odifreddi ha dimostrato di essere storicamente disinformato circa la natura della rappresaglia.
Una storia metaculturale, non ideologica, dovrà
riconoscere un giorno la responsabilità di quei partigiani che,
mosche cocchiere della resistenza, fatta in realtà dagli
anglo-americani, provocarono le rappresaglie dei nazisti
(previste dai trattati internazionali a partire dalla
Convenzione dell'Aja del 1907). Ai sensi dell'art. 42 di tale
Convenzione “la popolazione ha l'obbligo di continuare nelle sue
attività abituali astenendosi da qualsiasi attività nei
confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza
occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste
disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe
occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al
fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la
facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla
esecuzione degli ostaggi”. E l'art.1 della stessa Convenzione
(come ribadito dalla Convenzione di Ginevra del 1929)1 pone come condizione che i
corpi di volontari affianchino gli eserciti regolari, siano
riconoscibili in base ad una divisa, rispondano ad un
responsabile e portino apertamente le armi. E lo stesso
Tribunale di Norimberga al caso 9 disse: “Le misure di
rappresaglia in guerra sono atti che, anche se illegali, nelle
condizioni particolari in cui essi si verificano possono essere
giustificati. Ciò in quanto l'avversario colpevole si è
comportato a sua volta in maniera illegale e la rappresaglia
stessa è stata intrapresa allo scopo di impedire all'avversario
di comportarsi illegalmente anche in futuro”.Lo stesso Tribunale
ritenne equa la proporzione di 10 ad 1. Certamente perché gli
stessi alleati tra il 1944 e il 1945 avevano anch'essi, quando
pure non attuato, minacciato rappresaglie da una proporzione
minima di 1 a 25 ad un massimo di 200 a 1. 2 E nel processo che si svolse a
Mestre nel febbraio del 1947 contro Kesserling (conclusosi con
sentenza di condanna a morte, commutata in ergastolo e seguita
da concessione di libertà dal 1952) la Corte accolse la tesi,
formulata dalla stessa pubblica accusa, che la rappresaglia era
legittima, ma aggiunse che Kesserling doveva essere accusato del
fatto che per errore erano state uccise 335 persone invece di
330. E per quanto riguarda le stragi che furono compiute tra
l'agosto e il settembre del '44, culminanti in quella di
Marzabotto si riconobbe da parte dello stesso pubblico Ministero
che Kesserling si trovò ad affrontare “alcune persone
irresponsabili con le quali non poteva negoziare e ai cui capi
non poteva dire: controllate i vostri uomini”.3
1V. voce“Leggi di guerra nel XX secolo” nel sito www.cronologia.leonardo.storia.it/guerra03.htm.
2Quando fu ucciso il generale americano Rose nel
marzo del 1945 furono uccisi per rappresaglia
110 civili tedeschi. Per le rappresaglie attuate da inglesi ed americani cfr. “1945 seconda guerra
mondiale le RAPPRESAGLIE” nel sito www.cronologia.leonardo.storia.it/storia/a1945s.htm.
mondiale le RAPPRESAGLIE” nel sito www.cronologia.leonardo.storia.it/storia/a1945s.htm.
3www.inilossum.it/comunismo6.html (La strage di via Rasella:un atto “eroico”).V. la descrizione
del procedimento contro Kesserling in www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/AlbertKesserling. Per una rassegna dei processi condotti negli anni 1947-51 contro i nazisti v.
www.storicamente.org/Focardi_shoa/htm. Per conoscere la contraddittoria difesa dell'attentato
di via Rasella da parte dell'Associazione Nazionale Partigiani v. www.anpibagnoaripoli/doc//testiNoteDominiciSuViaRasella.
del procedimento contro Kesserling in www.difesa.it/GiustiziaMilitare/RassegnaGM/Processi/AlbertKesserling. Per una rassegna dei processi condotti negli anni 1947-51 contro i nazisti v.
www.storicamente.org/Focardi_shoa/htm. Per conoscere la contraddittoria difesa dell'attentato
di via Rasella da parte dell'Associazione Nazionale Partigiani v. www.anpibagnoaripoli/doc//testiNoteDominiciSuViaRasella.
Indro
Montanelli – che si era visto sequestrare su querela dei
vigliacchi
attentatori di via Rasella il volume “L'Italia della guerra
civile” (scritto con Mario Cervi) perché aveva ritenuto gli
attentatori responsabili della rappresaglia – per quieto
vivere il
22 marzo 1998 (Corriere
della
sera) si
limitò
a condividere il giudizio di Enzo Forcella secondo cui
l'attentato
era privo di rilevanza militare, suggerendo ingiustamente
che non si
disseppellissero i cadaveri e non si tenessero ancora aperti
i conti
con il processo contro Priebke, che, invece fu condannato. E
il 26
marzo aggiunse che non si poteva tenere aperta un caso
giudiziario
dopo che 50 anni prima era passata in giudicato una sentenza
di
assoluzione che aveva riconosciuto colpevole Kappler e non i
suoi
subordinati, come Priebke. Concludeva scrivendo che non si
poteva
continuare ad avvelenare il presente compromettendo il
futuro. Ma in
sede storica il passato deve essere rivisitato, non per
avvelenare il
presente, ma per illuminarlo alla luce della verità. E la
verità è scomoda per uno Stato nato dalla disonestà.
Il
Gip Pacioni, affiancato dai familiari delle vittime nel
processo
contro Priebke, quando respinse la richiesta di
archiviazione per le
responsabilità dei partigiani, fu assalito da tutta la
sinistra, compreso l'attuale capo di Stato Napolitano, che,
insieme
con tanti altri del suo partito, definì “aberrante” la
decisione del Gip, che fu sottoposto ad un linciaggio morale
e
minacciato, per cui rinunciò all'incarico. Anche
l'intellighenzia giornalistica, ben rappresentata a sinistra
dall'ex
partigiano Giorgio Bocca (La
Repubblica, 28.6.97),
si scatenò contro il Gip cercando di ridicolizzarlo.
L'ineffabile capo dello Stato di allora, Scalfaro, disse che
non si
poteva portare la storia in Tribunale dopo 50 anni. Seguì a
ruota Prodi con una frase assai simile. E perché allora dopo
53 anni si portò in giudizio Priebke?
Ma già il 24 agosto 2012 avevo scritto un altro commento al post diOdifreddi intitolato "Made in Palestine".
E il 14 novembre scorso avevo scritto un commento al post di Odifreddi "filosofia del giornalismo".
Ma già il 24 agosto 2012 avevo scritto un altro commento al post diOdifreddi intitolato "Made in Palestine".
profpietromelis_01 24 agosto 2012 alle 06:38
L’ultimo capitolo di un mio libro (Io non
volevo nascere) è intitolato: Palestina ebraica. Arabi invasori. Gli
ebrei furono espropriati con la forza (sin dall’epoca romana) di una
terra in cui ebbero per più di un millennio un loro Stato. Quanto tempo
deve passare perché l’invasione di un territorio altrui diventi titolo
di proprietà? Già il grande filosofo Robert Nozick si poneva questa
domanda? L’acquisizione di una proprietà in base al diritto naturale
deve essere pacifica e la sua trasmissione ad altri deve avvenie tramite
un mutuo consenso, dice Nozick (Anarchia, Stato eUtopia, 1974). In base
al diritto naturale gli arabi della Palestina dovrebbero essere
sbattutti tutti a calci in culo almeno oltre il fume Giordano. Ridicola
la risposta del turco Saladino a Riccardo Cuor di Leone re di
Inghilterra, che aveva guidato la III crociata. Disse: la Palestina è
nostra perché l’abbiamo riconquistata nel 1187. Per lui non valeva il
fatto che i cristiani l’avessero conquistata nel 1096 con la I crociata,
con la promessa (non mantenuta) di restituirla all’imper bizantino, a
cui era stata sottratta con l’invasione turca del 1070. In realtà,
andando alle origini, la Palestina doveva appartenere agli ebrei, unica
popolazione autoctona sopravvissuta tra le antiche popolazioni della
terra di Canaan. E dopo aver scatenato e perso tre guerre contro Israele
gli arabi vorrebbero con la pace ottenere ciò che non sono riusciti ad
ottenere con la forza. Ma si tolgano dai piedi da tutta la Palestina.
Dovrebbero tornare in quella tana (l’Arabia) da cui disgrazuiatamente
uscirono dopo la porte di quel pazzo di Maometto, la più grande
disgrazia dela storia. Questo è un pensiero espresso anche dallo
storico Henri Pirenne nel libro Maometto e Carlomagno, che fa iniziare
il Medievo europeo con l’invasione araba, che portò alla fine della
unione tra sponda africana e sponda europea. Ripeto la domanda
fondamentale: quanto tempo deve passare perché un’invasione armata
diventi titolo di proprietà di terre abitate da popolazioni autoctone?
E il 14 novembre scorso avevo scritto un commento al post di Odifreddi "filosofia del giornalismo".
profpietromelis_01 15 novembre 2012 alle 20:40
@gagum (ore 4,45).
La mia affermazione secondo cui se non esiste il diritto naturale allora tutto è permesso perché varrebbe solo il diritto del più forte vale per tutti. Intendo per diritto naturale il diritto all’autoconservazione, discendente dalla legge naturale della tendenza di ogni organismo a mantenersi in vita, per cui la catena preda-predatore ne è una conferma perché il predatore – carnivoro – morirebbe di fame se non predasse). Il predatore solo apparentemente fa valere il diritto del più forte. Non uccide per crudeltà, come fa spesso l’uomo per motivi culturali, non naturali. Fa valere il diritto all’autoconservazione. Ora, se per fanatismo pseudo religioso gli ebrei credenti nelle cazzate dell’Antico Testamento e gli islamici credono di dover osservare regole alimentari risalenti ad almeno 2500 anni fa per sentirsi puri e per questo infliggono maggiori sofferenze agli animali nei mattatoi pretendendo che muoiano coscienti per dissanguamento dopo lunghi minuti (almeno 5) di spasmi atroci mentre legati si divincolano per liberarsi (come descritto in un documento dell’associazione dei veterinari di Torino da me prodotto in giudizio) io ho il diritto di non avere alcuna sensibilità per le sofferenze di questa gentaccia. Non pretendo che tutti diventino vegetariani. Pretendo però che non si aumentino le sofferenze aggiungendone di inutili. Gentaccia perché non rispetta la mia sensibilità e quella di 7 milioni di vegetariani (in Italia) e di quelli che, pur non essendo vegetariani, tuttavia non giustificano queste maggiori sofferenze. Perché io ho sempre distinto tra ebrei stronzi che credono in certe regole alimentari (risalenti al mitologico Mosè, mai esistito) ed ebrei non credenti che appartengono alla migliore intelligenza mondiale. Se lei ha ripreso a mangiare carne perché ha avuto disturbi alimentari vuol dire che assegna ai suoi disturbi una causa sbagliata. Lo dimostrano Umberto Veronesi (quasi novantenne) e Margherita Hack (novantenne), entrami vegetariani. Margherita Hack da neonata essendo nata in una famiglia di vegetariani. E io lo sono dall’età di 10 anni. Avrà sentito parlare (anche recentemente a Porta a Porta, Bruno Vespa) del cancro al colon provocato anche dalle carni rosse? Si regoli.
Quanto al mio essere filoisraeliano questo dipende dal fatto che io considero gli arabi degli invasori. Ho già scritto su questo tema. In base al diritto naturale (che è sopra storico) gli arabi della Palestina meriterebbero di essere rispediti tutti almeno oltre il fiume Giordano a calci in culo. Gli ebrei furono privati di un loro Stato che durava da almeno un millennio. Israele è uno Stato assediato da gente che non vuole riconoscere l’esistenza di Israele, che ha il diritto di difendersi. Gli israeliani hanno sempre subito delle guerre, anche se le hanno sempre vinte, perché non sono imbecilli come gli arabi, popolo che a causa del Corano non darà mai contributi alla conoscenza, mentre Israele è all’avanguardia anche nella conoscenza scientifica. Se disgraziatamente fossi nato arabo in Palestina avrei preferito essere cittadino di serie B in Israele che cittadino di serie A in uno Stato palestinese.
E poi, dopo tutto ciò, mi debbo portare dietro la nomea di antisemita. PAZZESCO.
La mia affermazione secondo cui se non esiste il diritto naturale allora tutto è permesso perché varrebbe solo il diritto del più forte vale per tutti. Intendo per diritto naturale il diritto all’autoconservazione, discendente dalla legge naturale della tendenza di ogni organismo a mantenersi in vita, per cui la catena preda-predatore ne è una conferma perché il predatore – carnivoro – morirebbe di fame se non predasse). Il predatore solo apparentemente fa valere il diritto del più forte. Non uccide per crudeltà, come fa spesso l’uomo per motivi culturali, non naturali. Fa valere il diritto all’autoconservazione. Ora, se per fanatismo pseudo religioso gli ebrei credenti nelle cazzate dell’Antico Testamento e gli islamici credono di dover osservare regole alimentari risalenti ad almeno 2500 anni fa per sentirsi puri e per questo infliggono maggiori sofferenze agli animali nei mattatoi pretendendo che muoiano coscienti per dissanguamento dopo lunghi minuti (almeno 5) di spasmi atroci mentre legati si divincolano per liberarsi (come descritto in un documento dell’associazione dei veterinari di Torino da me prodotto in giudizio) io ho il diritto di non avere alcuna sensibilità per le sofferenze di questa gentaccia. Non pretendo che tutti diventino vegetariani. Pretendo però che non si aumentino le sofferenze aggiungendone di inutili. Gentaccia perché non rispetta la mia sensibilità e quella di 7 milioni di vegetariani (in Italia) e di quelli che, pur non essendo vegetariani, tuttavia non giustificano queste maggiori sofferenze. Perché io ho sempre distinto tra ebrei stronzi che credono in certe regole alimentari (risalenti al mitologico Mosè, mai esistito) ed ebrei non credenti che appartengono alla migliore intelligenza mondiale. Se lei ha ripreso a mangiare carne perché ha avuto disturbi alimentari vuol dire che assegna ai suoi disturbi una causa sbagliata. Lo dimostrano Umberto Veronesi (quasi novantenne) e Margherita Hack (novantenne), entrami vegetariani. Margherita Hack da neonata essendo nata in una famiglia di vegetariani. E io lo sono dall’età di 10 anni. Avrà sentito parlare (anche recentemente a Porta a Porta, Bruno Vespa) del cancro al colon provocato anche dalle carni rosse? Si regoli.
Quanto al mio essere filoisraeliano questo dipende dal fatto che io considero gli arabi degli invasori. Ho già scritto su questo tema. In base al diritto naturale (che è sopra storico) gli arabi della Palestina meriterebbero di essere rispediti tutti almeno oltre il fiume Giordano a calci in culo. Gli ebrei furono privati di un loro Stato che durava da almeno un millennio. Israele è uno Stato assediato da gente che non vuole riconoscere l’esistenza di Israele, che ha il diritto di difendersi. Gli israeliani hanno sempre subito delle guerre, anche se le hanno sempre vinte, perché non sono imbecilli come gli arabi, popolo che a causa del Corano non darà mai contributi alla conoscenza, mentre Israele è all’avanguardia anche nella conoscenza scientifica. Se disgraziatamente fossi nato arabo in Palestina avrei preferito essere cittadino di serie B in Israele che cittadino di serie A in uno Stato palestinese.
E poi, dopo tutto ciò, mi debbo portare dietro la nomea di antisemita. PAZZESCO.
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