lunedì 21 gennaio 2013

FABRIZIO CORONA: IMMAGINE DI UNA SOCIETA' MARCIA, COMPRESA LA GIUSTIZIA IN ITALIA. LEGGE SCRITERIATA SULLA LATITANZA

E' accusato di estorsione di 25.000 euro ai danni del multimilionario parassaita della società il calciatore Trezeguet. In fondo gli chiese poco. Si dice che Trezeguet prima abbia pagato ma si dice anche che Corona abbia restituito i soldi e Trezeguet abbia ritirato la denuncia (non sapendo che la denuncia non può essere ritirata trattandosi di reato perseguibile di ufficio, al contrario della querela, che può essere ritirata in ogni stato e grado del giudizio). Ma vi fu vera estorsione? Perché Trezeguet lo denunciò dopo avere pagato? Avrebbe dovuto denunciarlo prima. Il fatto è che Corona è stato assunto ad eroe pur negativo di una certa società che ora è fondatamente contro questa giustizia marcia che manda liberi degli omicidi dopo pochi anni di carcere. Le carceri sono sovraffollate a causa di tanti stranieri (risultato della politica d'accoglienza) e si sta pensando a pene alternative fuori del carcere. A causa di questa malagiustizia che i mal governi non hanno voluto riformare togliendo una buona volta l'arroganza ai padroni, e non servitori, della giustizia e rendendo i giudici personalmente responsabili per le loro sentenze spesso aberranti (introducendo una Corte di giustizia costituita non da giudici togati ma da giuristi e da una giuria popolare per giudicare i giudici togati) sono costretto a ritenere la condanna a 5 anni nei confronti di Corona una forma di persecuzione nei confronti di un individuo colpevole soprattutto di essere, questo è vero, una immagine negativa. Ma che dire di tutte le denunce senza esito fatte da donne nei confronti di loro persecutori e che qualche volta sono rimaste uccise? Corona è un simbolo negativo perché ha riscosso l'invidia da parte di molti nei confronti di un avventuriero che aveva successo con le donne. Lo si è voluto punire come simbolo negativo. Ma che vi è di più negativo in Italia di una "giustizia" fuori di senno al di sopra di ogni potere? Che cosa sono in fondo la responsabilità di "poveraccio" come Corona di fronte alle responsabilità di giudici fuori di senno che fanno carriera per sola anzianità e non rispondono mai dei danni che fanno anche quando mandano in galera individui risultati poi innocenti? L'odio che ho per questa malagiustizia mi costringe a stare dalla parte di un avventuriero come Corona, che in fondo non ha mai ucciso alcuno, ma, se mai, ha sfruttato un mondo di cosiddetti vip, che in realtà sono soltanto ricchi parassiti della società. Corona ha sfruttato questi parassiti. Forse bisognerebbe dargliene merito. 
Il fatto che Corona non si sia costituito e si sia reso "latitante" secondo la legge gli ha aumentato la condanna di 2 anni. Questo è assurdo. Tanti secoli fa un filosofo (mi pare, se non ricordo male, Hobbes nel De cive oppure Spinoza nel Tractatus theologico-politicus- dovrò verificare perché non è possibile ricordare tutto) all'interno di una concezione giusnaturalistica scrisse che il condannato aveva il diritto  di sottrarsi, fuggendo, alla pena, giusta o ingiusta che fosse. Fa parte infatti della natura di qualsiasi essere vivente la tendenza a sottrarsi alla sofferenza. Essa è un diritto naturale. Anche il peggiore criminale ha tale diritto. Lo Stato ha il diritto di ricercare il condannato per fargli scontare la pena stabilita, ma il condannato ha il diritto di fuggire e rendersi irreperibile. Dunque colpa dello Stato se non riesce a trovare il condannato. Non si può aumentare la pena del carcere solo perché lo Stato non riesce a trovare il condannato e vigliaccamente gli aumenta la pena come premio alla sua arrogante vigliaccheria.       
Tra tanti commenti ho trovato migliore quello di Giuliano Ferrara su Il foglio. 


Fotografia di un’ingiustizia esemplare

La condanna di Corona, ovvero la storia di un processo surreale

Figurarsi, la faccia è da schiaffi, quel popò di tatuaggi francamente antierotico, il piglio da avventuriero fatale piuttosto ridicolo. Ma ci voleva tutto il grano di sale di certa magistratura, l’astruseria di condanne ad ampio spettro punitivo per fare persino di uno come Fabrizio Corona una vittima. E rendercelo immediatamente simpatico. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni di reclusione per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali comminatagli dalla Corte d’Appello di Torino nel 2012. In primo grado era stato condannato a tre anni e quattro mesi. In entrambi i casi, un’enormità in un paese in cui se ti capita di strangolare una partner in un gioco erotico te la puoi cavare con quattro anni e con ancora meno se falci un paio di pedoni, magari strafatto. “Ricattatore” lo è stato per sua stessa ammissione: gli scatti compromettenti per il buon nome delle società o l’equilibrio affettivo delle famiglie, cercava di rivenderli in primis ai diretti interessati. Nel caso in questione la vittima è David Trezeguet, calciatore della Juventus, colto, immaginiamo, in atteggiamento inequivocabile. Ma per lo stesso reato commesso a danno di altri calciatori, Corona fu condannato a un anno e cinque mesi: il giudizio discrezionale del singolo magistrato non basta a spiegare simili discrepanze. Trezeguet non si è nemmeno costituito parte civile, dice di aver ottenuto congrua riparazione. Se la parte lesa non si considera più tale, che senso ha intasare tre istanze di giudizio, spendere soldi pubblici e tempo per ricordarci che l’azione penale è obbligatoria? Il giusto processo, oggettivamente, è una cosa diversa, e le condanne esemplari, se ancora non fosse chiaro, non aiutano la giustizia, ma semmai la rendono meno credibile.
       

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